Il prossimo 12
ottobre gli occhi della Chiesa universale saranno puntati sulla
nostra città. Il Prefetto della Congregazione per le Cause dei
Santi, cardinale Angelo Amato, su mandato di Papa Francesco, eleverà
alla gloria degli altari, padre Francesco Zirano.
La cerimonia si
svolgerà in piazza d'Italia, davanti a migliaia di fedeli
provenienti da tutta l'isola e a delegazioni di frati in arrivo da
tutto il mondo. Il decreto di beatificazione del Servo di Dio,
autorizzato dal Sommo Pontefice venerdì 8 febbraio scorso, è in
fase di preparazione negli uffici della Santa Sede. Dal 13 ottobre
2014 a Francesco Zirano sarà riconosciuto il pubblico culto nella
diocesi e nella regione d'origine, quindi a Sassari e in Sardegna, e
sarà indicato come modello di vita e intercessore dal Cielo per i
cristiani.
È la prima
volta, nella storia moderna della Chiesa turritana, che una cerimonia
di beatificazione avviene nel capoluogo o, comunque, nel territorio.
Fino al 2005 il solenne rito avveniva, sempre officiato dal papa,
esclusivamente in piazza San Pietro. Benedetto XVI, per coinvolgere
maggiormente i fedeli e le diocesi di provenienza dei nuovi beati, ha
autorizzato queste speciali liturgie in sede locale, delegando in
genere il Prefetto della Congregazione per le cause dei Santi. Dopo
Cagliari, che ha avuto questo onore il 3 febbraio 2008 quando è
stata beatificata la suora vincenziana, Giuseppina Nicoli, che dal
1899 al 1910 aveva operato anche nell'orfanotrofio sassarese "Figlie
di Maria", fra sette mesi sarà la volta di Sassari.
I frati
conventuali della Sardegna, autentici motori della causa, iniziata
una prima volta nel 1731, ma interrotta per vari motivi, hanno
proposto alla Congregazione vaticana quattro date per la
beatificazione: nei mesi di giugno,settembre, ottobre e novembre. Il
cardinale Angelo Amato ha dato - per ora solo ufficiosamente - la
disponibilità per il 12 ottobre.
Padre Zirano
sarà beatificato a Sassari e il suo nome sarà scritto nel
calendario liturgico regionale della Sardegna del 2015. Il culto
universale sarà autorizzato esclusivamente dopo la canonizzazione.
Unica incertezza il giorno dedicato alla festa liturgica del santo:
in genere "il dies natalis", data della morte, ma anche
della nascita alla vita eterna. Del martire francescano non si
conoscono i giorni esatti di nascita e morte. Non è improbabile che
la Congregazione fissi al 12 ottobre di ogni anno la ricorrenza
religiosa.
La solenne
beatificazione segna l'epilogo di un, complesso e delicato lavoro di
35 anni, coordinato nella fase operativa dal vicepostulatore padre
Umberto Zucca - maggior biografo di Francesco Zirano - che ha
rintracciato tra il 1975 e il 1985 numerosi documenti negli archivi e
nelle biblioteche sarde, del Vaticano, in Italia e Spagna riguardante
il martire sassarese. La seconda fase della causa, quella diocesana,
è stata avviata dall'ex arcivescovo, monsignor Salvatore Isgrò, il
25 novembre 1984.
La
documentazione raccolta è stata affidata a una commissione storica,
che ha concluso i lavori il 7 settembre 1991 nella chiesa di Santa
Maria in Betlem, dove padre Zirano ha vissuto 22 anni. La terza fase,
quella romana - come ha ricordato padre Umberto Zucca - si è svolta
nella Congregazione per le Cause dei Santi, dopo il decreto di
validità giuridica dell'inchiesta diocesana. Tre organismi vaticani
- periti storici, consultori teologi , cardinali e vescovi - hanno
esaminato la "positio" sul martirio del Servo di Dio. Ora
si attende la pubblicazione del decreto ufficiale di beatificazione,
a firma del Papa, con la data di beatificazione". Che sarà,
come detto, il 12 ottobre 2014.
Un uomo
martirizzato “in odium fidei” morì scorticato pur di non
rinnegare Dio
La
beatificazione dei martiri non richiede miracoli. Martirizzati "in
odium fidei" hanno testimoniato - martire uguale testimone - con
la loro morte di essere cristiani e di difendere la fede a costo
della vita. Padre Francesco Zirano ha preferito essere scorticato
vivo piuttosto che rinnegare il suo Credo. Era il mese di gennaio del
1603. Francesco - frate conventuale nato a Sassari nel 1564 da una
modesta famiglia di contadini - aveva lasciato la tranquillità del
convento di Santa Maria di Betlem, dove era stato ordinato sacerdote
nel 1586, per dedicarsi all'opera molto rischiosa di redenzione degli
schiavi catturati dai corsari musulmani. Una vocazione rafforzata
dopo che il cugino Francesco Serra, frate come lui, era finito nelle
mani dei pirati algerini. Padre Zirano chiede e ottiene da Papa
Clemente VIII di poter questuare tra i fedeli i soldi necessari al
riscatto, poi di recarsi in Africa non solo per liberare il cugino,
ma anche per un'opera di evangelizzazione e missionaria: evitare che
i cristiani prigionieri rinuncino alla fede . Una complessa
situazione politica, gli scontri tra opposte fazioni dominate dai
signori di Kabilia e Algeri, rendono impossibile la sua impresa.
Condotto prigioniero ad Algeri, incarcerato nel palazzo del pascià,
cristiano rinnegato, che fissa per la sua liberazione una cifra
esorbitante. Condannato a morte il 25 gennaio 1603, tenuto in carcere
per altre tre settimane fino alla sentenza: morte per scorticamento e
la pelle ricucita e riempita di paglia per essere affissa alla porta
più frequentata della città. Muore ripetendo le parole di Gesù
sulla croce: "Nelle tue mani, Padre, affido il mio spirito".
(m.g.)
Tratto
dal sito http://lanuovasardegna.gelocal.it
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