Cofondatrice
della Congregazione delle Serve dello Spirito Santo. Venerabile dal
14 maggio 1991, Papa Benedetto XVI ha riconosciuto un miracolo per la
sua beatificazione il 1° giugno 2007.
Sarebbe
giusto chiamarla “donna della santa pazienza” e la potrebbero
utilmente invocare quanti tra noi sono impazienti, “non stanno
nella pelle” e vorrebbero bruciare le tappe anche verso gli
obiettivi più nobili e giusti. Lei, Hendrina Stenmanns, invece,
comincia ad aver pazienza fin da bambina; e non solo per sopportare
le immancabili contrarietà che la vita riserva a tutti, ma
addirittura per realizzare il sogno della sua vita. Perché Hendrina,
forse grazie ad una zia suora, sente fin da piccola il desiderio di
farsi suora. E non una suora qualsiasi, ma “suora francescana”, a
dimostrazione che da sempre ha le idee chiare ed è anche ben
determinata nei suoi propositi. Mentre comincia a pazientemente
aspettare l’età giusta per entrare in convento, tanto per non
perdere tempo fa un “noviziato di carità” nella case dei poveri
di Issum, il piccolo paese tedesco del Basso Reno in cui è nata nel
1852. A guidarla in questo pellegrinaggio di casa in casa sono i suoi
genitori, soprattutto mamma, che oltre ad allevare sette figli trova
il tempo per prendersi cura degli altri. Finita la scuola, impara a
lavorare come tessitrice di seta e contribuisce così a mandare
avanti la famiglia.
Quando “l’età da convento” arriva, mamma
si ammala e muore e, a lei agonizzante, Hendrina promette di
prendersi cura di tutta la famiglia, di cui è la maggiore; così
deve continuare a pazientemente aspettare e a rimandare la
realizzazione della sua vocazione. E non è un’attesa da poco, se
si considera che prima che tutti i suoi si sistemino scoccano per lei
i 32 anni. Come mamma le ha insegnato, continua nel suo esercizio di
carità a domicilio, vegliando i malati di notte e curando gli
anziani, il tutto secondo le sue possibilità e con un inalterabile
sorriso, che rende piacevole e desiderabile ogni sua visita. Si
iscrive anche al Terz’Ordine, per vivere almeno un po’ quella
spiritualità francescana che ancora aspetta e spera possa diventare
un giorno sua norma di vita. Evidentemente i progetti di Dio son
diversi e questa snervante attesa altro non fa che modellare in lei
la pazienza, che viene ad assumere i contorni sempre più definiti di
autentica virtù cristiana. La sua strada si incrocia così con
quella di un apprendista di suo padre che vuole diventare missionario
e che le parla della Congregazione dei Verbiti fondata in Olanda da
un prete, Arnoldo Janssen, suo quasi conterraneo. Hendrina, che ormai
ha “perso il treno” con le Francescane, si lascia infiammare
dall’ideale missionario e, mentre aiuta quel giovanotto a preparare
il corredo necessario per entrare dai Verbiti, finisce per desiderare
di essere anche lei missionaria. Nel 1884 va così a Steyl, in
territorio olandese, dove il reverendo Janssen, dopo aver fondato la
congregazione maschile dei suoi missionari, sta pensando anche ad una
congregazione femminile. Ma proprio perché ancora la sta solo
pensando, non può offrire ad Hendrina che un bel periodo di gavetta,
precisamente nella cucina del suo seminario, affiancandola ad una
certa Helena Stollenwerk, che da un paio d’anni fa qui la
domestica, in attesa anche lei di entrare nella futura congregazione
di padre Janssen,. In questa cucina Hendrina prega soffre e spera per
cinque anni, lunghi anche per lei, pur già abituata ad aver pazienza
e ad aspettare. L’8 dicembre 1889, finalmente, padre Janssen è in
grado di accogliere Hendrina, Helena ed altre quattro donne nella
nuova congregazione, cui dà il nome di Serve dello Spirito Santo. Le
attendono altre cinque anni, tra postulantado e noviziato, prima di
poter emettere i voti. Della nuova congregazione Helena è la
superiora e Hendrina (diventa suor Giuseppa) la maestra delle
novizie, alle quali soprattutto insegna la cosa che meglio ha
imparato a fare nella sua vita: aver pazienza. “Viviamo ora per
ora, giorno per giorno, e lasciamo il futuro a Dio”, ripete loro
instancabilmente, mentre lei di se stessa dice “Il mio cuore è
pronto” e sussurra ad ogni movimento e ad ogni sua azione “Vieni
Spirito Santo”. Quando suor Maria Elena Stollenwerk passa tra le
adoratrici perpetue (l’altra congregazione fondata da Padre
Janssen) tocca a suor Giuseppa diventare superiora delle Serve dello
Spirito Santo: più che una carica è un servizio, che esercita con
pazienza e amore, ma per poco tempo. Infatti deve ancora imparare ad
esercitare la pazienza quando la salute vacilla, il male le toglie le
forze e la crocifigge in un letto, fino a che un attacco di asma la
stronca il 20 maggio 1903, a 51 anni neppure compiuti. Il 28 giugno
2008 Madre Hendrina Giuseppa Stenmanns è stata elevata alla gloria
degli altari, dove l’hanno preceduta padre Arnoldo Janssen
(canonizzato nel 2003) e Madre Maria Helena Stollenwek (beatificata
nel 1995).
Dal sito http://www.santiebeati.it/
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