mercoledì 3 maggio 2023

IL MIO CUORE APPARTIENE ALL' AFRICA...

Per mezzo secolo p. Heinrich Oesterle ha svolto un lavoro da pioniere missionario in Congo. Sebbene il 4 settembre 2022 abbia compiuto 92 anni, il gentile sacerdote tedesco, con la sua aria serena, continua a sprizzare gioia di vivere. Il nostro p. Lorenzo, anch'egli missionario da quasi 30 anni tra i Rom, ha detto spontaneamente e con riverenza del suo anziano amico sacerdote: "È affascinante che, nonostante tutte le difficoltà vissute da p. Oesterle, non ci sia in lui nulla di amaro. Se a 90 anni sarò ancora un sacerdote e un missionario come lui, potrò solo esserne grato". Volentieri "père Henri", come è chiamato ancora oggi dai fedeli della sua missione in Congo, ci ha scritto qualcosa della sua vita estremamente movimentata, così ricca di avvenimenti che nessun libro, per quanto voluminoso, potrebbe contenere.


Nato nel 1930 a Sickingen, nel Baden-Wiirttemberg, quando ero studente alle superiori, ho ascoltato la predica entusiasmante di p. Karl Jetter, missionario in Africa, e in me è nato il desiderio di diventare anch'io missionario in questo continente, per aiutare i pagani a conoscere e ad amare Dio. Così a 15 anni sono entrato nella casa missionaria dei "Padri bianchi", appena riaperta dopo la guerra. Tredici anni dopo, completati gli studi a Treviri, in Algeria e in Tunisia, il 20 luglio 1958 sono stato ordinato sacerdote a Monaco dal vescovo dell'Uganda Joseph Kiwanuka e appena un mese dopo, a 28 anni, i superiori mi hanno mandato in Congo. Nella missione di Mongbwalu, nelle miniere di Kilo-Moto, ho imparato il dialetto kinwana e ho preso dimestichezza con gli usi, i costumi e le religioni naturali della gente del posto. Nelle miniere sgobbavano uomini provenienti da nientemeno che 30 (!) tribù diverse, che vivevano negli accampamenti con le loro famiglie. Non c'erano sacerdoti locali e i cristiani delle stazioni missionarie più lontane erano assistiti da catechisti formati da noi. La parrocchia di Logo, nella nostra diocesi di Mahagi, aveva ad esempio 50 stazioni distaccate, fino a 90 chilometri di distanza. Noi missionari le visitavamo il più spesso possibile per celebrare la Messa e amministrare i sacramenti. Dove non riuscivo ad arrivare con il mio fuoristrada, andavo con la moto oppure camminavo a piedi per giorni da un villaggio all' altro.

Più di una volta il nostro servizio per il SIGNORE ha messo in pericolo la nostra vita. Quando nel 1960 il Congo è diventato indipendente, alcuni soldati ribelli hanno arrestato tutti gli stranieri e i missionari. Dopo tre giorni, però, siamo tornati in libertà e abbiamo potuto riprendere le lezioni giornaliere di religione nelle scuole medie e nelle superiori. Molto più grave è stato il periodo tra il 1964 e il 1965: durante la "Rivolta dei Simba" nella nostra diocesi sono stati assassinati otto confratelli e più di dieci suore missionarie. Anch'io sono stato tenuto in ostaggio due volte. La seconda volta eravamo 30 padri bianchi e 40 suore, messi al muro in una scuola femminile per essere fucilati. Quando i soldati si sono allontanati per prendere dei rinforzi, siamo riusciti a nasconderci nelle docce; il provinciale ha dato a tutti l' assoluzione generale e io ho pregato rassegnato: "Signore, sia fatta la tua volontà" . Per miracolo non ci hanno scoperti e a malapena siamo scampati alla morte. Sono sicuro che lo dobbiamo alla Provvidenza divina e al rosario! A causa delle lotte tribali, non si potevano celebrare le Messe di Natale nelle parrocchie; spesso i soldati bambini erano molto pericolosi e imprevedibili. Una cosa triste!
 

VOLEVO ESSERE UN BUON PASTORE!
 

Noi missionari e catechisti preparavamo al battesimo per quattro anni tutti i candidati, sia giovani analfabeti che scolari o adulti. Una volta in una grande stazione distaccata, dopo la Santa Messa sono uscito dalla chiesa in processione solenne con i neo battezzati e loro hanno gridato felici: "Fratello Heinrich, molte grazie! " . In lungo e in largo durante gli incontri di catechismo, avevo spiegato che mediante il battesimo sarebbero diventati veri figli di Dio, fratelli e sorelle di Gesù e fratelli e sorelle tra di loro; così anch'io, padre Heinrich ero diventato per loro fratello Heinrich. Lo avevano capito! Ovviamente abbiamo continuato a seguire i battezzati ed anche quelli che dovevano ricevere la Prima Comunione con le nostre omelie durante la Messa quotidiana o domenicale; abbiamo incoraggiato i genitori a dare un'educazione cristiana ai bambini soprattutto attraverso il loro buon esempio. Anche la preparazione alla cresima era molto importante per noi per stimolare i ragazzi, rafforzati dallo Spirito Santo, a partecipare alla vita della Chiesa: come lettori durante la Messa, nel coro o suonando uno strumento. Infatti ognuna delle nostre 35 stazioni aveva un coro con un gruppo musicale comprendente varie arpe locali, tamburi e chitarre. È risaputo che per gli africani musica e ballo sono importanti mezzi espressivi!

La preparazione al matrimonio occupava un posto speciale. Solitamente le coppie ricevevano il sacramento del matrimonio subito dopo il battesimo. Però la spiacevole usanza della "dote della sposa", di tre mucche e sette capre da consegnare alla famiglia di lei, costituiva un grande problema, dal momento che i giovani uomini spesso non avevano soldi per farlo. Di conseguenza molte coppie convivevano. Non riuscivamo a trovare una soluzione, ma ciò che per noi era impossibile, lo ha ottenuto la Madonna! Durante l'Anno Mariano abbiamo preparato una statua della Madonna pellegrina da portare in tutte le 35 stazioni. Durante la notte i fedeli vegliavano pregando e cantando a Maria; dopo le confessioni tanto richieste e la seguente Messa del mattino, Maria veniva portata alla missione successiva, dove le andavano incontro i nostri fedeli, ma anche protestanti e pagani. Con mia grande sorpresa, in tutti i villaggi si sono presentate coppie di conviventi a chiedere il matrimonio in chiesa, perché improvvisamente i genitori della sposa erano d'accordo che le loro figlie andassero all'altare senza ricevere la dote. Anche uno stregone imbroglione, che era stato battezzato da bambino, durante tutta la notte è rimasto in chiesa accanto a Maria; toccato dalla grazia si è confessato e, dopo essersi preparato, anche lui ha sposato in chiesa la sua convivente. Un'altra grande difficoltà consisteva nel fatto che le tribù pagane consideravano loro dovere ricambiare male per male ed esercitare la vendetta. Una volta un guardiano del capo tribù voleva rubare le capre ad un povero, questo l'ha colpito a morte ed è fuggito in Uganda. Il padre del guardiano assassinato ha giurato: "Mio figlio non sarà seppellito finché accanto a lui non ci saranno dieci cadaveri della famiglia dell'omicida" . A dire il vero ci sono state delle vittime, ma grazie a dei soldati chiamati in aiuto ho potuto impedire una tragedia. Invece ho vissuto qualcosa di molto diverso quando il figlio di un catechista è stato ucciso in una rissa in un villaggio vicino. I giovani amici del ragazzo stavano già prendendo i loro machete e delle lance per vendicarsi, quando il catechista ha detto: "Non siamo pagani che si vendicano. Mettete giù le vostre armi. In quanto padre dell'ucciso farò in modo che il caso vada davanti al giudice e che i colpevoli siano puniti".

Molto spesso eravamo chiamati presso i moribondi per amministrare l'unzione degli infermi. E qui ci sono state parecchie sorprese! Una volta non ero ancora arrivato presso l'abitazione, quando a un uomo in strada ho chiesto informazioni sul moribondo e lui mi ha detto: "Sono io" . Non gli volevo credere, ma ha insistito dicendo: "Padre, sono molto malato e presto morirò. Per favore, mi dia l'unzione degli infermi". Gli ho dato l'unzione e appena mi sono allontanato un paio di metri dalla casa è morto. Altre volte, dopo aver ricevuto il sacramento, i malati sono rapidamente migliorati.

Per me come sacerdote dare l'esempio "della novella dell'amore di Dio" è stato sempre molto più importante che annunciare la Buona Novella. Ci sono state mille occasioni di farlo ed io ero felice di potere contribuire alla salvezza della vita delle persone, come quando ad esempio di giorno o di notte, su strade avventurose, ho accompagnato in ospedale donne che avevano le doglie! Sì, anche i malati e gli handicappati mi stavano particolarmente a cuore. Poiché c'erano molte malattie tropicali e casi di tubercolosi, di lebbra, di peste, di colera e di epilessia, ma la nostra gente non si poteva permettere medicine costose, ho piantato tre grandi campi di artemisia, un rimedio naturale che rafforza il sistema immunitario ed è un aiuto efficacissimo nei casi di malaria e di aids. Ho potuto celebrare il mio 25esimo e 50esimo anniversario di sacerdozio in Congo, prima di ritornare in Germania nel 2008. Sarà anche un frutto dei nostri sforzi missionari il fatto che oggi tutte le parrocchie della nostra diocesi di Maha-gi-Nioka sono assistite da sacerdoti e suore del luogo. Da quella in cui ho lavorato per 13 anni proviene l'attuale arcivescovo di Kisangani, presidente della conferenza episcopale del Congo, al quale ho insegnato quando era un ragazzino. Parecchi giovani uomini della nostra parrocchia sono entrati nel nostro ordine missionario e operano in diversi paesi dell'Africa.

Heinrich, oggi "in pensione", vive con 12 confratelli nella casa di riposo Maria von Hechin-gen, però è ben attivo. "Continuo ad essere in contatto con le persone che ho conosciuto e amato in Congo. Ogni giorno chiedo per loro la benedizione di Dio. Specialmente le vocazioni religiose sono la mia grande intenzione di preghiera durante il rosario e l'adorazione silenziosa. Sono contento che, in questo modo, anche nella mia nazione, posso ancora fare qualcosa per l'Africa, alla quale ho dedicato la mia vita. Che Dio protegga l'Africa e i suoi abitanti!".

Tratto da “IL TRIONFO DEL CUORE” Marzo-Aprile 2023 – www.familiemariens.org

 


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