Maria
è vissuta come noi sotto il segno del transitorio e dell’effimero.
La sua vita come quella di tutti i figli di questa terra è stata
una serie ininterrotta di vicissitudini, di cose che nascono e che
muoiono. Inizia in un angolo sperduto della Palestina, tranquillo e
sconosciuto, e si spegne nel silenzio, senza che il mondo ne sappia
nulla. Ella conosce tutti quei mutamenti che sono la legge propria
della nostra esistenza, tutta la monotonia quotidiana dei figli di
Eva: la preoccupazione per il pane quotidiano, una buona dose di
sofferenze e di lacrime, un mazzolino di modeste gioie. La vita di
Maria si è svolta, come la nostra, sotto il segno della caducità.
Ma in un punto era totalmente diversa. Ciò che dà alla nostra
vita l’aspetto doloroso di un enigma indecifrabile, non è tanto
il carattere oscuro del nostro destino, quanto la nostra condizione
di peccatori. Sì, è questo che rende così assurda e confusa
l’esistenza umana. L’eterno è mescolato alla nostra vita, si
inserisce nella stessa trama temporale della nostra esistenza, prende
talvolta il volto del bene, talvolta quello del male. Un istante di
pentimento, frutto esso stesso della grazia divina, invano tenta di
cancellare ciò che ore di traviamento hanno creato di funesto per
l’eternità nelle profondità della nostra anima; niente potrà
colmare il passivo che esse rappresentano: sono morte, totalmente e
per sempre. Sono ricadute nel nulla del passato e nessuno potrà
farle rivivere, questa volta sotto il segno del bene; sono private
per sempre di quel chiarore di cui il bene doveva segnarle come di
un’aurora eterna. Olre a Gesù, sappiamo che c’è un solo
essere umano la cui vita è stata diversa: Maria, la Vergine,
l’Immacolata, la sempre pura.
Ecco
un caso in cui si verifica un fatto che il nostro cuore fatica tanto
a credere, perché ha sempre davanti a sé le proprie esperienze
amare: che un essere umano sia capace di entrare nell’eternità
senza doversi pentire di nulla. Ora questo essere umano esiste, è
Maria. Non c’è un momento della sua vita che essa debba
rinnegare, nemmeno un momento vuoto e sterile. Nessun atto di cui
possa arrossire, nessuno che sia avvolto di ombra, nessuno che sia
caduto nell’abisso del passato senza aver acceso una luce eterna,
senza brillare di uno splendore capace di penetrare tutto ciò che
ogni istante di questa vita conteneva in sé di possibilità
morali. Così tutta l’esistenza di Maria è entrata
nell’eternità: ogni giorno e ogni ora, ogni battito della sua
vita profonda, tutte le sue gioie e sofferenze, i più grandi e i
più umili momenti della sua vita. Niente di tutto ciò è
perduto, tutto continua a vivere, tutto è assunto nella pienezza
eterna della sua anima, entrata nella patria beata.
Karl
Rahner
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