«Vi
annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa
visibile a noi!» (1
Gv 1,2)
Quando
Gesù apre la sua bocca noi ascoltiamo parola di Dio, riceviamo amore
di Dio, siamo chiamati a modificare il pensare e l'agire su quello di
Dio. Gesù si è presentato molte volte alle folle e ai suoi
discepoli con l'espressione «Io Sono», espressione che riprende il
Nome di Dio rivelato a Mosè: «Io Sono Colui che c'è!».
Quest'espressione, in chi lo ama, risuona e trova riposte varie e
piene: Tu sei il mio Amico! Tu sei il mio Rifugio, Tu sei il mio
Aiuto! Tu sei il mio Salvatore! Tu sei il mio pane! Tu sei il mio
tesoro! Tu sei il mio Dio! Queste pagine sono un tentativo per
aiutare a continuare questa litania in maniera cosciente e
riconoscente.
1.
IO SONO LA VIA
Gesù
vede la vita dell'uomo come cammino.
Da
dove parte l'uomo? dove deve arrivare?
Quale
percorso gli è possibile per giungere alla meta?
L'uomo
è partito dal paradiso terrestre. Si trova definitivamente al di
fuori di quella porta custodita dal Serafino, con una grande
nostalgia e con momenti lunghi di confusione, dubbi, oscurità della
sua mente, durante i quali non sa nemmeno cosa ci sta a fare sulla
terra.
La
vita dell'uomo è andare verso il Padre.
«Mi
alzerò e andrò da mio padre».
Che
cosa significa? tornerò ad essere figlio. Tornerò alla fiducia in
Dio e all'obbedienza ai suoi desideri. Tornerò a realizzare i
disegni del Padre, a costruire e custodire la sua Casa. Tornerò alla
comunione con lui attraverso la dipendenza amorosa dalla sua persona.
Tornerò
da mio padre.
Il
cammino dell'uomo: da uomo diventare figlio. Da uomo autosufficiente,
autonomo, schiavo delle cose e delle paure d'ogni sorta, diventare
figlio, dipendente, affidato alle mani premurose del Padre.
Un
cammino di vita! difficile, perché l'uomo abituato all'orgoglio
difficilmente si lascia piegare all'umiltà.
Questa
è necessaria per accettare d'essere figlio, per accogliere
sentimenti e atteggiamenti filiali. È come diventare bambini.
Umiltà;
da essa fiducia, apertura, semplicità; poi abbandono; ne deriva
serenità, pace, gioia. La gioia e la sicurezza di chi si sa amato
fino in fondo dal Dio dell'amore.
Cammino
difficile, ma possibile.
Dio
stesso ce lo mette... sotto i piedi. Dio stesso ci ha messo davanti
la via per giungere a Lui, l'unica via. «Nessuno viene al Padre se
non per mezzo di Me». «Io sono la via».
Gesù
è questa strada segnata per l'uomo che si trova nudo e indifeso
fuori dal paradiso terrestre. Una via che non ci porta solo a godere
una vita felice, ma ci porta nelle braccia stesse del Padre, una via
che ci porta oltre il paradiso terrestre, nella dimensione stessa di
Dio; ad essere divinizzati.
Gesù
è la via che ci porta gratuitamente ad essere «uguali» a Dio. Non
è la via falsa che Adamo, illuso e deluso da Satana, ha imboccato; e
l'ha fatto perché Satana gli ha confuso gli occhi, gli ha fatto
vedere un'immagine falsa di Dio, l'immagine di un Dio padrone,
dominatore, geloso, chiuso, tanto da non sentirsi non amato da Lui e
da sospettare gelosia nel suo cuore.
Gesù
ci porta realmente a Dio, a Dio che è Padre, amore, dono totale di
sé, fiducia, accoglienza.
Gesù
ci fa entrare nel cuore del Padre per rivestirci del suo stesso
Essere, del suo Amore, del suo donarsi. Con Gesù l'uomo diventa
realmente «figlio», e può godere di essere portatore di natura
divina. Gesù è la via. Fuori di Lui l'uomo cerca, prova e riprova,
ma rimane sempre dipendente da immagini distorte e false di Dio,
sempre su sentieri che allontanano da Lui, nonostante l'apparenza.
Gesù,
Tu sei la VIA. Tu mi conduci alla pace, Tu mi fai vivere nella Casa
del Padre, Tu mi trasformi il cuore finché diventa, anche il mio,
cuore di padre che si dona, che ama, che perdona. Tu sei la VIA.
Voglio seguirti, voglio entrare in Te, rivestirmi di Te. Signore Gesù
Cristo, Figlio Unigenito del Padre, eccomi. Te solo voglio
accogliere, sulle tue orme voglio camminare. TU SEI LA VIA.
2.
IO SONO
S.
Giovanni Battista, pur pressantemente sollecitato a dare una risposta
sulla propria identità, non ha mai pronunciato l'«io sono». Egli
ha sempre detto «io non sono», e in ultimo «io voce che grida nel
deserto», senza il verbo «sono»! Egli sapeva che la frase « io
sono » appartiene a Dio. Solo Dio può dire « io sono ».
Nemmeno
io posso dire - se voglio parlare in verità - « io sono »...
nonostante tutti i desideri che ho di definirmi, di trovare
un'identità personale ecc.
Ogni
volta che dicessi «io sono» per definirmi in qualche modo,
mentirei. Se dicessi ad esempio «io sono un uomo», non direi qual è
il rapporto di Dio con me, che mi fa essere più uomo. Se dicessi «io
sono figlio di Dio» nasconderei il fatto che è solo il Padre che mi
fa essere tale col suo amore generante: io non sono nulla. Se dicessi
«io sono umile», in quel momento stesso peccherei di egocentrismo,
e se dicessi «io sono superbo», in quell'attimo starei facendo -
forse - un atto di umiltà.
Le
mie preoccupazioni di... identità, quelle che mi portano a vedere
chi sono, e addirittura quelle che mi portano a vedere a che punto
della vita spirituale sono arrivato, sono grosse tentazioni di
egocentrismo, sono un gioco del Maligno che mi vuol mettere nel cuore
la pretesa di essere come Dio, di essere dio a me stesso, proprio
come tentò Adamo.
Io
vivo solo in rapporto al Padre. Egli è! lo posso solo guardare Lui e
ascoltare Lui, e sono vivo e vero solo in questo atteggiamento.
Quando guardo al Padre e lo ascolto la mia vita sta ricevendo
qualcosa di ciò che è, riceve Colui che è, e perciò divento vita
e amore, divento veramente Dio, secondo quanto Gesù stesso ci ha
rivelato: «non è forse scritto nella vostra Legge: io ho detto: voi
siete dei?».
Solo
Dio può dire e dice io sono. Questa è la parola udita da Mosè
mentre teneva gli occhi chiusi davanti al roveto ardente.
«Io
sono colui che è», ossia «Io sono colui che è presente», «Io
sono colui che è in noi»! Mosè ha visto e udito. A noi è dato di
vedere e udire. Noi abbiamo visto la luce di Dio e udito la sua
Parola. Noi vediamo il Figlio, roveto ardente che manifesta la
presenza e la vicinanza di Dio all'uomo e ne realizza la salvezza!
Gesù può dire « Io sono », anzi, lo deve dire per la gloria del
Padre e per amore nostro. «Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e
sempre!» (Eb 13,8).
Egli
deve dire « Io sono »! Per Lui questa parola è vera!
«Se
infatti non credete che Io sono, morirete nei vostri peccati» (Gv
8,24).
«Quando
avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io sono»
(Gv 8,28). «Prima che Abramo fosse, Io sono (Gv 8,58).
«Io
e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10,30).
Gesù
è! Egli è la manifestazione concreta di Dio: «chi vede me vede il
Padre»!
Se
entro in Lui, e quando entro in Lui, anch'io vivo, anch'io godo
santità e pienezza! Egli è la vita, la verità, la perfezione.
Senza di Lui io non sono, con Lui anch'io partecipo dell'Essere, del
rapporto con il Padre. Importante è perciò che io possa dire: io
sono di Gesù, e non «io sono qualcuno»!
Le
crisi degli uomini non sono crisi di identità, ma crisi di
appartenenza! Quando l'uomo non sa più a chi appartiene si trova
male ovunque. E lo psicologo non risolve.
Quando
so che appartengo a Gesù, e con Lui al Padre, non m'importa più chi
sono, né come sono! M'importa solo di Lui, chi è e come è!
Di
qui la necessità della contemplazione e la dannosità
dell'introspezione. Io conosco me stesso quando guardo il Volto di
Colui che mi ha voluto e mi vuole, quando conosco la fedeltà e la
grandezza delle mani che mi sostengono.
Gesù,
tu sei! Tu sei il roveto ardente che mi manifesta il Padre, sei il
Santo di Dio, sei la gloria e la pace. Tu sei, e io sono tuo! Sono
tuo; ogni timore, ogni ansietà e paura si dissolve quando mi ricordo
che sono tuo. Ogni preoccupazione diventa dolce certezza e ogni
contrattempo diviene sicurezza quando m'accorgo che le tue mani mi
hanno afferrato e non mi abbandonano più. Gesù, grazie. Tu mi tieni
perché il Padre mi ha consegnato a Te. E Tu sei obbedienza ferma ed
eterna al Padre. Sono sicuro, sono in pace. Gesù, Tu sei!
3.
IO SONO LA VERITÀ
«La
grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1,17).
Gli
uomini si sono sbizzarriti con questa parola: verità! E noi
chiamiamo filosofi - amici della sapienza! - coloro che hanno cercato
di scoprirla e comunicare le loro scoperte, più o meno sensate!
Che
cosa è la verità? È la domanda che Pilato ha fatto risuonare nel
momento più drammatico della storia. Una domanda che rimane ancora
sospesa nell'aria davanti agli occhi e alla mente di moltissimi
uomini incerti e timorosi.
Che
cosa è la verità?
Il
termine significa etimologicamente il venir alla luce di ciò che
l'uomo ancora non vede, non conosce, non penetra. E quante cose sono
ancora nascoste all'uomo! e quanti uomini sono come ciechi di fronte
al significato della loro stessa vita, e dei fatti che succedono, e
dei gesti che essi stessi compiono!
Tutto
questo perché manca loro una luce: quella di Dio. Gli uomini non
vedono Dio, non ne colgono la luce; e quindi anche tutto il resto
rimane per essi sfuocato e tenebroso.
Che
cos'è quindi la verità?
È
quella luce che permette di vedere Dio, e tutta la realtà alla sua
luce, una luce di eternità e di amore. Di amore soprattutto, perché
Dio è amore.
La
luce dell'amore supera quella dell'egoismo come la luce del sole
supera quella di una candela. Solo l'amore fa luce sulla realtà, è
la chiave della realtà, della verità. L'amore, quello vero, dono di
sé: l'amore di Dio, solo l'amore di Dio è vero amore, solo questo
permette all'uomo di avvicinarsi alla verità!
Quell'amore
di Dio che è divenuto visibile in Gesù apre allo sguardo dell'uomo
la possibilità di entrare nelle vere dimensioni della vita; non solo
quindi di conoscere verità, ma di diventare verità.
Chi
incontra Gesù, chi riesce ad amarlo, a donarglisi, ad ascoltarlo e
ubbidirlo, a unirsi a Lui trova pace, e la gioia di chi ha trovato la
Verità: trova la forza di vivere accanto agli uomini perché ha
trovato l'Amore. Gesù è la verità.
Io
sono la Verità: Egli stesso ha donato questa affermazione ai suoi
discepoli nel segreto del cenacolo. Gesù è la Verità. «Chi ha
visto me ha visto il Padre». Vedere Gesù è vedere Dio,
l'lnvisibile, l'lneffabile. Vedere Gesù!
Una
parola! I dodici lo avevano veduto, ma ancora non lo avevano «visto»,
almeno fino a quel momento. Per vedere Gesù e riconoscerlo veniente
da Dio, carico della luce di Dio, anzi Luce Egli stesso, è
necessario lo Spirito Santo. Uno spirito umano vede in Gesù solo un
uomo, benché straordinariamente uomo.
Lo
Spirito Santo effuso sulla terra dalla croce del Golgotha fa vedere
Gesù come il Dio con noi, l'Emmanuele, ci fa vedere in Lui il volto
di Dio concreto e santo, buono e sapiente.
Chi
«vede» Gesù vede veramente il Padre, vede l'Amore.
Vedere
significa avere la percezione della realtà, esser sicuro. Vedere Dio
significa esser sicuro della sua Presenza, averne la consolazione;
chi vede Dio non vede altro al di sopra di Lui. Chi vede Dio lascia
che tutto il resto perda la sua presunta importanza.
«Vede»
il Padre chi vede Gesù. Perciò Gesù è la Verità, l'unica Verità,
perché Egli è l'Unigenito, Egli è l'unico amore che viene da Dio.
E
nei fatti della vita dov'è la verità?
Verità
è tutto ciò che mi manifesta il volto del Padre di Gesù! Ciò che
nasconde il volto di Dio è menzogna. Tutto quello che io faccio per
attirare l'attenzione su di me toglie luce alla Presenza di Dio: è
menzogna!
Quando
io faccio qualcosa che manifesta il volto di Dio sono partecipe della
Verità. La mia vita che accoglie Gesù e gli ubbidisce opera verità,
diventa verità.
La
mia vita, quando non fosse espressione di amore e dipendenza, anche
se le mie idee fossero logicamente impeccabili, non sarebbe verità,
perché non lascerebbe vedere il volto di Dio, che è amore.
Verità
è solo una: Gesù.
Siamo
verità solo intimamente uniti a Lui.
Signore
Gesù, unica luce per tutti i popoli, unica verità per ogni cuore,
Tu riempi il mondo di amore: chi ti vede il Padre, si riconosce amato
e vede come può amare. Chi vede Te entra nella verità, nasconde se
stesso e diventa luce con Te. Con Te non voglio cercare di aver
ragione, desidero piuttosto il tuo amore. Con l'amore nel cuore avrò
luce per scoprire ovunque e in ogni evento, anche piccolo e povero o
doloroso, i segni e i disegni dell'amore del Padre, che perché gli
siano figli ci ha dato Te, Gesù.
4.
IO SONO LA VITA
Con
una sola parola traduciamo due termini greci del Nuovo Testamento:
uno indica la vita di un corpo che si muove, mangia, dorme, cresce;
l'altro indica una dimensione ulteriore, la vita interiore, su cui si
innesta la capacità di amare, di donarsi, di essere in relazione
spirituale con altre persone, tra cui Dio in particolare.
Quando
Gesù dice «Io sono la vita» viene usato nel greco questo secondo
termine. Gesù non è una vita «animale», egli è una vita
spirituale. Egli è l'amore che «esce» dal Padre, quel dono che
mette chi lo riceve a contatto con Dio così direttamente da essere
egli stesso chiamato figlio di Dio.
Gesù
è la vita.
Vuoi
avere con Dio un rapporto di gioia, di serenità, di fiducia, di
pace?
Accogli
Gesù nel cuore.
Altrimenti,
il tuo rapporto con Dio resterà instabile, inquieto, basato sulla
tua volontà e fragilità, quindi un rapporto preoccupato e pieno di
malcelate paure.
Vuoi
godere la vita, nel senso più profondo? Accogli Gesù.
Egli
ti fa entrare in una posizione di riposo. Non devi più attendere
nulla e nessuno, perché Egli è il figlio del Re, che ti fa sedere a
un banchetto senza fine. Con Lui nel cuore sei a posto, anche se sei
stato e sei peccatore.
Con
Gesù puoi finalmente godere, in pace!
Vuoi
avere con gli uomini un rapporto libero, profondo, solidale,
cordiale?
Accogli
Gesù.
Egli
è la tua vita più profondamente sociale. Con Lui non ti attacchi a
nessuno, nemmeno a chi ti fa regali. Con Lui non rifiuti nessuno,
nemmeno chi ti odia o ti biasima alle spalle. Gesù ti aiuta a
calcolare queste pugnalate come conseguenze di un malattia del
fratello alla cui guarigione tu stesso puoi collaborare con l'amore.
Con
Gesù diventano tuoi i problemi di tutti, e nessun problema ti
schiaccia, perché sai vederlo come non definitivo, come problema per
il quale il Padre ha una soluzione, o come croce da offrire nella
pace.
Con
Gesù tu stesso guardi agli uomini come a persone amate, a cuori già
incontrati dal cuore del Padre, già accolti dal Signore stesso.
Con
Gesù nel cuore gli altri si sentiranno liberi di parlarti, perché
percepiscono in te un amore divino; saranno liberi di aprirsi, di
donarsi: e così tu stesso diventi sentiero di salvezza:
Con
Gesù nel cuore! Io sono la vita!
Gesù,
Tu sei la vita. Tu sei il mio rapporto col Padre e il mio rapporto
con gli uomini e il mio io più profondo e vero.
TU,
solo TU.
Con
Te io sono vivo, e non muoio mai: né di giorno né di notte, né
quando sono solo, né nella folla.
Senza
Te mi sentirei già vuoto, morto, animale senza scopo, senza
significato: sei Tu la mia vita.
TU
in me.
Ed
io strumento della gloria di Dio, del suo amore silenzioso, nascosto,
segreto, che passa inosservato.
Che
io sia sano o malato, efficiente o incapace, in vista o dimenticato,
cercato da tutti o recluso in una casa di riposo, più recluso di un
eremita, TU sei la mia vita, e la mia vita così è luogo di Dio.
Luogo
prezioso e santo dove passa l'amore silenzioso, nascosto e segreto
del Padre.
Gesù,
TU sei la mia vita!
5.
IO SONO LA LUCE
Gesù
usa affermazioni sconvolgenti.
Solo
di Dio finora era stato detto così: Jahwè è mia luce (Salmo 27 e
Mi 7,8). Con questa parola perciò Gesù si vede e si fa vedere
dentro il fuoco di Dio, come se il Padre fosse il fuoco e Lui, il
Figlio, la luce che lo manifesta.
Io
sono la luce!
La
luce è la vita degli uomini; l'uomo che siede nelle tenebre è
morto, non ha relazioni con nessuno, non conosce la realtà delle
cose, è assente dalla vita. Chi è senza luce non vede... chi è
senza luce non conosce il significato di molte cose, le destinazioni
di molte altre, le conseguenze di molte azioni! Per chi è al buio
divengono inutili e incomprensibili i fiori, il cielo stellato, i
colori dell'alba, le opere d'arte, i libri e le penne, i quadri e i
quaderni: le creature di Dio e le opere degli uomini.
Tutto
inutile. E gli oggetti posti nella stanza divengono per lui
pericolosi, perché possono ostacolare la libertà di movimento, e
gli uomini divengono nemici o perlomeno fonte d'insicurezza.
Fin
che non arriva la luce; allora tutto cambia, tutto diviene chiaro: si
capisce il perché e si intuisce il posto di ciascuna cosa, il volto
umano dà sicurezza e fiducia.
Così
è la vita senza Gesù, e la vita con Gesù. Egli è la luce. È la
luce del mondo.
Senza
di Lui gli uomini non capiscono il perché di molte realtà di cui è
costellata la loro stessa vita. Senza di Lui gli altri sono nemici da
cui difendersi o di cui approfittare. Senza di Lui non si rendono
conto di fare il male, tutto quel che fanno sembra loro «bene!»
Sono padroni di se stessi. Si credono così.
Io
sono la luce.
Quando
Gesù fa irruzione nel cuore di una persona, o viene dolcemente,
allora tutta la vita comincia a brillare. Allora il passato diventa
chiaro, lo si vede come un dono. Anche la sofferenza diviene motivo
di grazie, perché con la luce che è Gesù crocifisso e risorto, la
sofferenza è il luogo dell'amore più grande, l'occasione
dell'offerta reale di se stesso, il momento che unisce in maniera più
sicura all'uomo dei dolori, la grazia che ci fa strumento della
redenzione dell'uomo: già compiuta da Gesù, ma ancora attuantesi.
Io
sono la luce del mondo.
Chi
viene a me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.
Gesù
è la mia luce. Io vedo ora tutte le cose illuminate da Lui. Vedo
anche il mio futuro, che non conosco, come un punto di luce. E allora
non voglio programmarlo, nemmeno secondo le più belle convinzioni e
nemmeno secondo le promesse ricevute. Sul mio futuro si adagia la
luce, Gesù, ed io cercherò solo Lui.
Gesù
è la nostra luce. Il mio vivere con te, con tutti, sarà un vivere
con Gesù che ama te, che ama tutti. Ogni uomo diviene un fiore su
cui la luce disegna forme e colori: il fiore è importante, ma la
luce è essenziale.
Il
«noi» di tutti gli uomini è possibile perché imperniato su Gesù:
Egli è il capo, il motivo per cui io sto attento a te e per cui amo
tutti.
Io
sono la luce del mondo
Ti
do gloria, Signore Gesù. Tu sei la luce per cui posso riconoscere il
Padre che è nei cieli e posso riconoscere fratelli gli uomini che
vivono sulla terra.
Sei
luce che non inganna, sei luce che apre infiniti orizzonti. Tu sei la
luce che mi permette di camminare senza inciampare, e di correre
speditamente verso le mete che man mano mi fai evidenziare.
Gesù,
luce viva, fonte di speranza e di certezza. Tu sei la mia luce, di
nulla temerò. Tu sei chiarezza, gioia e salvezza
La
tua luce sostituisce quella del sole e quella di ogni lampada
ardente.
Solo
Tu dai all'uomo il coraggio di vivere, la grazia di amare, perché
con Te l'uomo conosce le proprie capacità, quelle che il Padre ha
nascosto nel profondo del cuore di ognuno. Gesù, sei una luce
penetrante e viva!
Io
sono la luce del mondo.
Sì,
ti adoro e ti ringrazio, Signore Gesù!
6.
IO SONO LA VITE VERA
Di
una vigna la Bibbia aveva già parlato. Una vigna cui Dio aveva
dedicato ogni attenzione, delicata cura. L'aveva circondata di siepe,
vangata, liberata dai sassi, fornita di torre e tino; vi aveva
piantato viti scelte. Ed essa non ha dato il frutto atteso. Una vigna
deludente, fatta di viti... bastardi (cfr. Is 5, Ger 2).
Quale
sarà la vite vera che darà al suo padrone frutti squisiti, la gioia
e la soddisfazione attesi?
Io
sono la vite vera
Gesù
è la nuova e vera vite. Di Lui il Padre si occupa con cura, con la
cura consueta del vignaiolo. Con i suoi che gli sono ormai uniti per
sempre - Egli dà vita al nuovo popolo destinato a compiere l'amore
del Padre per tutto il mondo.
L'immagine
della vite coi suoi tralci, circondata di cure dal vignaiolo, ci
parla dei vari rapporti che si stabiliscono tra Gesù e i suoi, tra
il Padre e Gesù, tra il Padre e i discepoli (Gv 15).
Io
sono la vera vite
Gesù
darà al Padre la soddisfazione e la gioia. il Padre si occupa del
Figlio, piantato ben saldo sulla terra, unito così da formare un
corpo solo, con quanti lo hanno accolto, e uniti a Lui vivono del Suo
Spirito.
Il
Padre ha cura di questa vite. Vuole che porti frutto, abbondante. E
perciò prende forbici ben taglienti e pota. Egli sa dove metter le
mani. Pota. E ciò che rimane dei tralci lo lega ben stretto ai
sostegni. Non lascia nessun tralcio intatto, nessuno libero.
Così
il Padre col Corpo di Cristo.
Io
sono uno dei tralci. Vivo della vita di Gesù, unito con Lui in un
unico destino. Egli si servirà della mia unità con sé per portare
frutto, per diffondere lo Spirito Santo sulla terra.
Ma
per questo devo ricevere le cure del Padre. Egli vede e sa che non
occorrono tutte le mie doti, che non tutte le direzioni dove i miei
desideri spingono sono necessarie, né - a lungo andare - utili.
Egli
vede che alcune mie volontà e occupazioni sono perder tempo
prezioso, spreco di energie che nel suo Regno potrebbero essere
occupate altrimenti. Egli pota.
Adopera
forbici taglienti. Contrattempi? malattie? obbedienze? delusioni?
persecuzioni? Sì, e anche altro. Le forbici del Padre sono inattese,
ma preziose. Fanno soffrire, ma sono necessarie. Sono lo strumento di
cui si serve l'amore del Padre. L'amore!
Io
sono la vite vera
Gesù
e il Padre godono l'uno nel dar gloria all'altro. La vite potata è
più preziosa! Il frutto della vite potata bene dà gioia al
vignaiolo.
Il
Padre ha cura del Figlio e il Figlio glorifica il Padre. Io sono
oggetto delle cure del Padre per il Figlio, perché sono tralcio
della vera vite.
Non
mi lamento di nulla, anzi godo che le mani del Padre si alzino verso
di me, tagliano e leghino. Il Padre ama il Figlio.
Le
lacrime che mi sfuggono sono solo segno che amavo ciò che è
giudicato inutile dal Padre, o infruttuoso. Dopo le lacrime verranno
gemme più rigogliose. Dopo il dolore del legame che pare costringa,
vengono viticci che s'aggrappano là dove sono stato legato. Mia
volontà diventa la Tua!
IO
SONO LA VITE VERA
Sì,
Gesù, e io godo di far parte di Te.
Non
c'è onore più grande, né vita più intensa, né occupazione più
utile che essere uno con te, imbevuto del tuo Spirito, confuso
addirittura con te, tanto da non sapere dove finisci Tu e comincio
io: siamo uno!
Io
ricevo le potature che fan portare frutto a Te, Tu fai portare a me
il frutto del Tuo amore al Padre. Gli uomini che cercano di
dissetarsi vengono da me per trovare Te, vanno da Te e trovano ancora
me. Il tuo Spirito ci fa uno. Tu sei veramente la vite vera.
E
il Padre gode di vedere questa unità intensa in cui il tuo Spirito,
Gesù, si riversa nel mio cuore e nel mio corpo, e mi fa fare quel
che tu desideri e mi fa affrontare con pace e serenità i giorni e
gli anni e le responsabilità e le incomprensioni: e anche queste
divengono segno e strumento della sua gloria.
Gesù,
vite vera, non voglio null'altro che restar unito a te: potato e
legato, ma unito a Te. Fin che il Padre mi pota e mi lega è segno
che Egli ha visto che posso ancora portare il Tuo frutto, che tra me
e Te c'è ancora unione intima.
IO
SONO LA VITE VERA
7.
IO SONO IL PANE
Non
troviamo altra immagine che esprima in modo così chiaro ciò che è
indispensabile: tutti i giorni pane. È diventata cosa normale. Il
pane è tutto ciò di cui l'uomo si nutre, il pane è lo scopo di
tutta la fatica dell'uomo. L'uomo lavora per guadagnare il pane,
mangia il pane, riceve forza per tornare a lavorare. Pane è il perno
del girare dell'uomo.
Io
sono il pane vivo
La
vera vita dell'uomo non è il suo muover le braccia e il suo
camminare, non è la fatica né il sudore della sua fronte. La vera
vita dell'uomo sta più nascosta, è dentro di lui, è ciò che muove
i suoi occhi, ciò che muove le sue mani e i suoi passi, ciò che
risveglia in lui attenzione e ciò che suscita in lui pensieri e
sentimenti. La vera vita dell'uomo è vissuta nel cuore. E perciò il
pane, quello di cui l'uomo ha bisogno, è un pane soprasostanziale.
C'è un pane vivo e c'è un pane corruttibile. Un pane che nutre e un
pane che dà l'illusione di nutrire, ma non è pane, benché sembri
buono, benché dia per un momento sensazione di sazietà.
Io
sono il pane vivo
Gesù
è pane che nutre la vita interiore, e la nutre senza ingannare e
illudere.
Quando
Gesù diventa il perno della vita dell'uomo, quell'uomo sente di
vivere, sembra rinato. Allora gode d'esser amato; e riesce ad amare,
non più come risposta a gesti d'amore altrui, ma come dono di cui
egli è il primo protagonista. La vita in lui diviene vita perché
diventa dono: Starà attento a nutrirsi solo di pane vero, e a
faticare per guadagnare il pane vero.
Io
sono il pane vivo
Mi
nutro di Gesù e vivo per Gesù.
Lascio
che sia solo Lui il movente di ogni mia azione. E quelle azioni che
non sembrano mosse da Lui le lascio cadere.
Accetto
come scopo di ogni mio agire la sua gloria, e ciò che non gli darà
gloria non lo terrò più come necessario né utile.
Io
sono il pane vivo
Sì,
Gesù, Tu cibo del mio vivere.
Con
Te nel cuore e con Te nel corpo posso affrontare ogni fatica. Con Te
in me, anch'io sono dono gratuito ai fratelli, anch'io divento pane
per loro.
Senza
di Te l'amore infiacchisce, la gioia scompare, la pace lascia il
posto a inquietudine e fretta. Tu sei il pane che nutre il Regno di
Dio in me.
Tu
solo colui che nutre le capacità di essere attenti agli uomini e di
donare loro le vere ricchezze, quelle interiori.
Gesù,
Tu mio pane.
Tu
il pane nostro che chiedo al Padre per tutto il mondo.
Tu
il pane che voglio mangiare a tutte le ore del giorno. Tu che diventi
pane vivo attraverso la tua Parola, il tuo sguardo, attraverso i
segni sacramentali, attraverso il pane della celebrazione
eucaristica!
Tu
il pane che io voglio offrire ai fratelli per non ingannarvi e non
deluderli!
Gesù,
vero pane vivo!
8.
IO SONO LA PAROLA
Gesù
è la parola. Non è sua l'espressione «Io sono la Parola», ma è
vera per Lui.
Con
un'espressione che viene dal latino diciamo «il Verbo», colui «per
mezzo del quale tutto fu fatto», come dice il Vangelo di Giovanni.
Dio creò tutto con la sua Parola.
Parola!
Gesù
è la parola del Padre: è il suo potere creatore, è la dolcezza del
suo amore, la mitezza della sua misericordia, la sapienza della sua
mente. Quanto Gesù dice si realizza: Egli dice al paralitico:
«alzati», e quegli si alza; dice al muto «parla», ed egli fa
udire la voce; dice al cieco «vedi» ed egli descrive i colori; dice
a Lazzaro sepolto «vieni fuori», ed il morto si mette in piedi;
dice al mare «calmati», e le acque si acquietano. Gesù è la
Parola, la Parola che Dio pronuncia sul mondo. Gesù è la salvezza,
perché il suo Nome, proferito dal Padre, significa «Dio con noi»:
e quindi nessun nemico può più nuocere.
Quando
il Padre dice: «ascoltatelo», è come dicesse: «è Lui il mio
messaggio per voi, è Lui quanto ho da dirvi, è Lui il dono che esce
dal mio cuore: prendetelo sul serio, lasciatevi conquistare da Lui».
Gesù
è la Parola destinata ad entrare da tutti i nostri sensi nel nostro
corpo e nella nostra anima, parola degna di occupare il nostro
essere. Molte parole ci piovono addosso provenienti dagli uomini:
interessanti, sciolgono curiosità, evocano eventi, scrutano il
futuro, inquietano, tentano di pacificare, si sostituiscono alle
nostre intuizioni. Parole che passano, che rompono un silenzio ricco
di pace, un silenzio che potrebbe essere fecondo di amore.
Solo
una parola non rompe il silenzio, solo una parola non disturba, solo
una parola non passa: la Parola!
Quando
Gesù, la Parola, entra nella mia «camera», il silenzio che mi
circonda si riempie, si purifica, si fa luogo di crescita; la Parola,
che è tutta la Persona di Gesù, non è come le altre parole. Egli
toglie la tensione a tutto il resto, Egli riporta il cuore alla
calma, Egli rende il passato e il futuro oggetto di sacrificio, di
offerta per il presente. «Oggi» nasco, «oggi» muoio, «oggi»
vivo quando la Parola arriva nel cuore del mio cuore.
Gesù,
Tu sei la Parola che io voglio ascoltare sempre di nuovo.
Tu
la Parola che mi è rivolta continuamente dall'amore del Padre, Tu la
Parola che lo Spirito Santo mi fa amare e afferrare per ogni
situazione in cui mi trovo.
Tu
la Parola per ogni mio silenzio. Tu il vero silenzio e Tu il vero
dialogo tra me e il Padre. Egli mi dice: Gesù! e io gli rispondo:
Gesù! Egli mi dice: Gesù è tutto per Me! e io rispondo: Gesù è
tutto per me! Egli mi dice: Gesù è tutto per te! e io rispondo:
Gesù è tutto per me! Grazie.
Tu
sei il vero e proficuo dialogo tra me e i fratelli. Essi mi
interpellano con la loro presenza e la loro voce, ed io sento la tua
Voce che mi chiama a diventare offerta al Padre per loro. Io dò loro
una vita ricca di Te ed essi si sentono amati dal Padre, immersi
nella Parola eterna, nell'Amore sicuro e fedele.
Gesù,
sei Tu la Parola: nessun'altra voglio ricevere, nessun'altra voglio
donare, per non essere sale senza sapore di Dio.
9.
MIO SIGNORE E MIO Dio!
Qualche
persona mi si è mostrata dubbiosa per il fatto che Gesù non ha
detto con chiarezza, con quella chiarezza che piace a noi, «Io sono
Dio». Gesù non l'ha mai detto. Perché? Possiamo quindi dubitare
della sua divinità?
Questo
interrogativo ci viene riproposto con frequenza da movimenti
religiosi antichi e moderni, o da tentazioni interiori tormentose.
Gesù
non ha voluto fare un'affermazione di quel genere, e se l'avesse
fatta gli interrogativi degli increduli si moltiplicherebbero,
anziché acquietarsi.
Gesù
non ha detto «Io sono Dio» perché noi avremmo capito quel che
avremmo voluto! Ognuno di noi infatti ha ereditato o si è costituito
un'immagine di Dio! Chi l'ha ricevuta dai filosofi, chi dalle proprie
considerazioni, chi dalle attese più o meno interessate della
propria vita.
Le
nostre immagini intellettuali di Dio sono tutte inadeguate, se non
addirittura false ed errate. Il nostro egoismo abbastanza connaturale
e i nostri peccati spingono il nostro intelletto a farsi un'immagine
di Dio a nostra somiglianza, quindi perlomeno difettosa! Gesù non ha
detto «io sono Dio», per non avvalorare le nostre immagini così
diverse e contrastanti. Egli non ci ha detto «io sono Dio», ma ci
ha detto ciò che questo significa e ciò che questo comporta per
noi!
Egli
è vissuto in modo tale che noi nei suoi movimenti, nei suoi
atteggiamenti interiori, nelle sue parole e nel tono della sua voce
potessimo scorgere il vero volto di Dio.
E
questo ce l'ha pure detto: «chi vede Me vede il Padre!».
Non
ci ha mostrato un Dio da conoscere con la mente, ma un Padre da
amare, da incontrare, di cui fidarsi completamente!
Ci
ha mostrato contemporaneamente il Volto del Padre col proprio volto
umano e ci ha mostrato il modo di vivere dell'uomo davanti a Dio come
figlio. Così Gesù è l'unico mediatore: ci mostra Dio e ci mostra
l'uomo, ci mostra il Padre e ci mostra il Figlio! È Figlio di Dio e
figlio dell'uomo!
Ad
ogni pagina del Vangelo e in ogni discorso e parola di Gesù possiamo
veramente dire: ecco, vedo Dio! ecco, ascolto Dio! Gesù è Dio, Dio
è colui che Gesù mi mostra, perché Egli è il volto di Dio
visibile dall'uomo.
Gesù
non ci ha detto di essere Dio (chissà cosa avremmo capito), ma
parlando di sé ci ha detto ciò che serve per suscitare in noi verso
di Lui i sentimenti e gli atteggiamenti giusti e veri dovuti a Dio.
Egli si è fatto conoscere come colui che possiamo ascoltare come si
ascolta Dio, obbedire come si obbedisce Dio, adorare come si adora
Dio, come colui cui possiamo affidarci come ci s'affida a Dio.
«Credete
in Dio e credete anche in me», disse ai suoi. Se non fosse Dio
potrebbe forse dirci una cosa simile?
S.
Paolo con una frase sola riassume tutto questo: «in Lui abita
corporalmente tutta la pienezza della divinità». L'umanità di Gesù
porta la divinità a contatto con l'uomo, e permette all'uomo di
raggiungere quello che ha sempre desiderato e cercato senza mai
riuscirci: raggiungere Dio! Chi ama Gesù, chi gli ubbidisce, chi lo
ascolta e lo accoglie entra nella vita divina, nella vita eterna!
«Chi
crede in Lui (nel Figlio) ha la vita eterna». Se Gesù non fosse Dio
queste parole sarebbero bestemmia.
Egli
ha attribuito a sé tutti i titoli che spettano a Dio. Dio è luce,
dice un salmo. Dio è il pastore, Dio è il vivente, Dio è! Ogni
volta che Gesù dice «io sono», «io sono il buon pastore», «io
sono la luce», «io sono la verità» ecc. afferma la propria
partecipazione totale alla vita divina, la propria divinità: Lo
avevano ben compreso i Giudei che, per queste affermazioni, cercavano
di lapidarlo: «tu che sei uomo ti fai Dio» (Gv 10,33).
«Se
non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate
e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre» (ivi 38).
Credo,
Signore Gesù: Tu sei nel Padre, e il Padre è in Te. In Te la
Sapienza, in Te l'Onnipotenza, in Te l'Amore del Padre.
Obbedisco
a Te per obbedire al Padre, ascolto Te, adoro Te! Il Padre gode di
Te, e, quando Ti accolgo, comincia a godere di me, e mi fa suo
Figlio! Gesù, uomo di Dio e Dio dell'uomo, grazie che mi riveli il
volto paterno di Dio, grazie che m'avvicini a Lui come figlio, grazie
che non lasci che Dio sia distante da me e non permetti che io mi
formi delle immagini distorte di Lui, perché Tu stesso sei già
Colui che io adoro e amo, Tu sei le braccia di Colui che mi
accoglierà per sempre! Gesù, tu hai accettato l'adorazione dei
Magi, e quella del cieco di Gerico, e quella del lebbroso samaritano!
Tu hai accolto l'amore e la fede degli uomini, quella fede e
quell'amore che si dà solo a Dio! Tu che hai accolto l'acclamazione
di Tommaso accogli anche la mia voce: mio Signore e mio Dio!
Gesù,
quando t'accolgo come Dio della mia vita, come Signore della mia
volontà, come Pastore dei miei passi allora sono certo che il Padre
è glorificato e si compiace ancora di Te e salva me dai numerosi
nemici, che per impedirmi la pace e la gioia vorrebbero distogliermi
dal riconoscerti Dio!
«MIO
SIGNORE E MIO Dio!»
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