In
quei giorni, erano entrati nella Media e già erano vicini a
Ecbàtana, quando Raffaele disse al ragazzo: «Fratello Tobìa!».
Gli rispose: «Eccomi». Riprese: «Questa notte dobbiamo alloggiare
presso Raguèle, che è tuo parente. Egli ha una figlia chiamata
Sara»
Quando fu entrato in Ecbàtana, Tobìa disse: «Fratello Azarìa, conducimi diritto dal nostro fratello Raguèle». Egli lo condusse alla casa di Raguèle, che trovarono seduto presso la porta del cortile. Lo salutarono per primi ed egli rispose: «Salute, fratelli, siate i benvenuti!». Li fece entrare in casa.
Si lavarono, fecero le abluzioni e, quando si furono messi a tavola, Tobìa disse a Raffaele: «Fratello Azarìa, domanda a Raguèle che mi dia in moglie mia cugina Sara». Raguèle udì queste parole e disse al giovane: «Mangia, bevi e sta’ allegro per questa sera, poiché nessuno all’infuori di te, mio parente, ha il diritto di prendere mia figlia Sara, come del resto neppure io ho la facoltà di darla a un altro uomo all’infuori di te, poiché tu sei il mio parente più stretto. Però, figlio, voglio dirti con franchezza la verità. L’ho data a sette mariti, scelti tra i nostri fratelli, e tutti sono morti la notte in cui entravano da lei. Ora, figlio, mangia e bevi; il Signore sarà con voi».
Ma Tobìa disse: «Non mangerò affatto né berrò, prima che tu abbia preso una decisione a mio riguardo». Rispose Raguèle: «Lo farò! Ella ti viene data secondo il decreto del libro di Mosè e come dal cielo è stato stabilito che ti sia data. Abbi cura di lei, d’ora in poi tu sei suo fratello e lei tua sorella. Ti viene concessa da oggi per sempre. Il Signore del cielo vi assista questa notte, o figlio, e vi conceda la sua misericordia e la sua pace».
Raguèle chiamò sua figlia Sara e, quando venne, la prese per mano e l’affidò a Tobìa con queste parole: «Prendila; secondo la legge e il decreto scritto nel libro di Mosè lei ti viene concessa in moglie. Tienila e, sana e salva, conducila da tuo padre. Il Dio del cielo vi conceda un buon viaggio e pace». Chiamò poi la madre di lei e le disse di portare un foglio e stese l’atto di matrimonio, secondo il quale concedeva in moglie a Tobìa la propria figlia, in base al decreto della legge di Mosè. Dopo di ciò cominciarono a mangiare e a bere.
Poi Raguèle chiamò sua moglie Edna e le disse: «Sorella mia, prepara l’altra camera e conducila dentro». Quella andò a preparare il letto della camera, come le aveva ordinato, e vi condusse la figlia. Pianse per lei, poi si asciugò le lacrime e le disse: «Coraggio, figlia, il Signore del cielo cambi in gioia il tuo dolore. Coraggio, figlia!». E uscì.
Gli altri intanto erano usciti e avevano chiuso la porta della camera. Tobìa si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, àlzati! Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza». Lei si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: «Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli! Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: “Non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui”. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con animo retto. Dégnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia». E dissero insieme: «Amen, amen!». Poi dormirono per tutta la notte.
Parola di Dio
Quando fu entrato in Ecbàtana, Tobìa disse: «Fratello Azarìa, conducimi diritto dal nostro fratello Raguèle». Egli lo condusse alla casa di Raguèle, che trovarono seduto presso la porta del cortile. Lo salutarono per primi ed egli rispose: «Salute, fratelli, siate i benvenuti!». Li fece entrare in casa.
Si lavarono, fecero le abluzioni e, quando si furono messi a tavola, Tobìa disse a Raffaele: «Fratello Azarìa, domanda a Raguèle che mi dia in moglie mia cugina Sara». Raguèle udì queste parole e disse al giovane: «Mangia, bevi e sta’ allegro per questa sera, poiché nessuno all’infuori di te, mio parente, ha il diritto di prendere mia figlia Sara, come del resto neppure io ho la facoltà di darla a un altro uomo all’infuori di te, poiché tu sei il mio parente più stretto. Però, figlio, voglio dirti con franchezza la verità. L’ho data a sette mariti, scelti tra i nostri fratelli, e tutti sono morti la notte in cui entravano da lei. Ora, figlio, mangia e bevi; il Signore sarà con voi».
Ma Tobìa disse: «Non mangerò affatto né berrò, prima che tu abbia preso una decisione a mio riguardo». Rispose Raguèle: «Lo farò! Ella ti viene data secondo il decreto del libro di Mosè e come dal cielo è stato stabilito che ti sia data. Abbi cura di lei, d’ora in poi tu sei suo fratello e lei tua sorella. Ti viene concessa da oggi per sempre. Il Signore del cielo vi assista questa notte, o figlio, e vi conceda la sua misericordia e la sua pace».
Raguèle chiamò sua figlia Sara e, quando venne, la prese per mano e l’affidò a Tobìa con queste parole: «Prendila; secondo la legge e il decreto scritto nel libro di Mosè lei ti viene concessa in moglie. Tienila e, sana e salva, conducila da tuo padre. Il Dio del cielo vi conceda un buon viaggio e pace». Chiamò poi la madre di lei e le disse di portare un foglio e stese l’atto di matrimonio, secondo il quale concedeva in moglie a Tobìa la propria figlia, in base al decreto della legge di Mosè. Dopo di ciò cominciarono a mangiare e a bere.
Poi Raguèle chiamò sua moglie Edna e le disse: «Sorella mia, prepara l’altra camera e conducila dentro». Quella andò a preparare il letto della camera, come le aveva ordinato, e vi condusse la figlia. Pianse per lei, poi si asciugò le lacrime e le disse: «Coraggio, figlia, il Signore del cielo cambi in gioia il tuo dolore. Coraggio, figlia!». E uscì.
Gli altri intanto erano usciti e avevano chiuso la porta della camera. Tobìa si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, àlzati! Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza». Lei si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: «Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli! Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: “Non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui”. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con animo retto. Dégnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia». E dissero insieme: «Amen, amen!». Poi dormirono per tutta la notte.
Parola di Dio
Riflessione
La
storia d'amore di Tobia e Sara verrebbe vista oggi come una storia
improponibile!!!
La
lettura di oggi inizia con un viaggio... Tobia parte per fare una
commissione a suo padre Tobi. Deve infatti recarsi da un parente per
ritirare dei soldi che aveva depositato presso di lui. In
realtà, Dio ha imbastito questa storia per crearne un'altra. La vera
ragione infatti è la guarigione di Tobi dalla cecità e la
liberazione di Sara dal demonio Asmodeo. Sara era una donna non molto “fortunata” in amore!!!...
Questo
modo di fare è tipico del Signore!!! Quante volte ci sarà
capitato di obbedire a degli eventi che ci conducono in una situazione
inaspettata?... Allora la nostra vita cambia e prosegue verso una nuova direzione... E cosa diciamo in queste
occasioni?… Il "caso" ha voluto che... Ma nella
vita cristiana il “caso” non esiste... esistono invece il progetto di Dio e la sua Provvidenza.
Dio ha stabilito per noi un futuro splendido, spetta a noi decidere se
obbedire agli eventi e lasciarci guidare, come ha fatto Tobia con
l'angelo Raffaele, o agire di testa nostra camminando da soli per vie che riteniamo più comode. Nel viaggio Tobia non è solo... è
accompagnato infatti da Raffaele. Questo per dirci la dolcezza e la
premura del buon Dio... Lui infatti sa molto bene che in questa
valle di lacrime abbiamo bisogno di un fratello che cammini
insieme a noi, che ci tenga per mano, che ci incoraggi, che ci
sproni, che ci aiuti nei momenti di difficoltà, che ci corregga, che
ci faccia scendere dal gradino quando ci esaltiamo troppo, insomma, che
condivida con noi le nostre gioie e i nostri dolori.
Ritorniamo
a questa storia d'amore fantastica... un caso di matrimonio legato
alla morte.
C'era
una giovane donna di nome Sara che per ben sette volte si sposa (io dico... coraggiosa!!!) ma, la prima notte, prima di unirsi,
muoiono tutti i mariti... Oggi alcune trasmissioni televisive
ci sarebbero andate a “nozze” e avrebbero soprannominato Sara
come la “mantide religiosa”!!!... Altro che maledizione!!!
Ma questa povera donna era perseguitata dal demone
Asmodeo... il principe della cupidigia e della discordia
coniugale che le uccideva tutti i mariti. La
giovane si dispera così tanto che nella sua mente si fa insistente
il pensiero del suicidio, ma desiste dal proposito pensando al dolore che avrebbe
procurato ai propri genitori con questo gesto disperato. Lei
dunque non pensa solo a se stessa, ma anche al dolore che può procurare agli altri.
Quante
volte ci siamo sentiti abbandonati, disperati, impotenti di fronte
a tante ingiustizie... senza una via di scampo, soli a combattere
contro i mulini a vento? Quante volte pensiamo che Dio ci abbia
abbandonati? Quante volte pensiamo che Dio non ascolti le nostre
preghiere? Quante volte pensiamo che Dio faccia delle preferenze e favorisca addirittura le persone stolte? Quante volte diciamo: non è giusto!!!
Quante volte pensiamo che Dio faccia con noi un gioco crudele? Quante
volte ti fa vedere delle situazioni meravigliose, te le mette
davanti, te le fa assaporare e poi... te le toglie? A volte mi domando
che senso abbia... Ma un vero cristiano deve continuare ad avere
fiducia in Dio; allora non rimane altro da fare che gemere e
supplicare il suo intervento: "O Dio vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto"... Così ha fatto Sara... Lei prega e
Dio ascolta la sua umile preghiera. A questo punto entra in ballo
Tobia... Il Signore lo invia come strumento per salvare Sara dalla
maledizione e lui, con l'aiuto dell'angelo, non si sottrae al compito e inizia l'avventura...
Tobia
da ascolto all'angelo che gli dice di fermarsi per la notte a casa di
un fratello di nome Raguèle, ma la richiesta dell'angelo non si
ferma qui... gli dice che dovrà prendere in sposa una giovane donna
di nome Sara senza nascondergli i sette “incidenti”
passati. La reazione di Tobia è quella di una persona
normale... ha paura... Chi infatti non tiene alla propria pellaccia?
Comunque, anche se titubante, si fida delle parole dell'angelo e si fida di Dio, a differenza del futuro suocero che, molto
preoccupato e molto imbarazzato, pensa già a come occultare il cadavere!!!
Dobbiamo
imparare tanto da Tobia... Lui si affida a Dio e così fa la barba al
diavolo!!!
Quante
volte ci capitano così tante disavventure da far invidia a una collezione
di automobiline... siamo allora convinti di sapere già come andrà a finire, proprio come il papà di Sara... non
abbiamo più speranza... non pensiamo minimamente che le cose possano
prendere un'altra piega. Ecco
perché ogni giorno dobbiamo chiedere al buon Dio di aumentare la
nostra fede... perché solo la nostra fiducia totale in Lui renderà innocuo
il demonio... demonio che non fa altro che uccidere continuamente
le nostre speranze...
La
ricetta? La preghiera!!!
E'
quello che fanno Tobia e Sara per tre giorni consecutivi... i due
sposini, prima di unirsi come marito e moglie pregano... mettono Dio al
primo posto... Diciamo pure che è un modo bellissimo di
ringraziare il Signore per averli fatti incontrare; e un'unione vissuta nella luce di Dio non potrà non portare buoni frutti. Ma prima di mettersi a pregare Tobia si ricorda delle parole dell'angelo dette durante il
viaggio. Doveva infatti fare una sorta di “esorcismo”... bruciare
il fegato e il cuore di un pesce in un piccolo braciere. Di primo
acchito mi sono domandata: ma che ci azzecca il fegato e i cuore di
un pesce?... Ci azzecca... ci azzecca... Nel fegato si trova il fiele
che, come sappiamo, è molto amaro e può avvelenare chi lo assorbe. La
lussuria è il veleno di ogni tipo di rapporto... per questo il fegato
viene bruciato insieme al cuore che, colmo di questo veleno, è reso
duro come una pietra; l'amarezza del fiele e la durezza di cuore rendono impossibile e invivibile ogni matrimonio e ogni rapporto umano. La preghiera quindi, purifica e trasforma tutto ciò che impedisce all'amore di
crescere. La lussuria viene trasformata dalla preghiera in un
"donarsi" e il "fuoco" dell'amore momentaneo viene purificato
dalla Parola di Dio per non estinguersi mai più... La Parola di Dio
è l'unico nutrimento per non far fallire un matrimonio o una
qualsiasi relazione.
Pace
e bene
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