lunedì 3 agosto 2015

Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 14,22-36 - Comandami di venire verso di te sulle acque.



 Mt 14,22-36
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.

Parola del Signore
Riflessione

Cosa facciamo noi con la pancia piena?... Il riposino, naturalmente!!! Ma chi decide di stare dalla parte di Gesù mi sa che la pennichella se la deve scordare! Gesù infatti non vuole pelandroni... e quindi, dopo che ci sazia col Suo amore, con la Sua pace, con la Sua gioia, vuole avere amici che non si accontentino dell'antipasto e soprattutto che non stiano a pancia all'aria...
Siccome Gesù ci conosce molto bene... ecco che subito interviene: “[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva”. Gesù, in questo caso, non ci chiede di seguirlo, ma ci obbliga a staccare i piedi dalla terra ferma, ci obbliga a staccarci da tutte le cose superflue di questo mondo che in qualche modo ci appesantiscono. Ci obbliga insomma a passare all'altra riva... Ma per arrivarci dobbiamo attraversare il mare dove incontreremo disagi e turbolenze di varia natura. Per arrivare dove Gesù ci aspetta dobbiamo attraversare tante tribolazioni, inconvenienti e noie di ogni genere, ma accanto a noi c'è Lui.
Anche se nell'episodio di oggi Gesù obbliga i discepoli ad andare in barca da soli, in realtà soli non lo saranno mai. Lui non li abbandona neanche per un istante, perché quando si accorge che il vento è contrario si preoccupa e interviene subito. Non avere sempre la “pappa pronta” ci rende più consapevoli e più responsabili. Consapevoli che senza di Lui non andiamo da nessuna parte... e responsabili per ogni decisione che liberamente prenderemo... sempre dovremo decidere se vogliamo andare avanti chiedendo il Suo aiuto oppure se vogliamo tornare indietro per continuare a vivere con l'aiuto delle nostre risorse e secondo la mentalità del mondo.
E' molto confortante notare il comportamento di Gesù quando si accorge che il vento inizia a rendere instabile la barca... si precipita dai suoi amici per rassicurarli... Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla” (1Cor 10, 13). Si comporta dunque come un papà quando si accorge che sta per arrivare un temporale e il suo bimbo ha paura dei tuoni, va presso il suo lettino per fargli compagnia e coraggio. Gesù si prende cura di noi alla prima avvisaglia di pericolo. Chiediamo al buon Dio di liberarci dai fantasmi che ci spaventano, ci confondono le idee e ci impediscono di riconoscerlo. Non dobbiamo poi vergognarci di dire come il povero Pietro: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque».
Diciamo che la defaillance di Pietro, nonostante la rassicurazione del Signore, ci dovrebbe rincuorare un pochetto... Quante volte infatti ci sentiamo pronti e sicuri di seguire Gesù, siamo convinti di essere dei bravi discepoli e poi basta un piccolo inconveniente e ci lasciamo sopraffare dalla paura? Allora vediamo fantasmi dappertutto... e ogni tribolazione diventa una scossa tellurica per la nostra anima. In quei momenti, tanta è l'angoscia che riusciremmo ad annegare con il salvagente!
Diciamo di avere tanta fede, ma alla fine siamo solo dei palloni gonfiati... Ma a sgonfiarci ci pensa il nostro Gesù. Ogni prova per cui il Signore ci fa passare non fa altro che farci rendere conto della nostra nullità. Infatti, quando abbiamo l'acqua alla gola ripetiamo come un pappagallo: "Signore salvami!".
Allora, chiediamo al buon Dio di aumentare la nostra fede, in modo che nelle difficoltà e nelle prove confidiamo pienamente in Lui e non lo prendiamo per un fantasma... Perché la nostra poca fede e i nostri dubbi non fanno altro che trascinarci verso il basso e farci affondare. Gesù mio, rendi saldi i nostri passi, e quando la nostra fede vaccilla perdonaci... ma, ti prego, fai a noi quello che hai fatto a Pietro... tendi la Tua mano e noi saremo salvi. Grazie...
Pace e bene

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