mercoledì 19 febbraio 2020

Il portabandiera del Nome di Gesù




San Francesco (1181-1226) ebbe un grande amore per il nome di Gesù. Di lui si racconta: "Spesso trovandosi in viaggio, meditando e cantando Gesù, dimenticava il cammino e si dava a invitare tutte le creature alla lode di Gesù". Ai confratelli Francesco consigliava: "Ascoltando il nome di Lui, adoratelo ... proni verso terra: Signore Gesù Cristo... è il suo nome, che è benedetto nei secoli". Duecento anni dopo, uno dei suoi frati spirituali, san Bernardino da Siena (1380-1444), sarebbe diventato un "portabandiera del nome di Gesù".

Il sole di San Bernardino

Figlio di una nobile famiglia toscana, Bernardino rimase presto orfano e apprese da una zia un profondo amore per Dio e per Maria. Nel 1400, mentre studiava diritto canonico a Siena, scoppiò in città un'epidemia di peste. Bernardino aveva vent'anni e decise di prestare servizio come volontario in ospedale. Fu in quei mesi che si sentì chiamato a vivere completamente per Dio. Il giovane nobile dal carattere focoso ebbe un grande ruolo nel movimento di riforma dell'ordine francescano. A partire dal 1405, per quasi 40 anni, percorse le città del centro e nord d'Italia come abile predicatore itinerante e mai portò a termine una missione popolare senza un'infuocata omelia sul nome di Gesù: "Non è, forse, con lo splendore e con la dolcezza di questo Nome che Iddio ci ha chiamato all'ammirabile luce sua? Ma perché questo Nome si possa manifestare in tutto il suo splendore è necessario predicarlo". In un'epoca di disfacimento spirituale e morale, con parole semplici ed entusiasmanti, egli predicò contro le insensate lotte tra fazioni nelle città, contro lo sfarzo, il vizio del gioco e gli usurai, riconducendo i cuori a Dio e a un vero amore per il prossimo. Le sue prediche portarono così tanti effetti benefici che il famoso francescano venne sempre più invitato di città in città a parlare in chiese stracolme e nelle piazze dei mercati. Ma, oltre alla forza delle sue parole, Dio diede in mano a Bernardino un altro miracoloso "rimedio": il monogramma di Gesù, IHS, di per sé non nuovo, già conosciuto tanto quanto la venerazione del nome di Gesù, ma presentato dal predicatore in una nuova e splendida raffigurazione! Era infatti costituito da lettere dorate su uno sfondo blu, racchiuse in un cerchio dal quale partivano dodici raggi dorati simili a fiamme, simbolo dei dodici Apostoli e dei dodici dogmi del Credo. Questo disegno del sole così fortemente simbolico era circoscritto tutt'intorno con le parole in latino della Lettera ai Filippesi: "Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra". "Così infatti" , testimoniò Bernardino, "ho visto il dolce Nome del nostro Salvatore in una visione". Questo disegno fu per lui un programma: il sole della salvezza contro ogni debolezza della fede e contro l'immoralità!

sabato 15 febbraio 2020

LA MALATTIA: COME AFFRONTARLA CRISTIANAMENTE?



Da dove ha origine la malattia?
La Fede cristiana afferma che Dio non ha creato la malattia. Essa è entrata nel mondo a causa del primo peccato, commesso dall'uomo Adamo e dalla donna Eva, allorquando, tentati dal Diavolo, abusando della loro libertà, hanno disobbedito a Dio: volevano essere superiori allo stesso Dio e bramavano di conseguire il loro fine al di fuori di Dio. In seguito i peccati di ogni singola persona non faranno che accrescere il mondo delle sofferenze umane.
Dio quindi non vuole la malattia; non ha creato il male e la morte. Ma, dal momento in cui queste, a causa del peccato, sono entrate nel mondo, il suo amore è tutto proteso a risanare l'uomo, a guarirlo dal peccato e da ogni male e a colmarlo di vita, di pace e di gioia. Per questo ha inviato il Suo Figlio Gesù, che è morto e risorto per liberare l'uomo dal peccato e dalle sue conseguenze.
Qual è il senso della malattia?
La malattia, che tocca prima o poi tutti e coinvolge la persona a tutti i livelli (da quello fisico a quello psicologico, spirituale, morale), è e rimane pur sempre un mistero, un enigma.
La scienza e la tecnica possono aiutare a trovare una risposta alla malattia. Esse possono curarla, alleviarla, eliminarla almeno in parte, ma non potranno mai eliminarla del tutto, e soprattutto non potranno mai dare una risposta soddisfacente agli interrogativi fondamentali che la sofferenza, la malattia, la stessa morte suscitano nel cuore dell'uomo.
Occorre approfondire il senso della malattia, del dolore, della sofferenza tenendo presenti anche i loro fondamenti medico-scientifici, storici, filosofici, biblici, teologici.
È importante in particolare approfondire i testi della Sacra Scrittura sulla visione della sofferenza, sul senso della morte.
Il senso ultimo di tali realtà lo si può scoprire soltanto alla luce della Fede cristiana: "Per Cristo e in Cristo riceve luce quell'enigma del dolore e della morte, che al di fuori del Vangelo ci opprime" (Gaucliwn et spes, n.22).
Dio infatti non ha risparmiato la sofferenza e perfino la morte al Suo stesso divin Figlio Gesù, il quale vince il peccato e gli effetti di questo (la malattia, la sofferenza, la violenza e la morte) con la Sua morte in croce e soprattutto con la Sua Risurrezione.
E questa vittoria Cristo la riporta anzitutto per se stesso, distruggendo la morte con la Sua Risurrezione, e poi anche per noi. Infatti, mediante il Battesimo da Lui istituito, ci viene perdonato il peccato originale e risorgiamo alla vita dei figli di Dio. Durante poi tutto il corso della nostra vita quaggiù sulla terra, lottando contro il peccato e le sue conseguenze, riportiamo con Cristo la nostra vittoria, che per ora è parziale, in attesa di quella definitiva che Cristo attuerà per noi alla fine di questo mondo, allorquando ogni sofferenza, malattia, morte saranno da Lui definitivamente distrutte.
Pertanto, la sofferenza può diventare sereno abbandono alla volontà divina e partecipazione al sacrificio di Cristo.
Perché continuano ad esistere la malattia e la sofferenza, nonostante Dio sia buono, onnipotente, provvidente?

martedì 11 febbraio 2020

Vergine Immacolata di Lourdes



Nostra Signora di Lourdes è l'appellativo con cui la Chiesa venera Maria, Madre di Gesù, in rapporto a una delle più note apparizioni mariane.
Il nome della località si riferisce al comune francese di Lourdes, nel cui territorio — tra l' 11 febbraio e il 16 luglio 1858 — la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver assistito a diciotto apparizioni di una "bella Signora" in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle. A proposito della prima apparizione, la giovane affermò: «Io scorsi una Signora vestita di bianco. Indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu e una rosa gialla sui piedi». Nell'apparizione del 25 marzo 1858, festa dell'Annunciazione, Bernadette si reca alla grotta dove, su invito dell'abate Peyramale, parroco di Lourdes, chiede alla Signora di dire il suo nome. Bernadette riferisce che «la Signora stava in piedi, sopra il roseto, e si mostrava come appare nella Medaglia Miracolosa».
Per tre volte Bernadette le chiese timidamente come si chiamava. Alla quarta richiesta, la Signora congiunse le mani e le portò verso la parte superiore del petto guardò il cielo... «poi, staccando lentamente le mani e chinandosi verso di me, mi disse con voce tremante: "Que soy éra Immaculada Councepciou" ». La risposta, che costituisce l'elemento focale delle apparizioni di Lourdes e pronunciata in dialetto locale, significa: «Io sono l'Immacolata Concezione». Queste parole suonano come una prodigiosa conferma della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione del 1854. Bernadette, all'epoca una piccola contadina analfabeta che non aveva neppure frequentato il catechismo, non conosceva il nuovo dogma. Lei stessa raccontò di non sapere il significato di quelle parole e di essere stata capace di riferirle solo perché nel correre a casa le aveva continuamente ripetute tra sé e sé. L'uso, da parte sua, di un'espressione teologica al di fuori delle sue conoscenze, convinse il parroco Peyramale (inizialmente scettico), che da quel momento divenne un sostenitore dell'autenticità delle apparizioni.

Preghiere con i maestri spirituali

sabato 1 febbraio 2020

DON BOSCO… UN PRETE STRAORDINARIO di Don Giuseppe Tomaselli





INTRODUZIONE

In una svolta della via, alcuni giovanotti stanno a chiacchierare. Passa un Prete ed uno di essi gli dice:
- Reverendo, ci dia tre numeri! Vogliamo giocare al lotto e prendere un terno; ma prenderlo sul serio, perché abbiamo bisogno di denaro.
- Ecco i tre numeri: 10, 5, 7. Sicuramente avrete il terno.
- Ce lo assicura?
- Infallibilmente, perché i tre numeri hanno un significato; il 10 rappresenta la pratica dei Comandamenti di Dio; il 5 l'osservanza dei Precetti della Chiesa; il 7 la frequenza ai Sacramenti. Giocate bene nella vita questi tre numeri e guadagnerete il terno... il Paradiso.
I giovani ascoltano, sorpresi di questo linguaggio e presto si accorgono che egli non è uno dei tanti Preti della città, specialmente quando odono l'inaspettato invito: Vorreste accettare un bicchiere di vino?... Voglio bere con voi!...
Prete e giovanotti entrano nella vicina osteria e stanno un po' allegri. Approfittando dell'occasione, il Reverendo rivolge ai nuovi amici una buona parola e poi riprende la via. Chi è questo Prete, che si accomuna a dei giovani di strada? È colui che con la stessa semplicità avvicina Ministri di Stato, Principi, Prelati e lo stesso Sommo Pontefice; è Don Bosco, l'uomo straordinario, l'operatore di prodigi, il grande benefattore dell'umanità.
In questo tempo di paganesimo, in cui il Prete suole essere poco stimato, anzi disprezzato e combattuto, fa bene ricordare il Prete Santo, il figlio di Mamma Margherita, colui, la vita del quale fu un intreccio di fatti soprannaturali.
Questo scritto vuole essere un omaggio filiale al Fondatore della Congregazione Salesiana, della quale lo scrivente fa parte, e si propone di presentare alcuni tratti della vita di Don Bosco.
Non è questa una biografia, nè uno studio sul Santo della gioventù. Poderosi scrittori hanno di già assolto un tale compito, pubblicando grossi volumi.
Nella prima parte si esporrà qualche cosa del soprannaturale che accompagnò la vita di Don Bosco; nella seconda si riportano delle visioni, che furono fari di luce al Santo e che possono essere anche luce a tante anime.

IL SOPRANNATURALE - LA MISSIONE