lunedì 16 novembre 2020

GESÙ È PERDONO - RIFLESSIONE DI NOVEMBRE – Tratto dalla rivista “Umiltà nella carità”


«Neanch'io ti condanno; va’ e d'ora in poi non peccare più» - Giovanni 8, 11

L’espressione di Gesù che ci viene consegnata in questo mese per l’Impegno di Vita tratta dal vangelo secondo Giovanni, non può che toccare in maniera tenera e profonda la nostra fragile umanità, desiderosa di amore e compassione, di misericordia e redenzione.

Una donna (l’umanità) e Gesù (misericordia, amore e redenzione) si sono incontrati. Un incontro del tutto nuovo e particolare, che non ha come centro la legge (il giudizio), ma l’amore di Dio che conosce e scruta il cuore di ogni persona, e sa quali siano i desideri più profondi che essa porta dentro di sé. È bello pensare allo sguardo amorevole di Gesù verso quella donna, (verso l’umanità, verso ciascuno di noi), uno sguardo che ha saputo leggere il grande e profondo desiderio di perdono e liberazione che lei aveva.

Scrive Papa Francesco nella sua lettera apostolica “Misericordia et Misera” a conclusione del giubileo straordinario della misericordia: “Il perdono è il segno più visibile dell’amore del Padre, che Gesù ha voluto rivelare in tutta la sua vita. Perfino nel momento ultimo della sua esistenza terrena, mentre viene inchiodato sulla croce, Gesù ha parole di perdono: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34)”. Non c’è niente allora di quanto noi peccatori possiamo mettere dinanzi a Dio che non sia abbracciato dal suo amore che perdona, dalla sua misericordia senza limite.

E continua Papa Francesco: “La misericordia è questa azione concreta dell’amore che, perdonando, trasforma e cambia la vita. È così che si manifesta il suo mistero divino. Dio è misericordioso, la sua misericordia dura in eterno, di generazione in generazione abbraccia ogni persona che confida in Lui e la trasforma, donandole la sua stessa vita.”

Il perdono e la misericordia divina, se accolti perché desiderati restituiscono all’umanità gioia, pienezza, liberta e dignità. “C’è bisogno di testimoni di speranza e di gioia vera, per scacciare le chimere che promettono una facile felicità con paradisi artificiali. Il vuoto profondo di tanti può essere riempito dalla speranza che portiamo nel cuore e dalla gioia che ne deriva. C’è tanto bisogno di riconoscere la gioia che si rivela nel cuore toccato dalla misericordia”. (MM 3)

In questo mese abbiamo un invito speciale, a fare esperienza della misericordia di Dio, del suo perdono incondizionato, per riscoprirci uomini e donne gioiosi, testimoni di redenzione.

Come vivere, allora, la Parola dell’Impegno di vita di questo mese?

Fa’ memoria della vita e ricorda momenti, esperienze di perdono e misericordia che ti hanno fatto sperimentare l’infinito amore che Dio ha nei tuoi confronti e che hanno cambiato profondamente la tua vita.

Don Ottorino

Io sono come lui mi vuole?

Mi sono messo a fare la meditazione davanti a un bel gladiolo, ho girato lo sguardo e lì vicino c’era un formicaio con le formichine che correvano avanti e indietro. Ho detto: “Il Signore sta guardando lì ed è contento perché fanno proprio la sua volontà.”  E io sono proprio come mi ha pensato il Signore? La formica non può fare diversamente perché è portata dall’istinto, ma non ha alcun merito perché non può ribellarsi. Io invece sono con un volante in mano, con una meta da raggiungere, con una carta geografica in mano e una bellissima strada asfaltata, con il rifornimento nel serbatoio e anche nella macchina per potermi rifocillare un pochino durante il viaggio: ho il volante in mano. Dio mi ha messo nella possibilità anche di fare peccato, di ribellarmi, ma ogni azione che mi porta verso Dio è un atto di amore, ogni curva dove giro la macchina è un atto di amore, ogni deviazione è un’offesa a Dio, ma ogni volta che io giro il volante per andare sulla strada di Dio è un atto di amore. Dio ha un progetto per il fiore, un progetto per la formica e un progetto per me; ha un’idea per me. Ed è qui il bello! Dio guardando il fiore è contento, guardando la formica è contento, e guardando me è proprio contento di come sono io?

(Med. 26 agosto 1967)

Tratto dal sito https://www.piasocietasangaetano.it/impegno-di-vita/






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