domenica 20 novembre 2022

Santa Maria di Gesù Santocanale... (Proclamata Santa, da Papa Francesco, il 15 Maggio 2022)


Nascita e prima educazione

Nasce a Palermo il 02 ottobre 1852, figlia di Giuseppe Santocanale dei Baroni della Celsa Reale, avvocato, e di donna Caterina Andriolo Stagno.

Al Battesimo, ricevuto nella parrocchia di Sant'Antonio Abate, il giorno dopo ai primi vespri della festa di san Francesco D'Assisi, le vengono imposti i nomi di "Carolina Concetta Angela". Per la sua prima istruzione viene affidata ad un'istituto diretto da due sorelle vergini, coadiuvate da altre educatrici vergini e da alcuni maestri che insegnano lettere, musica e francese. Pochi mesi dopo aver ricevuto la Prima Comunione nella quaresima 1861, lascia quella scuola e prosegue la formazione in casa con rinomati precettori.

L'inizio di una nuova vita

Incoraggiata dal suo precettore il gesuita padre Giuseppe Orlando, un giorno si reca insieme alla madre al Quaresimale della cattedrale di Palermo, predicato da mons. Di Giovanni, precedente precettore nell'istruzione di Carolina: ne resta incantata. Ogni giorno che passa, si sente sempre più attratta dalla Parola di Dio, come scrive in seguito nelle sue memorie autobiografiche: "Quando parlò della Samaritana ne restai scossa. Quello della Cananea scolpì nell'anima mia una fede... una fiducia che non cessò mai più, anzi fu come la base della mia nuova vita".

Non solo abbandona gli abiti lussuosi, ma si ricorda che non aveva ancora fatto la Cresima. Cosi, dopo la debita preparazione, la riceve il 25 aprile 1869, insieme ad un cugino e alla sorella Concettina, per le mani di monsignor Giovanni Battista Naselli, arcivescovo di Palermo (e può scrivere:... Quel momento per me fu uno squarcio di Paradiso... io ricevetti lo Spirito Santo e d'allora in qua Egli non cessa di operare in me dei prodigi...).

Già da quel periodo comincia ad avvertire un certo interesse per la verginità consacrata. A testimonianza di questo, ci rimane un biglietto con un'esortazione scritta da lei stessa, che teneva nella scrivania in modo da rileggerla spesso: "Carolina, bada sai! La tua felicità sta rinchiusa nella tua verginità! Non ti lasciare lusingare da nessuno; guai... guai... odio... vendetta... risse... discordie... tradimenti... sventure, causate dall'irreligiosità, e niente altro che questo trovasi nel mondo. Non ti lasciare lusingare! Combatti fiduciosa nel cuore di Gesù e non temere di essere vinta. Coraggio! Fortezza e Via! In nome di Maria!".

Perché il desiderio si concretizzi in progetto di vita è necessaria la malattia del nonno materno, Paolo Stagno, il quale aveva acquistato i possedimenti terrieri appartenuti ai Benedettini della località di Cinisi, in provincia di Palermo, dopo che le leggi eversive dello Stato avevano espropriato frati e suore, delle loro abitazioni e dai loro beni. Paolo Stagno, nella sua villa ospitava spesso d'estate ma non solo, la nipote prediletta Carolina e i suoi familiari. Ella, giovane ormai diciannovenne, chiamata al capezzale del nonno, morto il 13 gennaio 1872, incontra l'arciprete di Cinisi, don Mario Venuti, e si affida alla sua guida spirituale.

Dalle idee alla concretizzazione nella carità

La sua idea iniziale era quella di entrare nel monastero di Santa Caterina a Palermo, per appagare la sua sete di contemplazione delle realtà divine, ma il padre, che aveva già un matrimonio pronto per lei, non acconsente. Allora Carolina, anche in preparazione alla sua futura consacrazione, il 20 novembre 1873, entra nella Pia Unione delle Figlie di Maria della parrocchia di Sant'Antonio Abate, insieme ad altre 118 giovani. Invitata da parroco a diventare presidente dell'associazione, accetta con entusiasmo come preparazione al suo noviziato.

A causa di contrasti tra la nonna e il padre, Carolina potrà ritornare di nuovo a Cinisi solo dopo otto anni, essendo tornata la pace in famiglia a seguito del matrimonio di sua sorella Concettina. Nell'autunno del 1880, durante una delle sue permanenze dalla nonna, conosce due ragazze e un giovane paralitico, ai quali, con il consenso del parroco, decide di insegnare il catechismo. Quell'esperienza scatena in lei un dubbio: se continuare a pensare alla vita contemplativa o abbracciare quella attiva, a beneficio delle ragazze povere e prive d'istruzione anche religiosa, nel Collegio di Maria, un'istituzione in Cinisi abbandonata dalle Collegine. Nel mese di settembre, il 19, riceve dalla nonna il permesso di partecipare da sola quotidianamente (fatti per nulla scontati all'epoca) alla Messa e di ricevere l'Eucarestia. A questo consenso si unisce, una volta tornata a Palermo, quello della madre. Tuttavia il progetto sembra arrestarsi: il 09 gennaio 1884 Carolina, colpita da un forte dolore alle gambe, si mette a letto e vi resta per sedici mesi, senza che la medicina dell'epoca permetta di capire le cause di quel male.

Contatti con il Beato Giacomo Cusmano e ingresso nel Terz'Ordine Francescano

Nel frattempo, a Palermo, sta sorgendo l'opera del "Boccone del Povero", per iniziativa di don Giacomo Cusmano, medico divenuto sacerdote poi dichiarato beato. Carolina , consigliata da Don Mauro Venuti, lo incontra tre volte per cercare d'impiantare quell'iniziativa anche a Cinisi; ma lui, intuendo di trovarsi davanti ad una giovane vocata, l'invita a far parte della sua istituzione. A quel punto Carolina torna a chiedere consiglio al suo direttore spirituale, che la orienta ad abbracciare un indirizzo diverso: la spiritualità di San Francesco d'Assisi. Il motivo può essere rintracciato nel fatto che, in occasione del settimo centenario della nascita del Poverello, Papa Leone XIII aveva pubblicato la lettera enciclica "Auspicato concessum" (il 17 settembre1882), nella quale, tra l'altro, invitava i parroci a far conoscere il Terz'Ordine Regolare Francescano e a incentivarne l'adesione tra i fedeli. Riconoscendo nel proprio cuore un'eco di quanto don Venuti le suggeriva, Carolina accetta la proposta.

Nel 1887, dopo sedici mesi di preghiere, rivolte sopratutto a San Giuseppe, e di cure prestatole da un medico amico di famiglia, la giovane può dirsi guarita. L'8 Febbraio il barone Santocanale le dà il permesso di farsi Suora. Carolina ottiene il beneplacito dell'Arcivescovo mons. Domenico Gaspare Lancia dei duchi di Brolo. Il 13 giugno dello stesso anno, nella chiesetta del Collegio di Maria a Cinisi, riceve dalle mani di don Venuti il saio nero delle Terziarie Regolari e assume il nome di suor Maria di Gesù. "Com'ero felice! - annota - Come lo sono ancora! Iddio mi custodirà questo tesoro sino all'ultimo respiro", nei due mesi successivi altre tre giovani si uniscono a Lei, vestono l'abito religioso col nome di Maria Rosalia, Maria Rosa, e Maria Giuseppa; così cominciano l'opera in quattro.

Nella "terra promessa"

Inizialmente il piccolo gruppo si stabilisce in due cellette affittate nel Collegio di Maria ma, visto che il luogo è troppo esiguo, suor Maria chiede di poter andare ad abitare nella casa dei nonni, che i suoi genitori avevano appena ereditato. Così, l'11 febbraio 1891, la comunità vi si trasferisce: è così giunta l'ora di abitare in quella che aveva da tempo sospirato come "terra promessa". Tra il marzo e il giugno del 1896 viene istituito un "orfanotrofio", che da subito ospita sei orfanelle; l'anno seguente apre "l'educandato" per le fanciulle di famiglie benestanti che pagano la retta. Segue "l'asilo nido" per i bambini piccoli le cui mamme sono costrette a lavorare perchè tutti gli uomini di Cinisi, rimasti senza lavoro alla morte di Paolo Stagno, erano partiti per l'America. La Madre, instancabile, insegna il ricamo alle Suore e mediante la "scuola di ricamo", dà la possibilità alle adolescenti di imparare un'arte che ancor oggi esercitano guadagnando di che vivere. Per le "persone anziane" che vivono sole, ha una particolare attenzione.

La cura della Chiesa parrocchiale, con i suoi vari altari, vasi sacri, lini, tovaglie, paramenti è al primo posto; e poichè sà suonare, cura il canto e la liturgia in maniera ineccepibile in tutte le funzioni. Speciale attenzione ha per i chierichetti, felice quando alcuni di essi, chiamati al sacerdozio e alla vita religiosa, giungeranno all'ordinazione. Evacuati due magazzini contenenti le botti del vino, crea un refettorio dove, per dieci anni, dà da mangiare a cento poveri. Quando però Suor Maria di Gesù non ha più la possibilità di mantenere la mensa del povero, sogna di trasformare quel magazzino in un luogo sacro: soffriva tanto infatti, per non avere potuto dare una degna dimora al Santissimo Sacramento; ora può farlo con l'aiuto dell'Ing. Sbacchi grande benefattore.... contemporaneamente non le mancano dolori di natura affettiva: la perdita del padre e della madre da una parte, l'operazione di cataratta di entrambi gli occhi.

Contrasti col direttore spirituale

Don Mauro Venuti, non aveva accettato ch'Ella costruisse una chiesetta nell'interno della sua casa. Il Vescovo, che invece gliela aveva approvata, ordina a Venuti di benedirla e lo fa assieme alla campana, ma poi non frequenta più quella casa. Altro contrasto era sorto con lui per la formulazione di Regola e Costituzioni, l'osservanza delle quali, secondo lui, avrebbe causato nelle religiose scrupoli superflui. Infine, richiesto di predicare gli Esercizi spirituali alla Comunità, dice a Suor Maria di Gesù di rivolgersi ai Cappuccini a Palermo. Quando il predicatore designato, padre Giovanni Maria Schiavo, entra in contatto diretto con la Fondatrice, scopre una situazione priva di regola: manca un decreto o documento che comprovi l'erezione canonica dell'Istituto e, in più le religiose che credevano di essere Suore, sono semplici Terziarie.

Don Venuti, interpellato, confessa umilmente di non aver saputo come comportarsi in maniera di Istituzione religiosa e lo invita a completare quanto lui non era stato in grado di fare. Padre Schiavo, (un avvocato prima di essere frate), quindi attinge alla Regola del Terz'Ordine approvata da Papa Leone x nel 1521 e, in due anni, prepara le Costituzioni, fa aggregare le Suore all'ordine dei PP. Cappuccini, ottiene che il Vescovo li dichiari di diritto diocesano e invita le dodici Suore a fare il noviziato per regolare la loro posizione.

Prima approvazione ed aggregazione ai Cappuccini

Il legame con il culto della Madonna di Lourdes si cementa con l'arrivo, il 26 febbraio 1908, di due statue che raffigurano la Vergine e santa Bernadette; vengono collocate e benedette nella chiesa dell'Istituto il 16 luglio, nell'anniversario dell'ultima apparizione, in una graziosa grotta. Da quel giorno, l'Istituto viene ufficialmente messo sotto il patrocinio dell'Immacolata di Lourdes. L'8 dicembre 1909, con un telegramma, padre Giovanni comunica alle Suore che la Regola è stata approvata e che il Ministro Generale, padre Pacifico da Seggiano, autorizza l'aggregazione dell'Istituto all'ordine Cappuccino, mentre monsignor Domenico Gaspare Lancia di Brolo, vescovo di Monreale (sotto la cui giurisdizione ricade ancora Cinisi), concede la sua approvazione e l'Istituto diventa quindi di diritto Diocesano.

Il 13 giugno 1910, vede la vestizione di Suor Maria di Gesù, ormai Madre Fondatrice, e di altre undici suore, che rivestono un abito marrone simile a quello dei Padri Cappuccini. "Quel giorno - ricorda suor Maria Puleo - eravamo pazze di gioia: - Siamo dodici come gli apostoli ! Quello stesso giorno la Madre rinunciò al letto di ottone e lo sostituì con i trespoli e le tavole. L'11 febbraio 1911 solo la Fondatrice professa i voti nelle mani di monsignor Gaspare Bova, vicario generale della diocesi di Monreale, per ricevere così la professione delle 11 novizie il 29 novembre seguente.

Figlia di San Francesco

"Sono figlia di San Francesco", dichiara madre Maria di Gesù, quando comprende che lo stile francescano è quello che Dio aveva in serbo per lei. Come Francesco d'Assisi, accompagnata dalle sue consorelle, aveva abbandonato la vita nobile e comoda della famiglia Santocanale per farsi questuante lungo le strade di Cinisi. In segno di rispetto per le sue origini, era comunque nota tra il popolo come la "Signora Madre". Quando si trovava difronte qualcuno che, per riserbo o vergogna, non osava nemmeno chiedere l'elemosina, mandava personalmente del cibo già pronto. La sua delicatezza tutta materna aveva attirato il bonario rimprovero di un'altro Cappuccino, padre Fedele da Ciminna, che in dialetto le disse :"Vossia, ca so tinnirizza, rovina !". La sorgente di tanto amore e di tanta attività non poteva essere altro che "Gesù Eucaristia", cui spesso si rivolgeva lasciando da parte il "voi" del rispetto, per il "tu" della confidenza piena, tanto da arrivare a scrivere: "Vorrei avvicinarmi al tuo collo divino e non lasciarti mai più. Così o tu meco all'Inferno o io teco in Paradiso".

Il tempo della visita canonica

Due prove attendono però Maria di Gesù: anzitutto l'asportazione del seno sinistro, per fibroadenomi dicono alcuni, per essere inciampata e caduta nella sua stessa stanza battendo il petto asserisce una suora; per modestia non racconta il fatto, ma dopo un certo tempo è costretta a farlo e, in spirito di obbedienza, ad accettare l'esportazione. Con la stessa disposizione accoglie la visita canonica richiesta da monsignor Antonio Augusto Intreccialagli, nuovo Vescovo di Monreale, a seguito di alcune dicerie che circolano sulle suore dell'Istituto. Dopo aver letto la relazione scritta dal di Lui inviato, il canonico Francesco Paolo Evola, si sente in ottobre dovere di mettere in guardia la fondatrice; "Finora la comunità è stata governata come si governa da una madre di famiglia la propria casa; ma questo modo di governare non è quello di una casa religiosa". Per questo motivo oltre alla mancanza di mezzi, il 12 ottobre 1917 le consiglia di non ammettere altre novizie nè di accogliere nuove orfane se non è disposta ad aprire nuove case, inviando le Suore fuori Cinisi.

Le suggerisce poi, pur approvandolo, di modificare il testamento, che portava la data 30 giugno 1907, lasciando come eredi due o tre suore di fiducia. Madre Maria obbedisce, ma l'arcivescovo non resta soddisfatto e richiede un vero e proprio atto di vendita. Fra l'altro, non manca la lotta di una Suora che, accettata per carità dopo essere uscita da un'altro Istituto, la denigra con tutti: Sacerdoti e Vescovo, alienandole buona parte delle Suore, specie le più giovani. La Madre cade ammalata e per curarsi si trasferisce temporaneamente dai suoi fratelli a Palermo, ma appena ripresa ritorna felice nell'Istituto.

Tentativi di fondazioni

All'invito del Vescovo di aprire nuove case, sollecita obbedisce ma senza esiti positivi: apre una casa a Belmonte Mezzagno (in provincia di Palermo), inaugurata nel febbraio 1921, per l'apostolato parrocchiale ma sei mesi dopo è costretta a chiuderla; così il pensionato studentesco, in via Porrazzi a Palermo, aperto nell'ottobre del 1921 e chiuso nel giugno del 1922: il motivo è perché le entrate risultavano inferiori alle spese. Intanto, il 23 settembre 1921, muore don Mauro Venuti: anche questa è per lei, che l'aveva sempre venerato, una pena. La questione del testamento infine si conclude il 16 gennaio 1923, quando madre Maria di Gesù compie l'atto di vendita della casa di Cinisi a quattro suore. Nel Natale precedente Ella, presentendo prossima la sua fine, aveva annunciato alle consorelle che quello sarebbe stato l'ultimo che avrebbe vissuto con loro. La situazione ha un definitivo sblocco il 24 gennaio 1923: monsignor Intreccialagli le concede di riaprire il noviziato ed emette un nuovo decreto, dichiarando l'istituto di diritto diocesano forse sconoscendo che era già dichiarato tale nel 1909 dal suo predecessore.

La morte ed il compianto di Cinisi

Il 27 gennaio 1923, per madre Maria di Gesù, era stata una giornata di intenso lavoro: aveva aiutato due giovani a realizzare il loro sogno d'amore, impedito dai parenti per la morte della mamma del giovane, facendoli sposare in casa e facendo preparare dalle suore un pranzo per 60 invitati. Intorno alle 23, sente battere il cuore violentemente e muore dopo un infarto. Circondata dalle suore che non possono fare nulla per lei, spira serenamente col nome di Gesù sulle labbra e gli occhi fissi ad un quadro di San Giuseppe."Non vi dimenticherò, pregherò per voi, vi assisterò", aveva promesso alle suore piangenti. Aveva 70 anni, tre mesi e 25 giorni. Resta esposta alla venerazione del popolo per due giorni e dopo hanno luogo i suoi solenni funerali. La sua salma, accompagnata da un'imponente folla composta sopratutto da poveri, varie associazioni, scuole, viene portata al cimitero cittadino. Poco più di tre anni dopo, il 23 ottobre 1926, i suoi resti mortali vengono riesumati e traslati nella chiesetta dell'Istituto, in via Sacramento 6, a Cinisi. Quel ritorno nella casa è un'apoteosi. Significativamente, si era nel settimo centenario della morte di san Francesco.

Il processo di beatificazione

A fronte della sua perdurante fama di santità, viene deciso di avviare il processo di beatificazione nella diocesi di Monreale. La prima fase, sugli scritti e sulla fama di santità, viene iniziata il 01 luglio 1964 nella basilica di Monreale e conclusa il 27 maggio 1966; gli atti vengono inviati alla Sacra Congregazione dei Riti (il dicastero vaticano che un tempo presiedeva alle cause dei Santi) il 24 dicembre dello stesso anno. Il processo informativo, invece, inizia il 24 aprile 1970 e viene concluso il 21 novembre 1977. Nel frattempo, come richiesto dalla prassi dell'epoca, il corpo della Serva di Dio Maria di Gesù viene riesumato il 29 gennaio 1973, a cinquant'anni dal funerale; il suo corpo viene ritrovato intatto così i suoi indumenti che, lavati e sterilizzati, vengono messi in una bacheca. Il suo corpo, rivestito di indumenti nuovi, viene collocato in un nuovo loculo scavato sotto la nicchia di san Giuseppe della chiesetta di casa Madre. Il nulla osta per l'avvio del processo cognizionale apostolico viene concesso il 02 aprile 1982; la seconda fase della causa viene quindi aperta il 27 gennaio 1983, sempre a Monreale, e chiusa a Cinisi l'11 giugno 1984. I documenti dei processi informativo e apostolico vengono quindi trasferiti a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi e convalidati con decreto del 19 settembre 1991. Il 26 aprile 1992 viene ultimata la "positio super virtutibus", subito consegnata alla Congregazione. In seguito ai voti favorevoli da parte dei consultori teologi e dei cardinali e vescovi membri della Congregazione per le Cause dei Santi, il 01 luglio del 2000, san Giovanni Paolo II autorizza la promulgazione del decreto con cui madre Maria di Gesù Santocanale viene dichiarata Venerabile.

Il miracolo e la beatificazione

Come presunto miracolo utile per la beatificazione, tra i vari presentati, viene preso in esame il caso avvenuto il 19 settembre 2003 ad Andrea Cracchiolo, un giovane operaio. Era impegnato nei lavori per la creazione della nuova cappella, attigua alla chiesetta di casa madre, dove sarebbe stato sistemato il corpo di madre Maria di Gesù. Mentre l'operaio era alle prese con la costruzione del lucernario, a nove metri e dieci cm dal suolo, la trave su cui stava camminando si spezza e cade, - parandosi il volto con le mani -, nel punto esatto in cui sarebbero stati collocati i resti della fondatrice. Gli altri operai, accorsi, lo trovano in piedi, illeso, come conferma il referto dell'ospedale da dove viene condotto per precauzione. Le suore, che non si erano accorte di nulla, si stupiscono al veder arrivare poco dopo gli operai, l'architetto e il direttore dei lavori, con un mazzo di fiori da deporre nel posto della caduta. Andrea sostiene di non aver toccato terra come se qualcuno l'avesse preso fra le braccia e posato a terra. Tutti sono convinti che la "Signora Madre" aveva ottenuto non solo il salvataggio del giovane ma anche che i lavori continuassero. I resti mortali della Fondatrice vengono poi collocati nella nuova cappella, benedetta ed inaugurata da monsignor Cataldo Naro, di venerata memoria, allora arcivescovo di Monreale, il 29 novembre 2004. L'inchiesta diocesana sul miracolo si è quindi svolta in diocesi di Monreale ed è stata convalidata il 21 marzo 2014. I medici consultori della Congregazione per le Cause dei Santi, riuniti il 29 gennaio 2015, hanno ritenuto l'evento scientificamente inspiegabile. Sia i consultori teologi, sia i cardinali e i vescovi membri della Congregazione, hanno confermato quel parere positivo. Infine, il 14 dicembre 2015, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui il fatto era dichiarato miracoloso è avvenuto per intercessione della Venerabile Maria di Gesù Santocanale. La sua beatificazione, fissata il 12 giugno 2016, a Monreale, è una vera apoteosi, sia per lo splendore del tempio che per il concorso di un popolo devoto e felice che le pareti non potevano contenere.

Tratto dal sito  https://www.arcipreturadicinisi.it/santuario/fondatrice




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