San
Giuseppe è il presidente celeste del nostro apostolato per
Medjugorje. Per portarlo a buon fine ci occorreva questo Santo
efficace, pieno d’amore e... di umorismo!
Il
gattino
Nel
1998, durante una missione in Polonia, i miei amici mi hanno
raccontato questo fatto: durante la seconda guerra mondiale, alcune
suore polacche avevano un orfanotrofio nella loro città. Il popolo
era poverissimo e queste suore vivevano di provvidenza. Un giorno
viene a mancare il latte per gli orfani e ciò ne minaccia gravemente
la salute. Che fare? In questa situazione di indigenza,la Madre
Superiora chiede alla cuoca, Suor Ewa, di scrivere una petizione a
san Giuseppe e di metterla dietro alla sua icona, secondo l’usanza
della comunità. Ma, davanti al foglio bianco, Suor Ewa è molto in
imbarazzo. Come rappresentare il latte, anch’esso bianco?
Tuttavia
ubbidisce come può. L'indomani, un uomo della città bussa alla
porta del convento. Vuole salutare le suore e portare loro un regalo.
Si rallegrano all’idea che forse fosse arrivato il latte! Ma è
grande la loro sorpresa e la loro delusione vedendo che il visita
regala semplicemente un gatto, un semplice gattino... bizzaro come
regalo! Il visitatore chiede loro: «Avete bisogni particolari?».
«Sì, ci manca soprattutto il latte», rispondono le suore a una
voce. «Latte?», esclama il Visitatore, «ma io ne ho molto! Ve lo
porto al più presto!». Il latte viene consegnato il giorno stesso.
Ma la superiora è incuriosita dalla faccenda del gatto... Chiede,
allora, alla cuoca di farle vedere la petizione presentata a san
Giuseppe. Vedendo il disegno, scoppia a ridere. Suor Ewa aveva
disegnato, infatti, un gatto che beveva a grandi sorsate in una
scodella! Nella sua bontà, san Giuseppe aveva obbedito: prima aveva
fornito il gatto, poi in più anche il latte!
Kim
C. non è praticante, ha ventitré anni e pare che Dio non le
interessi affatto. Dotata, sensibile, decisa, carina, nel marzo 2005
accetta l’affare che i genitori le offrono: accompagnare una
famiglia amica a Medjugorje, non per fare un pellegrinaggio, ma per
badare ai loro tre figli in tenera età. Kim va matta per i bambini.
Allora i genitori hanno trovato questo mezzo per farla immergere,
almeno qualche giorno, nella grazia di Medjugorje. Dal fondo della
loro California natale, pregano a più non posso perché il cuore
della figlia sia toccato in quest'oasi di pace. L’ultimo giorno del
pellegrinaggio a Medjugorje, la nostra cara Kim, sorridendo, dichiara
ai suoi amici: «Sono stata contenta di badare ai bambini, contenta
di vedere che vi godevate il soggiorno qui, ma anch’io vorrei
godermi un po’ Medjugorje; sarebbe possibile cambiare la data del
mio ritorno? Potrei restare ancora una o due settimane, ho proprio
voglia di saperne di più su questo posto che mi sembra molto
speciale...». Con i suoi amici, Kim non ha partecipato a niente,
proprio a niente, né alla Messa, né alla scalata delle colline, né
all’incontro con i veggenti; il black-out totale! Perché
vuole restare? Lì si tocca il segreto della Gospa, e l’arte di una
madre che sa conquistare sua figlia attraverso la piccola,
piccolissima breccia rimasta aperta...
David
L., il leader del gruppo, mi chiede di accogliere Kim per qualche
giorno da noi. «Va bene» gli dico. Da allora, la data indicata sul
biglietto di ritorno di Kim è stata rimandata tre Volte! Ora, un
anno dopo, il biglietto non è più valido! Kim si è immersa
talmente nella grazia di Medjugorje che non vuole più ripartire
senza avere ricevuto per questo una mozione interiore molto chiara
dalla Madonna, quando sarà il momento, il momento di Dio per lei. Il
suo cuore è spalancato. Di tappa in tappa si meraviglia di tutto,
come una fidanzatina che scopre con gioia qualche nuovo tratto del
suo beneamato, e che assapora la gioia di vivere alla sua presenza.
Fra le sue scoperte, l’impatto così concreto dei santi e degli
angeli custodi nella nostra vita quotidiana la affascina. Non
dimenticherò mai la prima volta in cui la tenerezza di San Giuseppe
le ha conquistato il cuore. Quella mattina, bisogna confessare che
Chrissey" e Kim sono arrivate all’Ufficio delle Lodi
abbastanza contrariate. Infatti, in casa non compriamo mai certi
alimenti, semplicemente perché sono cari e San Giuseppe stesso è
incaricato di provvedere ad essi! L'olio extravergine di oliva fa
parte di queste derrate. Orbene, non ne avevamo per il pranzo di
mezzogiorno – un pranzo di festa che bisognava preparare con cura
per i nostri ospiti. Chrissey e Kim avevano fatto un tentativo per
farmi contravvenire, eccezionalmente, alla regola; ma la mia risposta
le aveva deluse: - «Olio d’oliva? Nessun problema, pregheremo san
Giuseppe, lui vede bene i nostri bisogni!». Per Kim questa
connessione celeste era molto irreale, quindi ha pronunciato un
coraggioso: «Amen!» quando, come ogni mattina, abbiamo rivolto a
san Giuseppe le nostre richieste: olio e altre necessità. Dopo le
Lodi, un buon caffè caldo ci aspettava in cucina; ma non era solo!
Una bella bottiglia di olio d’oliva proveniente dall’Italia stava
dietro alla porta d’ingresso, con queste parole scarabocchiate in
fretta e furia: «Non vogliamo disturbare la vostra preghiera,
ripasseremo più tardi! I vostri amici di Verona». Sotto choc, Kim
ha dovuto sedersi. Scuoteva la testa, non sapendo più se ridere o
piangere. «Sai» ha finito per dirmi, «negli Stati Uniti non
conosciamo queste cose, non sappiamo niente di tutto questo! Se la
gente lo sapesse! Non si ha la minima idea di cosa significhi Vivere
con Dio!».| Bisogna riconoscere che quel giorno san Giuseppe aveva
fatto colpo su Kim: ha schiuso per lei lo splendido mistero della
comunione dei santi... con l’olio extravergine d’oliva!
Il
carpentiere di Varsavia
San
Giuseppe lavora troppo bene per restare ignorato! Ecco la bella
testimonianza di Marysia S., la mia amica di Varsavia molto impegnata
a favore di Medjugorje: «Quattro anni fa, suor Emmanuel mi ha donato
un’icona di San Giuseppe, dicendomi: “Non lo preghi mai? Ma è un
santo straordinario! Prendilo come amico, vedrai, ti aiuterà
molto!”». «Con Bogdan e i nostri due figli, avevamo un grande
bisogno di una casa, perché il nostro apostolato per la Gospa
richiedeva uno spazio sempre maggiore. Ma avevamo troppo poco denaro
per comprarne una. Su consiglio di Suor Emmanuel, piena di fiducia e
di speranza ho scritto una lettera a san Giuseppe, l’ho messa
dietro l’icona e ho iniziato una novena. Sono passati dei mesi...
niente!! Allora il mio padre spirituale mi ha detto: “San Giuseppe
è un semplice carpentiere, un uomo molto pratico. Dovresti piuttosto
fargli il disegno della casa che desideri trovare”. Ho fatto dunque
un disegno preciso della casa, vista dall’esterno, e ho messo il
biglietto dietro l’icona. Sono passati dei mesi... niente! Ho detto
al mio padre spirituale che evidentemente San Giuseppe non mi amava,
ma lui ha ribattuto: “Probabilmente san Giuseppe non ti ha esaudita
perché è un padre di famiglia e vuole trattare questo affare
direttamente con un altro padre di famiglia. Chiedi a tuo marito di
comunicare lui stesso la sua richiesta a San Giuseppe: fra padri di
famiglia si capiranno!”. Bogdan ha obbedito il giorno stesso e
quella settimana abbiamo trovato la casa! Evidentemente, san Giuseppe
voleva incoraggiare Bogdan nel suo ruolo di capofamiglia. La casa
costava esattamente la somma di cui disponevamo, ma il suo valore
reale era molto superiore. Includeva tutte le stanze, richieste,
perfino la cantina e la soffitta, e l’aspetto esterno riproduceva
il disegno che avevo fatto! Da bravo carpentiere, san Giuseppe
l’aveva scelta tutta di legno, e non di un legno qualunque, ma di
quercia! Esaminando le finestre e le porte, abbiamo constatato con un
sorriso che le rifiniture erano realizzate in modo ingegnoso ed erano
in perfetto stato.|
Siamo
stati accolti all’ingresso dai quadri del Sacro Cuore di Gesù e
del Cuore Immacolato di Maria. Per l’appunto, a Medjugorje Maria
chiede di mettere queste immagini nelle nostre case. Troneggiava
anche un’antica immagine della piccola Teresa —una strizzatina
d’occhio per il nostro legame spirituale con la Francia.
Per
anni, l’ex proprietaria aveva consacrato una delle stanze alla
preghiera, dovevamo solo darle il cambio e riaccendere i ceri!
Infatti, questa signora, una malata grave, aveva pregato per ore
davanti all’immagine della Madonna di Czestochowa, offrendo le sue
sofferenze giorno e notte. Altra strizzatina d’occhio per non
dimenticare il messaggio della sua sposa Maria sul digiuno: San
Giuseppe aveva previsto anche il forno per il pane! Un pane delizioso
fatto in casa per aiutare a perseverare nel digiuno, due giorni alla
settimana!
Un
sacerdote ci ha portato da Gerusalemme un quadro raffigurante san
Giuseppe che veglia sulla Sacra Famiglia. È posto d’onore
all’ingresso, poiché la nostra famiglia ormai sotto la sua
protezione. La casa si trova vicino a Varsavia, i mezzo alla natura e
la scuola per i bambini è migliore rispetto a quella di Varsavia».
San
Giuseppe fa progetti
Duemila
anni fa, in Galilea, i carpentieri erano anche architetti.
Dovevano elaborare progetti ben realizzati per far stare in piedi le
costruzioni e senza le armature metalliche e gli altri mezzi
tecnici odierni. Possiamo immaginare san Giuseppe mentre conversa con
Gesù su questo o quel modo di erigere una casa e mentre cerca
insieme a lui il miglior piano possibile per soddisfare un cliente.
Peraltro, san Giuseppe è stato il primo a mettere sulle spalle del
figlio le travi pesanti che i carpentieri devono portare. Così
facendo, senza saperlo, lo esercitava a portare la pesante trave
della croce. Il Padre celeste aveva previsto anche questo per Gesù,
gli aveva dato questo saggio carpentiere come capocantiere nei lunghi
anni di nascondimento a Nàzaret. Dimentichiamo spesso che — in
modo invisibile – è Giuseppe che ha aiutato Gesù a non crollare
Sulla Via del Calvario.
Pensiamo
poco a san Giuseppe come a un uomo che prepara progetti. Deve essere
un tratto di famiglia: poiché a Medjugorje la sua sposa, la Gospa,
parla spesso dei suoi piani per il mondo e ci chiede di aiutarla a
realizzarli. Anche Gesù ha il suo progetto di salvezza per
l’umanità. Tutta la Sacra Famiglia è specializzata nei progetti!
E
noi, che progetto abbiamo per la nostra vita?
San
Giuseppe è il santo che ci occorre per diventare entusiasti della
vita e del dono della vita. Da bravo architetto, abile, meticoloso,
coraggioso nel lavoro, ci aiuta a far quadrare nuovamente la nostra
vita e ad “aggiustarla” in base al sogno di Dio su di noi.
Infatti lui è il Giusto per eccellenza, cioè, per i giudei
dell’epoca, un uomo che “aggiusta” tutta la Sua vita in Dio.
Niente a che Vedere con i nostri ministeri della giustizia! Le nostre
vite hanno talmente bisogno di essere riaggiustate in Dio! Questo
grande esperto dei progetti di Dio è stato scelto dal Padre per
accompagnare la crescita di suo Figlio Gesù fino alla sua statura di
uomo — e per accompagnare la nostra crescita! San Giuseppe sarebbe
molto felice di continuare il suo compito sulla terra in mezzo a noi,
soprattutto in coloro che si prendono a cuore i messaggi della sua
sposa Miryam!
Terrore
dei demòni
Santa
Caterina Labouré stava per morire in Rue du Bac, a Parigi. La
Madonna le aveva dato la Medaglia Miracolosa Caterina era nota come
“la Santa del Silenzio”. Pochissime sue parole sono registrate
ma, sappiamo che, poco prima della morte i nipoti e le nipoti le
chiesero: «Chi dobbiamo pregare al momento della tua morte,
zietta?». «Il terrore dei demòni!», rispose; titolo preso dalle
litanie di san Giuseppe. «E quando il demonio cerca di dettarvi
pensieri di impurità, di odio, di invidia, di menzogna... fate
questa piccola preghiera: “San Giuseppe, terrore dei demòni,
proteggimi!”, e ditela su ogni dito della mano. San Giuseppe
bloccherà allora questi pensieri. È tutto! Ma ritorneranno; allora
trattateli di nuovo nello stesso modo. “San Giuseppe, terrore dei
demòni, proteggimi”. Ripetete questo tante volte quante sono le
dita delle mani, allora avrete la meglio nella lotta». San Giuseppe
somiglia a questi uomini che stanno all’ingresso di una discoteca o
di un night club, scrutando con lo sguardo ogni persona che arriva e
decidendo chi lasciar entrare senza rischio. È così che Dio Padre
lo ha fatto! Bisognava che fosse così, perché nessuno venisse a
interferire con suo Figlio o con la sua figlia preferita, che era la
sua arma segreta...|
Ha
il cuore tenero
Vicka
ce lo ripete spesso: «Non abbiate paura, basta chiedere!».
San
Giuseppe ha grazie “in giacenza”. È una gioia per lui sostenere
colui che lo invoca con amicizia e fiducia, per proteggere la sua
vita familiare dalla disgregazione, per capire quale scelta compiere
dinanzi a una situazione spinosa, per vincere gli assalti del
maligno, per proteggere un bambino dall’impurità, per ricostruire
nell’armonia una personalità ferita dalla vita, per non ritardare
più un “si” alla chiamata di Dio, per perseverare nella
preghiera in mezzo a un mondo ostile , per guadagnarsi da vivere
mediante un lavoro che genera pace, per testimoniare a tutti la
carità e la gioia di Dio, per offrire una sofferenza nella pace, per
vivere un grande amore con la Madonna... in breve, per camminare con
umiltà e sicurezza sulle vie della santità! Quello che mi colpisce
in San Giuseppe è la sua tenerezza. Cede come un bambino davanti a
un cuore fiducioso. Una volta ho fatto una novena a San Giuseppe
perché avevo bisogno di un’automobile per Medjugorje. Gli ho
precisato: «È per servire meglio la tua sposa là dove lei appare».
Non era forse un caso di forza maggiore? Pensavo che mi avrebbe
esaudito per amor suo! Effettivamente l’auto è arrivata il nono
giorno della novena. Ma una ragazza, avendo saputo questo fatto, ha
pensato di non poter usare lo stesso argomento per convincere san
Giuseppe. Infatti aveva bisogno di un’auto, ma semplicemente per
andare al suo lavoro d’ufficio, in un’azienda che non aveva nulla
di particolarmente cristiano. Tuttavia, contando sulla bontà del
santo, ha fatto comunque la novena. E l’auto le è arrivata
provvidenzialmente, della dimensione desiderata; non credeva ai suoi
occhi! Quel giorno ho scoperto un nuovo aspetto della personalità di
San Giuseppe: la gratuità della sua tenerezza per noi! Potrei
scrivere un libro sugli atti di bontà di San Giuseppe, ma ora
preferisco concludere con una bella preghiera. Così ciascuno avrà
l’occasione di rendere grazie per i suoi doni generosi nella
propria vita!
Glorioso
San Giuseppe, sposo di Maria, concedici la tua protezione paterna, ti
supplichiamo per mezzo del Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di
Maria.
O
tu, la cui potenza si estende a tutte le nostre necessità e sa
rendere possibili le cose più impossibili, apri i tuoi occhi di
padre sugli interessi dei tuoi figli.
Nella
difficoltà e nel dolore che ci affliggono, ricorriamo a te con
fiducia. Degnati di prendere sotto la tua caritatevole guida questo
interesse importante e difficile, causa della nostra inquietudine...
(menzionare le nostre necessità)
Fa'
che il suo esito felice sia per la Gloria di Dio e per il bene dei
suoi servi devoti. O tu che non sei mai stato invocato invano,
amabile san Giuseppe,tu, il cui credito è così potente presso Dio
che si è potuto dire:
«In
cielo san Giuseppe comanda più di quanto supplichi», tenero padre,
prega per noi Gesù, prega per noi Maria.
Sii
il nostro avvocato presso questo divino Figlio di cui sei stato
quaggiù il padre putativo così attento, così affettuoso, e il
protettore fedele.
Sii
il nostro avvocato presso Maria, di cui sei stato lo sposo così
affettuoso e teneramente amato.
Aggiungi
a tutte le tue glorie quella di vincere la causa difficile che ti
affidiamo.
Crediamo,
sì, crediamo che tu possa esaudire i nostri voti liberandoci dalle
pene che ci opprimono e dalle amarezze di cui è colma la nostra
anima.
Abbiamo
inoltre la ferma fiducia che non trascurerai nulla a favore degli
afflitti che ti implorano.
Umilmente
prosternati ai tuoi piedi, buon San Giuseppe, ti scongiuriamo, abbi
pietà dei nostri gemiti e delle nostre lacrime. Coprici con il manto
delle tue misericordie e benedicici. Amen.
San
Francesco di Sales
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