Carissima
Sorella e carissimo Fratello,
Poiché
chi vi parla di vocazione é una donna consacrata a Dio nella vita
religiosa sembrerebbe naturale che dovessi parlarvi prima di ogni
altra, della vocazione religiosa Invece no ... voglio deludervi.
Scherzi a parte, volutamente, dopo l'ultimo foglio, dove parlavamo
della vocazione alla santità che é per tutti indistintamente, vi
parlerò della vocazione al matrimonio proprio per dirvi che anche
questa é una vocazione.
E'
una vocazione bella grande, importantissima voluta e benedetta da Dio
fin dagli inizi della creazione. "Dio li benedisse e disse:
Siate fecondi e moltiplicatevi. Riempite la terra ..." (Gen
1.28). E una vocazione santa, a patto che sia intrapresa e vissuta
veramente come "vocazione" ricevuta da Dio. Ma senza voler
essere pessimista il più delle volte ci si sposa perché tutti lo
fanno, perché é una cosa naturale ... Occorre partire col piede
giusto: La vocazione al matrimonio é una vocazione all'amore così
come quella del consacrarsi a Dio. L'amore é il fondamento, la
sostanza e insieme la luce e la gioia di una vita coniugale.
Ma
che cos'é l'amore?
In una società che spreca la parola "amore" e lo scambia
con la passionalità, lo spreco di sesso, col "libero"
amore, dell'amore si potrebbe dire tutto il bene e tutto il male
possibile. Credo che questo indugiare di molti giovani ad accostarsi
al matrimonio, stiracchiando per anni il fidanzamento che spesso si
trasforma in convivenza, sia dovuto alla paura che non tutto volga a
buon fine. I giovani si amano, ma non tutti hanno la forza, il
coraggio di garantirsi una indiscussa e duratura fedeltà, anche
perché il crescere dei divorzi e della convivenza sembra impedire di
vedere quante belle coppie di sposi e quante belle famiglie ci sono e
guardare a loro e da loro ricevere l'esempio. Io vi invito a non
avere paura e di guardare con occhio sereno a questa vocazione, ma
ciò é possibile solo se
la inquadrate in un disegno divino. L'amore infatti é una scintilla divina, accesa nel cuore dell'uomo perché Dio é amore; bisogna saper amare con l'amore di Dio il "tu" compagno della propria vita per poter accogliere e orientarsi insieme verso la nuova vita.
la inquadrate in un disegno divino. L'amore infatti é una scintilla divina, accesa nel cuore dell'uomo perché Dio é amore; bisogna saper amare con l'amore di Dio il "tu" compagno della propria vita per poter accogliere e orientarsi insieme verso la nuova vita.
In
giovane età si avverte una grande sete di amore, ma dove placarla
questa sete? Spesso a fonti sbagliate, velenose. Per alcuni, basta
bere, non importa che cosa e s'accorgono troppo tardi di aver bevuta
acqua inquinata.
Quaggiù,
ricordatelo, non ci sono amori che possano colmare le profondità del
nostro cuore. "Signore, il nostro cuore é inquieto finché non
riposa in te", scrive S. Agostino. Senza Dio in mezzo, l'IO e il
TU, non troveranno mai una unita perfetta. Se Dio c'é. Lui supplisce
a ciò che manca e allora é bello vivere insieme.
E`
per questa grande dignità che l'amore
coniugale viene addirittura trasfigurato dalla grazia dei Sacramento.
S. Francesco spiega: "O sposi, non vi dico: amatevi
reciprocamente di amore naturale, perché di ciò sono capaci anche
le tortorelle; né vi dico: amatevi di un amore umano, perché anche
i pagani hanno praticato questo amore. Ma vi dico, secondo il grande
Apostolo (Paolo): mariti amate le vostre mogli come Gesù ama la
Chiesa. Mogli, amate i vostri mariti, come la Chiesa ama il suo
Salvatore". Amarsi cosi. significa rendere più facile il
superamento degli inevitabili ostacoli, delusioni, sacrifici.
Bisogna
cambiare mentalità.
Parliamo della preparazione al matrimonio non come a un surrogato e
tanto meno a un trabocchetto, ma come un cammino verso il Signore che
guida, illumina, benedice la missione dei coniugi. Dio ha creato
l'uomo a sua immagine e somiglianza (Gen 1,27) e gli diede poi "un
aiuto simile a lui"
(Gen 2,21-23). Da allora, la donna é sempre stata, nel disegno di
Dio, un aiuto all'uomo, non la serva, non la schiava, non l'essere
inferiore, (la storia degli uomini l'ha fatta serva e schiava) ma un
aiuto simile cosi che i
due diventano "complementari" l'una all'altro.
E come la mettiamo sul piano della parità uomo-donna? Proprio
dalla complementarietà scaturisce la "pari dignità e la
differenza dei ruoli".
Alla donna Dio ha dato un cuore grande, un'attitudine ad amare, a
donarsi, a servire con dedizione e amore. Una capacità di educare
alla vita. All'uomo, Dio ha donato la forza, la volontà,
l'intelligenza che posta accanto alla ricchezza di sentimenti della
donna, permette il reciproco arricchimento sul piano fisico psichico
e . . . soprannaturale.
L'amore
nel matrimonio é sorgente di vita, deve sboccare nella maternità e
nella paternità.
Attentare
maliziosamente e per egoismo a questo fine, significa tradire e
profanare la propria vocazione, la propria missione all'interno della
creazione. Quanta gioia, quanta fierezza si legge negli occhi di
tante giovani coppie che portano a spasso i loro bambini. E un giorno
quei bambini fatti grandi, diranno ai genitori che li hanno resi
felici: "Grazie per la vita che ci avete dato e grazie per
averci aiutati a realizzare la nostra vocazione". Ma come non
pensare a chi rifiuta violentemente questa esperienza di amore che si
trasforma in vita? Anche se una giovane dovesse restare incinta per
uno sbaglio, per debolezza ... l'accoglienza della nuova Vita sempre
deve essere accolta, per cui vale la pena accettarne i sacrifici e
forse le umiliazioni. Il
prezzo a volte può essere alto proprio perché la vita non ha
prezzo.
La
vocazione al matrimonio chiede di rendersi responsabili.
Chi da giovane non sogna il principe azzurro, l'amore, una casetta,
dei bambini suoi? Chi non avesse mai, neppure per un momento, sognato
queste cose s'interroghi, perché forse c'e qualcosa che non
funziona. Ma é vero che dopo bisogna lasciare il sogno e scendere
alla realtà perché altrimenti si rischia di avere del matrimonio
una visione irreale, magari dolciastra. Altri purtroppo possono avere
una visione piatta e grigia guardando al matrimonio come a una
sistemazione di vita, una specie di affare, specialmente se uno dei
due ha molti soldi ... Altri ancora possono avere una viione
materiale e grossolana come di un appagamento dell'istinto, del
godimento di un piacere senza freni. Sono tutte strade che mettono in
pericolo la fedeltà all' amore. Rendersi responsabili significa
imparare
a conoscersi,
ma attenzione, per conoscersi bene non é necessaria la convivenza
... questa distrugge la gioia delle vere nozze. Chi
anticipa il dono, lo ruba e impoverisce la festa.
Ma allora, conoscere che cosa? Prima di tutto se stessi. le proprie
attitudini, la propria personalità i propri talenti ma anche le
proprie lacune, le proprie debolezze. Tutto questo bagaglio va
conosciuto proprio per mettersi in relazione con l' altro/a e con la
nuova vita. Poi conoscere il proprio fidanzato o fidanzata, ma di una
conoscenza che deve andare oltre il volto, un timbro di voce. una
bellezza solo esteriore. Occorre scendere in profondità per scoprire
le affinità di anima, la capacità di giudizio, la rettitudine, il
modo di comprendere e vivere l'amore, le convinzioni religiose.
Occorre conoscere se l'altro/a sa comprendere e compatire i lati
deboli, ma anche esigere chiarezza e armonia sui punti fondamentali,
come: Amarsi con tutto il cuore - Essere fedeli l'uno all`altro per
sempre - Accettazione delle gioie della vita a due ma anche dei
dolori e dei sacrifici - Aiutarsi nelle necessità, consolarsi nelle
pene e accettare di pregare insieme - Volere dei figli ed educarli
cristianamente.
Occorre
educarsi:
Il cambiamento di vita per chi si sposa é notevole. Chi ha detto che
c'e più cambiamento di vita entrando in convento che nel matrimonio?
Bisogna sapere come si vuole impostare il matrimonio! In ogni caso é
la fine della spensieratezza. E' il passaggio dall'egocentrismo
all'accettazione nel proprio mondo interiore di un altro essere con i
suoi problemi i suoi desideri e le sue idee, magari una personalità
opposta ... E' la rinuncia a certi modi di divertirsi ed é un
pungolo che richiede di uscire dalla propria pigrizia. Occorre
formarsi al saper tacere, come al saper parlare, alla dolcezza, alla
pazienza, alla capacità di perdonarsi.
Occorre
avere anche un buon equilibrio affettivo e quindi sessuale, per
vivere armonicamente questo aspetto importante della vita coniugale e
che richiede molto rispetto per l'altro, molta delicatezza e capacità
di dono, perché l'atto del dono non si trasformi in un atto di
violenza, in un atto puramente istintivo o all'opposto, subìto.
Dunque,
la vita al matrimonio non é una cosa scontata. E' una vocazione. E'
una vita impegnativa ma altrettanto colma di gioia e di soddisfazioni
che sono il più delle volte frutto del saper rinunciare a se stessi
per vivere a due.
Consiglio
ai giovani:
siete così belli pieni di vita, con tutta la vita davanti sposatevi
bene, sposatevi fra giovani! Il mio non vuole essere assolutamente un
giudizio, ma non accontentatevi di un amore "usato", di
"seconda mano". Non consumate tutto e subito col primo o la
prima che incontrate ... cercate quello/a che condivide con voi i
principi fondamentali dell'amore. Non ci si sposa per non restare
scapolo o zitella. Ci si sposa se Dio chiama a questa vocazione e
quando si incontra l'altro "tu" che garantisce una vita
coniugale seria e fedele.
Maria,
Madre delle vocazioni, ti benedica
Dal sito http://www.monasterodomenicane.org/
Nessun commento:
Posta un commento