INTRODUZIONE
L'ignoranza
religiosa è la piaga della massa popolare. Riguardo al Sacramento
della Confessione, non di raro l'ignoranza raggiunge il massimo
limite; ne sanno qualche cosa i Ministri di Dio, per dolorosa
esperienza.
Il
tempo della Pasqua suole esser per tanti occasioni di ravvicinamento
a Dio con la Santa Confessione; purtroppo in certe circostanze la
Confessione diventa confusione, sia per l'ignoranza religiosa del
penitente, sia per la sveltezza che deve tenere il Sacerdote allorché
si presentano molti al confessionale. Guai se il Confessore tenesse a
lungo un penitente! Sarebbero atti d'impazienza da parte di quelli
che aspettano, i quali o se ne ritornerebbero a casa senza
confessarsi, o borbotterebbero o giudicherebbero malamente e
Sacerdote e penitente!
Ho
pensato di far conoscere come potrebbe confessarsi un « pasqualino»,
cioè colui che si decide ad andare al confessionale nel tempo di
Pasqua.
Serva
questo lavoro ad istruire il popolo cristiano, affinché si accosti
con frutto al Sacramento della Penitenza.
Principi
fondamentali
Prima
di entrare nell'argomento, è necessario richiamare i principi
fondamentali del Sacramento della Confessione.
Gesù
Cristo disse agli Apostoli ed ai loro successori: « I peccati di
coloro ai quali li riterrete, saranno ritenuti, ed i peccati di
coloro ai quali li perdonerete, saranno perdonati ».
Il
ministro di Dio dunque perdona i peccati non a nome proprio, ma a
nome del Signore.
Gesù
Cristo non stabilì il tempo in cui si sarebbe dovuto chiedere
l'assoluzione sacramentale; ma poiché tanti non si davano pensiero
di rimettersi nella grazia di Dio dopo la colpa, il Sommo Pontefice,
Capo Supremo della Chiesa, stabilì, già da secoli: « Tutti i
fedeli devono confessarsi almeno una volta l'anno ». Chi non
soddisfa a questo precetto ecclesiastico, si rende reo di peccato
mortale.
Non
basta confessarsi; è necessario confessarsi bene. Per riuscirvi si
richiede:
1°
Pensare i peccati commessi
2°
Essere pentiti del male operato; e tale pentimento sia nobilitato
dall'amore di Dio, cioè essere pentiti non soltanto per i castighi
meritati, ma più che tutto per l'offesa recata al Signore.
3°
Promettere di non peccare più, col fermo proposito di fuggire le
occasioni prossime di grave peccato.
4°
Manifestare al Sacerdote le proprie colpe, con umiltà e sincerità.
5°
Compiere l'opera buona che impone il Confessore, come penitenza dei
peccati.
Si
è tenuti a confessare solamente le colpe gravi; i peccati veniali, o
leggeri, è bene confessarli, ma non si è tenuti a farlo.
I
peccati di pensiero si confessano come pensieri, le parole come
parole e le azioni come azioni. Perciò chi dicesse: « Mi accuso di
un cattivo pensiero contro la purezza » e volesse includere anche il
discorso disonesto o l'atto impuro, non si confesserebbe esattamente.
Oltre
al peccato mortale, bisogna confessare le circostanze che mutano la
specie di peccato, poiché un peccato, per circostanze particolari,
potrebbe essere doppio ed anche triplo. Così, se un padre di
famiglia pronunzia una bestemmia davanti ai figli, commette due
peccati: il primo è la bestemmia ed il secondo è lo scandalo dato
ai figli.
Dei
peccati gravi si deve manifestare al Confessore anche il numero; se
questo si conosce esattamente, non si può aumentare o diminuire; se
il numero non è possibile saperlo a motivo dei molti atti ripetuti,
si deve dire il numero approssimativo. Ad esempio: Ho perduto la
Messa la domenica, una o due volte al mese ... Ho bestemmiato un paio
di volte al giorno, o alla settimana, o al mese. -
Poiché
non tutto si può ricordare nell'atto della Confessione, si dica in
ultimo: Chiedo perdono a Dio anche dei peccati che non ricordo. -
I
peccati confessati restano perdonati direttamente; quelli dimenticati
sono assolti indirettamente. Se dopo la Confessione ci si ricordasse
di qualche peccato grave, si resti tranquilli; è lecito accostarsi
alla Santa Comunione. Però alla prossima Confessione, ricordando il
peccato tralasciato, c'è l'obbligo di confessarlo.
Chi
nasconde volontariamente una colpa grave, o per vergogna o per altro
motivo, non riceve il perdono di alcun peccato, anzi macchia la
coscienza di un altro peccato gravissimo, che si chiama « sacrilegio
»; se poi va a comunicarsi, raddoppia il sacrilegio. Meglio non
confessarsi mai, anziché confessarsi male! La medicina lasciataci
dal Divin Redentore diventerebbe veleno.
È
molto pericoloso il dire: « Pecco ... faccio quello che voglio ... e
poi mi confesserò! » Sarebbe questo un abuso della divina
misericordia. Guai a sfidare la bontà di Dio! ... Non si dimentichi
che con Dio non si scherza!
Si
mettano in pratica i consigli del Confessore, come si fa tesoro della
ricetta che rilascia il medico del corpo.
Chi
sa di essersi confessato male, o per aver taciuto un grave peccato o
per mancanza di vero dolore e proposito, deve rifare le sue
confessioni, a cominciare dall'ultima fatta bene.
NELL'OSTERIA
-
Antonio, tua moglie ti fa disperare?
-
Qualche volta sì e qualche volta ... sempre! La sua casa è la
Chiesa. La mattina ha premura di sbrigare le faccende domestiche. -
Ma perché tanta fretta? - Non senti, mi risponde, che suona già la
campana della Messa? - Tante volte, ritorno dal lavoro, batto alla
porta di casa e nessuno risponde. - Ma insomma, dov'è la mia
signora? - E me la vedo comparire ansante con lo scialle sul capo. -
E dove sei stata? - Ha avuto luogo una bella funzione in Chiesa! Non
volevo perderla! -
-
E tu, Antonio, hai la pazienza di sopportarla? Amministrale qualche
ceffone; metterà subito giudizio!
-
Ah, questo no! Mia moglie non merita tale trattamento! Fuori di
questo difetto non ne ha alti!. Non dà confidenza ad estranei, non
si bisticcia con i vicini, sa dire la buona parola per rappacificare
gli animi; inoltre mantiene la casa in ordine e non mi fa mancare
niente. Come vedi, tutto va bene in casa mia; c'è la vera pace,
specialmente da quando i miei due figli si sono sposati. Pazienza ...
lasciamola andare in Chiesa! ... Dice che ha bisogno di pregare, di
comunicarsi e di confessarsi.
-
Già... confessarsi!... Anche mia moglie aveva questo vizio, ma
gliel'ho fatto perdere! Nei primi anni della nostra convivenza io
feci i patti chiari: Se tu vuoi pregare, prega pure, ma in casa!
Confessione, niente! Prima di morire, chiamerò il Prete in casa e ti
farò confessare... Del resto, che peccati hai tu?... E mia moglie
cambiò sistema!
-
Confessarsi, confessarsi! - esclama Antonio. - Ma che cosa hanno da
dire quelli che si confessano? Che peccati possono fare, per sentire
il bisogno di raccontarli al Prete?
-
Ma, che vuoi! Sono donne, non sanno cosa fare in casa e vanno in
Chiesa a confessarsi. Noi uomini invece che abbiamo tanti pensieri
importanti in testa, non abbiamo tempo da perdere con queste
sciocchezze!
-
Eppure, ci sono uomini che vanno a confessarsi! Non hai visto per
Pasqua quanti padri di famiglia sono andati in Chiesa a confessarsi?
-
E vuol dire che hanno peccati! Non tutti gli uomini sono come noi
due. Noi non ammazziamo, non rubiamo, non andiamo al tribunale a fare
testimonianza falsa, siamo operai stimati ed onorati... dunque.. .
che cosa dobbiamo confessare?
-
Hai ragione! -
Questa
conversazione ebbe luogo una sera dentro la bettola, mentre Antonio e
Nicolino si disponevano a bere il solito bicchiere.
INCONTRO
Il
Parroco rientrava in paese, dopo aver assistito un moribondo nella
vicina campagna. Fortuna volle che Antonio gli passasse vicino. Il
Sacerdote approfittò per dirgli una buona parola.
-
.Antonio, come va la salute?
-
Sempre bene! Soltanto i denari mi mancano; del resto non desidero
niente. Ho portato un paio di scarpe ad una famiglia ed ora rincaso.
-
E di coscienza come stai?
-
Bénone! La coscienza è sempre a posto. Fossero tutti come me gli
uomini! ...
-
Eppure, in Chiesa non ti vedo quasi mai! Tua moglie sì che è
assidua! - Basta che vada mia moglie a pregare Dio; vale per essa e
per me. Qualche volta gliel'ho detto: Concetta, è inutile che mi
dica di andare in Chiesa; prega tu per me e fa lo stesso!
-
Bravo Antonio! Prova anche a dire alla tua signora: Concetta, questa
sera io non mangio; mangia tu per me; fa lo stesso!
-
Caro Padre Parroco, anche quando io non vada spessissimo in Chiesa,
come fa mia moglie, credo di amare Dio più di essa, perché io penso
al Signore e lo prego nel mio cuore.
-
Però il giorno di Pasqua non ti ho visto in Chiesa per la Comunione;
e non solo quest'anno, ma neppure gli altri anni ti sei accostato a
Gesù Sacramentato. Risolviti una buona volta a comunicarti!
Confessati bene e resterai contento!
-
Ma che cosa devo dire in Confessione, se non faccio male ad alcuno?
-
E’ vero; ma io credo che guardando bene nella coscienza, potresti
trovare qualche cosa! ... Pensa Antonio, che si muore! Io vengo da
assistere un moribondo. Guai a presentarsi al tribunale di Dio con i
conti irregolari! Dunque ti aspetto! Qualche giorno verrai a trovarmi
e faremo tutto!
-
Ma io non ho tempo!
-
Non dire così ... Forse non hai voglia!... Non ti accorgi che è il
demonio che ti trattiene dal compiere il tuo dovere di buon
Cristiano?... Non ci vuole denaro per Confessarsi; soltanto la buona
volontà.
-
Padre Parroco, ci penserò meglio!... Non è difficile che un giorno
vada a confessarmi. Lo farò per piacere a lei ed anche a mia moglie,
che sempre me lo ripete.
-
Male! Allora è meglio non confessarti.
-
Perché?
-
Devi confessarti unicamente per piacere al Signore, non alle
creature. - E va bene! Farò come dice lei!... Però se mi confesserò
non si offenda, mi rivolgerò ad un Padre Francescano, perché i
Monaci m'ispirano più confidenza.
-
Ottimamente! Massima libertà in queste cose. Antonio sta' attento!
Io temo che il demonio ti possa togliere questo poco di buona
volontà. Dammi la parola d'onore che ti confesserai e così si è
più sicuri.
-
Padre Parroco, poiché lei vuole così, impegno senz'altro il mio
onore; anzi andrò a confessarmi questa sera stessa! Le piace?
-
Bravo Antonio! Io pregherò per te. -
IN
CASA
-
Concetta, se verrà qualcuno a cercarmi, dirai che questa sera sono
occupato.
-
E se verrà tuo compare? - Dirai che torni domani.
E
che impegno hai quest'oggi?
-
Non te lo vorrei dire... ma te lo dico... perché so che ti farà
piacere. Vado subito al convento dei Francescani.
-
Dai Padri Francescani?... Tu? - Sì, io. Vado a confessarmi.
-
Antonio... ma dici sul serio?
-
Certo! Ho impegnata la mia parola al Parroco, mi sono incontrato con
lui ed assolutamente ho deciso di confessarmi!
-
Che gioia! Signore, vi ringrazio!... Quanto vi ho pregato per mio
marito!... Finalmente!...
-
Dunque, Concetta, sei contenta? - Contentissima! Ti raccomando però
di confessarti bene; non nascondere peccati!
-
Peccati?... E che peccati posso avere io?... Tu mi conosci bene e sai
che non faccio male ad alcuno!
-
Ed allora io reciterò subito un Rosario alla Madonna in
ringraziamento ed affinché ti aiuti questa sera. -
AL
CONVENTO
Il
fraticello aveva suonato i tocchi dell'Ave Maria e dopo si era
fermato presso il porticino del convento.
-
Buona sera! Vorrei parlare a Padre Serafino.
-
Lo chiamo subito. -
Antonio
entrò nel convento e nell'attesa passeggiava lentamente nel
cortiletto. Padre Serafino non si fece attendere molto.
-
Cercate di me?
-
Precisamente! Voglio confessarmi. Però la mia Confessione è
semplice semplice. Non ho ammazzato, non ho rubato, non sono stato al
tribunale e tutti mi vogliono bene. S'informi in paese chi sono io e
tutti diranno che sono il più grande galantuomo!
-
Bene mi compiaccio di questo! Tuttavia accomodiamoci in Chiesa;
saremo soli e potremo parlare tranquillamente. -
Padre
Serafino, per lunga esperienza, si accorse subito di aver da fare con
un pasqualino arretrato e pensò: Questa sera un po' di lavoro! Alla
gloria di Dio!
CONFESSIONE
-
Inginocchiatevi!
-
È proprio necessario inginocchiarmi? Soffro di reuma alla gamba.
-
Allora state a sedere... Fate il segno della Croce!... Che peccati
avete fatto?
-
Padre, già la mia Confessione l'ho fatta poco fa; le ho detto che io
non commetto mai peccati!
-
Dunque... siete un Santo!?...
-
Santo no! Ma peccati non ne tengo!
-
Beh, rispondete allora alle mie domande: Avete fatto il Precetto
Pasquale? - Questo peccato non l'ho fatto.
-
Peccato?... Vi chiedo se quest'anno a Pasqua avete ricevuta la Santa
Comunione!
-
A dire il vero, è un po' di tempo che non mi comunico.
-
L'ultima volta quando vi siete confessato?
-
Non ricordo bene!... Da ragazzo, sino ai nove anni mi confessavo
spesso... una o due volte l'anno. Poi mi misi a lavoro e non pensai
più a queste cose. Sa, uno che lavora non ha tempo da perdere.
-
Credete che sia un tempo perduto andare a confessarsi e purificare la
coscienza?... È il tempo meglio impiegato!
-
Dunque, non ricordate se dopo i nove anni vi siate confessato! Siete
sposato regolarmente?
-
Sì, sposai con tutti i Sacramenti della Chiesa.
-
Certamente vi confessaste prima di sposare!
-
Sì, sì!... Lo ricordo!... Allora mi confessai nella parrocchia;
c'era un Prete santo in quella Chiesa.
-
E quanti anni sono che vi siete sposato?
-
Vediamo!... Il primo figlio ha ventisette anni e certamente mi sposai
ventotto anni addietro.
-
Perciò sono già ventotto peccati mortali che avete nell'anima! Ogni
anno che passa senza Confessione, è un grave peccato!... Ora datemi
ventotto lire!
-
E perché?... Si paga per confessarsi? ... Credevo che si facesse
tutto gratuitamente!
-
Avete ragione. Tutto è gratis... Ma, se non si paga e voi state
ventotto anni senza confessarvi, se si pagasse, quanti anni stareste
lontano dalla Confessione?... E pensate che ogni anno c'è l'obbligo
di comunicarsi nel tempo di Pasqua e chi tralascia questo, è reo di
peccato davanti a Dio. Conoscete il terzo Precetto della Chiesa
Cattolica? - Lo ignoro completamente!
-
Ve lo dico io: Confessarsi almeno una volta l'anno e comunicarsi
almeno a Pasqua.
-
Stando così le cose, ora che lo so, ogni anno compirò il mio
dovere.
-
Conoscete voi le persone della Santissima Trinità?
-
Non so chi siano!
-
Sapete almeno che c'è Dio?
-
Ah, Dio ci deve essere! Diversamente il mondo chi l'avrebbe fatto?...
E poi, chi ci farebbe stare in piedi?... A Dio io credo! Io sono
molto religioso; difatti tengo con me nel portafoglio tanti santini!
Se lei vedesse quanti quadri tiene appesi mia moglie sulle pareti
della camera!... Ed io ogni sera bacio il quadro di San Giovanni
Decollato, che sta vicino al capezzale!
-
Tutta la vostra religiosità consiste solo in questo?
-
Inoltre, quando si raccoglie per fare la festa ad un Santo, do sempre
la mia offerta; diverse volte ho portato il Santo Patrono sulle mie
spalle nel giorno della sua festa!... Ah, fossero tutti gli uomini
religiosi come me!...
-
Di religione voi avete soltanto un poco di vernice. Ascoltatemi:
Dovete credere che c'è Dio, che Dio è uno solo, che in Dio vi sono
tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo. Dovete
inoltre credere che il Figlio di Dio, Gesù Cristo, circa 1982 anni
fa si fece uomo, nacque da Maria Vergine, morì in Croce per i nostri
peccati e dopo tre giorni risuscitò gloriosamente. In fine Gesù
Cristo salì al Cielo e ritornerà sulla terra alla fine del mondo
per giudicare tutti, buoni e cattivi; ai buoni darà il Paradiso ed
ai cattivi l'inferno.
-
Padre, ma davvero c'è l'inferno ed il Paradiso?... E chi l'ha
visto?... E chi è venuto di là per dircelo?
-
Gesù Cristo, Dio-Uomo, ci ha insegnato queste verità e noi dobbiamo
credere tutto ciò che Iddio ci ha rivelato; negare una sola verità
divina o metterla in dubbio, costituisce un grave peccato. - Eh,
quante volte io ho detto agli amici: Ma che inferno e che
Paradiso!... Lo dicono i Preti per farci spaventare!... Ma io non ci
credo!... Del resto, se l'inferno non c'è, meglio ancora; se c'è,
come faranno gli altri farò io!...
-
Vedete, caro amico, quanti errori avete commesso e quanto reale avete
seminato!... Tutto ciò è grave peccato!... Poiché mi accorgo che
ignorate i primi elementi della Dottrina Cristiana, vi farò delle
domande particolari sui vari Comandamenti di Dio. Voi rispondete con
sincerità! Di tante mancanze forse Iddio vi domanderà poco conto
per la vostra ignoranza; ma ricordatevi che l'ignoranza colpevole
delle verità della fede è un gravissimo peccato. Bisogna istruirsi!
Ora incominciamo. -
Primo
Comandamento
-
Avete avuto fede in Dio e nella sua Provvidenza, oppure avete
criticata la condotta del Signore?
-
A Dio credo con tutto il cuore; però io dico spesso che lui fa le
cose ingiuste. Le pare cosa da poco che muore un padre di famiglia e
lascia cinque, sei bambini... mentre ci sono tanti vecchi che
passeggiano? Dio non sa fare certe cose! Mandi la morte ad un vecchio
e non ad un giovane!
-
E chi siete voi, povero uomo, che ardite criticare Dio...
l'Onnisciente... l'Onnipotente?... Ne sapete voi più di Dio?
-
Questo no!
-
E dunque, non dite mai queste cose, perché dire al Signore che non
sa governare il mondo, è un insulto alla Divinità, è quindi un
grave peccato... E neí vostri bisogni vi rivolgete a Dio con la
preghiera?
-
La mia preghiera è sempre una e la recito ogni sera: « Santa Maria,
Madre di Dio... » Altre preghiere non conosco. Ma poi penso: È
inutile pregare! Tanto, Dio fa il sordo e non mi ascolta, mai!
-
Nelle necessità dovete pregare. Se il Signore pare che non vi
ascolti, sarà perché non avete fede, oppure perché commettete
tanti peccati, per cui vi rendete indegno del suo aiuto e delle sue
grazie. Avete parlato male della Religione?
-
La Religione mi piace e non posso parlarne male. Soltanto mormoro
contro i Preti ed il Papa, perché mi sembra che non facciano le cose
giuste.
-
Fate attenzione! Dice Gesù Cristo, parlando dei suoi Ministri: «
Chi disprezza voi, disprezza me! » Se riscontrate dei difetti in
qualche Sacerdote, pregate per lui. Attento a non giudicare
facilmente male! Avete preso parte a società condannate dalla
Chiesa?
-
Io non amo stare in società; ho un gruppetto di amici, buoni come
me, e faccio i fatti miei.
-
Mi spiego meglio. Avete dato il nome a qualche corrente politica, che
va contro la Chiesa?
-
E che c'entra la politica con la Confessione?
-
Sì che c'entra, in quanto oggi con la scusa della politica si
combatte la Religione e certi partiti politici sono scomunicati.
-
Ah, io non voglio andare mai contro la Religione; sarebbe un peccato.
Io mi sono iscritto nel partito comunista, il partito dei bisognosi e
spero di passarmela meglio in avvenire. Secondo me, ho fatto bene.
-
Invece avete fatto male!
-
E perché? Che male ci sarebbe? - Voi non vedete altro che il pane: i
superiori del partito hanno altri fini: lottare e togliere la
Religione ed ammettere il divorzio.
-
Saranno forse gli altri miei compagni a volere questo, ma non io
certamente!
-
Ad ogni modo, cercate un altro partito, informatevi con persona
prudente e date poi il nome a quella corrente politica, che vi sembra
la più buona.
-
Ma, se faccio un passo indietro, che cosa diranno i miei compagni?
-
E se andrete all'inferno, verranno i compagni a liberarvi?... O vi
rimettete sulla buona strada o vi nego l'assoluzione. Io sono
Sacerdote e detto tutelare diritti di Dio e delle coscienze!
-
E pazienza!... Mi ritirerò!... Tanto, son vissuto povero sinora e
continuerò a vivere sempre tale!
-
Avete avuto rispetto umano?
-
Io sono rispettosissimo con tutti; per questo tutti mi vogliono bene.
-
Voglio dire: Avete avuto vergogna di professare la fede cattolica,
per timore di essere criticato?
-
A dire il vero, quando sono solo non mi vergogno di nessuno: prego,
bacio le immagini sacre;... quando sono in compagnia, sto attento a
non mostrarmi religioso, diversamente gli altri riderebbero alle mie
spalle e potrebbero dirmi Sei diventato sacrestano?
-
Vi comportate male e Dio rimane offeso. Dice il Signore: « Se
qualcuno si vergognerà di me davanti agli uomini, io mi vergognerò
di lui davanti al Padre mio ». Dunque, ci vuole coraggio sempre e
dovete far vedere pubblicamente che siete religioso. Siete Cristiano
o siete pagano?
-
Sono Cristiano.
-
Allora non dovete avere paura di mostrarvi seguace di Gesù Cristo.
Avete peccato di superstizione?
-
Che significa?
-
Avete invocato qualche volta il diavolo?
-
Per carità!... Ho molta paura del diavolo! Di tanto in tanto però,
nella rabbia, lo nomino e lo chiamo « santo ».
-
Non fatelo più. Dire « santo » al demonio, è un peccato
mortale... Avete prestato fede alle fatture ed al malocchio?
-
Sempre!... Sono cose che si vedono con gli occhi e ci si deve
credere. Ultimamente una vicina di casa si arrabbiò con mia moglie,
andò a prendere una boccetta di acqua e la gettò vicino alla mia
porta, dicendo: « Vi faccio la fattura e vi mando il malocchio! Guai
a voi »! Io ero presente, volevo adoperare le mani, ma mi frenai.
Dissi poi a mia moglie: « Concetta, tu non uscire di casa prima che
abbia fatto togliere la fattura ». Chiamai una donna pratica, la
pagai, feci eseguire gli scongiuri in casa mia e così passò tutto.
Guai a me ed a mia moglie, se io non avessi fatto in tal modo! ...
-
Questo è peccato! - E perché.
-
Ma il mondo è governato da queste megère oppure da Dio?
-
Certo da Dio!
-
E dunque, come può una donna produrre un male od accelerare la
morte? Se esistessero queste cose, tante madri di famiglia avrebbero
combinata una fattura speciale ai capi di governo che volevano fare
la guerra e li avrebbero fatti morire o ammalare. Invece i capi
belligeranti non risentivano niente! Se così fosse, farebbero la
fattura: i servi a certi padroni, i debitori ai loro creditori,
ecc.... Sciocchezze, sciocchezze! Esiste solo il maleficio, prodotto
dall'intervento diabolico.
-
Eppure io ho dato tanta importanza a certe cose! E quanto denaro ho
speso durante i quattro anni di malattia di mio figlio!... Ora che lo
so, non voglio credere neppure al ferro di cavallo, al nastro rosso,
al cornetto!
-
Credete anche a questo?
-
Sinora ho creduto; ma ora basta! Domani, entrato in bottega, toglierò
i tre ferri di cavallo che sono attaccati alla porta.
-
Quante corbellerie si commettono nell'ignoranza!
-
Proprio Così!... Nell'ignoranza!... Nessuno mi ha spiegato mai
queste cose.
-
Ma voi ascoltate le prediche in Chiesa? Durante le prediche si
istruiscono le anime!
-
Quasi mai assisto alle prediche; appena il Sacerdote comincia a
parlare, esco dalla Chiesa; ciò che dice il Prete, mi pare inutile;
le prediche giovano alle donne.
-
Giovano a tutti! E voi avete il grave obbligo d'istruirvi, per
conoscere meglio la legge di Dio. Vedete quanta ignoranza religiosa
c'è in voi!?
-
Quanti sono più ignoranti di me riguardo alla Religione!
-
Costoro daranno conto a Gesù Cristo appena morranno; saranno
giudicati rigorosamente, perchè potevano istruirsi e non l'hanno
fatto. L'ignoranza colpevole delle verità che dobbiamo credere e
delle cose che siamo tenuti a fare, è un peccato molto grave contro
il primo Comandamento di Dio! ... Ricordate ancora qualche altra
mancanza particolare, dopo le domande che vi ho fatto?
-
Non saprei che cosa dire! Ho detto tutto e può darmi
l'assoluzione... Scusi, Padre; proprio ora ricordo un particolare; ma
non credo che sia peccato. Qualche volta vado in un paese vicino,
perchè là c'è una donna che indovina quasi tutto. Io domando
notizie sul mio avvenire; prima chiedevo informazioni su mio figlio
militare; e mi pare che qui non ci sia niente di male.
-
Anche questa è superstizione.
-
Ma io pago; so disobbligarmi! Dove potrebbe essere il male?
-
È peccato credere alle superstizioni. Chiedere agli indovini
l'avvenire o le cose occulte, è superstizione e quindi peccato. Del
resto, l'avvenire nessuno lo conosce; Dio solo è padrone del futuro.
-
Eppure qualche cosa l'ha indovinata. Mi disse che la mia vita è
stata molto affaticata,... (ed è vero! ) ; mi ha predetto che vivrò
fino agli 85 anni!
-
Se non morrete prima!
-
Mi ha detto che dopo i 60 anni mi arriverà una fortuna... che
qualcuno mi vuole male... Certe cose sono state vere, ma altre false.
-
Non vedete che questa gente è imbrogliona e irreligiosa?
-
Lei si sbaglia! Questa donna, prima di rispondermi, accende una
candela a Santo Espedito, poi dice una preghiera ed infine fa tre
segni di Croce.
-
Peggio ancora! Fa così per carpire la buona fede dei clienti.
Dunque, promettete a Dio di non andare più dagli indovini. Nei
bisogni raccomandatevi al Signore e rimettetevi nelle sue mani. -
Secondo
Comandamento
-
Avete voi bestemmiato contro Dio?
-
Mai contro Dio... contro il Padre Eterno, si!
-
Poveretto!... E il Padre Eterno non è Dio? Non azzardatevi mai a
profanare il nome della Divinità!
-
Ma io non lo faccio per male,... per insultare Dio... solamente per
sfogo di collera.
-
Perciò voi, per sfogo di collera, date schiaffi ad un uomo oppure
l'ammazzate, e credete che non sia male perché lo fate nella
collera!
-
Che cosa vuole; a noi operai capita spesso qualche contrarietà ed
allora la bestemmia esce spontanea; però dopo aver bestemmiato,
subito me ne pento. Ah, questo lo faccio sempre!
-
Avete bestemmiato contro la Madonna?
-
Contro la Madonna del Carmine, mai assolutamente! Quella è la
Madonna del nostro paese e sarebbe un vero peccato offenderla. Di
tanto in tanto sfugge qualche bestemmia contro l'Immacolata o contro
l'Assunta... ma, come le dicevo, non lo faccio mai per male!
-
Avete dato ad altri motivo di bestemmiare?
-
Qualche volta sì; però rarissimo! Davanti alla mia bottega suole
passare un uomo quasi scemo; i ragazzi lo insultano e lui s'arrabbia
e bestemmia. Qualche volta mi è capitato di trovarmi in ozio ed
avendo visto passare questo tale, ho detto al mio garzoncello: « Va'
a tirargli la giacca! » Quel poveretto cominciò subito a
bestemmiare. Quelle sì, Reverendo, sono bestemmie!... Parole
orribili!... Bestemmie a litanie!
-
Degli insulti contro Dio fatti da costui, darete voi conto al
Signore! La colpa è stata vostra che l'avete stuzzicato!
-
Però non sono io solo a fare così; lo fanno tanti altri e con più
frequenza di me!
-
Questa davanti a Dio non è una scusa!... Avete voi bestemmiato alla
presenza dei vostri figli?
-
Quando io bestemmio non faccio caso dei presenti; i miei figli mi
hanno sentito sempre ed anche i due che lavorano nella mia bottega. E
perché mi domanda ciò?
-
Perché voi siete reo di altri peccati! Voi siete tenuto a dare buon
esempio ai figli ed ai dipendenti; bestemmiando alla loro presenza,
voi siete di cattivo esempio e di scandalo! Se bestemmia il padre, i
figli si sentono autorizzati a fare altrettanto. Voi dovete
correggere i figli che mancano. Se un vostro figlio bestemmiasse,
come potreste rimproverarlo?...
-
Se bestemmiasse?... Uno dei miei figliuoli bestemmia pochissimo; ma
l'altro, il maggiore, bestemmia più di me! Quando si arrabbia, fa
scendere tutti i Santi del Cielo; non ne lascia uno!...
-
Voi siete responsabile anche delle bestemmie di questo figlio; egli
le ha imparate da voi; voi non l'avete corretto in tempo... quindi la
colpa è vostra!
-
Ma Dio mi perdona! Ormai mio figlio è sposato, sta a casa sua ed io
non c'entro più nei suoi affari; se bestemmia, peggio per lui!
-
Il passato è passato! Promettete ora al Signore di non bestemmiare
più; se qualcuno dei vostri dipendenti avesse questo brutto e
pessimo vizio, rimproveratelo subito appena manca.
-
Lei ha ragione! Bestemmiare è un vizio. Però, riflettendoci meglio,
io dico: Non è poi un grande male!... Le bestemmie... sono parole...
non fanno buchi... non ammazzano nessuno!...
-
Dovete sapere che una bestemmia, un insulto fatto a Dio, è un
peccato più grave della calunnia, della testimonianza falsa e dello
stesso omicidio!
-
Sarà! Poiché lo dice lei, che ha studiato più di me, ci credo!
-
Passando ad altro... avete mancato alle promesse fatte a Dio o ai
Santi? - Io promesse ne faccio poche; ma dopo averne fatta qualcuna,
la trascuro facilmente. Durante la guerra ci fu un'incursione
terribile nel nostro paese. Ricorda, Padre? Passarono ventiquattro
apparecchi e sganciarono tante bombe. A dire il vero, quella volta io
ebbi paura ed esclamai: « Se resterò vivo, porterò alla Madonna
del Carmine una torcia, lunga quanto me e che pesi dieci chilogrammi
». Quella volta rimasi illeso. Dopo poco tempo cessò la guerra e
dissi: « Ormai il fatto è fatto. Il pericolo non ci sarà più.
Denaro ne ho poco e non posso comprare la torcia. La Madonna mi
perdona! »
-
Finché non potete siete scusato; quando sarete nella possibilità di
adempiere la promessa, porterete la torcia alla Madonna; se trovate
difficoltà a fare tale spesa, domanderò io al Vescovo la facoltà
di dispensarvi. Non dimenticate però che è meglio non promettere,
anziché promettere e poi non mantenere! Se qualche volta volete fare
una promessa che piaccia molto a Dio, promettete non denaro o torce o
altri oggetti, bensì una buona Confessione oppure una Santa
Comunione... di non perdere la Messa la Domenica... di non
bestemmiare... di togliere un odio dal cuore!...
-
E queste che promesse sono?... Dare invece mille lire, offrire alla
Madonna del Carmine una bella torcia... queste credo io siano le
migliori promesse!
-
Vi sbagliate! Ciò che voi dite, costa molto e vale poco; le promesse
che vi ho suggerito io, costano poco e valgono moltissimo... perché
Dio cerca prima il cuore e poi il resto...
Vi
faccio adesso qualche domanda sul terzo Comandamento della legge
divina. Rispondete con sincerità. -
Terzo
Comandamento - Santificate voi la festa?
-
Finché è possibile... perché sono operaio e tante volte la festa
passa come tutti gli altri giorni della settimana.
-
Fate molta attenzione al giorno del Signore! Dice Iddio: « Ricordati
di santificare le feste! » Ricordati significa « non dimenticarlo!
» Ed innanzi tutto, andate alla Santa Messa nei giorni festivi?
-
Ah, la Messa mi è sempre piaciuta! Sin da piccolo ho avuto il vizio
di andare alla Chiesa e perciò di tanto in tanto vado a Messa, per
esempio a Natale, a carnevale, il Giovedì Santo, il giorno dei
Morti... La domenica non sempre vado.
-
Per carnevale, per il Giovedì Santo e per i Morti, non c'è
l'obbligo di assistere alla Messa; invece c'è l'obbligo tutte le
domeniche e le altre feste comandate. Se tralasciate una sola Messa
per colpa vostra, commettete un grave peccato.
-
Ed allora chi sa quanti peccati avrò fatti!
-
Dunque andrete a Messa ogni giorno festivo; se non potete al mattino,
approfittate la sera.
-
Io la domenica lavoro sempre; ho tanto da fare nella bottega; faccio
lavorare anche i miei giovanotti.
-
Prima di tutto dovete andare a Messa! Peccate voi e per colpa vostra
peccano i vostri aiutanti.
-
Ma per non perdere tempo, potrei fare diversamente. L'altra volta,
era domenica, e sentivo cantare alla radio. Domandai alla padrona
della mia bottega: Signora, chi è che canta? - Si celebra la Messa a
Firenze! - Io volli prestare attenzione. Era davvero la Messa! Il
Prete predicava, la gente cantava, in seguito suonava il campanello
io frattanto lavoravo nella bottega e potei sentire la Messa. Potrei
allora pregare la mia padrona che ogni domenica mi faccia sentire la
Messa di Firenze.
-
Questa Messa non è valida! Bisogna essere presenti al Santo
Sacrificio... E, quando andate a Messa, state con devozione in
Chiesa, oppure chiacchierate?
-
Ecco, dipende da chi mi sta vicino. Se mi fanno parlare, è giusto
che io risponda. Se vicino a me c'è un amico che da tempo non ho
visto, naturalmente ci scambiamo qualche idea!
-
Male! In Chiesa si prega!... E gli occhi li tenete a posto mentre
siete nella Casa di Dio?
Ho
capito!... Che cosa vuole!... Siamo uomini e guardiamo! Ora che sono
grandetto non ci bado tanto ma quando ero più giovane andavo in
Chiesa per guardare le donne!
-
Meglio non andare in Chiesa quando ci si comporta così!... La
Divinità in tal modo non si onora, ma si disonora.
-
Ma non creda, Padre, che sia io solo a fare così! Quasi tutti gli
uomini fanno questo in Chiesa! E non creda che le donne si comportino
meglio di noi uomini!
-
Tutto ciò è male! Davanti a Dio non vale la scusa: « Anche gli
altri fanno così!... » E riguardo al lavoro, promettete a Dio di
non offenderlo più. La domenica non si lavora! Iddio lo proibisce.
Chi lavora di festa, commette un grave peccato e merita l'inferno.
-
Dunque, se io lavoro di festa, andrò all'inferno. E quello che non
lavora mai e va a rubare, dove andrà a finire?
-
All'inferno pure! Voi vi dannerete perché mancate al terzo
Comandamento ed il ladro perché manca al settimo « Non rubare ».
-
Ma io lavoro per bisogno non per capriccio.
-
Se avete una grave necessità... dico grave necessità... allora se
lavorate non offendete Dio. Ma se la necessità non è grave,
peccate.
-
Veda, Reverendo, ormai è per me un'abitudine il lavorare la
domenica. Lavoriamo quasi tutti nelle botteghe. In compenso mi riposo
il lunedì; fa lo stesso.
-
Non è così! Iddio prescrive il riposo nel giorno festivo e non
all'indomani!
-
Pazienza! Mi riposerò la domenica!... Devo perciò rassegnarmi a
diventare più povero!
-
Lavorando la festa, vi siete arricchito in passato?
-
No!
-
Non è il lavoro festivo che fa arricchire; è la benedizione di Dio.
Il lavoro della domenica è maledetto da Dio; quello che si guadagna
la domenica, si perde il lunedì. Dunque, attenzione a non lavorare
senza un grave bisogno; in tal caso, dovete lavorare a porta chiusa
oppure socchiusa, affinché nessuno abbia a vedervi e prendere
scandalo.
-
Ma questa legge di Dio è troppo delicata!
-
È inutile discutere! Giacché Iddio ha dato il terzo Comandamento,
bisogna osservarlo! -
Quarto
Comandamento
-
Avete portato rispetto ai vostri genitori?
-
Sono già morti... e meno male!... - Come... meno male?... Non
volevate loro del bene?
-
Ecco come stanno le cose! Negli ultimi anni, siccome erano già
vecchi, si rendevano insopportabili. Mi facevano montare in collera
spesso ed allora non misuravo più le parole. Mi ricordo anzi che una
volta nella rabbia diedi uno spintone a mia madre e la feci cadere a
terra. Essa pianse quella volta... Ma poi me ne pentii.
-
Ed i vostri figli avete saputo educarli?
-
Non m'interroghi su questo, perché i miei figli sono educatissimi.
Lei s'informi con i vicini di casa! Fossero così educati anche i
figli di tanti e tanti!... - Intendo parlare della educazione
religiosa e morale.
-
I figli miei sono moralissimi; mai al tribunale, mai una rissa, mai
un disonore in casa!... Siccome ho avuto tre figli, essendo pochi, ho
potuto educarli benone!
-
Avete tre figli!... Ma è stato il Signore che ve ne ha mandati così
pochi, oppure è stata colpa vostra?
-
Reverendo, e come potrebbe tirare avanti una famiglia, se ci fossero
sette oppure otto figliuoli?
-
Voi non sapete che impedire l'opera creatrice di Dio è uno dei più
gravi peccati dell'umanità?
-
Sarà!... Ma davanti al bisogno è inutile parlare!
-
Allora, avete fatto male a sposarvi! Potevate restare celibe e vivere
in pace!
-
Già, non sposarmi... Tutti i giovani sposano! Io però credo che il
vero peccato sia quando si procuri la morte ad una creaturina di otto
o nove mesi.
-
Questo è delitto! E’ omicidio! Ad ogni modo, o promettete a Dio di
mettervi in regola o non vi do l'assoluzione!
--
Padre, ma lei è rigoroso! Che cosa importa a lei se io ho tre figli
ovvero sette? Agli affari della mia casa devo pensarci io.
-
In questo momento io sono il Ministro di un grande Sacramento; devo
tutelare la legge di Dio. A me importa niente se voi avete un figlio
oppure dieci; ma poiché voi siete sposato, avete degli obblighi
gravissimi davanti al Creatore. Se non volete ubbidire alla legge del
Signore, la mia assoluzione resta invalida, anzi commetterei io un
peccato mortale se amministrassi male un Sacramento. Decidetevi!
-
Veramente... non sarei disposto... Allora sarebbe meglio che io mi
confessassi in seguito... fra tre o quattro anni!
-
Confessarvi fra diversi anni?!... Ma siete sicuro di restare in vita?
Non vedete come muoiono tanti che sono più giovani di voi? E
ritornando fra qualche anno, avrete poi il pentimento del male
fatto?... Se non c'è il vero pentimento, Iddio non perdona!...
Purtroppo tante persone illuse fanno come dite voi; credono che con
Dio si possa scherzare!... Guai a queste anime!...
-
Vedo che l'affare è più importante di quanto credevo! Ma come
faremo in casa, se il Signore manderà un altro figlio?
-
Dio è grande!... Osservate la sua legge ed avrete la sua
benedizione!... Io conosco famiglie di operai con molti figliuoli e
vedo che stanno meglio di altre famiglie dove c'è un figlio o due.
-
Ma veda, Padre, tutti fanno come faccio io! Vuol dire che tutti
costoro andranno all'inferno?
-
Se non si rimettono, si danneranno inesorabilmente! Dio è giusto!
Guai a chi non vuole sottostare alla sua legge!
Il
matrimonio è una croce; chi vuol cambiare la croce in divertimento,
perirà in eterno!
-
Ebbene... mi metto nelle mani di Dio!... Speriamo che Lui mi aiuti!
-
Bravo! Abbiate fiducia in Dio!... Rispondete ad altre domande! Avete
pensato a fare battezzare subito i vostri figli?
-
Uno fu battezzato subito, dopo tre o quattro mesi; gli altri due, un
maschietto e una femminuccia, gemelli, furono battezzati dopo circa
otto mesi, per il motivo che il padrino, mio compare, doveva venire
dall'America.
-
Ritardare il battesimo di un mese senza una grave ragione, o di due
mesi senza una ragione gravissima, è peccato mortale. Il nostro
Vescovo ora ha ordinato di non far passare i venti giorni. E poiché
il Vescovo nella propria diocesi può dare tali ordini, chi
disubbidisce e reo di grave peccato.
-
Ma tutte queste cose chi può saperle mai?
-
Siete tenuto a saperle, perché nelle Chiese si spiega tutto. La
colpa è vostra, poiché non frequentate la Chiesa e non ascoltate la
predica.
-
Ha ragione!
-
E i vostri figli ricevettero a sette anni la prima Comunione?
-
Non saprei dirlo. La femmina si; da piccola andava in Chiesa con sua
madre e so che si comunicava. I maschi, se non sbaglio, si
comunicarono il giorno del matrimonio.
-
Male! Il padre deve interessarsi non solo di dare il pane materiale
ai figli, ma di fare osservare al completo la legge di Dio in
famiglia. Me se voi non avete pensato all'anima vostra, come potevate
pensare a quella dei figli?... Vedete quanta responsabilità davanti
al Signore! E quando i vostri figli erano ancora in casa prima di
sposare, andavano a Messa la domenica?
-
A questo dovevano pensarci loro! Che cosa c'entro io con i peccati
dei miei figli?
-
Il padre e la madre sono responsabili di queste trasgressioni dei
figli, finché costoro stanno nella casa paterna... A proposito dei
vostri tre figli... li avete lasciati liberi nella scelta dello
stato?
-
Che significa?
-
Forse i figli maschi volevano diventare Sacerdoti e la donna
diventare Suora, e voi vi siete opposto?
-
I miei figli Preti?... Sono nemici dei Preti!... Neppure vogliono
sentirne parlare! Altro che diventare Preti!
-
E la figlia?
-
La figlia sì!... Con l'andare sempre in Chiesa, le era venuta la
voglia di farsi monaca. Mi ricordo che quando me ne parlò la prima
volta, le diedi due schiaffi, soggiungendo: « Ti romperò la testa,
se mi parlerai più di queste cose!... Devi sposare! » Essa non
voleva andare a matrimonio; ma poiché a casa comando io, l'obbligai
ad accettare la mano di un giovane. Da due anni è maritata e
sistemata; però non la vedo tanto contenta!
-
Avete agito malissimo! Ne darete uno strettissimo conto a Dio!...
Ormai non potete riparare il male fatto! Ricordatevi che i genitori
sono i custodi dei figli e peccano quando violentano la loro
libertà... Vi faccio ora delle interrogazioni sul quinto
Comandamento di Dio. Quanto vi domando, deve servire di accusa e
d'istruzione. -
Quinto
Comandamento
-
Conoscete voi che cosa prescriva questo Comandamento?
-
Non saprei... con precisione. Io so che la legge di Dio consiste nel
non fare male ad alcuno.
-
Quinto Comandamento « Non ammazzare! »
-
Su questo ho niente da dire. Lei può risparmiarsi di farmi delle
interrogazioni.
-
Tuttavia è giusto che vi chieda qualche cosa. Rispondete! Di certo
non siete un assassino; non avete macchiato mai le vostre mani di
sangue umano. Avete tentato di togliervi la vita?
-
Non tentato… tentato mai. Qualche volta avrei voluto farlo, ma non
ho avuto il coraggio; ho pensato ai figli ed alla moglie e mi sono
trattenuto. In tutta la vita mi è capitato due o tre volte, in
momenti di scoraggiamento.
-
Anche questo è peccato. La vita la dà Iddio e noi non possiamo
togliercela. Essere già disposto a suicidarsi, davanti al Creatore
costituisce un reato. Sappiate ora che il prossimo si può ammazzare
non solo con un'arma, ma anche col desiderio. Avete desiderato la
morte a qualcuno?
-
Io, Padre, sono buono come il pane; ma quando vedo la prepotenza, non
ragiono più! Una volta una guardia mi fece una contravvenzione... ma
ingiustamente. L'avrei ammazzato... non so come mi sia frenato! Se
non fosse stato per timore della galera, quella volta avrei commesso
qualche sciocchezza.
-
Chiedete perdono a Dio di questa mancanza!... Avete goduto del male
altrui?
-
Del male degli amici mi dispiaccio, come di male personale; ma quando
capita una disgrazia a chi mi ha offeso, ne godo immensamente! A
proposito: quella guardia della contravvenzione ebbe distrutta la
casa dalle bombe. Quando io lo seppi, ne provai tanta gioia ed
esclamai: Se quella bomba fosse stata più giudiziosa, avrebbe dovuto
cadere sulla testa della guardia!
-
Tutto ciò è peccato mortale!
-
E perché? Forse la guardia non mancò prima verso di me? Auguro il
bene a chi mi fa del bene e desidero il male a chi mi fa del male!
-
Gesù Cristo però dice diversamente: « Fate del bene a chi vi fa
del male ». « Perdonate a chi vi offende »... « Pregate per chi
vi perseguita ». Voi invece fate il contrario.
-
Dunque, secondo lei, io dovrei beneficare quella guardia... quasi
quasi dovrei dirgli: Grazie della contravvenzione!... ? Ah, questo è
troppo! Non posso dimenticare l'offesa ricevuta e finché sarò in
vita lo odierò! Lo merita!
-
Ed io non posso darvi l'assoluzione.
-
Per qual motivo?
-
Perché Gesù Cristo dice: « Se non perdonerete con tutto il cuore
al vostro fratello, cioè al prossimo, neppure il Padre vostro
Celeste vi perdonerà i peccati!
-
Ma lei, Padre, comprende quale sacrificio sia perdonare ad un
nemico?... È un sacrificio che non si può fare!
-
Giacché Dio lo comanda, si può e si deve fare! Anche Gesù fu messo
in croce innocentemente; avrebbe potuto vendicarsi facendo morire
sull'istante i suoi crocifissori, eppure li perdonò e pregò per
loro.
-
In pratica che cosa dovrei fare? - Dovete togliere dal vostro cuore
ogni odio ed ogni rancore; dovete pregare per lui; non desiderargli
male; e se si presentasse l'occasione di fargli un bene, siate
generoso!... Dovete amare il vostro prossimo!
-
Ed io dovrei fare sì grande sacrificio per amore di quella
guardia?... - Non tanto per amor suo, quanto per amor di Dio, perché
Dio ve lo comanda.
-
E pazienza... sia per amor di Dio!
-
Avete mandato delle imprecazioni?
-
Naturalmente! Escono dalla bocca per abitudine!
-
Qualche volta le mandate con tutto il cuore?
-
Secondo i casi; però certe volte me ne pento.
-
Non imprecate mai contro alcuno! Dio lo proibisce. Vi piacerebbe se
altri imprecassero contro di voi?
-
Non può piacermi!
-
E perciò non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a
voi... Avete dato dei cattivi consigli?
-
Sempre buoni consigli!... Non è giusto consigliare il male!
-
Eppure, se non si fa attenzione nel parlare, si potrebbe macchiare
l'anima di qualche cattivo consiglio. Siccome è tanto che non vi
confessate, procurate di richiamare alla memoria qualche parola... o
suggerimento... o persuasione... che abbia spinto gli altri a
peccare. - ...Si... già ricordo qualche cosa... ma credo che si
tratti di sciocchezze. - Dite pure ciò che ricordate!
-
L'altra volta venne in bottega un mio compare; era afflitto perché
la moglie l'aveva tradito. La donna andò via dal paese con un
amante. Poveretto, quasi piangeva! Mi disse: « E come faccio a
vivere da solo? » Io, per fargli un bene, per sistemarlo, gli
risposi: « Non ti preoccupare! C'è la tale signora... la quale fu
lasciata dal marito. Pigliala tu in casa e sarà tua moglie ».
Difatti, il mio consiglio fu benedetto da Dio. Tanto lui quanto lei
ora sono contenti; si amano immensamente. Ah, quando si tratta di
fare un bene, mi presto sempre!
-
Quanto avete suggerito è stato un male gravissimo! Darete a Dio
conto del cattivo consiglio!
-
Cattivo consiglio?... Come?...
Ho
sistemato due persone, togliendole dalla strada!...
-
La vostra ignoranza religiosa è causa di tanto male. Quando una
donna è abbandonata dal marito e va a convivere con un altro uomo,
diventa adultera. Finché il vero marito è in vita, la donna deve
restare sola. Tale insegnamento l'ha dato Gesù Cristo.
-
Quando è così ho sbagliato; ma io l'ho fatto per bene... perché
tutto ciò che faccio, non è mai per male.
-
Ricordate qualche altro cattivo consiglio?
-
Già! A proposito di marito e di moglie, mi viene in mente un'altra
cosetta. L'anno scorso, passeggiando con un amico, si entrò in
argomenti familiari. Diceva l'amico: Sono disperato! Ho sette figli e
fra non molto ne avrò un altro!
-
Stupido, gli risposi, come fai a vivere con otto figli... in questi
tempi?... La colpa è tua!... Fa' come me: Due o tre figli, al
massimo, e basta! - Ma come potrei fare, soggiunse l'altro, se ormai
i figli sono grandetti?... Dovrei ammazzarli ed andare in galera? -
No, risposi io; i grandetti che ormai ci sono, restano; ma l'ottavo
figlio, fallo sparire. Nessuno lo saprà. - Difatti il mio amico
seguì il mio consiglio e dopo qualche mese venne a ringraziarmi.
-
E questo consiglio non vi pare cattivo?
-
Sì... e no... Povero uomo, come faceva a vivere con otto figli?...
-
Voi siete reo di un delitto davanti a Dio! Se non aveste dato quel
cattivo suggerimento, il delitto non sarebbe avvenuto.
-
Ma che delitto! Era un bambino di quattro o cinque mesi!
-
Anche di un mese, anche di un giorno o di un'ora... è sempre un
delitto, come è delitto uccidere un giovane o un vecchio. Voi per
questo cattivo consiglio avete una scomunica addosso, che soltanto il
Vescovo potrà togliervi; il vostro peccato può assolverlo soltanto
il Vescovo.
-
Come sarebbe a dire?
-
Poiché uccidere i bambini è un delitto, i Vescovi colpiscono di
scomunica sull'istante chi uccide un bambino, chi aiuta ad uccidere e
chi ha dato il cattivo consiglio. Meno male che siete venuto da me
per confessarvi, poiché il Vescovo, per favore particolarissimo, mi
ha dato tale facoltà, che non hanno gli altri Sacerdoti del paese...
Non credo che abbiate dato altri consigli cattivi!
-
Mentre si parla, vengono in mente altre cose! Ricordo anche che più
di una volta ho consigliato a dei giovanotti di fare la fuga con la
fidanzata e sconsigliai ad un ragazzo di farsi Prete. Era buono il
ragazzo ed intelligente; avrebbe voluto andare in seminario per
studiare; ma tante cose gli raccontai, finché gli feci perdere la
voglia di diventare Sacerdote. Ora è uno scavezzacollo, ha preso la
cattiva piega e mi pento del consiglio datogli.
-
E questo è il Comandamento che volevate saltare! Vi sembrava cosa
inutile che io vi facessi delle interrogazioni!?...
Passiamo
ad altro punto della legge di Dio.
Sesto
e nono Comandamento
-
Avete peccato di disonestà?
-
Un momento!... Che cosa importa a lei di queste cose?... Non è
giusto fare tale domanda!... Certe cose... non si confessano!
-
Amico mio, pretendete di saperne più del Sacerdote? Se non, fosse
necessario, non vi rivolgerei simile domanda!... Conoscete il sesto
Comandamento?
-
Io non lo conosco!
-
Ve lo dico io: « Non fornicare » o non commettere disonestà. E
v'insegno anche il nono Comandamento: « Non desiderare la donna
degli altri », fuggire cioè anche i cattivi pensieri ed i cattivi
desideri. Come bisogna confessare le mancanze fatte contro gli altri
Comandamenti, così si devono confessare le disonestà.
Ma
io vi chiedo: Perché avete difficoltà a manifestare questa specie
di peccato? - Ecco, la mia difficoltà è che provo vergogna a
confessare certe cose e non saprei come dirle!
-
Si deve provare vergogna a fare questi peccati e non a confessarli.
Per la maniera di esprimervi, non preoccupatevi; state attento alle
mie domande. Vi siete fermato volentieri a pensare o a desiderare ciò
che Dio proibisce riguardo alla moralità?
-
Eh, Padre, siamo uomini... la testa lavora sempre!... Ora ho i miei
anni sulle spalle e questi pensieri non sono frequenti; ma sino ai
quarant'anni, tali pensieri e desideri erano frequentissimi. Però
pensieri e non altro!... Che cosa vuole, si guarda ovunque, si vedono
cose e persone attraenti... e siccome non sono fatto di legno...
corro dietro al pensiero! Non facendo male ad alcuno, guardando ed
anche desiderando, credo non abbia peccato.
-
Dovreste leggere il Vangelo! Dice Gesù Cristo, rivolgendosi agli
uomini: Se qualcuno avrà guardato una donna per fine cattivo ha già
peccato nel suo cuore!
-
Ed allora di tali peccati quanti ne avrò sulla coscienza?...
Certamente più dei capelli della mia testa!
-
Custodite i vostri occhi!... Non dimenticate che gli occhi sono le
finestre per cui entra il demonio nell'anima!
-
Ma ogni sguardo ed ogni pensiero contro l'onestà è peccato?
-
Se voi fate questo distrattamente, senza riflettere... non siete
responsabile; ma se vi accorgete di ciò che fate o pensate e volete
fermare nella vostra mente ciò che Iddio vieta, commettete un
peccato mortale volta per volta. Perciò vi dico di stare
vigilante!... Avete frequentato locali pericolosi o cattive
compagnie?
-
Io fuggo sempre la mala gente; per questo sono vissuto sempre
onorato. - Chi sa... da giovane... da militare... siete andato per
certe strade... siete entrato in certe case?
-
E certamente!... L'ho consigliato anche ad altri!
-
Dovreste piangere in questo momento a lacrime di sangue il male
operato! Umiliatevi davanti a Dio e proponete fermamente di cambiare
condotta a tale riguardo!... Avete tenuto discorsi disonesti o
scandalosi?...
-
Eh, Padre, chi sta nel mondo di che cosa deve parlare? O si parla di
denari o si parla di cose disoneste. Ma non creda che sia io solo a
fare simili discorsi! Tutti indistintamente, uomini e donne, anzi più
le donne che gli uomini!
-
Da molto tempo avete presa la pessima abitudine del turpiloquio?
-
Da ragazzo!... Il mio primo maestro in questa materia fu il padrone,
dal quale andavo a lavorare.
-
Avete qualche volta parlato scandalosamente alla presenza di ragazzi?
- Eh, i ragazzi!... Ma se ne sanno più dei vecchi! Soltanto un paio
di volte nei parlai davanti a due ragazzetti, fratelli; costoro non
conoscevano niente ed io per primo feci loro l'istruzione...
-
Cioè, per primo li avete scandalizzati! Ma sapete che dice Gesù
Cristo in proposito? « Guai a chi dà scandalo! Sarebbe meglio che
si legasse al collo dello scandaloso una macina da mulino e fosse
precipitato nel mare »! E questo « guai » Gesù Cristo l'ha
pronunziato per voi!
-
Ed allora prometto di non tenere più discorsi disonesti alla
presenza degli innocenti!
-
Di non farne mai assolutamente, se no assoluzione non ne avrete!
-
Ma se io parlo di certe cose... davanti a chi ne sa più di me, che
male potrebbe esserci?
-
È sempre un peccato! Parlando, si pensa; dietro al pensiero viene il
desiderio. E non vi ho detto che pensieri e desideri cattivi sono
peccati? E poi... quelli che vi ascoltano, siccome non sono fatti di
legno, anche loro peccano... e più sono coloro che ascoltano, più
grave diventa la colpa di chi parla!
-
In pratica come dovrei comportarmi?
-
Mai tenere cattivi discorsi, mai ascoltarli volentieri, fuggire la
compagnia di chi vomita fango dalla bocca e se qualcuno si
permettesse di parlare vergognosamente alla vostra presenza,
rimproverarlo, senza paura della critica!
-
Lei, Padre, è troppo rigoroso!... Dà tanta importanza alle
parole!... Ma le parole... sono parole!... Non credo che Dio sia così
esigente come lei!
-
Non lo credete? Ecco ciò che Gesù Cristo insegna nel Vangelo: « Di
ogni parola oziosa che gli uomini avranno detta, daranno conto di
essa nel giorno del giudizio »!
-
Vedo che le cose vanno per il sottile... e povero me!
-
Non scoraggiatevi!... Se voi da piccolo foste stato educato
cristianamente e custodito, se aveste frequentato i Sacramenti da
ragazzetto... non avreste ora alcuna meraviglia delle mie istruzioni.
L'albero da piccolo si raddrizza!
-
Ha proprio ragione!
-
Avete letto libri cattivi... romanzi immorali?
-
Ecco: frequentai la terza elementare ed ho poca istruzione, però mi
è sempre piaciuto leggere. Ho letto assai e qualunque cosa.
-
Vi è capitato tra le mani qualche libro scandaloso?
-
Diversi e diversi; ma non erano miei; me li davano in prestito. Libri
di mia proprietà ne tengo solamente tre. - Sono buoni?
-
Sono istruttivi! Certamente non possono andare in mano a ragazzi ed a
giovanotti; sono libri per persone sposate.
-
Contengono forse istruzioni disoneste?
-
Sicuro!... Però, li tengo conservati nel cassetto e li presto
soltanto a quegli adulti.
-
Sappiate che è grave peccato il leggere libri immorali ed anche il
prestarli. - Dato che è così, non li presterò più ad alcuno; li
terrò conservati sotto chiave.
-
Dovete bruciarli! È anche peccato tenere conservato un libro
cattivo.
-
E la ragione quale sarebbe?
-
Leggendo un libro cattivo, sorgono subito brutti pensieri e desideri;
e questo è male. Tenendo conservato un tale libro, può venire la
voglia un giorno o l'altro di andarlo a prendere e leggerlo; è una
forte tentazione; è come un serpente sotto il guanciale!... Ora
domandate perdono a Dio dei peccati fatti con la cattiva lettura e
dei peccati che hanno commesso coloro ai quali avete prestato i libri
cattivi; tanti ne avete prestati e tanti peccati avete nell'anima...
Vi
rivolgo una domanda che può riguardare il passato: Siete stato
amante dei balli?
-
Ora non ci penso più; ma sino a trent'anni, il ballo era la mia
passione!
-
Nel ballo mettevate voi una certa malizia?
-
Eh, da giovanotto, quasi sempre!... Che cosa vuole, è la gioventù
che gode la vita!...
-
Iddio vi perdoni il male operato!... Avete assistito a cinema
immorali ed a varietà?
-
Anche questa è una forte abitudine mia!... Ogni sera della domenica,
se non vado al cinema, non mi pare festa!
-
Potreste risparmiare il denaro ed andare in Chiesa ad ascoltare la
predica!... Almeno, avete avuta l'attenzione d'informarvi se un film
era buono o cattivo?
-
Ah, le pellicole che vedo io, sono tutte buone e belle! Sono un
capolavoro. Mi diverto tanto.
-
E non vi è capitato mai di trovarvi davanti a certe scene... a certi
quadri... che hanno molestato la vostra mente... di avere assistito
insomma a qualche rappresentazione poco morale? - Ho capito! Padre,
nel cinema oggi non possono mancare queste cose; quando ce n'è poche
di tali scene e quando sono continue... Alle volte ho sentito certi
spettatori esclamare: « Vergogna!... Io vado fuori da questa
sala!... Queste sconcezze non si presentano al pubblico »
Ciò
hanno detto gli altri! E voi cosa avete detto?
-
Io?... Niente!... Sono rimasto a guardare ed a godere!... È per
questo che si va al cinema... per godere! Siccome uomini e donne sono
attratti da queste scene... ecco perché i cinema sono sempre pieni
zeppi!
-
Non vedete che queste pellicole sono immorali?... Non andateci!...
Quando siete sicuro che qualche volta un film è visibile a tutti,
allora andate. Ma ricordatevi che meno si va al cinema e meglio è.
-
Ma se tutti facessero così, le sale cinematografiche tante sere
resterebbero vuote!... Il povero impresario perderebbe le spese!
-
Meglio così!... Si guadagni il pane in altro modo! I gestori delle
rappresentazioni indecenti commettono enormi peccati, perché
rovinano la moralità del popolo. Se uno di costoro venisse da me per
confessarsi... gli negherei l'assoluzione. I cinema oggi sono
l'anticamera dell'inferno! ...
-
Ricordatevi, per concludere sul sesto Comandamento, di rispettare il
vostro corpo, trattandolo come trattereste un vaso sacro, come
rispettereste il Calice della Messa!
-
Ora ho capito tante cose, Padre!... Lei ha ragione!... Ma se si
dovesse stare nel mondo come dice lei... guardarsi da certe cose...
evitare certi discorsi... non leggere libri immorali... ballare senza
malizia... fuggire i cinema... che vita sarebbe la nostra?... Nel
mondo ci vuole il godimento!
-
Il godimento lecito sì; l'immorale, no!... Siamo in questa terra per
salvarci l'anima, seguendo gl'insegnamenti divini. Per seguire Gesù
Cristo ed andare in Paradiso è necessario fare dei sacrifici,
diversamente c'è l'inferno... il fuoco eterno!
-
Allora tutti coloro che si dànno ai sopraddetti divertimenti,
andranno all'Inferno?
-
Se non la smettono e non ritornano pentiti a Dio, si danneranno
inesorabilmente!
-
Ma che vuole, Reverendo, il mondo è fatto così! Iddio stesso l'ha
voluto fare in tal modo!
-
Non è vero!... È la malvagità umana che perverte certe cose!... Ed
il Signore maledice il mondo per le sue disonestà! Disse un giorno
Gesù Cristo: « Guai al mondo per i suoi scandali! È impossibile
che lo scandalo non avvenga; ma guai all'uomo per colpa del quale
avverrà lo scandalo! » Avete sentito cosa dice il Signore?... Chi
vuole andare in Paradiso, viva nel mondo senza infangarsi!
Settimo
e decimo Comandamento
-
Cambiando argomento, vediamo se c'è qualche mancanza nella pratica
di questo punto della legge di Dio.
-
E che cosa dice il settimo Comandamento?
-
« Settimo: Non rubare! »
-
Ah, questo è troppo!... Fare a me delle domande per sapere se abbia
rubato!?... Non c'è in paese un operaio più onesto di me. Rubare?
Giammai!... Povero sì ma ladro mai!... Io guadagno il pane con
queste mani benedette!
-
Avete ragione! Tuttavia... qualche domanda devo farla! È sempre per
vostro bene.
-
La faccia pure... ma troverà la mia coscienza pulita! Io a questo
riguardo mi sento puro come Maria Vergine... togliendomi i peccati!
-
Voi sapete che i ladri non sono soltanto quelli che stanno in
prigione; la maggior parte dei ladri è in libertà. Non deve
considerarsi ladro solamente colui che ruba a mano armata, ma è
ladro anche chi froda il prossimo nella roba. Detto ciò rispondete:
Avete lavorato con coscienza?
-
Sempre coscienziosamente!
-
Avete fatto pagare il vostro lavoro più del giusto?
-
Ecco, io mi comporto così: Viene un cliente bisognoso? Gli domando
poco. Si presenta un ricco? Deve costui pagare per sé e per quelli
che hanno pagato poco.
-
Non è esatto! Fate bene, potendo, ad aiutare i bisognosi; non è
giustizia domandare al ricco ciò che non vi deve... E la merce che
vendete, i lavori che eseguite, subiscono delle alterazioni o
falsificazioni?
-
Necessariamente!... Se non s'imbroglia un po' nella vendita, come si
può vivere? Del resto tutti fanno così! Si vende il vino? Si
allunga con l'acqua... Si vende la farina di frumento? La si mescola
con qualche cosa di estraneo. Si confeziona un paio di scarpe? Nella
solatura si falsifica un poco. Il cliente non può accorgersi, perché
esternamente il lavoro è in regola.
-
E questo non vi pare furto? Se vi dessero denaro falso in compenso
del lavoro, che cosa direste voi?
-
Mi ribellerei!
-
Dunque, state attento a non imbrogliare la gente!... Vi è capitato
qualche sbaglio nel dare il denari, o nel riceverlo?
-
Difficilmente; e quando ciò è avvenuto, ho ringraziato Dio della
provvidenza avuta.
-
Questo è rubare!
-
Ma, Padre, mi danno per sbaglio un po' di denaro in più ed io devo
ridarlo?... Faccio conto di non essermene accorto - Una volta presi
in un negozio un paio di pantaloni e stavo per pagarli; siccome c'era
molto concorso di clienti, vedendo che io ero inosservato, andai via
senza pagare...
-
Malissimo!
-
Ma questi negozianti ne rubano tanto denaro!... Fanno pagare la merce
un occhio!
-
Se sono ladri loro, non dovete essere ladro voi!... Avete restituita
la roba trovata?
-
Io non trovo mai niente! Una o due volte mi è avvenuto di trovare
qualche biglietto da mille e l'ho restituito al padrone. Una volta
soltanto, molti anni fa, cadde il portafoglio ad un mio cliente
dentro la mia bottega. Siccome in quei giorni avevo bisogno di
danaro, volli approfittare. Però, Padre, trovai poche migliaia di
lire solamente. Rimasi deluso! Speravo di trovare molto di più!
-
Questo è furto!... Avete fatta qualche altra ingiustizia, ad
esempio, nel peso?
-
Nella mia bottega si lavora semplicemente; non si pesa niente. Ma una
ventina di anni addietro avevo una piccola rivendita ed
ordinariamente nel peso imbrogliavo; però roba da poco! I pesi erano
doppi; quando venivano ragazzi o persone semplici, mettevo i pesi
falsi. Nessuno si accorse mai del trucco... perché io sono
intelligente e so fare bene le mie cose!
-
Di altre ingiustizie ne avete commesse... ad esempio... viaggiando...
comprando merce a conto di altri... ecc.... ?
-
Riguardo ai viaggi sto attento; ma quando posso fare a meno di pagare
qualche biglietto, per incuria del bigliettaio, lo faccio volentieri.
A proposito di compra a conto di altri, un amico mi diede una volta
cento mila lire per comprargli un vestito in città. Potei averlo per
ottanta mila e così guadagnai venti mila lire.
-
Anche questo è rubare!... Avete dato denaro in prestito durante la
vostra vita?
-
Al presente cerco chi possa prestarlo a me. Siccome verso i
trent'anni le mie faccende andavano a gonfie vele, misi da parte
circa un milione di lire. Mia moglie mi consigliò di fare fruttare
il denaro dandolo in prestito. Credo che in ciò non ci sia male!
-
E quanto interesse avete richiesto?
-
Quello che vuole la Santa Chiesa. Sempre il giusto... mai
approfittare. Mi davano il dieci per cento.
-
Ogni anno?...
-
Per carità!... ogni tre mesi!
-
Dunque non è più il dieci per cento; è il quaranta per cento
annuo; è peccato mortale fare così!... È peggio che andare a
rubare.
-
Ma, meno di tanto non si poteva domandare!
-
Allora è meglio non prestare denaro!... Di tutte queste ingiustizie
chiedete perdono a Dio e dovete riparare il male recato al prossimo.
Se conoscete qualcuno che avete frodato, compensatelo in qualunque
modo o col denaro o con il lavoro... Se non potete ora, fate ciò
quando sarete in grado di farlo.
-
Ma quando gli altri frodano me, non vengono a ripararmi il danno... E
devo farlo io?
-
Non c'è via di mezzo: o restituzione o dannazione. E se non avete la
volontà di riparare le ingiustizie, non posso darvi l'assoluzione.
-
Ma quello che ho fatto io lo fanno tutti. Il commercio è così.
-
Se sono ladri gli altri, non avete il diritto di esserlo voi. Dunque
promettete.
-
E pazienza... promettiamo...
-
Rispondete ancora a questa domanda: siete contento del vostro stato
oppure agognate la ricchezza altrui?
-
Padre, questa domanda è curiosa!... Certamente che non sono contento
del mio stato... Io abito in una piccola casa e quel ricco in un
grande palazzo!... Io devo nutrirmi di pane e legumi e quell'altro fa
pranzi prelibati!...
-
Desiderare di avere il necessario o di migliorare decentemente la
propria condizione, non è peccato. Desiderare il superfluo, non è
giusto!
-
Ma intanto i ricchi se la godono!...
-
Sarà! Potranno godere un po' di anni... ma poi daranno conto a Dio!
Dice Gesù Cristo: « Guai ai ricchi!... È più facile che un
cammello passi per il buco di un ago, che un ricco entrare in
Paradiso! »
-
Veramente è così! Meritano l'inferno! Non lavorano, si dànno a
tutti i piaceri, sprecano il denaro nel lusso e non vogliono fare la
carità!
-
Non tutti però sono così
-
Tutti indistintamente!... Ne conosco tanti.
-
Dunque, voi contentatevi di avere la salute, una casetta per abitarci
ed una bottega per lavorare. Guardate coloro che stanno peggio di
voi!... Anche Gesù Cristo fu povero operaio. Non dimenticate che
morendo non si porta niente alla tomba!…
-
Esaminiamo la vostra coscienza sull'ottavo Comandamento che sarebbe
l'ultimo, secondo le interrogazioni da farvi. -
Ottavo
Comandamento
-
Di che cosa tratta questo Comandamento?
-
Ottavo: « Non dire falsa testimonianza! »
-
Oh! E’ il Comandamento che più mi piace!... Reverendo, gliel'ho
detto al primo incontro: Mai ho fatto una falsa testimonianza! Mai
sono stato in tribunale!... e neppure mio padre ed i miei figli!...
Vuole fare lei interrogazioni su questo Comandamento?
-
Le farò... perché non solo è peccato la falsa testimonianza in
tribunale, ma anche altrove.
-
Allora, domandi pure! Sono sicuro che almeno nell'ultimo Comandamento
non avrò nulla da rimproverarmi.
-
Siete un uomo sincero?
-
Sincerissimo! Io sono « Santa Chiara di Napoli »!
-
Dite qualche volta delle bugie... nel lavoro... in famiglia... tra
gli amici?
-
Reverendo, se la menzogna si dice, non si dice mai per male, soltanto
per fare un bene. E le bugie mie sono sciocchezze... bugie di
bottega!
-
La bugia non è mai lecita. Se qualche volta non è prudente dire la
verità, si tace.
-
Lei deve comprendere che se noi operai non diciamo bugie ai clienti,
la nostra bottega muore.
.
- Avete giurato sulla bugia?
-
Spesso. Ma sempre per piccolezze.
-
Giurare sulla menzogna, avvertitamente, anche su piccolezze, è un
grave peccato.
Se
non giuro, nessuno mi crede. Devo giurare necessariamente. Ed anch'io
obbligo gli altri a giurare, quando mi assicurano qualche cosa che
temo sia falsa.
-
Fate male a richiedere con facilità il giuramento degli altri,
perché li mettete in pericolo di giurare falsamente...
Avete
calunniato qualcuno?
-
Mai!... Chi calunnia, fa malissimo!
-
Poiché sono tanti anni che non vi confessate, procurate di ricordare
meglio qualche mancanza forse commessa.
-
La mia coscienza è libera. Mai ho incolpato qualcuno innocentemente.
-
Avete manifestato agli altri qualche grave colpa occulta del
prossimo?
-
Questo può capitare! Però io parlo sempre di cose che ho visto con
gli occhi miei... cose viste e toccate con mano. Ad esempio, tempo
addietro mi accorsi che un uomo entrava a sera inoltrata in una
famiglia, attigua alla mia. Risolvetti di osservarlo e diverse volte
mi accorsi che non si comportava rettamente. Quando fui sicuro del
fatto, siccome non ho peli sulla lingua, prima ne parlai in casa, poi
nella bottega ad alcuni clienti e con qualche settimana la contrada
era informata di tutto.
-
Avete fatto un grave peccato.
Quell'uomo
aveva mancato; però il suo fallo era nascosto; voi non avevate il
diritto di pubblicarlo...
-
Ma erano cose sicure... constatate più volte con i miei occhi!
-
Non importa... Piacerebbe a voi se altri rendesse pubblica una
mancanza, che voi aveste commessa nel segreto?
-
Non mi piacerebbe.
-
Dunque... non bisogna fare agli altri ciò che non vogliamo sia fatto
a noi...
Avete
rapportato a qualcuno il male udito contro di lui?
-
Sempre per bene!... Un tale parlava male di un mio amico e ne diceva
delle grosse. Io, per benevolenza verso l'amico, andai a raccontargli
tutto... ma sempre per bene! Mi ricordo però che una volta un tale,
cui avevo riferito le cose udite contro di lui, si arrabbiò
fortemente, andò in cerca del mormoratori e gli diede uno schiaffo;
questi prese il coltello per vendicare lo schiaffo... e meno male che
accorse gente, se no sarebbe potuto capitare qualche delitto!
-
Sempre per bene... è vero? Pensate ciò che insegna lo Spirito
Santi. Hai udito qualche cosa contro il tuo fratello? Lasciala morire
in te!
-
Ed i segreti avete saputo custodirli?
-
Ah, noi uomini non siamo come le donne! Quando mi confidano un
segreto, resta sempre segreto. Al massimo lo confido a mia moglie,
oppure a qualche amico.
-
Ma voi siete sicuro che vostra moglie o l'amico conservino il
segreto?... Quando vi fanno una confidenza, non dovete parlarne con
nessuno!... Avete sospettato o giudicato male il prossimo?
-
Se uno non sospetta, facilmente viene messo nel sacco. Io sospetto...
sempre per bene... e così cado sempre in piedi... Nessuno agisce con
sincerità; si mostrano quattro facce... ed è necessario pensare il
male.
-
Non è lodevole la vostri condotta. Quando avete una giusta ragione
per sospettare, non è male il farlo; ma senza un motivo plausibile
non è lecito sospettare e peggio ancora giudicare male. Dice Gesù
Cristo: « Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non
sarete condannati. Con la stessa misura con cui misurate agli altri,
sarà misurato a voi ». Volete essere condannato da Dio?
-
Per carità!
-
Allora pensate bene del vostro prossimo. Promettete ora a Dio di
essere più vigilante nell'osservanza dell'Ottavo Comandamento e
specialmente proponete di evitare la mormorazione e di non ascoltare
volentieri chi mormora. Chi parla male, ha il demonio nella bocca; e
chi ascolta volentieri, ha il demonio nelle orecchie...
Così
abbiamo terminato le interrogazioni sui Comandamenti di Dio. Ora si
dà uno sguardo fugace ad alcuni Precetti generali della Chiesa.
-
Misericordia!... Ancora peccati ci sono?... C'è da perdere la testa!
-
C'è niente da perdere... Tutto da guadagnare. -
I
Precetti della Chiesa
Il
primo Precetto è stato già esaminato, quando vi ho interrogato
sulla Messa festiva. Il quarto Precetto non vi riguarda tanto, perché
siete povero e non avete mezzi di aiutare la Chiesa. Il quinto a voi
non interessa più, perché siete già sposato; mi fermo sul secondo
e sul terzo.
ASTINENZA
E DIGIUNO
-
Avete mangiato carne nei giorni proibiti ed avete tralasciato il
digiuno nei giorni prescritti?
-
Queste cose non le ho mai capite.
-
Ve le spiego io. Si tratta di disposizioni che dà il Papa, Capo
della Chiesa Cattolica.
Il
venerdì non si mangia la carne, o il sanguinaccio o le interiora
degli animali a sangue caldo. Però, si può supplire in quel giorno
con qualche altra opera buona.
In
Quaresima non si mangia la carne in tutti i venerdì e nel giorno
delle Ceneri, cioé l'indomani di carnevale, che è primo giorno di
Quaresima.
Sino
a quattordici anni compiuti non si è tenuti ad osservare questa
legge ecclesiastica. Dopo i quattordici anni questo Precetto non ha
limite di età.
Sono
esenti gli ammalati e quelli che hanno qualche grave motivo. Ma in
questo caso si consiglia supplire con qualche altra opera buona.
Il
digiuno è prescritto due volte l'anno: il giorno delle Ceneri ed il
Venerdì Santo. E’ tenuto al digiuno chi ha compiuti i ventuno anni
di età, sino ai cinquantanove anni compiuti. Ne sono dispensati gli
ammalati, chi è troppo debole e chi ha lavori molto faticosi. A
costoro si consiglía supplire al digiuno con qualche altra opera
buona.
Può
digiunarsi così: a colazione è permesso, a chi ne sentisse il
bisogno, un leg-gerissimo cibo. Il caffè non rompe il digiuno. A
pranzo è permesso tutto, in quantità e qualità, tranne la carne.
La cena sia molto moderata. Si può invertire il pranzo con la cena.
Come
vedete, è facile fare queste piccole penitenze.
-
Ora che lo so, starò attento. E poi, c'è mia moglie che sa tutte
queste cose e sa ricordarmele.
-
Avete abusato nel bere vino?
-
Lei, Padre, tocca un tasto delicato! Per noi operai il vino è come
il latte per i bambini! Non è colpa mia se bevo un po' troppo; è il
bisogno. Del pane potrei farne a meno; ma fare a meno del vino?!...
-
Bevete tanto da ubriacarvi?
-
Sino a questo punto, no!... Sto allegro! Qualche volta agli amici
sembro troppo allegro ed allora qualcuno mi prende a braccio e
m'accompagna a casa.
Ma
quando sono allegro, non faccio del male ad alcuno. Giunto a casa, mi
corico e tutto finisce.
-
Fate attenzione a quanto vi dico: Un po' di vino non è male il
berlo; il troppo è male. Quando arrivate a perdere la ragione a
motivo del troppo vino e non siete più padrone di voi stesso,
offendete gravemente il Signore.
-
Starò più attento... e così spenderò meno denaro. Ah, che brutto
vizio... lo vedo anch'io! Lei, Padre, mi compatisca! Sa perché ho
bevuto molto vino?... Perché ho avuta molta sete! Spero di essere
più moderato.
-
Ammiro e lodo la vostra buona volontà... -
TERZO
PRECETTO
-
Su questo Precetto sorvolo. Già vi ho fatto le necessarie
interrogazioni al principio della Confessione.
-
A dire il vero, non ricordo che cosa ordini tale Precetto.
-
Confessarsi almeno una volta l'anno e comunicarsi almeno a Pasqua.
-
Già, questo me l'ha detto! Dunque, ogni anno dovrò confessarmi e
comunicarmi. Soltanto una volta l'anno... è vero?
-
No, soltanto! Ma almeno! Almeno significa che è meglio ricevere
spesso questi Sacramenti. Più si lava la faccia e più pulita
rimane. Provate a stare un anno senza lavarvi!... Come diventerà il
vostro viso?
-
La pulizia è necessaria; la faccia non può stare lungo tempo
senz'acqua. Quando ci si lava, si toglie la polvere ed il grasso e
l'uomo respira meglio; anche quando la faccia è pulita, ci si lava
per rinfrescarsi e si sta meglio in salute!
-
Benissimo!... Quello che fate per il vostro viso, fatelo anche per
l'anima. Quando vi confessate, pulite la vostra coscienza,
rinfrescate lo spirito, vi sentite meglio. Avete visto quanti peccati
avevate nell'anima? Ho trovato la vostra coscienza come una faccia
che da molti anni non è lavata. Confessatevi spesso, dunque, ad
esempio, nelle feste principali dell'anno, o nei Primi Venerdì del
mese. E così potrete comunicarvi con frequenza. È così bello
ricevere Gesù!
-
Aggiungo anche questo che, come c'è il grave obbligo morale di
ricevere Gesù nel tempo di Pasqua, c'è anche il grave obbligo di
ricevere la Comunione come Viatico in fine di vita. La responsabilità
è del malato e dei familiari.
-
La vostra Confessione è finita. Siete stato sincero, oppure per
vergogna avete nascosto qualche grave peccato? Se così fosse, mentre
siete in tempo, riparate; se no la vostra Confessione diventa
sacrilega, poiché Dio non vi perdonerà né il peccato nascosto né
quelli confessati.
-
Non credo che ci siano altre mancanze! Lei ha saputo tirarmeli tutti
i peccati, come se avesse avuto le tenaglie.
-
Ed allora disponetevi all'assoluzione.
ASSOLUZIONE
-
Pensate, mio caro, quante offese avete recate al Signore! Avete messo
in Croce Gesù e gli avete ferito il Cuore!... Ma Gesù è buono e vi
perdona. Scenda il suo Sangue a lavare l'anima vostra e promettete di
non peccare più. Baciate intanto questo piccolo Crocifisso. -
L'operaio
è commosso... Guarda Gesù in Croce e lo bacia singhiozzando:
Signore, misericordia... perdonatemi! - Sembra il pubblicano del
Vangelo. È davvero pentito.
Frattanto
Padre Serafino dice la formula dell'assoluzione.
-
Poiché voi non potete fare grandi penitenze, ascolterete una Messa
durante la settimana e così riparerete in qualche modo le offese
fatte a Dio! -
Antonio
prende la mano di padre Serafino e la bacia ripetutamente; poi dice:
Come sono contento!... Mai in vita mia ho provato tanta gioia nel
cuore!... Sento l'animo leggero!... Credo che se mi pesassero,
peserei di meno!... Che bellezza!... E come si spiega questo
fenomeno?
-
E’ la grazia di Dio, che è discesa in voi. Gesù vi ha lavato con
il suo Sangue.
-
Ma tutti coloro che si confessano provano tanta gioia?
-
Soltanto coloro che si confessano bene, pentiti dei peccati e
risoluti di non offendere più il Signore!
-
Dato che è così, vorrò ritornare a confessarmi e dirò ai miei
amici quello che ho provato! -
Antonio
uscì dal convento dei Francescani a passi svelti; gli sembrava di
essere rinato a nuova vita.
PRIMA
VITTORIA
-
Finalmente ti ho trovato! Sono stato a casa tua e non c'eri! Sono
entrato nell'osteria e non ti ho visto!... Ma dove sei stato?... E
dove vai a passo così svelto?
-
Caro Nicolino, sono stato a confessarmi da Padre Serafino ed ora
rientro in casa.
-
A confessarti?... Tu?... Come tua moglie?... Ma va là, che ti perdo
la stima!... Lascia confessare chi fa peccati... ma non confessarti
tu, che sei il fiore dell'onestà!...
-
Così la pensavo anch'io sino a qualche ora fa. Ma dopo quello che mi
ha detto Padre Serafino, ho cambiato parere. Senti Nicolino,
confessati anche tu e poi mi darai ragione.
-
E Padre Serafino te ne ha dato denaro?... Se mi desse del denaro,
andrei a trovarlo anch'io... così pagherei all'oste il conticino
arretrato. Ma mettiamo da parte queste sciocchezze. Andiamo a bere un
buon bicchiere!
-
No, non vengo. Vado subito a casa. - Come?... Rinunzi al vino?... - E
non solo questa sera, ma anche in seguito. Il vino lo vorrò bere
soltanto a tavola ed in giusta misura.
-
Ma sei diventato matto?...
-
L'ho promesso a Dio ed a Padre Serafino e manterrò la parola.
-
Ti sei messo coi Preti?... È finita... Perderai tutti gli amici...
-
Non me ne importa. Ho il cuore così in festa, che non bado neppure
all'amicizia... Ti saluto. - Così dicendo, Antonio si congedò da
Nicolino.
CONCETTA
E ANTONIO
-
Bravo Antonio! Da quando sei uscito da casa, non ho fatto altro che
pregare! Ho accesa anche la lampada alla Madonna perché potessi
confessarti bene! Hai rivelato al Sacerdote tutti i peccati, oppure
qualcuno l'hai dimenticato?
-
Concetta, che cosa dici? Si vede che non conosci Padre Serafino! Ha
avuto l'abilità di scovarmi tutti i peccati possibili e
immaginabili! Tutti i peccati del mondo li conosce lui! .
-
E ti ha lasciato contento?...
-
Contentissimo!... Sto scoppiando dalla gioia!... Neppure ho voglia di
mangiare!
-
Bravo il mio marito! È segno che ti sei confessato bene davvero!
Domani mattina andremo assieme in Parrocchia e riceveremo la Santa
Comunione.
-
E che cosa diranno le donne a vedermi comunicare?... Ne faranno
meraviglia!...
-
Faranno a me le congratulazioni!... Saranno spiacenti che i loro
uomini non facciano altrettanto.
-
Concetta, tengo a dirti che questo giorno è il più bello della mia
vita!... Mai ho avuto una simile gioia, neppure il giorno in cui ci
sposammo.
-
Ma quel giorno non ti confessasti pure?
-
Sì, ma per modo di dire!... Fu una chiacchierata col Prete, tanto
per avere il biglietto di Confessione, se no non potevo sposare.
L'unica Confessione vera e sacrosanta è stata quella di questa
sera!... Ne ringrazio Dio! -
CONCLUSIONE
Quanti
uomini... quanti giovanotti... quante donne... dovrebbero imitare
quest'operaio!... Dicono costoro: « Non ho peccati ». Sono
bugiardi! C'insegna il Signore per mezzo di San Giovanni Apostolo: «
Chi dice di non avere peccati, è bugiardo ed inganna se stesso ».
I
peccati, e gravi, ci sono in tante anime; ma si finge di non vederli.
È un po' duro mettere fuori dal cuore tante miserie morali ed è più
duro ancora cambiar vita e tenere a freno le passioni. Questi ciechi
volontari, che dicono di non avere peccati... hanno la coscienza
d'ordinario più carica degli altri. Antonio, l'operaio onesto, è
l'immagine di tali anime!
APPENDICE
PENSIERI
MENSILI
E’
assai utile alle anime amanti di perfezione il prendere al principio
di ogni mese un pensiero spirituale, che serva di orientamento
personale e di apostolato.
Si
abbia zelo a farlo conoscere, vicino e lontano, servendosi di tutti
quei mezzi che suggerisce un'ardente carità. Si comunichi per
corrispondenza, accludendo alle lettere un bigliettino; si faccia -
penetrare negli Istituti Religiosi e si diffonda specialmente nei
rami dell'Azione Cattolica. Chi pubblica giornaletti, riviste o fogli
religiosi inserisca il Pensiero Mensile. Per comodità, si presenta
un elenco.
Gennaio
- Il nome di Dio, tre volte santo, è di continuo oltraggiato. È
dovere dei figli riparare l'onore del Padre.
Pratica:
Ascoltare qualche S. Messa durante la settimana, e possibilmente
comunicarsi, in riparazione delle bestemmie.
Giaculatoria:
Gesù ti benedico per quelli che ti maledicono!
Febbraio
- La profanazione della festa ferisce il Cuore di Dio, il quale è
geloso del suo giorno.
Pratica:
Badare che nelle feste nessuno dei familiari trascuri la Messa o
compia lavori materiali.
Giaculatoria:
Gloria, omaggio, adorazione all'infinita ed augustissima Trinità!
Marzo
- Chi si comunica in disgrazia di Dio, dà a Gesù il bacio del
tradimento, come Giuda.
Pratica:
Comunicarsi con frequenza e devotamente, per riparare le Comunioni
sacrileghe, che si sono fatte e si faranno nel corso dei secoli.
Giaculatoria:
Gesù, Vittima Eucaristica, perdona e converti le anime sacrileghe!
Aprile
- Di ogni parola oziosa si darà conto a Dio nel giorno del giudizio.
Quante parole si dicono, non solo oziose, ma anche peccaminose!
Pratica:
Controllare ciò che si dice e specialmente frenare la lingua nei
momenti d'impazienza.
Giaculatoria:
Perdonaci, o Dio, i peccati di lingua!
Maggio
- La purezza di cuore e di corpo apporta gioia, dà gloria a Dio,
attira lo sguardo e la benedizione di Gesù e della Vergine
Santissima ed è preludio di eterna gloria.
Pratica:
Rispettare il corpo come vaso sacro; custodire la mente ed il cuore.
Giaculatoria:
Scenda, o Signore, il tuo Sangue sopra di me per fortificarmi.
Giugno
- I tre quarti dell'umanità sono fuori della Chiesa Cattolica. È
dovere dei fedeli riparare ed affrettare l'avvento del Regno di Dio
nel mondo.
Pratica:
Fare ogni giorno un'Ora di Guardia al Sacro Cuore per gli ebrei, gli
eretici e gl'infedeli.
Giaculatoria:
Cuore di Gesù, venga il tuo regno nel mondo!
Luglio
- Lo scandalo della moda e la libertà delle spiagge sono il fomite
della concupiscenza. Guai a chi dà scandalo, perché darà stretto
conto a Dio dei suoi peccati e degli altrui!... Ah, che pena! Si
preghi, si soffra, si ripari!
Pratica:
Offrire ogni giorno cinque piccoli sacrifici, per riparare gli
scandali della moda e delle spiagge.
Giaculatoria:
O Gesù, scenda il tuo Sangue a distruggere gli scandali del mondo!
Agosto
- Quanti peccatori, sul letto di morte, sfuggirebbero all'inferno, se
si pregasse e si soffrisse per loro!
Pratica:
Offrire delle S. Comunioni per i peccatori ostinati moribondi!
Giaculatoria:
O Gesù, per la tua agonia sulla Croce, abbi pietà dei moribondi!
Settembre
- Le lacrime della Madonna, versate sul Calvario, sono preziose
davanti a Dio. Poco si pensa al Dolori della Beata Vergine!
Pratica:
Recitare la novena alla Madonna di Pompei.
Giaculatoria:
Lodato, amato e consolato sempre sia, il Cuore Addolorato e
Immacolato di Maria
Ottobre
- Il Santo Rosario è il parafulmine dell'anima, della famiglia e
della società.
Pratica:
S'introduca la pratica del Rosario ove non c'è; se ne faccia la
recita con devozione e possibilmente in comune.
Giaculatoria:
Angioletto mio, vai da Maria Di' che saluti Gesù da parte mia!
Novembre
- Gli scandali del cinema e della stampa cattiva oltraggiano la
Divinità, attirano maledizioni sul mondo, pòpolano l'inferno di
dannati e preparano un lungo e terribile Purgatorio a molte anime,
lente a distaccarsi da certi godimenti.
Pratica:
Distruggere la stampa cattiva di cui si fosse in possesso e stendere
quest'apostolato all'ambito delle conoscenze.
Giaculatoria:
O Gesù, per il sudore di Sangue nel Getsemani, pietà di chi semina
gli scandali!
Dicembre
- Molti si rivolgono a Dio per il perdono dei peccati; non tutti però
vogliono e sanno perdonare le offese. Chi non perdona, non avrà
perdono!
Pratica:
Troncare ogni odio e ricambiare il male con il bene.
Giaculatoria:
Benedici, o Gesù, chi mi ha offeso e perdona i miei peccati!
VUOI
CONFESSARTI BENE ?
1.
Non nascondere per vergogna o paura qualche peccato.
2.
Vuoi sapere quali siano, d'ordinario, i peccati che il demonio fa
nascondere in Confessione o confessare male? Sono le mancanze
commesse contro il sesto comandamento, cioè, i brutti pensieri, i
discorsi vergognosi, le cattive azioni.
3.
Credi tu che per confessarti bene si richieda solo la sincerità?
Oltre a ciò, è necessario il dolore dei peccati, condizione
principalissima per averne il perdono. Il dolore è il dispiacere
interno dei peccati commessi, che fa proporre di non peccare più.
Se
ti confessi senza dolore, non ricevi il perdono.
4.
Il termometro del dolore è il proponimento, cioè la volontà di
fuggire le occasioni prossime di peccato. Perciò, se ti confessi e
non hai la volontà risoluta di troncare un'occasione prossima di
grave peccato, in tal caso commetti un sacrilegio.
5.
Hai nulla da rimproverarti riguardo alle Confessioni?
6.
Se ne sia il caso, che cosa aspetti per rimediarvi? Guai a te se
rimandi sempre questa sistemazione! Potrebbe mancartene il tempo.
7.
Se hai imbrogli di coscienza, presentati al Ministro di Dio e digli:
Padre, aiutatemi Voi a mettere a posto i conti dell'anima mia! -
COMUNICARSI
CON FRUTTO
1.
Preparati sin dal giorno precedente per portare a Gesù: atti di
carità, di ubbidienza... e piccoli sacrifici.
2.
Prima di comunicarti, chiedi perdono di tutte le piccole mancanze e
prometti di evitarle.
3.
Ravviva la fede, pensando che l'Ostia Consacrata è Gesù, vivo e
vero.
4.
Ricevuta la S. Comunione, il tuo corpo diviene un Tabernacolo.
Tanti
Angeli ti stanno attorno.
5.
Non distrarti! Offri ogni S. Comunione per riparare il Cuore di Gesù
ed il Cuore Immacolato di Maria. Prega per i nemici, per i peccatori,
per i moribondi e le anime del Purgatorio. Prega specialmente per le
Persone Consacrate.
6.
Prometti a Gesù di evitare qualche mancanza particolare o di
compiere qualche opera buona.
7.
Quando puoi, non uscire dalla Chiesa se non passa circa un quarto
d'ora.
8.
Chi ti avvicina lungo il giorno deve accorgersi che tu hai fatta la
S. Comunione.
Dimostralo
con la dolcezza e con il buon esempio.
9.
Lungo il giorno ripeti: Gesù, ti ringrazio che oggi sei venuto
nell'anima mia!
IL
NUMERO DEI PECCATI
Sant'Alfonso,
Dottore di Santa Chiesa, dice: «Se Dio castigasse subito chi
l'offende, non si vedrebbe di certo ingiuriato come ora si vede; ma
poiché il Signore non castiga subito, i peccatori pigliano animo a
peccare di più. È bene sapere però che Dio non aspetta e sopporta
sempre; come Egli tiene fissato per ciascun uomo il numero dei giorni
di vita, così tiene anche determinato a ciascuno il numero dei
peccati che vuol perdonargli: a chi cento, a chi dieci, a chi uno. Vi
è chi trovasi nell'Inferno per un solo peccato.
Quanti
vivono molti anni nei nei peccati! Ma quando termina il numero delle
colpe fissato da Dio, sono colti dalla morte e vanno all'Inferno».
Anima
cristiana, non aggiungere peccato a peccato! Tu dici: Dio è
misericordioso! - Eppure, con tutta questa misericordia quanti ogni
giorno vanno all'Inferno!
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