San Germano di Costantinopoli
Nato
verso il 635 nella città di cui sarebbe diventato patriarca al
termine della sua carriera, Germano di Costantinopoli (+ 733) è il
primo vescovo che denunciò con autorità la politica iconoclasta e
fu perciò costretto dall'imperatore Leone Isaurico (729) a
rassegnare le dimissioni. Come vescovo di Cizico, tuttavia, si era
mostrato in passato meno drastico circa il monotelismo
dell'imperatore Filippico (712). Come
panegirista della santa Vergine, san Germano ci ha lasciato sette
discorsi in cui l'incomparabile purezza della Madre di Dio e la sua
mediazione universale sono esaltate con termini entusiasti.
O
tempio vivente della santissima divinità del Figlio unico, Madre di
Dio, io lo ripeto con azioni di grazie, veramente la tua assunzione
non ti ha per nulla allontanata dai cristiani. Tu vivi incorruttibile
e tuttavia tu non sei lontana da questo mondo di corruzione; anzi, tu
sei presso chi ti invoca e coloro che ti cercano con fede ti trovano.
Era conveniente che il tuo spirito restasse sempre possente e vivente
e che il tuo corpo fosse immortale. Come avrebbe mai potuto la
dissoluzione della carne ridurti in cenere e polvere, tu che hai
salvato l'uomo dallo sfacelo della morte con l'incarnazione di tuo
Figlio? E se tu hai lasciato la terra, è perché il mistero di
questa incarnazione prodigiosa si manifesti in tutta la sua
evidenza...
Non
si può ammettere che, avendo portato Dio in te, tu avessi potuto
essere ridotta in polvere dalla corruzione della morte. Poiché colui
che annientò se stesso (Fil. 2, 7) in te, è Dio dal principio e
Vita prima del tempo, e la madre della Vita doveva essa stessa
restare con la Vita, la morte non poteva esser per essa che un sonno
e l'assunzione sarebbe così come un risveglio per la madre della
Vita. Il fanciullo cerca e vuole la madre, e la madre vuoi vivere con
la sua creatura; analogamente poiché tu nutrivi nel cuore un amor
materno per il tuo Figlio e per il tuo Dio, dovevi nell'ordine
naturale poter ritornare presso di lui, e Dio, per il suo amor
filiale verso di te, doveva con giustizia concederti di condividere
la sua condizione. Così, morta alle cose periture, sei stata portata
verso le dimore incorruttibili dell'eternità in cui risiede Dio,
della cui vita ormai tu partecipi senza mai abbandonare la sua
presenza, o Madre di Dio.
Tu
sei stata corporalmente la sua dimora; ed ora è lui che, come tua
ricompensa, si è fatto luogo del tuo riposo. Egli diceva: Questa è
la mia stabile dimora per i secoli dei secoli. Questo luogo di
riposo è la carne di cui egli si è rivestito dopo averla presa da
te, Madre di Dio, la carne nella quale noi lo crediamo egli si è
mostrato nel mondo presente e si manifesterà nel mondo futuro
allorché verrà a giudicare i vivi ed i morti.
Poiché
tu sei la dimora del suo riposo eterno, egli ti ha sottratta alla
corruzione e ti ha preso con sé, volendo conservarti alla sua
presenza ed al suo amore. Ecco perché tutto ciò che tu chiedi egli
te lo concede come a madre premurosa verso i figli; e tutto ciò che
tu auspichi egli lo compie con la sua potenza divina, egli ch'è
benedetto per l'eternità.
Homélie
1 pour la Dormition de la Mère de Dieu
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