1.
Mentre queste parole del saluto dell’Angelo riecheggiano soavemente
nel nostro animo, desidero rivolgere lo sguardo, insieme con voi,
cari fratelli e sorelle, sul mistero dell’Immacolata Concezione
della beata Vergine Maria con l’occhio spirituale di san
Massimiliano Kolbe. Egli ha legato tutte le opere della sua vita e
della sua vocazione all’Immacolata. E perciò, in quest’anno, in
cui è stato elevato alla gloria dei Santi, egli ha molto da dirci
nella solennità dell’Immacolata, di cui amò definirsi devoto
“militante”.
L’amore
all’Immacolata fu infatti il centro della sua vita spirituale, il
fecondo principio animatore della sua attività apostolica. Il
modello sublime dell’Immacolata illuminò e guidò la sua intera
esistenza sulle strade del mondo e fece della sua morte eroica nel
campo di sterminio di Auschwitz una splendida testimonianza cristiana
e sacerdotale. Con l’intuizione del santo e la finezza del teologo,
Massimiliano Kolbe meditò con acume straordinario il mistero della
Concezione Immacolata di Maria alla luce della Sacra Scrittura, del
Magistero e della Liturgia della Chiesa, ricavandone mirabili lezioni
di vita. Egli è apparso nel nostro tempo profeta e apostolo di una
nuova “era mariana”, destinata a far brillare di vivida luce nel
mondo intero Gesù Cristo e il suo Vangelo.
Questa
missione che egli portò avanti con ardore e dedizione, “lo
classifica - come affermò Paolo VI nell’Omelia per la sua
beatificazione - tra i grandi santi e gli spiriti veggenti che hanno
capito, venerato e cantato il mistero di Maria” (Insegnamenti di
Paolo VI, IX [1971] 909). Pur consapevole della profondità
inesauribile del mistero della Concezione Immacolata, per cui “le
parole umane non sono in grado di esprimere Colei che è divenuta
vera Madre di Dio” (Gli scritti di Massimiliano Kolbe, eroe di
Oswiecjm e Beato della Chiesa, 3 volumi, Edizioni Città di Vita,
Firenze 1975, vol. III, p. 690), il suo maggiore rammarico era quello
che l’Immacolata non fosse sufficientemente conosciuta e amata a
imitazione di Gesù Cristo e come ci insegna la Tradizione della
Chiesa e l’esempio dei santi. Amando Maria, infatti, noi onoriamo
Dio che l’ha elevata alla dignità di Madre del proprio Figlio
fatto Uomo e ci uniamo a Gesù Cristo che l’ha amata quale Madre;
non l’ameremo mai come egli l’amò: “Gesù è stato il primo ad
onorarla quale sua Madre e noi dobbiamo imitarlo anche in questo. Non
riusciremo mai ad eguagliare l’amore con cui Gesù l’amò”
(Ivi., v. II, p. 351). L’amore a Maria, afferma padre
Massimiliano, è la via più semplice e più facile per santificarci,
realizzando la nostra vocazione cristiana. L’amore di cui egli
parla non è certo superficiale sentimentalismo, ma è impegno
generoso, e donazione di tutta la persona, come egli stesso ci ha
dimostrato con la sua vita di fedeltà evangelica fino alla sua morte
eroica.
2.
L’attenzione di san Massimiliano Kolbe si concentrò
incessantemente sulla Concezione Immacolata di Maria per poter
cogliere la ricchezza meravigliosa racchiusa nel Nome che ella stessa
manifestò e che costituisce l’illustrazione di quanto ci insegna
il Vangelo odierno con le parole dell’angelo Gabriele: “Ti
saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1, 28).
Richiamandosi
alle apparizioni di Lourdes - che per lui furono stimolo e incentivo
per comprendere meglio le fonti della Rivelazione - osserva: “A
santa Bernardetta, che più volte l’aveva interrogata, la Vergine
rispose: "Io sono l’Immacolata Concezione". Con queste
parole ella manifestò chiaramente di essere non soltanto concepita
senza peccato, ma di essere anzi la stessa "Concezione
Immacolata", così come altro è un oggetto bianco e altro la
bianchezza; altro è una cosa perfetta e altro è la perfezione”
(Gli scritti di Massimiliano Kolbe, eroe di Oswiecjm e Beato della
Chiesa, 3 volumi, Edizioni Città di Vita, Firenze 1975, vol.
III, p. 516). Concezione Immacolata è il Nome che rivela con
precisione chi è Maria: non afferma soltanto una qualità, ma
delinea esattamente la Persona di lei: Maria è santa radicalmente
nella totalità della sua esistenza, fin dal principio.
3.
L’eccelsa grandezza soprannaturale fu concessa a Maria in ordine a
Gesù Cristo; è in lui e mediante lui che Dio le partecipò la
pienezza di santità: Maria è Immacolata perché Madre di Dio e
divenne Madre di Dio perché Immacolata, afferma scultoreamente
Massimiliano Kolbe. La Concezione Immacolata di Maria manifesta in
modo unico e sublime la centralità assoluta e la funzione salvifica
universale di Gesù Cristo. “Dalla maternità divina sgorgano tutte
le grazie concesse alla santissima Vergine Maria e la prima di esse è
l’Immacolata Concezione” (Ivi., p. 475). Per questo
motivo, Maria non è semplicemente come Eva prima del peccato, ma fu
arricchita di una pienezza di grazia incomparabile perché Madre di
Cristo, e la Concezione Immacolata fu l’inizio di una prodigiosa
espansione senza soste della sua vita soprannaturale.
4.
Il mistero della santità di Maria deve essere contemplato nella
globalità dell’ordine divino della salvezza per essere colto in
modo armonico e perché non appaia quale privilegio che la separa
dalla Chiesa che è il Corpo di Cristo. Il Padre Massimiliano ha
somma cura nel riannodare la Concezione Immacolata di Maria e la sua
funzione nel piano della salvezza al mistero della Trinità, e in
modo del tutto speciale con la persona dello Spirito Santo. Con
geniale profondità sviluppò i molteplici aspetti contenuti nella
nozione di “Sposa dello Spirito Santo”, ben nota nella tradizione
patristica e teologica e suggerita dal Nuovo Testamento: “Lo
Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la
potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà Santo e chiamato
Figlio di Dio” (Lc 1, 35). È una analogia, sottolinea san
Massimiliano Kolbe, che fa intravedere l’unione ineffabile, intima
e feconda tra lo Spirito Santo e Maria. “Lo Spirito Santo stabilì
la propria dimora in Maria fino dal primo istante dell’esistenza di
lei, ne prese possesso assoluto e la compenetrò talmente che il nome
di Sposa dello Spirito Santo non esprime che un’ombra lontana,
pallida, imperfetta di tale unione” (Gli scritti di Massimiliano
Kolbe, eroe di Oswiecjm e Beato della Chiesa, 3 volumi, Edizioni
Città di Vita, Firenze 1975, vol. III, p 515).
5.
Scrutando con ammirazione estatica il piano divino della salvezza,
che ha la sua sorgente nel Padre il quale volle comunicare
liberamente alle creature la vita divina di Gesù Cristo, e che si
manifesta in Maria Immacolata in modo meraviglioso, il padre Kolbe
affascinato e rapito esclama: “Dappertutto c’è l’amore”
(Ivi., p. 690); l’amore gratuito di Dio è la risposta a
tutti gli interrogativi; “Dio è amore” afferma san Giovanni (1
Gv 4, 8). Tutto ciò che esiste è riflesso dell’amore libero
di Dio, e perciò ogni creatura ne traduce, in qualche modo, lo
splendore infinito. In maniera particolare l’amore è il centro ed
il vertice della persona umana, fatta ad immagine e somiglianza di
Dio. Maria Immacolata, la più alta e perfetta delle persone umane,
riproduce in modo eminente l’immagine di Dio ed è quindi resa
capace di amarlo con intensità incomparabile come Immacolata, senza
deviazioni o rallentamenti. È l’unica ancella del Signore (cf. Lc
1, 38) che con il suo “fiat” libero e personale risponde
all’amore di Dio compiendo sempre quanto egli le domanda. Come
quella di ogni altra creatura, la sua non è una risposta autonoma,
ma è grazia e dono di Dio; in tale risposta vi è coinvolta tutta la
sua libertà, la libertà di Immacolata. “Nell’unione dello
Spirito Santo con Maria l’amore non congiunge soltanto queste due
Persone, ma il primo amore è tutto l’amore della santissima
Trinità, mentre il secondo, quello di Maria, è tutto l’amore
della creazione e così in tale unione il cielo si unisce alla terra,
tutto l’Amore increato con tutto l’amore creato . . . È il
vertice dell’amore” (Gli scritti di Massimiliano Kolbe, eroe
di Oswiecjm e Beato della Chiesa, 3 volumi, Edizioni Città di
Vita, Firenze 1975, vol. III, p 758).
La
circolarità dell’amore, che ha origine dal Padre, e che nella
risposta di Maria ritorna alla sua sorgente, è un aspetto
caratteristico e fondamentale del pensiero mariano di padre Kolbe. È,
questo, un principio che sta alla base della sua antropologia
cristiana, della visione della storia e della vita spirituale di ogni
uomo. Maria Immacolata è archetipo e pienezza di ogni amore
creaturale; il suo amore limpido e intensissimo verso Dio racchiude
nella sua perfezione quello fragile e inquinato delle altre creature.
La risposta di Maria è quella dell’intera umanità.
Tutto
questo non offusca, né sminuisce la centralità assoluta di Gesù
Cristo nell’ordine della salvezza, ma la illumina e la proclama con
vigore, perché Maria deriva ogni sua grandezza da lui.
Come
insegna la storia della Chiesa, la funzione di Maria è quella di far
risplendere il proprio Figlio, di condurre a lui e di aiutare ad
accoglierlo.
Il
continuo approfondimento teologico del mistero di Maria Immacolata
divenne per Massimiliano Kolbe sorgente e motivo di donazione
illimitata e di dinamismo straordinario; egli seppe davvero
incorporare la verità nella vita, anche perché attinse la
conoscenza di Maria, come tutti i santi, non soltanto dalla
riflessione guidata dalla fede, ma specialmente dalla orazione: “Chi
non è capace di piegare le ginocchia e di implorare da Maria in
umile preghiera la grazia di conoscere chi ella sia realmente non
speri di apprendere qualcosa di più su di lei” (Ivi., p.
474).
6.
Ed ora, accogliendo questa esortazione finale dell’eroico figlio
della Polonia ed autentico messaggero del culto mariano, noi,
raccolti in questa splendida Basilica per la preghiera eucaristica in
onore dell’Immacolata Concezione, piegheremo le nostre ginocchia
davanti alla sua immagine e le ripeteremo, con quell’ardore e pietà
filiale che tanto distinsero san Massimiliano, le parole
dell’Angelo:
“Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. Amen.
“Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. Amen.
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