"Nubi
di morte avvolgevano la mia anima... ma Tu, Dio fedele, hai
riscattato la mia vita e hai fatto di me una Creatura nuova"
Dio
opera nella nostra vita ancor prima che ce ne rendiamo conto. L'uomo,
a volte, con le proprie scelte e con la propria condotta, arriva
addirittura a contrastare, a ostacolare, l'azione salvifica di Dio.
Teresa ne fa esperienza diretta nella sua stessa vita, durante un
periodo di crisi che ella stessa narra. Nel ripercorrere la propria
Vicenda umana e spirituale, ella vede ora chiaramente la presenza di
quella Mano che l'ha sempre prevenuta, guidata, accompagnata. Ma
questo è ciò che avviene anche nella mia e nella tua storia!
Questo, però, non impedisce a Dio di continuare a cercare la
risposta dell'uomo, nonostante le sue resistenze, persino dandosi a
lui ancor di più. Così scrive Teresa rivolgendosi a Dio: “ Come
si dimostra Vero che Voi mi amavate assai di più di quanto mi amassi
io" (V 32,5). L'uomo vecchio, offuscato dal peccato e dalle
passioni (parte di figura Scura), e l'uomo rinato a vita nuova grazie
all'opera salvifica di Dio (parte di figura chiara), però, non sono
mai scissi, in quanto la parte oscura rimane comunque presente a
livello latente come condizione di fragilità ereditata dal peccato.
Dio non si impone all'uomo, lo lascia libero di scegliere anche vie
sbagliate, lo lascia libero di allontanarsi da Lui, per poi
manifestarsi come Colui che solo può salvare. Ciò che dà la spinta
a Teresa per uscire dalla sua condizione critica è l'acquisizione
della consapevolezza di "lottare con un'ombra di morte" (V
8,12) che non le consente di vivere in pienezza.
“Con
la Tua Luce hai dissolto le tenebre che CircOndavano la mia Vita"
Dio
è alla ricerca di chi lo voglia accogliere e quando trova risposta
nell'uomo lo rigenera, ne fa creatura nuova, capace di corrispondere
al suo Amore incondizionato mediante il dono gratuito di sé. Si fa
Luce nella Vita dell'uomo, che ora coglie chiaramente la premurosa e
operosa presenza di Dio nella propria storia e nella propria anima.
La consapevolezza di essere un salvato dà all'uomo nuovo il
desiderio e la forza di corrispondere alla grazia di Dio e resistere
agli assalti del nemico delle nostre anime. Teresa si rivolge all'uomo
di oggi come a quello del suo tempo e lo incoraggia, lo incita a
gettarsi Senza paura, anima e corpo, nel servizio a Dio con
"determinata determinazione" (C 21,2), ad operare con
fermezza e decisione, a puntare in alto determinandosi a "grandi
cose" per il Signore. Senza questa determinazione, ci insegna
Teresa, il dono di sé a Dio rischia di Venire Soffocato tanto da
interferenze interne quanto da quelle esterne. Se noi non ci diamo a
Dio con la stessa determinazione con cui Lui si dà a noi, Egli non
può agire in noi e per noi come desidererebbe.Questa tappa offre
un'immagine comunitaria (le mani che ricevono luce dalla lucerna del
Cristo) per voler sottolineare come l'uomo non può salvarsi da Solo,
ma unicamente in un cammino con Dio e con i fratelli. L'uomo Vecchio
vive ripiegato su se stesso, nel proprio egoismo, nel proprio piccolo
mondo. L'uomo nuovo, Con il cuore dilatato dall'amore di Dio, non può
più fare a meno di condividere il cammino con i fratelli e di darsi
a loro.
"Quando
sono caduto, Tu, Signore, mi hai risollevato e incoraggiato a
riprendere il cammino"
Dio
è l'amico vero, l'unico sempre presente e pronto a rialzarci, come
scrive la stessa Teresa:"Nel rialzarmi mi trovavo così sola da
farmi ora stupire se non sono rimasta sempre per terra. Ringrazio
senza fine la misericordia di Dio, perché solo Lui mi stendeva la
mano" (V 7,22). Tutto passa, anche il peccato. Le orme sulla
sabbia, che possono essere cancellate da una folata di vento,
rappresentano qui la transitorietà, la caducità delle cose umane,
delle cose di questo mondo, che l'uomo in cammino lascia alle proprie
spalle, sempre incoraggiato dall'azione di Dio, che lo risolleva, lo
sostiene e accompagna. Il lato oscuro (l'ombra sulla sabbia) perde
sempre più forza e capacità di presa sull'uomo determinato a
proseguire nella via del bene.
"Hai
atteso con pazienza il mio cuore volubile e inquieto per dirmi che
nessuno mi ama come Te"
Man
mano che l'uomo va avanti nel cammino spirituale, prende sempre più
coscienza della fedeltà e dell'Amore di Dio. E'il Padre che lascia
partire il figlio, lo lascia libero di fare le proprie esperienze, lo
lascia Scoprire che quel desiderio di felicità e di amore che Egli
stesso gli ha impresso nel cuore non potrà mai essere pienamente
appagato da nessuna creatura o cosa terrena. E' il Padre che attende
pazientemente il ritorno. E il segno più grande di questo Amore
paziente, fedele, immutabile di Dio per l'uomo è la Croce: "Nessuno
ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici"
(Gv 15,13).
“Con
la mano nella Tua, corro verso la Meta, senza voltarmi indietro“
Il
ricordo delle passate infedeltà, non fa che accrescere nell'uomo
nuovo il desiderio di corrispondere ogni İstante di più a questo
Amore totale, generoso, gratuito, paziente, di cui fa sempre più
esperienza. Ormai, Dio ha conquistato il suo cuore e la sua fiducia,
e a lui non resta che lasciarsi prendere per mano per correre verso
la Meta, senza alcun rimpianto per ciò che si è lasciato alle
spalle. Non c'è più fatica. Non ci sono più tentennamenti, né
rallentamenti. Conquistato e infiammato da questo Amore, l'uomo
inizia ora la sua "corsa da gigante".
“Hai
dilatato il mio cuore e ne hai fatto la Tua dimora"
L’
uomo nuovo è giunto così al possesso di quel tesoro nascosto, di
quella perla preziosa per la quale vale la pena dare via tutti i
propri beni. In Dio, possiede tutto. In Lui, trova il pieno
completamento non solo spirituale, ma anche umano. Egli ha raggiunto
la Meta, e l'incontro con Dio lo rende libero e distaccato da tutto e
tutti. Non si preoccupa di quel che ha lasciato, in quanto è
totalmente preso da questo Amore dato e ricevuto. La rinuncia delle
cose terrene non è dolorosa, perché ormai l'uomo le trascende.
Qui,
questo possesso di Dio è simboleggiato dall'abbraccio avvolgente di
Teresa, come a voler sottolineare una reciproca appartenenza. Ora,
l'anima può cantare: "il mio diletto è mio, e io sono sua"
(Ct 2,16). Questo abbraccio, così forte, avvolgente e totalitario è
il sì di un amore corrisposto a Colui che “ci ha amati per primo"
(1 Gv 4,19). È il gesto di confidenza e fiducioso abbandono di chi
ha riconosciuto il primato attivo di Dio nel condurre la propria
vita. Esso sottolinea, altresì, l'importanza fondamentale che
riveste, in Teresa, la Sacra Umanità di Cristo. L'uomo che accoglie
questo sconfinato Amore di Dio sente dilatarsi l'anima. Dio regna in
questo cuore; fa sentire la Sua presenza, tanto che la creatura non
riesce più a contenerlo: è un amore straripante, profondo e
dirompente, che rompe gli argini del cuore umano per donarsi
totalmente a Dio e agli altri.
"Mio
Signore e mio Dio, Sei Tu il mio TUTTO"
Dopo
aver pronunciato queste parole, all'uomo non resta che rimanere in
silenzio. E' il tempo dell'Adorazione. E' il tempo dell'unione intima
e profonda. E' il tempo di intrattenersi con Lui in un cuore a Cuore,
dove le parole non Servono più.
La
figura di Gesù è protagonista. Egli stesso ci precede e ci invita a
seguirlo dove potremo inginocchiarci davanti al Suo Amore per
adorarlo.
Nubi di morte avvolgevano la mia anima, ma Tu, Dio fedele, hai riscattato la mia vita e hai fatto di me
una
Creatura nuova Con la Tua Luce hai dissolto le tenebre che
circondavano la mia Vita.
Quando
sono caduto, Tu, Signore, mi hai risollevato e incoraggiato a
riprendere il cammino.
Hai
atteso con pazienza il mio cuore volubile e inquieto per dirmi che
nessuno mi ama come Te.
Con
la mano nella Tua, Corro verso la Meta Senza Voltarmi indietro.
Hai
dilatato il mio Cuore e ne hai fatto la Tua dimora.
Mio
Signore e mio Dio, sei Tu il mio TUTTO.
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