Spesso
ho raccolto dalle labbra della mia mamma questa esclamazione: «Figlio
mio, l’orgoglio accieca!». Lì per lì non ho dato tanto peso al
valore di queste parole, ma poi la vita me ne ha svelato il senso
profondamente vero e veramente profondo. Quante volte ho toccato con
mano che l’orgoglio è un’autentica cecità! Quante volte ho
verificato che, a causa dell’orgoglio, alcune persone non riescono
a stabilire un rapporto reale e leale neppure con i fatti e le
situazioni più evidenti. Un caso singolare è Napoleone Bonaparte:
a motivo del suo smisurato orgoglio, egli ha guardato con diffidenza
anche la Madonna e l’ha sentita come una presenza scomoda,
ingombrante e fastidiosa. Ecco i fatti. Napoleone nasce ad Ajaccio,
in Corsica, il 15 agosto 1769. Divenuto adulto, Napoleone avrebbe
dovuto gioire nel ricordare la sua nascita nello stesso giorno in cui
la Chiesa ricorda la nascita di Maria al cielo: era una coincidenza
così bella da far vibrare il cuore di chiunque. No, Napoleone ne fu
irritato perché l’orgoglio, appunto, accieca.
E
l’irritazione crebbe quando egli venne a sapere che nel giorno
dell’Assunta si festeggiava il “voto di Luigi XIII”: questo re
di Francia, infatti, il 15 agosto del 1637 aveva emanato un suo
solenne decreto con il quale metteva la nazione sotto l’esplicita
protezione di Maria. Anche questo fatto doveva far esultare il cuore
di Napoleone. Invece egli non poteva accettare neppure l’idea di un
affidamento della nazione alla Madonna, perché – ecco ancora
l’orgoglio! – la nazione doveva contare esclusivamente sul genio
e sul potere invincibile dell’Imperatore.
Ma
ciò che maggiormente irritò Napoleone fu la lettura del Vangelo,
che la Chiesa propone il giorno della solennità dell’Assunta. La
Chiesa, infatti, non ha trovato un brano migliore del Magnificat per
commentare il miracolo umile e grande della vita della Madonna. In
lei si sono compiute mirabilmente queste parole: «Dio rovescia i
potenti dai troni e innalza gli umili; i ricchi li rimanda a mani
vuote, mentre i poveri li ricolma dei suoi doni» (cfr.Lc 1,52-53).
Potete
però immaginare lo stato d’animo di Napoleone nel sentire
proclamare proprio nel giorno del suo compleanno la più netta e
decisa condanna dell’orgoglio: «Dio disperde i superbi nei
pensieri del loro cuore» (cfr.Lc 1,51)! Sentite che cosa gli venne
in mente: Napoleone con decreto ufficiale del 19 febbraio 1806 abolì
la festa dell’Assunta e la sostituì con la festa di san
Napoleone, compiendo un gesto di inaudita arroganza contro il quale
protestò lo stesso Papa Pio VII, dichiarando «inammissibile che il
potere civile sostituisca al culto della Madonna Assunta in Cielo
quello di un santo introvabile, con una ingerenza intollerabile del
temporale nello spirituale». Ma Napoleone non ascoltò nessuno:
l’orgoglio è cieco e sordo!
E
la conclusione? Tutti la conosciamo. Le parole profetiche, che Maria
aveva pronunciato nel suo incantevole Magnificat, si compirono
puntualmente: anche per Napoleone! Napoleone, infatti, a motivo del
suo orgoglio “fu disperso nei pensieri del suo cuore e fu
rovesciato dal trono”, mentre Maria, dopo l’abdicazione
dell’Imperatore nel marzo del 1814, ha ripreso il suo posto nella
solennità dell’Assunta, anche in Francia, per continuare a
indicare la strada della vera grandezza. Dio voglia che questa
lezione della storia faccia riflettere i “prepotenti” di oggi!
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