PAROLE
DEL SIGNORE
Figlio,
sta' saldo e spera in Me. Che altro sono le parole, se non parole?
Volano per l'aria, ma non scalfiscono la pietra. Se sei colpevole,
pensa di buon animo ad emendarti; se non sei consapevole d'alcuna
colpa, sopporta volentieri ogni contrarietà, per amore di Dio. Non è
una gran cosa che tu sopporti, almeno qualche volta, delle parole
pungenti, tu, che ancora non sei capace di reggere a gravi percosse.
E perché cose tanto piccole ti arrivano fino al cuore, se non perché
sei ancora legato alla carne e badi agli uomini più del necessario?
Evidentemente, perché temi d'essere disprezzato, non vuoi essere
ripreso per i tuoi errori e cerchi scuse per metterli al coperto.
Ma
esaminati meglio, e riconoscerai che dentro di te sono ancora vivi il
mondo ed il vano desiderio di piacere agli uomini. lnfatti, codesta
tua ripugnanza ad essere tenuto in poca considerazione e ad essere
umiliato per i tuoi difetti, è una chiara dimostrazione che non sei
veramente umile, che non sei veramente morto al mondo e che per te il
mondo non è stato crocifisso. Ma ascolta la mia Parola e non darai
importanza nemmeno a diecimila parole degli uomini. Ecco, anche se
contro di te si dicesse tutto quello che la più perfida malizia può
inventare, quale danno ti farebbe questo, quando tu lo lasciassi del
tutto correre e ne facessi conto non più che d'una pagliuzza? Ti si
potrebbe, forse, strappare anche un solo capello? Ma chi non è
raccolto nell'intimo del suo cuore e non ha Dio davanti agli occhi,
si lascia turbare facilmente per una parola di biasimo.
Chi, invece, confida in Me e non ricerca l'appoggio al proprio giudizio, sarà immune dal timore degli uomini. Sono Io, infatti, il Giudice e colui che conosce tutti i segreti; Io so come una cosa s'è svolta veramente; Io conosco chi fa l'offesa e chi la patisce. Per mio volere è uscita quella parola, con il mio permesso è avvenuto questo fatto, "perché siano svelati i pensieri di molti cuori" (Lc 2,35). Io giudicherò il reo e l'innocente, ma prima ho voluto provare l'uno e l'altro con occulto giudizio. La testimonianza degli uomini spesso è fallace; il mio giudizio, invece, è veritiero, resterà immutato e non sarà rovesciato. Il più delle volte resta nascosto e a pochi, nei singoli casi, si fa palese; tuttavia, non sbaglia mai e non può sbagliare, anche se non sembri retto agli occhi di chi manca della sapienza. A Me, dunque, bisogna ricorrere per il giudizio su ogni contesa, e non fidarsi del proprio criterio. Il giusto, infatti, non si turberà, "qualunque cosa gli venga" (Prv 12,21) da Dio. Non se la prenderà molto, anche se gli sarà fatto qualche addebito calunnioso. Ma nemmeno si darà a fatua esultanza, se con buone ragioni verrà da altri discolpato. Il giusto, infatti, considera che sono Io colui che "scruta gli affetti ed i pensieri" (Ap 2,23) degli uomini; Io, che non giudico secondo l'apparente aspetto degli uomini. Spesso, quindi, ai miei occhi è riprovevole ciò che, a giudizio degli uomini, può sembrare degno di lode.
Chi, invece, confida in Me e non ricerca l'appoggio al proprio giudizio, sarà immune dal timore degli uomini. Sono Io, infatti, il Giudice e colui che conosce tutti i segreti; Io so come una cosa s'è svolta veramente; Io conosco chi fa l'offesa e chi la patisce. Per mio volere è uscita quella parola, con il mio permesso è avvenuto questo fatto, "perché siano svelati i pensieri di molti cuori" (Lc 2,35). Io giudicherò il reo e l'innocente, ma prima ho voluto provare l'uno e l'altro con occulto giudizio. La testimonianza degli uomini spesso è fallace; il mio giudizio, invece, è veritiero, resterà immutato e non sarà rovesciato. Il più delle volte resta nascosto e a pochi, nei singoli casi, si fa palese; tuttavia, non sbaglia mai e non può sbagliare, anche se non sembri retto agli occhi di chi manca della sapienza. A Me, dunque, bisogna ricorrere per il giudizio su ogni contesa, e non fidarsi del proprio criterio. Il giusto, infatti, non si turberà, "qualunque cosa gli venga" (Prv 12,21) da Dio. Non se la prenderà molto, anche se gli sarà fatto qualche addebito calunnioso. Ma nemmeno si darà a fatua esultanza, se con buone ragioni verrà da altri discolpato. Il giusto, infatti, considera che sono Io colui che "scruta gli affetti ed i pensieri" (Ap 2,23) degli uomini; Io, che non giudico secondo l'apparente aspetto degli uomini. Spesso, quindi, ai miei occhi è riprovevole ciò che, a giudizio degli uomini, può sembrare degno di lode.
PAROLE
DEL DISCEPOLO
O
Signore Dio, giudice giusto, forte e paziente, che conosci la
fragilità e la cattiveria degli uomini, sii la mia forza e tutta la
mia fiducia; la sola coscienza non mi basta. Tu conosci quello che io
non conosco; perciò, davanti ad ogni rimprovero mi sarei dovuto
umiliare ed avrei dovuto sopportarlo con dolcezza. Perdonami, dunque,
benevolo, per tutte le volte che non mi sono comportato così, e
dammi di nuovo la grazia d'una sopportazione maggiore. È meglio per
me, per ottenere il perdono, la tua sovrabbondante misericordia, che
non la mia pretesa giustizia a difendere ciò che è nascosto nella
mia coscienza. Ed anche se fossi consapevole con me stesso di non
dovermi rimproverare di nulla, non posso per questo ritenermi
giustificato, perché senza la tua misericordia "nessun vivente
davanti a Te è giusto" (Sal 142,2).
Nessun commento:
Posta un commento