“Cari
figli... Invocate il nome di mio
Figlio. Ricevetelo nel vostro cuore. Solo nel nome di mio Figlio
sperimenterete il vero benessere e la vera pace nel vostro cuore.
Solo così conoscerete l'amore di Dio e lo diffonderete. Vi invito a
diventare i miei apostoli” (18.3.2000).
Margate,
Sudafrica, 9 agosto 1998
Veronica
non dorme. Questo dolore che le stringe il cuore la terrà sveglia
fino allo spuntare del sole? Per fortuna Alex, suo marito, sembra
sprofondato in un sonno ristoratore. Spontaneamente, Veronica si
mette a pregare; o piuttosto a “parlare a Gesù”, perché nella
sua semplicità non conosce altre preghiere se non quelle che le
sgorgano dal cuore. Anche quando recita il Padre Nostro, sembra che
lo abbia appena inventato, tanto lo prega con ardore!
È
ancora notte quando Veronica decide di alzarsi e di andare a sedersi
in salotto, in una poltrona che sta dinanzi al crocifisso. Lì dà
libero sfogo al suo cuore. Offre ogni gioia e ogni lacrima a Gesù,
l'unico testimone della sua vita intima. Veronica ama Gesù in modo
indescrivibile. La Sua gioia più grande è affidargli le sue
faccende quotidiane, i suoi congiunti, la situazione degli uni e
degli altri, e poi di interrogarlo: «Gesù, che cosa pensi di
questo?», «In che cosa posso aiutarti?».
Veronica
non calcola il tempo. A che ora ha iniziato a pregare? A un tratto,
eccola afferrata da qualcosa di insolito. Il suo volto diviene
ardente, una luce, sempre più splendente, la abbaglia... Che cosa
succede?
Completamente
cieca
Veronica
è nata in Sudafrica, in una famiglia con otto figli, di fede
cattolica molto fervida e rigorosa. Tutta la famiglia va a Messa ogni
mattina, ai vespri alla sera, e prega insieme il Rosario; la
domenica, inoltre, ama mescolarsi alle Messe africane, in cui la
bellezza dei canti sembra sospendere il tempo. Non si discute questa
pietà, che fa parte integrante della loro vita, come mangiare,
dormire o lavorare. Ma, fin dalla nascita, a causa di un distacco
della retina che le colpisce entrambi gli occhi, rendendola quasi
cieca, Veronica comincia a portare la croce. Durante l'infanzia,
l'occhio sinistro diviene completamente cieco, mentre l'occhio destro
riesce a distinguere il mondo attraverso una sorta di velo grigio
scuro. Poi nel 1977 la cecità diventa completa. Ma che bellezza sul
suo volto! Nel 1956 sposa Alex, direttore finanziario di una grande
azienda di abbigliamento e mette al mondo quattro figli. Alex? Un
angelo sceso dal cielo! Messo da Dio al suo fianco per custodirla
come un tesoro prezioso, è uno di quei mariti che sanno donare alla
loro sposa l'amore tenero e calmo che attingono dal cuore di Dio.
Quel
nome impronunziabile
Quella
notte una luce abbagliante viene dunque a visitare la donna. Dopo un
momento di paura in cui ha il cuore in gola, Veronica si rende conto
che un uomo sta dinanzi a lei, e quest'uomo è Gesù. È
un'apparizione reale o si tratta di una visione? Non ha importanza!
Gesù è ben visibile, è immerso in una tale luce che Veronica è
cosciente solo della sua presenza. Con le mani tese verso di lei,
Gesù dice: «Vieni, alzati e prega con me!».
Allora
Gesù le mostra un piccolo villaggio fra le colline. Veronica non
capisce niente. Vede una chiesa, due campanili sormontati da una
croce, tre finestre ad arco. Vede anche l'interno e nota la seconda
vetrata a destra, con la Vergine dell'Annunciazione. Un po' prima di
diventare completamente cieca aveva viaggiato con Alex in Israele, a
Lourdes, a Fatima, ecc., ma questa chiesa non le dice proprio niente.
E neanche il Villaggio.
«Gesù,
non conosco questo posto!». Allora Gesù la guarda sorridendo e le
dice: «Medjugorje! Lì ti darò la luce e ti mostrerò la via!».
Poi scompare. Veronica si siede in poltrona, sconcertata. È di nuovo
il buio totale. Cerca di capire quello che può succederle. Alex la
raggiunge e la trova in lacrime, lacrime di gioia! Si informa sul suo
stato e riceve la notizia stupefacente:
«Ascolta,
Alex. Gesù è venuto a parlarmi, dice che dobbiamo andare a
Medjugorje, camminare con lui e pregare, mi dice che lì “mi darà
la luce e mi mostrerà la Via”». «Che cosa? Medjugorje?».
Alex
glielo fa ripetere tre volte ed entrambi chinano il capo. Che nome
strano... dove può essere questo luogo?! Veronica fa una descrizione
precisa ad Alex, che prende una matita e disegna il villaggio con la
chiesa. Nei giorni seguenti, eccoli a caccia di tutte le agenzie di
viaggio che riescono a trovare. Ma non ce n'è una in grado di
aiutarli! Quel nome resta un enigma; nessuno ha la minima idea Su
quel posto e, meno ancora, sul paese in cui potrebbe trovarsi! Quel
nome impronunziabile non figura su nessuna carta, su nessun circuito
turistico! Alex passa da un fallimento all'altro. Ma due settimane
dopo un amico telefona loro, entusiasta come mai: «Torno da un
pellegrinaggio fantastico. È un piccolissimo villaggio della Bosnia
in cui la Madonna appare ad alcuni giovani; bisogna assolutamente che
ci andiate, è favoloso! Si chiama Medjugorje».
«Medjugorje?!?».
L'amico spiega come ottenere i visti e, dopo montagne di difficoltà
amministrative, Alex e Veronica salgono sull'aereo. Solo un radar li
dirige: fare ciò che Gesù ha mostrato a Veronica.
Giunti
a Medjugorje, i nostri due amici noleggiano un'auto ed esplorano il
villaggio. Ma Alex non dice niente, si trattiene, esamina... e poi, a
un tratto esclama: «Veronica, proprio così, ci siamo! La chiesa,
con i due campanili, la grande montagna e la croce in cima! Ho
l'impressione di conoscere questo villaggio, è esattamente come
l'hai descritto!».
In
auto sono come due bambini tutti eccitati. Alex descrive il villaggio
per filo e per segno a Veronica, che lascia penetrare profondamente
in sé ogni dettaglio – ogni conferma della sua visione – come un
bacio di Gesù sul suo cuore. Il suo caro Gesù non l'ha ingannata!
Per due giorni, aggrappata al braccio di AleX, percorre Medjugorje e
partecipa a tutti i programmi proposti dalla parrocchia. Alloggiano a
casa di Mira Ostojic e ascoltano con riconoscenza le testimonianze di
questa famiglia che vive con tutto il cuore i messaggi della Gospa.
Il
terzo giorno Mira li porta a casa di Vicka, che deve rivolgersi ai
pellegrini di varie lingue. Alex tenta di proteggere Veronica dalla
folla che si accalca attorno alla piccola scala da cui Vicka parlerà.
Ma eccoli entrambi come prigionieri, incapaci di fare un movimento, a
sinistra o a destra. Quando Vicka arriva e inizia a pregare, tutti
hanno gli occhi fissi su di lei e le persone più basse si alzano in
punta di piedi per vederla meglio.
Alex
mormora all'orecchio di Veronica una descrizione sommaria della
scena, ma a un tratto si ferma, sorpreso da ciò che vede: «Veronica,
Vicka ti guarda! Ti sorride!». «Mi sorride?! Oh, se solo la potessi
vedere!». La cosa più stupefacente, viste le circa cinquecento
persone presenti quel giorno, è che Vicka non smette di rivolgere i
Suoi sorrisi a Veronica.
«Scende
le scale... ti guarda... si dirige verso di te!». «Oh, Alex, se
solo potessi vederla anch'io, sarebbe così bello!», ripete
Veronica.
Improvvisamente,
sente che una mano le si posa sugli occhi. Di sasso per la sorpresa,
si fa tutta ascolto, poiché sente questa lingua strana, questa voce
che prega, questa stessa voce che parlava qualche istante prima... È
Vicka! Vicka che viene a pregare per lei, per i suoi begli occhi
azzurri ciechi! Tutta la folla resta col fiato sospeso in attesa di
quello che avverrà. Dopo un lungo momento di preghiera, Vicka ritira
la mano e Veronica sente che il suo occhio destro ha ripreso vita...
lei Vede!
«Vedo!»,
esclama. Sta sognando? Ma no, tutto questo è ben reale! Il primo
oggetto della sua vista ritrovata è il volto di Vicka. Che sorriso
meraviglioso l'illumina! Ma questa visione è di breve durata perché
Vicka attira Veronica fra le braccia; la stringe con tanta tenerezza
che Veronica tocca un po' di cielo, un po' del cuore di Maria che
scorre attraverso la sua piccola serva. Alex piange di gioia...
Veronica
ha recuperato la vista! La notizia si diffonde come il fuoco in una
foresta quando tira un forte vento nel cuore dell'estate. La sera,
dopo la Messa, padre Slavko chiede a Veronica di venire al pulpito
per la preghiera del Magnificat davanti alla chiesa affollata. Come
ha ragione: Veronica è divenuta un Magnificat vivente, non smette di
ringraziare Dio che le permette di vedere di nuovo. Non avrebbe mai
sperato in quella guarigione! Ma Gesù non dà mai una guarigione
fisica senza toccare anche tutto l'essere in qualche modo, poiché
tutti i suoi doni sono orientati verso la più grande guarigione che
esista: quella dell'anima.
Veronica
non cessa di meditare nel cuore la parola ricevuta quella notte a
Margate: «Lì ti darò la luce e ti mostrerò la via». La via?
Dopo
l'episodio della guarigione, una via si apre per Alex e Veronica.
Spontaneamente si mettono al lavoro per raggiungere tutti i cuori
che, in Sudafrica, non conoscono ancora l'amore di Dio. Alcuni mesi
dopo, propongo loro di collaborare con noi, saranno la nostra piccola
antenna Children of Medjugorje in fondo all'Africa. Ma non sapevo
quello che facevo... hanno superato ogni attesa! Senza nessuna
formazione preliminare come apostoli, con pochi mezzi a disposizione
e talvolta lunghe veglie nella notte, si votano anima e corpo a far
conoscere agli altri quello che ha cambiato la loro vita. Grazie a
loro, i messaggi di Medjugorje sono penetrati in migliaia di case,
salvando vite, risvegliando la fede vacillante o morta di molti,
portando la speranza e seminando la gioia con generosità!
Gli
apostoli degli ultimi tempi
A
Medjugorje, la Madonna ha i suoi piccoli “profeti” e in sedici
anni di missioni per lei, osservo fra loro alcuni tratti comuni
innegabili: sono umili e semplici, regalmente liberi nei confronti
del «che cosa dirà la gente», meditano costantemente la Parola di
Dio e i messaggi di Medjugorje, non li ferma nessuna insidia e, cosa
sorprendente, sono come avvisati dall'interno su ciò che devono
chiedere nella preghiera. Risultato: ottengono quasi tutto ciò che
domandano! È il piccolo esercito di Maria, il suo piccolo “gruppo
d'assalto” che passa dappertutto! Là dove i “grandi” hanno
bisogno di altri “grandi” che li raccomandino e aprano loro certe
porte, questi piccoli profeti non si preoccupano affatto: hanno gli
angeli, i santi, e le cose funzionano talmente meglio!
Il
sole non tramonta mai senza che Veronica abbia un aneddoto da
raccontare. Non smette di ripetere: «Il Signore ha fatto questo o
quello, per questa persona, per quella situazione...». Questo si
chiama essere «innestati nel cielo». Vede che un sacerdote si
comporta con leggerezza? Egli diviene automaticamente il suo figlio
spirituale: non avrà tregua e scuoterà Dio e tutti i santi, finché
il sacerdote non cederà, non piangerà i suoi peccati e non
ripartirà col piede giusto. Vede un giovane nella depressione, nella
droga o nella perversione? Il Signore le suggerisce la causa del suo
male. Quel giovane diventa suo figlio, lei lo porta nel cuore con
tenerezza, prega come Mosè Sulla montagna, o come quei profeti che
non lasciavano mai in pace Dio. Poi fa in modo di avere un breve
colloquio con lui e il giovane rivive!
Veronica
sa toccare le corde del cuore di Dio, ecco il Suo segreto!
Gli
occhi di Veronica somigliano a due acque marine, di un azzurro ancora
più puro del Mediterraneo sotto il sole di luglio. Perché Gesù ha
guarito solo l'occhio destro? Probabilmente per misericordia! Un
giorno, Veronica mi ha confidato che in un certo senso preferirebbe
essere cieca, piuttosto che vedente, poiché vedere può diventare
una tale distrazione per il cuore! E poi ci sono tante cose brutte
oggi!
Gesù
ne ha tenuto conto: ha conservato l'occhio cieco solo per sé, perché
Veronica lo contempli dall'interno e attinga la sua forza da lui; ha
ripristinato la vista dell'altro occhio per permettere a Veronica di
incontrare la miseria del mondo e posare su di essa la bellezza di
Dio.
Tratto
da “Il Bambino nascosto di Medjugorje” di Suor Emmanuel
Nessun commento:
Posta un commento