lunedì 13 dicembre 2021

Fare del bene è una festa… del cardinale Angelo Comastri

Dopo la seconda guerra mondiale, Winston Churchill, che era stato Primo Ministro del Regno Unito negli anni terribili 1939 - 1945, venne ' invitato nel 1948 negli Stati Uniti d'America, dove gli vennero tributati eccezionali onori. Da tutti veniva riconosciuto l'indispensabile contributo da lui dato per giungere alla vittoria nel drammatico conflitto della seconda guerra mondiale:  i nazisti, infatti, mai riuscirono a mettere piede in Inghilterra e Churchill rifiutò sempre ogni compromesso con loro e criticò aspramente il famigerato "Patto di Monaco" che aveva dato il via libera alla pazzia di Hitler. 

Per questo motivo Churchill venne ricevuto al Massachussets Institute of Technology di Boston - ritenuto uno dei massimi centri scientifici del mondo - e il Rettore Magnifico gli rivolse un discorso carico di fiduciosa certezza riguardo al futuro verso cui camminava l'umanità dopo la vittoriosa guerra mondiale contro la barbarie nazista. 

Dopo aver accennato a tutto ciò che la civiltà doveva a Churchill per il suo apporto al superamento del pericolo nazista, l'illustre Rettore si attardò a descrivere le caratteristiche della civiltà post-bellica, che sarebbe la nostra. Sentite cosa disse (!): "Oggi - disse testualmente - tramite la scienza e la tecnica abbiamo preso possesso di ogni aspetto della vita dell'uomo. Oggi solo un piccolo passo ci separa dall'ottenere un dominio completo anche sul pensiero e sul sentimento dell'uomo. Pertanto, grazie alla scienza e alla tecnica, nessun Hitler potrà più spuntare nel mondo, per il semplice fatto che la società odierna rassomiglia ad una grande officina impostata su un progetto buono: e la realizzazione di questo progetto è garantita dalla scienza". Parole folli! Parole incredibili! 

Parole che sono state pronunciate pubblicamente e che sono continuamente smentite dai fatti! Non c'è bisogno - infatti -di fare i nomi dei vari pazzi e criminali che si sono succeduti dal 1948 ad oggi! 

Churchill ascoltò con attenzione. Terminato il discorso, si alzò e, dopo aver ringraziato il Rettore per l'accoglienza, disse con fine ironia tipicamente inglese: "Riguardo al futuro felice da lei annunciato, mi limito a dire soltanto una cosa: spero ardentemente di essere già morto prima che sia realizzato". 

Aveva perfettamente ragione. Non è la scienza - infatti - che può salvare il mondo: Dio solo può salvare il mondo! Il mondo lo salva la Carità. Il mondo lo salva l'Amore. Il male, infatti, è dentro di noi, è nel nostro cuore, è nella nostra libertà che pende verso l'orgoglio e pende verso l'egoismo! E tutti ne facciamo esperienza. 

Pertanto è necessario che ci entri nel cuore la convinzione che c'è qualcosa che non va, dentro di noi, che ci sono spazi di cattiveria dentro di noi: ed è urgente toglierli, è urgente raddrizzare le cose storte che ci portiamo dietro da tanto tempo. E Dio è pronto ad aiutarci e ci tende la mano in Gesù e ci invita a far prestissimo, perché il tempo della vita è breve e corre velocemente e non ritorna più. Ascoltiamo tutti, nel nostro cuore, l'accorato invito di Dio a togliere dal nostro cuore alcune zolle di cattiveria: e la prima cattiveria è l'orgoglio! Che il Salmo 18 definisce giustamente il grande peccato! 

Ma, in concreto, che cosa dobbiamo cambiare prima di tutto? Nel Vangelo Gesù ci dice: "Quando tu fai l'elemosina o un qualunque gesto di bontà, non suonare la tromba davanti a te perché vuoi far vedere agli altri che sei buono: se fai così, tu sei un falso buono! Sei soltanto un esibizionista!". 

E a volte - purtroppo - può accadere. 

E per questo motivo Gesù conclude: "Quando tu fai l'elemosina o un qualunque gesto di bontà e di onestà, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra". Cioè: sii buono, retto e onesto e compi il tuo dovere sempre; sempre! Quando gli altri ti vedono e soprattutto quando non ti vedono; sii buono, retto e onesto davanti agli uomini, ma soprattutto davanti a Dio, che ti vede sempre: se ti metti una maschera di falsa bontà, compi una grande sciocchezza, perché Dio vede anche dietro la maschera. Chiarito questo, nasce una domanda: qual è il primo indispensabile passo che ci avvicina a Dio e ci rende giusti davanti a Lui? La risposta non ha esitazione:  il primo passo per una vita veramente cristiana è il passo della carità. 

Questo passo è la prima conversione, il primo cambiamento che tutti siamo chiamati a fare e, purtroppo, a volte rimandiamo di fare o fingiamo di fare annacquando la carità fino a svuotarla di ogni contenuto. Papa Francesco più volte ci ha invitato a fermarci davanti ad un Crocifisso per un momento di riflessione. Un momento di meditazione. Per fare verità, sulla nostra fede, sul nostro cammino. 

Gesù, con chiarezza ha detto e dice ogni giorno, oggi, ad ognuno di noi, a me, a voi che leggete: 

"questo è il mio Comandamento (Comandamento, notate, non consiglio!),  amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli". La forza e la novità sta nel "come"! "Amatevi come io ho amato voi!". Qualche tempo fa ho ricevuto qui nel mio ufficio la nipote di Gandhi, non sapevo neanche che fosse viva. Non sapevo neanche dove stava, so che sta nel Sud Africa, me lo ha riferito lei. E mi ha detto: "Mio nonno ammirava tanto Gesù, e diceva spesso che il comandamento dell'amore è un vero salto di qualità nella storia dell'umanità!". Quanta verità in queste parole, quanta verità. 

Per questo san Paolo ci ricorda: "Non abbiamo altro debito gli uni verso gli altri, se non quello della carità". E questo vale tutti i giorni e vale con tutti. E scrivendo ai cristiani di Corinto, San Paolo arriva a dire: "Se mi manca la carità, io sono niente". in greco si legge uden eimi; uden vuol dire niente, zero assoluto. 

lo sono niente, davanti a Dio!

Questa convinzione si stampi nel nostro animo e produca quotidianamente dei frutti coerenti. E va subito detto che la carità ha mille espressioni. E se è autentica, non trascura nessuna di queste. Attenti bene!

👼 Carità è il saluto gentile che ci dobbiamo scambiare quando ci incontriamo e non costa niente eppure fa tanto bene (cosa costa un saluto? Cosa costa un sorriso?).

👼 Carità  è  mettere  una  parola   buona   al momento opportuno e tutti lo possiamo fare.

👼Carità è smorzare le tensioni (chi fa questo è un vero pompiere che spegne il fuoco più pericoloso: il fuoco delle rivalità) .

👼Carità è mettere in buona luce gli altri guardando il positivo più che il negativo (e quante occasioni abbiamo!).

👼Carità è rifiutare categoricamente ogni maldicenza .

👼Carità è  rifiutare  di parlare  alle spalle degli altri (la maldicenza purtroppo è un mestiere che non conosce scioperi: Quanto ci sarebbe bisogno di scioperi in questo settore!).

👼Carità è riconoscere il bene fatto dagli altri, superando ogni forma di invidia che è diffusissima e tanto nociva.

👼Carità è fare bene il proprio lavoro; è lo sguardo di benevolenza con cui tutti noi dobbiamo guardarci reciprocamente: per chi crede veramente in Gesù, gli altri non sono dei rivali, ma sono dei fratelli: tutti!

San Paolo ai cristiani di Efeso dà questa raccomandazione: "Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo:' (Ef 4,31-32).

La carità deve essere uno stile di vita, che dà orientamento ad ogni cosa che facciamo.

E vivendo la carità, si diventa felici e si sente una inondazione di Paradiso, che ci riempie l'anima. S. Francesco d'Assisi ha gridato e soprattutto ha vissuto questa meravigliosa esperienza cristiana: e ci ha ricordato che soltanto facendo del bene si diventa felici e si fa esperienza della "perfetta letizia: Perché? Perché la carità ci mette in comunione e in contatto diretto con Dio.

Dio - ricordiamolo tutti  - è il proprietario esclusivo della felicità.

Dio - non dimentichiamolo mai - è l'unico che possa riempire di gioia il nostro cuore.

Una  volta,  vedendo  Madre  Teresa  molto affaticata, mi permisi di dire: "Madre, perché non prende anche lei qualche giorno di ferie?" La Madre mi guardò meravigliata e poi rispose: "Io non ho bisogno  di ferie perché i miei giorni sono tutti festivi.


Fare del bene è una festa! 

Me lo disse tre volte.

Fare del bene è una festa!

Fare del bene è una festa!

L’unica festa!”


Ogni  altra  via  di  felicità  è una  illusione  e, prima o poi, viene smascherata dalla vita. La prova di questa verità la troviamo nei fatti di ogni giorno: quando facciamo del bene agli altri, facciamo del bene anche a noi stessi e lo avvertiamo subito attraverso la pace che entra dentro di noi!

Guardiamo il Crocifisso e diciamo con il cuore e con la mente: "Signore, voglio cominciare io, voglio cambiare io, voglio migliorare io ... e voglio fare subito io il primo passo; un passo bello, profondo, sapiente, saggio ed intelligente: il passo della Carità':

"Voglio farlo io, oggi, ora, adesso; senza aspettare alcun segnale dagli altri".

Se accadrà questo, avremo capito l'Amore di Dio e inizieremo giorni nuovi e vedremo cieli nuovi all'orizzonte, e una traccia di bene si scriverà nella nostra vita.

È ciò che tutti speriamo. E io lo auguro, con tutto il cuore, a tutti voi.

Cardinale Angelo Comastri 




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