giovedì 16 maggio 2024

Il semplice Rosario: una potenza?

Dal 1884, ottobre è il mese del rosario. Fu Papa Leone XIII, che solo sul tema del rosario scrisse 12 Encicliche e molte Lettere apostoliche, a voler introdurre questa particolare devozione per questo mese. Ma perché il Papa attribuì così grande importanza ad una semplice preghiera, che in gran parte consiste solo nella ripetizione delle Ave Maria? Perché era consapevole, e lo aveva sperimentato concretamente, che la Chiesa e il mondo erano e sono gravemente minacciati dal maligno. Ed oggi, più che mai prima, ci troviamo immersi in questa lotta spirituale mondiale. Subito dopo il peccato originale, Dio ha promesso la vittoria sul serpente ad una Donna, Maria, e alla sua discendenza, Gesù; allora è chiaro che anche noi dobbiamo rivolgerci a questa Donna e ricorrere al suo aiuto, perché Dio stesso le ha dato un grande potere. È quindi facilmente comprensibile perché il rosario, nel quale, per così dire, afferriamo la mano della Madonna, abbia degli effetti così grandi. Di questo era convinta anche suor Lucia di Fatima, che nel 1958 ha affermato:

"Da quando la Vergine Maria ha dato una tale potenza al rosario, non c'è problema materiale o spirituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere con il rosario e l'offerta dei nostri sacrifici".

Guidano il gregge dando la mano a Maria

Tutti i Papi del XX secolo, senza eccezione, sono stati Papi che pregavano fervidamente il rosario, a cominciare da Papa Leone XIII fino a san Giovanni Paolo II; ed anche adesso, nel XXI secolo, Papa Francesco dice: "Vi invito a pregare il rosario, e a portarlo tra le vostre mani o nelle tasche. La recita del rosario è la preghiera più bella che possiamo offrire alla Vergine Maria; è una contemplazione sulle tappe della vita di Gesù Salvatore con sua Madre Maria ed è un'arma che ci protegge dai mali e dalle tentazioni". (7 ottobre 2020)

Di Papa Pio XI sappiamo, per esempio, che una volta incaricò un vescovo francese: "Dica ai suoi sacerdoti di pregare molto. Dica loro che il Papa prega ogni giorno il rosario. Fino a che non ha pregato il rosario, la giornata del Papa non è finita". Anche il santo Papa Paolo VI avrebbe potuto dire la stessa cosa, lui che nel 1967 fu il primo Papa ad andare in pellegrinaggio a Fatima.

Il beato Giovanni Paolo I, noto come il "Papa del sorriso", che nel 1978 morì improvvisamente dopo un solo mese di pontificato, ha incantato il mondo non solo per la sua semplicità e naturalezza, ma anche per il suo tenero amore per la Madonna. "Il rosario - una preghiera noiosa?", ha chiesto una volta da cardinale. "Se ci si sa fare, il rosario diventa sguardo gettato su Maria, che aumenta d'intensità a mano a mano che si procede. Può anche riuscire un ritornello, che sgorga dal cuore e che, ripetuto, addolcisce l'anima come una canzone. Preghiera povera, il rosario? E quale sarà, allora, la 'preghiera ricca'? Il rosario è una sfilata di Pater, preghiera insegnata da Gesù, di Ave, il saluto di Dio alla Vergine ... di Gloria... O vorreste - invece - le alte elucubrazioni teologiche? Non si adatterebbero ai poveri, ai vecchi, agli umili, ai semplici. Il rosario esprime la fede senza falsi problemi, senza sotterfugi e giri di parole, aiuta l'abbandono in Dio, l'accettazione generosa del dolore. Dio si serve anche dei teologi, ma, per distribuire le sue grazie, si serve soprattutto della piccolezza degli umili e di quelli che si abbandonano alla sua volontà. ... Il rosario, questa preghiera semplice e facile, mi aiuta a essere di nuovo bambino, non me ne vergogno minimamente".

Il suo successore, il santo Papa del "Totus Tuus", Giovanni Paolo II, nella sua stupenda Lettera apostolica, che nel 2002 ha dedicato appositamente a questa potente preghiera, ha definito il rosario come "la mia preghiera prediletta... nella sua semplicità e profondità... di grande significato... Facendo nostre nell'Ave Maria le parole dell'angelo Gabriele e di sant 'Elisabetta, ci sentiamo spinti a cercare sempre nuovamente in Maria, tra le sue braccia e nel suo cuore, il frutto benedetto del suo grembo' ... Con il rosario il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria... Il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore".

Giovanni Paolo II pregava il rosario ogni giorno e, fino a che le sue forze glielo hanno permesso, lo ha recitato per radio ogni primo sabato del mese. Arturo Mari, che è stato il suo fotografo personale per tanti anni, ha testimoniato: "Alcuni momenti per lui erano sacri. Quando prendeva il rosario e cominciava a pregare niente sembrava più esistere. Si immergeva profondamente nel divino ...Quando aveva terminato la sua preghiera, passava un po' di tempo prima che fosse di nuovo in grado di occuparsi delle cose della vita di ogni giorno. Ma anche allora viveva in un dialogo costante con Dio". Dall'inizio del suo pontificato, Giovanni Paolo II ha sottolineato ripetutamente: "Carissimi fratelli e sorelle, recitate il rosario tutti i giorni! Chiedo vivamente ai Pastori di recitare e di insegnare a recitare il rosario nelle loro comunità cristiane. Per il fedele e coraggioso adempimento dei doveri umani e cristiani propri della condizione di ognuno, aiutate il Popolo di Dio a ritornare alla recita quotidiana del rosario, questo dolce colloquio dei figli con la Madre che hanno accolto nella loro casa". (13 maggio 1997)

E’ indimenticabile per noi anche l'immagine di Papa Benedetto XVI mentre recita il rosario durante le sue passeggiate nei Giardini Vaticani o in vacanza. Egli ha descritto questa preghiera come: "un mezzo spirituale prezioso per crescere nell'intimità con Gesù, e per imparare, alla scuola della Vergine Santa, a compiere sempre la divina volontà. ... Chi, come Maria e insieme con Lei, custodisce e medita assiduamente i misteri di Gesù, assimila sempre più i suoi sentimenti e si conforma a Lui". (19 ottobre 2008)

Una preghiera collaudata dai Santi

Uno dei più grandi apostoli del rosario è stato san Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716), originario della Bretagna. Il suo zelo, il suo temperamento e la sua determinazione non tolleravano mezze misure, anche quando il suo particolare cammino, "sempre e in tutto a Gesù attraverso Maria", venne considerato da molti un motivo di scandalo. Ordinato sacerdote a 27 anni, scrisse: "Sono animato da un grande desiderio di agire affinché Nostro Signore e la sua santa Madre siano amati. Come povero sacerdote desidero spiegare il catechismo alla popolazione rurale e condurre i peccatori alla devozione della Beata Vergine". A tal fine "il missionario apostolico", con mandato papale, organizzò con molto successo oltre 200 missioni popolari in tutta la Francia, durante le quali la croce e il rosario furono le sue "armi principali". Questo apostolo di Maria non solo pregava il rosario con grande predilezione, ma ovunque andava istituiva confraternite del rosario e moltissime persone entrarono a farne parte. Le sue infuocate prediche sul rosario produssero una quantità incredibile di bene come, per esempio, nella città protestante di La Rochelle. Il suo amico Jean-Baptiste Blain raccontò come Luigi Maria una volta, dopo una conferenza, raccomandò fortemente anche alle insegnanti la preghiera del rosario: "Gli chiesero di pregare con tanto favore e amore per Maria, che le giovani signore pregarono l'intero salterio con lui. Da allora in poi lo chiamarono il Prete del lungo rosario'! Portava infatti una corona del rosario con tutti i 15 misteri e lo recitava ogni giorno".

Un'altra volta incoraggiò un peccatore a confidare saldamente, senza scoraggiarsi, nel potere di trasformazione del rosario: "Anche se tu fossi con un piede nel baratro, se tu avessi venduto la tua anima al diavolo come un mago o fossi un eretico incallito, prima o poi ti convertirai se dici ogni giorno il rosario con devozione" . Fino alla fine della sua breve vita di soli 43 anni, il missionario itinerante percorse a piedi circa 25.000 km attraverso paesi e città per assicurare al semplice popolo e al clero: "Maria è la via più veloce a Gesù! Pregate ogni giorno il rosario e, se avete tempo, anche tutti i 15 misteri! Niente rafforza il regno di Dio nel nostro cuore più della preghiera contemplativa del rosario". Anche dopo la sua morte, san Luigi Maria lasciò il segno su intere generazioni di onesti cristiani. Quando, per esempio, quasi un secolo più tardi, i pii abitanti della regione costiera francese occidentale della Vandea resistettero coraggiosamente alla rivoluzione atea, tutti portavano al collo una corona del rosario e cantavano i canti alla Madonna composti da p. Montfort.

Al grande apostolo di Vienna e Varsavia san Clemente Maria Hofbauer (1751-1820) che, nonostante una dura persecuzione, diffuse con successo l'ordine dei Redentoristi a nord delle Alpi, piaceva dire: "Il rosario è la mia biblioteca perché questa preghiera semplice con le sue meditazioni è come ... una biblioteca con molte migliaia di libri stampati sui misteri della fede". Spesso il santo assicurava: "Pregando il rosario ho ottenuto tutto ciò che desideravo". Anche le conversioni più belle, soprattutto delle anime degli agonizzanti! Una volta Maria Rizy, una nipote del grande scrittore Grillparzer, incontrò p. Hofbauer completamente sfinito, che le raccontò di essere stato nella periferia di Vienna da un malato che non si era più confessato da 17 anni, ma che era morto completamente pentito. "Sì, va bene se uno abita lontano in periferia perché allora ho tempo di pregare il rosario per strada e non mi ricordo un peccatore che non si sia convertito, se prima ho avuto il tempo di recitare il rosario" . E sono stati oltre duemila, i malati e i moribondi che il buon pastore ha assistito nei suoi dodici anni viennesi "nell' ora più importante dell'intera vita" , fermamente convinto che "nessuno arriva in Cielo se non attraverso Maria".

Marcel Van (1928-1959), del quale è in corso il processo di beatificazione, come fratello redentorista conobbe sofferenze incommensurabili nei lager vietnamiti. E non solo: a otto anni, voleva già diventare sacerdote, ma per gelosia fu perseguitato nel peggiore dei modi da Vinh, suo maestro e catechista, che minacciandolo lo teneva lontano dai sacramenti; l'unica fonte di forza per il piccolo Van rimase la tenace preghiera del rosario. Senza la santa Comunione, la sua anima “fu colpita da infinita tristezza", come scrisse nella sua autobiografia.

Solo nei momenti della giornata in cui pregavo il rosario sentivo il mio cuore riscaldarsi e potevo godere di un po' di gioia... Anche per restare fedele alla quotidiana preghiera del rosario ho dovuto combattere un'accanita battaglia. Prima mi hanno portato via senza motivo la corona, tuttavia io avevo trovato un modo di recitarlo mettendo nella tasca dei miei pantaloni dieci fagioli neri... ad ogni 'Ave Ma-ria' prendevo un fagiolo e lo mettevo nell'altra tasca. Quando la tasca era vuota, pregavo il `Gloria al Padre'. Poi ricominciavo daccapo. Credevo che questo metodo non venisse notato, ma riuscirono a togliermi anche questo tipo di rosario. Inventai subito una nuova strategia... feci dieci nodi nel cordone dei pantaloni per utilizzarlo come corona del rosario... avendo il mio maestro notato la cosa, mi sottrasse quel cordone così prezioso. Inoltre mi somministrò due solenni ceffoni... Non restandomi altro mezzo, mi servii delle mie dieci dita per contare le Ave Maria senza che nessuno se ne accorgesse. Tuttavia mi dissi: 'Anche se dovessi sacrificare le mie dieci dita, il mio cuore non smetterebbe mai di esprimere il mio amore alla Madonna con la preghiera del rosario . Perché grazie a questa pratica, Maria... mi è venuta sempre in aiuto: ha costretto il diavolo a temermi e non gli è mai riuscito vincermi. Al contrario, ha dovuto accettare ripercussioni impreviste".

Dalla vita di san Padre Pio (1887-1968), il sacerdote segnato dalle stigmate di Cristo, sappiamo che aveva il dono di poter pregare continuamente il rosario, che teneva sempre in mano o intorno al polso. Padre Pio è stato spesso chiamato "un rosario vivente". Al suo padre spirituale confidò: "Il potere del diavolo che mi combatte è terribile". In questa battaglia, il rosario fu evidentemente la sua "arma" più efficace. A questo riguardo Padre Pio raccontò un sogno che aveva avuto: "Ero in coro a pregare, quando fui disturbato da grida che provenivano dal piazzale della chiesa. Mi affacciai alla finestra del coro e mi si presentò alla vista una moltitudine di esagitati che gridavano: 'Abbasso Gesù, abbasso Padre Pio! ' . Allora mi ritirai e, parlando alla Madonna, le riferii quanto visto e sentito: mi diede un'arma piccola, piccola che si poteva tenere in tasca o nascondere tra i capelli, mettendola al collo. Ritornai alla finestra e mostrai quest'arma, agitandola sotto gli sguardi di quei forsennati: tutti stramazzarono a terra, tramortiti. A quel punto mi rimisi a pregare. Ma dopo un po' sentii ancora un vocio diffuso, proveniente sempre dal piazzale. Mi dissi: `Sono ancora vivi?'. Mi affacciai e vidi tanta, tanta gente. Chiesi: 'Chi siete? Gridarono: 'Viva Gesù, viva la Madonna, viva Padre Pio!'. 'Ah, siete i miei figli? Allora fate i buoni cristiani, recitate sempre il rosario e nessuno vi torcerà un capello '." Accadeva che Padre Pio, la sera dopo essersi messo a letto, non trovasse subito una delle sue corone del rosario che aveva poggiato sul comodino, lasciato sotto il cuscino o altrove. Sereno, soleva rivolgersi al confratello p. Onorato Marcucci, che gli stette accanto durante gli ultimi quattro anni di vita: "Dammi l'arma ... con questa si vincono le battaglie" .

La vigilia della sua morte, quasi come un testamento, Padre Pio affidò ai suoi figli spirituali queste parole: "Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il rosario!" 

Alla missionaria di gran lunga più famosa del XX secolo, santa Teresa di Calcutta (1910-1997), la fiducia nella Madonna era stata trasmessa nella sua famiglia in Albania, quando era la piccola Agnes "Gonxa", "bocciolo di rosa", come la chiamavano a casa. Nel 1987, al Congresso Internazionale Mariologico di Kevelaer, in Germania, le fu chiesto il motivo del suo grande successo missionario e Madre Teresa raccontò un fatto risalente all'infanzia, per lei indimenticabile, che aveva segnato tutta la sua vita: "Devo a mia madre l'amore per la Madonna: a sette o otto anni stavo facendo una passeggiata con lei nel parco e mamma mi teneva per mano; ad un certo punto mi disse: 'Lasciati condurre sempre per mano dalla Madonna così come sto facendo io adesso'. E quindi non faccio altro che lasciarmi condurre dalla Mamma Celeste. È questo il segreto del mio successo".

Tutto il mondo è testimone di come Madre Teresa ogni minuto libero facesse scorrere tra le dita il rosario, cosa che raccomandava anche alle sue figlie spirituali, le Missionarie della Carità. "Dobbiamo recitare il rosario nelle strade e nei 'buchi' oscuri dei bassifondi. Aggrappatevi al rosario come l'edera si attacca all'albero, perché senza la Vergine non possiamo reggerci in piedi".

Ad un reporter che una volta gli chiese quanti rosari recitasse al giorno, rispose: "Non li conto". Anche nella cappella, la Madre non lasciava mai il filo di perle mariano e diceva: "Quando recitiamo il rosario davanti al Santissimo Sacramento, amiamo Gesù con il cuore di Maria. Quando recitiamo il rosario davanti al Santissimo Sacramento, doniamo a Gesù la perfetta adorazione di Maria. Uniamo il nostro amore per Gesù alla lode e all'amore perfetto di Maria. Gesù accoglie la nostra ora di adorazione come se avesse pregato Maria stessa. La debolezza della nostra fede o la miseria del nostro amore sono poco importanti, Maria ci accoglie nel suo cuore e Gesù accoglie la nostra adorazione come se venisse direttamente dal cuore di Maria, sua Madre. Il Cuore Immacolato di Maria completa ciò che manca al nostro cuore".

Solo nel 2007, attraverso le pubblicazioni di lettere e appunti dei diari di Madre Teresa nel libro "Vieni, sii la mia luce", si è saputo che la santa ha sofferto per oltre 40 anni a causa di una terribile oscurità interiore, permessa dal Signore, iniziata quando nel 1948 seguì la chiamata ad andare dai più poveri tra i poveri nelle strade di Calcutta. "Questo terribile senso di perdita, questa indicibile oscurità, questa solitudine, questo continuo ardente desiderio di Dio... e Lui non è qui... non posso descrivere lo strazio e la sofferenza". All'esterno nessuno sospettava nulla, e la stessa Madre Teresa si aggrappava sempre a Maria, come una bambina. Quando poi le sue sofferenze diventavano insopportabili, pregava quasi esclusivamente il rosario – un' Ave Maria dopo l'altra: "C'è stato un momento in cui mi sono quasi rifiutata di accettare. Deliberatamente ho preso il rosario e pian piano, senza neanche meditare o pensare, l'ho recitato lentamente e con calma. Quel momento è passato, ma le tenebre sono così oscure e il dolore così straziante. Ma accetto qualsiasi cosa Lui dà e do qualsiasi cosa Lui prende".

Questa esperienza del "non poter pregare " fa pensare anche al cardinale vietnamita Francois-Xavier Van Thuan (1928-2002) del quale si sta concludendo il processo di beatificazione. Nell'Anno Santo 2000, durante il ritiro quaresimale per Papa Giovanni Paolo II e la Curia romana, ha raccontato questa esperienza della sua vita: "Oggi sono qui davanti a voi come un povero ex detenuto che ha passato più di tredici anni in carcere, di cui nove in isolamento. Il 15 agosto 1975... sono stato arrestato. Con un rosario in mano ho lasciato la mia casa e durante il viaggio verso il carcere ho capito che avrei perso tutto... Dopo la mia liberazione, molti hanno detto: `Padre, in carcere ha avuto molto tempo per pregare'. Ma non è così semplice come si potrebbe pensare. Il Signore ha permesso che percepissi tutta la mia debolezza, la mia fragilità fisica e spirituale... Immaginatevi una settimana, un mese, due mesi di silenzio... Ma quando diventano anni, allora è un'eternità. Ci sono stati giorni in cui, logorato dalla stanchezza, stremato dallo sfinimento e dalla malattia, non sono stato capace di dire una sola preghiera! ... Quando in quello stato non riuscivo a pregare, di solito mi rivolgevo alla Madonna e dicevo: 'Madre, tu vedi che sono proprio alla fine. Non mi riesce di dire neanche una preghiera. Quindi voglio dire solo `Ave Maria', con tutto il cuore. Mettendo tutto nelle Tue mani, voglio ripetere: 'Ave Maria'. Ti chiedo di fare arrivare questa preghiera a tutti quelli che ne hanno bisogno, nella Chiesa, nella mia diocesi'."

Tratto dalla rivista “IL TRIONFO DEL CUORE” – Maggio Giugno 2024

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