C'era una
volta, e c'è ancora adesso, un angelo custode.
Era un angelo
come tanti altri, ma era molto triste perché era custode e
protettore di un bambino così discolo che non si era mai visto. Si
chiamava Pino, ma ogni volta che lo chiamavano lui rispondeva: "Chi?
Io?", e così tutti iniziarono a chiamarlo Pinocchio.
Pinocchio era
svogliato, disubbidiente, qualche volta cattivo e tutte le volte il
suo angioletto si disperava e non sapeva più come fare per
trattenerlo.
Finché un
giorno ebbe un'idea grandiosa. Chiese un colloquio con Dio e quando
si trovò alla sua presenza espose la sua proposta. Chiese il
permesso di scendere sulla terra e di parlare con Pinocchio sicuro in
questo modo di riuscire a convincerlo a cambiare vita. Dio ci pensò
un po' su' ed infine accordò all'angioletto il permesso di fare
quest'ultimo tentativo, ma con la promessa di non toccare la terra
con i piedi, altrimenti non avrebbe più potuto risalire in cielo.
L'angioletto allora chiese timidamente come avrebbe fatto a non
poggiare i piedi per terra, ma Dio non fece altro che sorridere
facendo gli auguri di buona fortuna.
L'angioletto
cominciò a girovagare per il cielo volando da una nuvola all'altra
pensando a come poter scendere sulla terra mantenendo i piedi
separati da essa.
Ad un tratto fu
attirato dal vociare di alcuni angeli che stavano giocando su di una
nuvola attrezzata con un'altalena. Immediatamente capì che aveva
trovato lo strumento adatto per la sua missione.Aiutato dagli altri
angioletti riuscì a costruire una altalena con le corde lunghe dal
cielo alla terra. L'angioletto si accomodò sul sedile e si
raccomandò con gli amici di farlo scendere lentamente e poi di
trattenere le corde fino al suo segnale di risalita. Per l'occasione
aveva vestito il suo abito migliore, quello delle grandi occasioni,
un frac tinta nuvola completo di bastone e cappello.
Cominciò la
discesa finché non si trovò sospeso a mezz'aria in attesa di
Pinocchio.
E Pinocchio non
si fece attendere; incuriosito dal personaggio così strano subito si
avvicinò domandando chi fosse e come mai avesse la faccia così
triste.
L'angioletto
iniziò la sua storia da quando era stato assegnato come suo custode
elencando tutti i dispiaceri che aveva passato per colpa sua, e ad
ogni nuova avventura aggiungeva un granellino di sabbia sulla piccola
bilancia che teneva in mano, la quale pendeva inesorabilmente in un
solo senso.
Pinocchio lo
ascoltò con attenzione; ma lui era furbo; non era mica un bambino
che credeva agli angioletti, e così con una alzata di spalle fece
per andarsene. L'angioletto disperato vedendo sfuggire il suo
protetto cominciò a chiamarlo dicendo che non poteva scendere
dall'altalena in quanto non sarebbe più potuto risalire.
Pinocchio si
fermò; tornò indietro, guardò l'angioletto in lacrime e gli disse
che gli avrebbe creduto se gli avesse fatto vedere il cielo sopra le
nuvole. L'angioletto ci pensò un poco su', poi decise che una vita
salvata valeva pure una sgridata del "Capo".
Fece salire
Pinocchio sull'altalena e diede ordine ai suoi amici di tirare
su.
L'altalena non si mosse.
L'angioletto gridò più forte; niente; come prima.
L'altalena non si mosse.
L'angioletto gridò più forte; niente; come prima.
Pinocchio stava
per prendersi la sua rivincita quando l'angelo cominciò ad
arrampicarsi su una delle corde. Svelto come un gatto anche lui lo
seguì dall'altra corda ed insieme salirono fino alle nuvole. Quando
arrivarono su, videro che gli amici erano tutti addormentati e quindi
non avevano udito il comando di risalita.
Ma se loro
avevano lasciato le corde dell'altalena, come mai non era caduta
sulla terra?
I due si
accorsero allora che le corde proseguivano in alto, su un'altra
nuvola. Ripresero a salire, arrampicandosi finché non spuntarono
dall'altra parte.
Si trovarono di
fronte al "Capo" che aveva le corde dell'altalena legate ad
un dito e li guardava sorridendo. Pinocchio che era davanti si voltò
indietro in direzione dell'angioletto per chiedere spiegazioni e con
immenso stupore si accorse che il viso dell'angelo era diventato
uguale al suo, come una goccia d'acqua.
A quel punto
capì tutto, capì che era tutto vero quello che aveva ascoltato
dalla bocca dell'angelo, capì che era di fronte a Dio e capì che di
fronte a Dio tutti gli angeli custodi sono visti con lo stesso volto
degli uomini di cui sono custodi sulla terra.
Ridiscese
trasformato, e cominciò a mettere in pratica quello che tutti gli
avevano insegnato e lui non aveva mai seguito.
Un giorno
ripassò nel luogo in cui aveva incontrato l'angelo e ci trovò
ancora l'altalena. Si sedette e cominciò a dondolarsi, felice di
sentirsi cullato dalla mano di Dio. Guardò in alto e vide sopra la
nuvola il "suo" angioletto sorridente con in mano la stessa
bilancia del primo incontro; questi cominciò a versare la sabbia del
piatto su Pinocchio trasformandola in una pioggia di polvere dorata
che ricoprì il suo cuore e lo riempì di felicità.
Oggi Pinocchio
non ha più bisogno di andare a dondolarsi sull'altalena per sentirsi
vicino al Padre che è nei cieli, ma ancora oggi i suoi bambini prima
di addormentarsi alla sera vogliono ascoltare la stupenda avventura
del loro papà e del "suo" angioletto.
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