ZELO PER IL
LUOGO SANTO. - «Signore, dice il Salmista, io ho amato il
decoro della vostra casa e il luogo in cui dimora la vostra gloria;
mi sento divorare dallo zelo per l'onore della vostra casa» (LXVIII,
10). «O quanto sono amabili e cari i vostri padiglioni, Signore
delle virtù! L'anima mia muore del desiderio di entrare negli atrii
del Signore. Il passero trova una dimora e la tortorella un nido in
cui deporre i suoi pulcini; per me, o Dio delle virtù, mio Re, mio
Dio, sono nido e dimora i vostri altari» (Psalm. LXXXIII, 1,
3-4).
Gesù Cristo si è mostrato ardentissimo di zelo per la santità della casa del Padre suo... Tutti i santi, tutti i veri cristiani hanno sempre spiegato zelo grandissimo per il luogo santo, per il tempio, sia nel frequentarlo, sia nell'ornarlo, sia nello starvi con ogni modestia, raccoglimento, rispetto interiore ed esteriore, ecc.
Gesù Cristo si è mostrato ardentissimo di zelo per la santità della casa del Padre suo... Tutti i santi, tutti i veri cristiani hanno sempre spiegato zelo grandissimo per il luogo santo, per il tempio, sia nel frequentarlo, sia nell'ornarlo, sia nello starvi con ogni modestia, raccoglimento, rispetto interiore ed esteriore, ecc.
SANTITÀ DELLA
CASA DI DIO. - «Sarà dunque credibile che Dio abiti
veramente su la terra?», esclamava Salomone quando ebbe fabbricato
il tempio di Gerusalemme: «Abiterà dunque questa casa, quel Dio che
né il cielo, né i cieli dei cieli possono contenere?» (III
Reg. VIII,
27). «Sì, gli rispose il Signore, io ho veramente
santificato questa dimora che tu mi hai fabbricato, affinché io
ponessi qui per sempre il nome mio; e i miei occhi e il mio cuore
saranno qui tutti i giorni» (II Reg. IX, 3).
Tu, o Signore dell'universo, pregavano
i sacerdoti che purificarono il tempio ai giorni di Giuda Maccabeo,
tu che non hai bisogno di nessuno, hai voluto che il tempio, luogo di
tua abitazione, fosse in mezzo a noi. Ed ora, o Santo dei Santi,
conserva pura e santa questa casa» (II Mach. XIV, 35-36). «Io
inonderò di gloria la casa in cui risiede la mia maestà» (ISAI.
LXI, 7), disse il Signore, quindi a ragione il Salmista esclamava:
«La santità conviene alla vostra dimora, o Signore, per tutta la
durata dei giorni» (Psalm. XCII, 7).La casa dove abita la
maestà e la gloria di Dio è la chiesa, sono i templi; sia perché
questi splendono per marmi, oro e gemme, e i re e i principi e il
mondo intero vi si, prostra per adorarvi Dio; sia perché Dio vi
abita corporalmente, vi si offre la santissima e nobilissima vittima
di espiazione e il Signore vi manifesta la sua presenza e maestà con
un'infinità di prodigi e di grazie che opera a favore dei cristiani.
Tutto nelle nostre chiese è santo e invita alla santità: l'acqua
benedetta..., il fonte battesimale..., i tribunali di
riconciliazione..., il pergamo.., la croce..., la tavola
eucaristica..., gli altari..., e principalmente il tabernacolo dove
si conserva giorno e notte il santissimo Sacramento del corpo, del
sangue, dell'anima, della divinità di Gesù Cristo.
RISPETTO AL
LUOGO SANTO. - Curvatevi, esclama il Salmista, innanzi al
grande Iddio abitante nello splendore del suo santuario; tremate al
suo cospetto» (Psalm. XCV, 8). «Io mi accosterò all'altare
di Dio, del Dio che allieta la mia giovinezza» (Psalm. XLIII,
4). «Quando entri nella casa di Dio, misura i tuoi passi, dice
l'Ecclesiastico, e accostati per udire» (Eccli. IV,
7). Dio intima nel Levitico: «State tremebondi nel mio
santuario, io il Signore» (XXVI, 2). Giacobbe vide in sogno una
scala il cui piede posava in terra e la sommità poggiava in cielo;
vide ancora gli angeli di Dio salire e scendere e in capo ad essa il
Signore in persona che gli disse: Io sono il Signore Iddio di Abramo
e d'Isacco tuo padre. Al destarsi dal sonno, Giacobbe esclamò:
Veramente il Signore abita qui ed io non lo sapevo. Come tremendo è
questo luogo! è proprio la casa di Dio e la porta del cielo (Gen.
XXVIII, 16-17). Ora se Giacobbe al suo svegliarsi fu compreso da
tanto rispetto, per quello che aveva veduto il sogno, quanto più
riverenti e rispettosi devono mostrarsi i cristiani nei nostri tempi
nei quali la realtà è sottentrata alla figura! Se Dio comanda al
suo popolo di tremare al cospetto del suo santuario di Gerusalemme,
il quale non era che una lontana e sbiadita immagine dei santuari
cristiani, da quale rispetto e venerazione non devono essere presi
nella casa stessa di Dio!... Rispetto esteriore, o contegno umile,
modesto, riverente...
NEL TEMPIO
DOBBIAMO ADORARE E RINGRAZIARE DIO E FARGLI DELLE OFFERTE.
- «Venite a rendere al Signore la gloria che è dovuta al suo nome,
dice Davide, entrate nei suoi padiglioni portandogli offerte, e
adoratelo nel suo tempio» (Psalm. XCV, 7-8). L'Ecclesiastico
ci ammonisce di non comparire a mani vuote innanzi a Dio
(Eccli. XXXV, 6). Il nostro cuore principalmente deve essere pieno di adorazione e di amore. Questi sono gli olocausti, queste le vittime che il Signore gradisce (ISAI. LVI, 7).
Noi dobbiamo sentirci compresi di riconoscenza alla vista della casa di Dio, perché qui siamo stati rigenerati; qui siamo purificati dalle nostre sozzure; qui otteniamo la luce; qui ci uniamo a Gesù Cristo e ci nutriamo della sua carne e del suo sangue. «Servite al Signore nella gioia, canta il Salmista, entrate a lui con lieta faccia e cuore allegro. Venite inneggiando nel suo palazzo, venite giubilando nei suoi padiglioni, lodatelo, magnificatelo, beneditelo» (Psalm. XCIX, 2-4); pregatelo, perché la chiesa è il luogo di orazione per eccellenza; il tempio cattolico è casa di preghiera (MATTH. XXI, 13).
(Eccli. XXXV, 6). Il nostro cuore principalmente deve essere pieno di adorazione e di amore. Questi sono gli olocausti, queste le vittime che il Signore gradisce (ISAI. LVI, 7).
Noi dobbiamo sentirci compresi di riconoscenza alla vista della casa di Dio, perché qui siamo stati rigenerati; qui siamo purificati dalle nostre sozzure; qui otteniamo la luce; qui ci uniamo a Gesù Cristo e ci nutriamo della sua carne e del suo sangue. «Servite al Signore nella gioia, canta il Salmista, entrate a lui con lieta faccia e cuore allegro. Venite inneggiando nel suo palazzo, venite giubilando nei suoi padiglioni, lodatelo, magnificatelo, beneditelo» (Psalm. XCIX, 2-4); pregatelo, perché la chiesa è il luogo di orazione per eccellenza; il tempio cattolico è casa di preghiera (MATTH. XXI, 13).
IL LUOGO SANTO
È CASA DI ORAZIONE. - La preghiera, fatta nella chiesa,
ha maggior efficacia che ogni altra fatta altrove: 1° perché la
preghiera fatta nel tempio è un'invocazione pubblica di Dio, è un
omaggio di lode e di adorazione che gli si presta in faccia al
popolo; 2° perché quivi le preghiere sono tutte unite e si
sorreggono a vicenda; 3° perché il luogo in cui si prega è la casa
di Dio. «La mia casa, disse già il Signore per bocca di Isaia, sarà
chiamata da tutti i popoli casa di orazione» (LVI, 7).
Ecco la consolante descrizione che ci
fa la sacra Scrittura delle grazie che ottiene la preghiera fatta nel
luogo santo. Gli occhi del Signore saranno aperti giorno e notte su
questa casa, per esaudire la preghiera dei suoi servi e le suppliche
del popolo e per usare loro la misericordia. Se l'esercito fuggirà
sbaragliato innanzi alla spada nemica perché ha peccato e farà
penitenza e renderà gloria al nome di Dio, venendo a pregarlo e
implorare misericordia nel tempio santo, Dio lo esaudirà e gli
perdonerà il peccato. Se a cagione dei peccati del popolo, il cielo
sarà di bronzo e la siccità inaridirà i fonti e brucerà le
campagne, venga esso nel luogo santo, vi si prostri gemente e
contrito, si converta e ne partirà esaudito. Se la fame, o la peste,
o miasmi infetti triboleranno la terra; se la nebbia, o le locuste, o
la crittogama roderà le messi; se il nemico cingerà di assedio una
città; se qualche terra sarà colpita da malattie; ed egli, questo
popolo, e qualche suo figlio leverà le mani sue al Signore su la
soglia del tempio, sarà esaudito nelle sue preghiere. Chiunque,
insomma invocherà il nome di Dio nel luogo santo se ne partirà
esaudito nei suoi voti (III Reg. VIII). Perciò il Salmista
diceva: «La mia voce ha risuonato nel tempio del Signore, i miei
gemiti giunsero alle sue orecchie, ed egli ha fatto paghi i miei
desideri» (Psalm. XVII, 17).
UTILITÀ CHE
PROVENGONO DAL LUOGO SANTO. - «Inviate, o Signore, dice
il Salmista, la vostra luce e la vostra verità; esse mi hanno
condotto ed introdotto nel monte santo, nei tabernacoli vostri»
(Psalm. XLII, 3). L'uomo che trova le sue delizie nello stare
nella casa del Signore, fiorirà nell'atrio di Dio, darà frutti e
sarà pieno di vita e di bellezza (Psalm. XCI, 13). Ecco
perché la Sposa dei Cantici diceva: «Io ti fermerò nella casa
della madre mia (la Chiesa); quivi tu m'istruirai» (Cant.
VIII, 2). Il tempio cattolico è pieno di grazie, di aiuti, di
ricchezze d'ogni maniera.
«Io porrò il mio tabernacolo in mezzo
a voi, disse il Signore e l'anima mia non vi rigetterà da sé.
Camminerò tra di voi e sarò vostro Dio e voi sarete mio popolo»
(Levit. XXVI, 11-12). « E' il mio tempio, soggiunge, sarà un
padiglione che vi difenderà dall'ardore del sole, dalla pioggia e
dalle tempeste (delle passioni e delle tentazioni)» (ISAI. IV, 6).
Nel Vangelo si legge che i ciechi e gli zoppi si avvicinavano a Gesù
Cristo nel tempio ed egli li guariva (MATTH. XXI, 14). Veramente non
vi è nazione così grande che abbia i suoi dèi così vicini a sé,
come il Dio nostro è presente a tutte le nostre preghiere! (Deuter.
IV. 7).
FELICITÀ CHE
SI GUSTA NEL LUOGO SANTO. - «Beato, dice il Signore,
Iddio nei Proverbi, beato colui che passa i suoi giorni negli atrii
della mia casa, beato chi sta vegliando su la soglia della mia
dimora! Chi trova me, trova la vita» (Prov. VIII, 3-35).
«Felici, esclama Davide, coloro che dimorano nella vostra casa, o
Signore! essi vi loderanno per i secoli dei secoli!» (Psalm.
LXXXIII, 5). «Io esultai nel sentirmi dire: Vieni, andremo nella
casa del Signore; perché val meglio un solo giorno passato nei
vostri atrii, o Signore, che non mille altrove» (Psalm.
CXXI, 1; Psalm. LXXXIII, 10).
Ah sì! fortunati quelli che
frequentano la chiesa; qui discende la grazia e la pace; qui si trova
il latte e il miele; qui sgorgano le lagrime che purificano, che
restituiscono l'innocenza, Nel tempio una luce soprannaturale dissipa
le tenebre, la debolezza scompare e l'anima si invigorisce,
nutrendosi di Dio, unendosi a lui e in lui trasformandosi. Qui si
opera tutti i giorni il più stupendo dei miracoli, si apre il cielo
e un Dio discende su gli altari. Qui abita del continuo un Dio sempre
disposto a benedirci e colmarci di ogni sorta di favori; qui milioni
di angeli stanno pronti ad adorare il loro re, a ricevere le nostre
preghiere, i nostri desideri e presentarli alla maestà e alla
misericordia di Dio... Che felicità non è dunque amare il luogo
santo, visitarlo sovente e fermarvici lungo tempo!... Qui si adempie
in tutta la pienezza quella promessa del Signore: «Io li condurrò
su la mia montagna santa, e li colmerò di delizie nella casa della
preghiera» (ISAI. LVI, 7).
SIGNIFICATO
MISTICO DEL TEMPIO. - La lunghezza del tempio è l'emblema
della longanimità della Chiesa; perché nel suo pellegrinaggio, ella
pazientemente sopporta tutte le avversità, finché giunga alla vera
patria. La sua lunghezza raffigura la carità della Chiesa, per cui,
dilatando le sue viscere, abbraccia in Dio non solamente i suoi
amici, ma anche i suoi nemici; finché venga il tempo in cui questi
siano o convertiti, o vinti per sempre. La sua altezza significa la
speranza della futura risurrezione che la Chiesa pazientemente
aspetta e nella gioia e nel pianto; perché ella è superiore a tutti
gli avvenimenti e a tutte le catastrofi umane e sempre si avanza
finché arrivi al possesso dei beni del Signore nella regione dei
viventi. Le colonne del tempio simboleggiano la sapienza e la
solidità della Chiesa e sono anche la figura degli apostoli e dei
dottori.
Guardato sotto altro aspetto, il tempio
rappresenta nella sua lunghezza, l'eternità di Dio e l'immortalità
dell'anima; nella sua larghezza, la misericordia divina; nella sua
altezza, l'immensità di Dio; nelle sue colonne, la potenza e tutti
gli attributi divini.
Le chiese sono ordinariamente fabbricate in modo che chi vi prega, guardando all'altare maggiore, volge la faccia all'oriente e ciò non senza profonde, mistiche ragioni, delle quali sono queste le principali: 1° Per riconoscere i benefizi di cui il sole è lo strumento e per renderne grazie a Dio; 2° perché l'oriente è la più nobile parte del mondo, da esso venendo ci la luce e il sole; 3° perché il paradiso terrestre, da cui fummo scacciati nella persona di Adamo, era situato all’oriente; 4° perché Gesù Cristo su la croce era volto con la faccia all'occidente, quindi pregando noi volti all'oriente, guardiamo in faccia a Gesù Cristo crocefisso; 5° perché Dio è la luce vera, il vero oriente...
Le chiese sono ordinariamente fabbricate in modo che chi vi prega, guardando all'altare maggiore, volge la faccia all'oriente e ciò non senza profonde, mistiche ragioni, delle quali sono queste le principali: 1° Per riconoscere i benefizi di cui il sole è lo strumento e per renderne grazie a Dio; 2° perché l'oriente è la più nobile parte del mondo, da esso venendo ci la luce e il sole; 3° perché il paradiso terrestre, da cui fummo scacciati nella persona di Adamo, era situato all’oriente; 4° perché Gesù Cristo su la croce era volto con la faccia all'occidente, quindi pregando noi volti all'oriente, guardiamo in faccia a Gesù Cristo crocefisso; 5° perché Dio è la luce vera, il vero oriente...
DIO PUNISCE LA
PROFANAZIONE DEL TEMPIO. - Quanto inesorabile e severo si
mostri Dio nel punire i profanatori del luogo santo, si vede nel
castigo inflitto all'imprudente Eliodoro, ministro del re Apollonio.
Infatti, ci narra il sacro Testo che avendo avuto Eliodoro la
temerità di entrare nel tempio di Gerusalemme, per profanarlo e
saccheggiarlo, l'onnipotenza di Dio si fece visibilmente manifesta:
atterrate per forza soprannaturale tutte le persone del suo
corteggio, furono prese da orribile sgomento e paura. In quanto a
Eliodoro, un cavallo montato da terribile cavaliere, magnificamente
vestito, l'investì furiosamente a calci, mentre due altri giovani di
virile beltà, ornati di vaghe vesti, lo battevano senza posa,
dandogli molte sferzate. L'infelice cadde privo di sensi per terra e
involto com'era da densa caligine, fu portato fuori del tempio e
giaceva muto e senza speranza di riavere la salute. Fortunatamente
per lui, il gran sacerdote Onia con le sue preghiere gli ottenne la
guarigione. Avendogli poi il re dimandato qual persona egli credesse
capace di ritentare l'impresa: Sire, gli disse Eliodoro, se avete
qualche nemico di cui vogliate liberarvi, mandatelo nel tempio di
Gerusalemme e vi so dire che o non lo vedrete più o lo vedrete fatto
a brani a forza di battiture, perché vi è manifestamente una virtù
divina in quel luogo: Colui che abita nei cieli è quivi presente e
protettore; percuote e disperde coloro che vi s'introducono con
cattivo disegno (II Machab. III, 39).
Io darò alle fiamme il tempio di
Gerusalemme, dice l'empio Nicanore furibondo d'ira; ed ecco che per
giusto giudizio di Dio questo profanato re sacrilego ha tronca la
testa e tagliata la mano destra che aveva disteso contro il tempio; e
quel capo e quella mano colpevoli furono appese alle porte di
Gerusalemme (I Mach. VII, 35).
Il Vangelo ci dice che entrato Gesù
nel tempio e vedutane la profanazione, preso da zelo di Dio, fece un
flagello di funi e cacciò via tutti quelli che vi stavano
negoziando, rovesciò i banchi dei cambisti, dicendo a tutti: «Sta
scritto che la mia casa è casa di orazione e voi ne fate una
spelonca di ladroni» (MATTH. XXI, 13), La vendetta di Dio perseguita
i violatori e i profanatori delle chiese. Già Socrate medesimo aveva
rilevato che la profanazione dei templi è segno certo della collera
divina e foriera di prossime terribili disgrazie su la nazione che ne
è colpevole (Anton. in Meliss,).
Chi sta più in alto ha l'obbligo di
dare al popolo l'esempio del rispetto alle chiese... Bisogna andarvi
per pregare e rendere propizio il Signore... Lo si irrita standovi in
contegno irreligioso, in positura indecente. Sac. Cornelio A.
Lapide
Dal sito
http://www.preghiereagesuemaria.it/
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