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adagio questi consigli. Medita con calma queste considerazioni. Sono
cose che ti dico all'orecchio, in confidenza d'amico, di fratello, di
padre. E queste confidenze le ascolta Dio. Non ti racconterò nulla
di nuovo: intendo ridestare i tuoi ricordi per far emergere qualche
pensiero che ti colpisca; così migliorerai la tua vita, ti avvierai
per cammini d'orazione e d'Amore, e diverrai finalmente un'anima di
criterio.
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657 La vera virtù
non è triste e antipatica, bensì amabilmente allegra.
658 Se le cose riescono bene, rallegriamoci, benedicendo Dio che ci mette l'incremento. —Riescono male? —Rallegriamoci, benedicendo Dio che ci fa partecipi della sua dolce Croce... 659 L'allegria che devi avere non è quella che potremmo chiamare fisiologica, da animale sano, ma quella soprannaturale, che procede dall'abbandonare tutto e dall'abbandonare te stesso nelle braccia amorose di nostro Padre-Dio. 660 Non scoraggiarti mai, se sei apostolo. —Non c'è ostacolo che tu non possa superare. —Perché sei triste? 661 Faccia lunga..., modi bruschi..., aspetto ridicolo..., aria antipatica: è così che speri di incoraggiare gli altri a seguire Cristo? 662 Manca la gioia? —Pensa: c'è un ostacolo fra Dio e me. —Indovinerai quasi sempre. 663 Per porre un rimedio alla tua tristezza, mi chiedi un consiglio. —Ti darò una ricetta che proviene da buone mani: dall'apostolo Giacomo. —“Tristatur aliquis vestrum?” —Sei triste, figlio mio? —“Oret!” —Fa' orazione! Prova e vedrai. 664 Non essere triste. —Abbi una visione più... “nostra” —più cristiana— delle cose. 665 Voglio che tu sia sempre contento, perché la gioia è parte integrante del tuo cammino. —Chiedi questa stessa gioia soprannaturale per tutti. 666 “Laetetur cor quaerentium Dominum”. — Si rallegri il cuore di coloro che cercano il Signore. —Ecco una luce, per indagare sui motivi della tua tristezza. | |
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