Passando lungo il mare di Galilea Gesù vede
e chiama
Mc 1, 16-20 Mc 2, 13-14
- Il nome Gesù manifesta la condizione fondamentale dell'uomo di fronte a Dio: l'uomo ha un bisogno fondamentale di essere salvato.
- Il nome Gesù manifesta l'intenzione fondamentale di Dio nei confronti dell'uomo: Dio vuole salvare l'uomo.
- La condizione per incontrare Gesù è
riconoscere di avere un urgente bisogno di salvezza.
Passando lungo il mare
Queste parole mostrano come l'iniziativa di
andare a cercare l'uomo che si è perduto parte da Dio; così,
lungo il mare di Galilea è la Salvezza, è la Luce, è l'Amore
dell'uomo che passa. Gesù passa per vedere se c'è qualcuno
disposto ad ascoltare ed accogliere il suo richiamo, qualcuno che
ha nel cuore una qualche attesa, un qualche desiderio per una
salvezza e per un bene che, in fondo, questo mondo non può
offrire; e Gesù passa per dare Lui una risposta a questa attesa.
Vide Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, vide
Levi
Quel "vide" costantemente ripetuto e
associato ai nomi di coloro che Gesù chiama, sta ad indicare
come Gesù conosca per nome ognuna delle sue creature e ne
conosca la loro vita intima; quel "vide" ci mostra
ancora lo sguardo d'amore della Trinità che, mediante Gesù, si
posa su ogni uomo.
Mentre gettavano le reti
Lo sguardo di Gesù si volge su Simone e Andrea
in un momento ordinario della loro vita e trasforma questo
momento ordinario in un momento straordinario, il momento in cui
ha inizio la fase decisiva della loro salvezza.
La fase decisiva della loro salvezza ha avuto
inizio in quel momento, ma non si compie in un momento, ci vorrà
del tempo, quello che viene loro chiesto è di seguire Gesù,
perché Lui solo sa come operare sul loro cuore per poterlo
guarire.
In generale, in che cosa consiste la salvezza? È
come per i pesci quando vengono pescati: c'è un passaggio
dall'immersione nell'acqua all'immersione nell'aria;
analogamente, la salvezza è il passaggio da un'immersione del
nostro interesse nelle cose del mondo, ad un'immersione del
nostro interesse nelle cose del Cielo.
Vi farò diventare pescatori di uomini
Gesù promette la pienezza della salvezza. Simone
e Andrea non potranno infatti annunciare la salvezza agli altri,
se prima non ne avranno sperimentato in loro, e in maniera
stabile, il beneficio.
E subito... Lo seguirono
È impressionante l'immediatezza della risposta;
da che cosa è stata provocata? Dal fatto di aver visto su quel
Volto, in quello sguardo, finalmente, la possibilità di una
risposta ultima, definitiva, pienamente appagante, alle più
intime aspettative del loro cuore.
Lasciate le reti
Le reti erano la loro fonte di sostentamento, il
mezzo con cui si procuravano da vivere, la sorgente del loro
benessere ma, d'ora in poi, il fondamento della loro vita, la
sorgente di ogni loro bene, sarà Gesù.
Lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con
i garzoni
Il padre rappresenta la sorgente degli affetti
umani e la sicurezza di una vita fatta di lavoro onesto e
soddisfacente. I garzoni indicano inoltre che l'attività di
quella famiglia era benedetta da una certa prosperità. Giacomo e
Giovanni, lasciando il padre e i garzoni, ci dicono che in Gesù
c'è qualcosa di più attraente e di più prezioso dei più
legittimi affetti e delle più legittime soddisfazioni che si
possono avere in questo mondo.
Uscì di nuovo lungo il mare
Quell'uscire di nuovo, mostra la determinazione e
l'infaticabilità di Gesù nell'andare per le strade del mondo a
cercare l'uomo. Ci mostra la sua ansia per la nostra salvezza.
Tutta la folla veniva a Lui
Che cosa mette in movimento la folla verso Gesù?
La folla si mette in moto perché ha sentito parlare di Gesù. Ha
sentito dell'eccellenza del suo insegnamento e della potenza con
cui compie miracoli. Gesù insegna con un'autorità tale da
lasciare ammirati coloro che Lo ascoltano. Inoltre, non solo
insegna, ma alle parole seguono fatti stupefacenti che
evidentemente eccedono le possibilità umane (Mc 1, 21-28).
Ed Egli li ammaestrava
Gesù non respinge coloro che vengono a Lui, ma
li prepara ad accogliere la salvezza, cioè Lui stesso. Insegna
loro le cose che riguardano Dio, il Regno di Dio, la via per
entrare in questo Regno... Oppure, in altre parole, Gesù insegna
alla folla le cose che riguardano la vita... il senso della vita
presente, il senso della vita futura.
Nel passare
Gesù è in questo mondo, ma non è di questo
mondo. Gesù passa da questo all'altro mondo. Gesù passa e fa
passare coloro che lo seguono, da un mondo che è sotto il potere
del Maligno ad un mondo che è sotto il potere di Dio. Gesù
passa e fa passare dalla morte alla vita, dalle tenebre alla
luce, dal pianto alla consolazione, dalla noia alla gioia.
Vide Levi... seduto... e gli disse: seguimi
Levi seduto può rappresentare tutti coloro che,
ormai, si sentono arrivati e, avendo sperimentato più o meno
tutto, non si aspettano più nulla dalla vita: sono persone
sedute. Levi, che si alza e segue Gesù, è la prova che Qualcuno
può rimettere in moto una vita che si era fermata, è la prova
che Qualcuno può indicare una meta nuova, è la prova che
Qualcuno può dare nuovamente senso a giorni che, altrimenti,
resterebbero pieni di noia e di vuoto.
Egli alzatosi lo seguì
Queste parole indicano sia ciò che il
cristianesimo non è, sia ciò che il cristianesimo è. Il
cristianesimo non è prima di tutto una dottrina, un
insegnamento, un sistema di valori, raccomandazioni o regole per
costruire un mondo migliore; ma il cristianesimo è prima di
tutto e soprattutto: incontrare e seguire Colui che si propone
come unico salvatore di ogni uomo.
Considerazioni
Riassumendo un pensiero del padre Molinié,
possiamo dire che se oggi ci sono ancora dei cristiani, è perché
ciò che è accaduto a Pietro e Andrea, a Giacomo e Giovanni, a
Levi, è continuato ad accadere lungo i secoli fino ai nostri
giorni. In tutti i tempi e in tutti i luoghi ci sono stati uomini
e donne che hanno sperimentato su di sé lo sguardo d'amore di
Gesù, e il lasciarsi attirare da quello sguardo, il rispondere
con amore all'Amore è stata la loro salvezza. Seguendo poi Gesù,
a poco a poco, col tempo, sono diventati capaci di guardare come
Lui guardava, così che quelli che incontravano il loro sguardo,
se avevano occhi per vedere, scoprivano che in quello sguardo,
come era successo per i primi discepoli, c'era la possibilità di
una risposta ultima e definitiva alle attese più intime del loro
cuore.
È di questo che abbiamo bisogno: sapere se, da
qualche parte, c'è qualche cosa o qualcuno, in grado di
rispondere alle attese più vitali e profonde del nostro cuore.
Coloro che hanno sperimentato su di sé lo sguardo di Gesù sanno
che in Lui c'è la risposta a queste attese; a coloro che non le
reprimono e non cercano di farle tacere, come la folla voleva far
tacere il cieco Bartimeo quando gridava: Gesù, figlio di
Davide abbi pietà di me, a queste persone, Gesù un giorno
si manifesterà.
Lo sguardo d'amore di Gesù risponde alle attese
di chi accetta la sofferenza di vederle inappagate, di chi non
vuole placare la fame e la sete del proprio cuore con ciò che
non ha il potere di placare questa fame e questa sete, perché la
grandezza del cuore dell'uomo è tale che, in definitiva, niente
gli basta se non Dio solo.
Aspetti pratici
Rimane da esaminare a questo punto quali
conseguenze pratiche derivino dalle cose che abbiamo detto.
Ebbene, quanto è richiesto ad ognuno di noi è simile a quanto
abbiamo visto che è accaduto nel Vangelo alle persone che Gesù
ha chiamato a sé.
Quanto è chiesto ad ognuno di noi dipende in
definitiva dall'opera che Gesù ha potuto compiere nei nostri
cuori fino a questo momento, quest'opera è diversa come è
diverso lo stato del cuore di ciascuno di noi. Parlando in
generale, indipendentemente dal grado di maturazione spirituale a
cui ognuno è giunto, quello che ci è chiesto è estremamente
semplice ed estremamente facile e si riduce a non resistere
all'attrazione che Gesù esercita sulla nostra vita; non sta a
noi fabbricare o mettere in moto questa forza di attrazione,
perché l'amore di Gesù nei nostri confronti è sempre attivo;
quello che dipende da noi, è dire di sì o dire di no quando ci
rendiamo conto che, in qualche modo, Gesù cerca di attirarci a
sé. Quello che dipende da noi non è produrre il richiamo che ci
farà andare a Gesù, ma vigilare, essere attenti e pronti a
rispondere quando quel richiamo si presenterà.
Questo è quello che è accaduto nel Vangelo che
abbiamo ascoltato; non è la folla che ha inventato Gesù, ma la
folla, avendo sentito parlare di Lui (Mc 1, 28), si è mossa per
andare a vedere e sentire di persona. La conoscenza per "sentito
dire" è stato un primo richiamo a cui è seguito il
desiderio di conoscere più a fondo Gesù.
Così per Pietro, Andrea e gli altri: è Gesù
che è passato in un momento ordinario della loro vita e li ha
chiamati, loro non hanno fatto altro che cedere al suo richiamo.
Anche ai nostri giorni si sente parlare di Gesù, anche ai nostri
giorni c'è chi non si accontenta di sentirne parlare, ma vuole
approfondire la sua conoscenza, vuole andare a vedere di persona.
Meditazione
tratta dal sito http://www.medvan.it
Nessun commento:
Posta un commento