Marcel
Van, martire in Vietnam -Hanoi, Vietnam, 15
marzo 1928 - 10 luglio 1959 -
Giocava con
Gesù Bambino e gli faceva domande.
“Cari
figli, aprite i vostri cuori e lasciate che Gesù vi guidi. Per molte
persone questo sembra difficile, ma è talmente
facile. Non avete bisogno di avere paura,perché sapete che Gesù non
vi abbandonerà mai e sapete che vi conduce alla salvezza”.
Quando
Gesù era bambino, a che cosa giocava? Certi mistici raccontano che
quando erano piccoli, il Bambino Gesù veniva a giocare con loro ed
essi credevano che anche tutti gli altri lo vedessero. È il caso di
Georgette Faniel , che fin dall'età di cinque anni passava ore in
sua presenza. L’evangelizzazione dei bambini ad opera dei bambini è
la cosa più spettacolare sul piano mistico. Essi, infatti, hanno
delle intuizioni degne dei Padri della Chiesa per la profondità, ma
più facili da capire.
Non
posso fare a meno di citare qualche brandello delle conversazioni fra
il Bambino Gesù e il piccolo Van del Vietnam (quattordici anni).
Van:
«A proposito, Gesù, quando eri sulla terra, hai mangiato del pesce?
Hai mangiato piatti simili a quelli che mangio io?».
Gesù:
«Ovviamente ho mangiato piatti simili a quelli che mangi tu.
Mangiavo a volte carne, a volte pesce, a volte verdura, ma Maria
presentava questi piatti in modo molto appetitoso».
Van:
«Quando dovrò fare da mangiare, dirai a Maria di insegnarmi a
preparare molti ottimi piatti, vero? E tu, Gesù, sai cucinare?».
Gesù:
«Sì, so cucinare. Quando ero piccolo, stavo accanto a mia madre
che amavo molto; e il mio intento, restando accanto a lei, era farle
capire meglio le cose divine. Maria mi amava molto, e di solito tutto
ciò che faceva sapevo farlo anch’io».
Van:
«Piccolo Gesù, è da molto tempo che voglio farti una domanda:
vorrai rispondermi, vero? La gente dice che durante la tua infanzia
non hai mai riso né pianto, che eri tranquillo anche quando avevi
fame, accettando che la Madonna facesse di te ciò che voleva. È
vero?».
Gesù:
«Innanzitutto,
piccolo Van, devi capire che secondo la mia natura divina io sono la
seconda persona della Santa Trinità, e di conseguenza sono una cosa
sola con il Padre e con lo Spirito Santo. Tuttavia in quanto uomo,
avevo in me le debolezze dell’infanzia... Con quest’unica
differenza, che io non avevo difetti come ne hai tu. Non ero né
goloso, né turbolento come te. Mi è capitato di piangere, ma quando
Maria mi consolava, capivo immediatamente. Inoltre, se un bambino non
ridesse mai, farebbe perdere la gioia alla sua famiglia. In
quell’epoca io agivo in tutto come gli altri bambini. Quando i
genitori in visita mi davano dei dolci, li accettavo con gioia e li
mangiavo semplicemente. Dio Padre non ha mai permesso che la mia
famiglia dovesse soffrire di fame o di sete, neanche per un solo
pasto. Inoltre Maria sapeva prevedere e soprattutto aveva fiducia nel
suo vero Padre del cielo. Verso di me si comportava come una madre,
ma con Dio Padre si comportava con tutto il candore di una bambina.
Se le mancava qualcosa, sapeva solo alzare gli occhi al cielo e
chiedere a Dio Padre in tutta semplicità e sincerità. E dato che
questa fiducia e questa semplicità erano veramente gradite a Dio,
Maria otteneva tutto ciò che chiedeva, come ti ho detto prima. Per
esempio, quando le mancava la farina per fare il pane, si limitava a
dire al suo vero Padre: “Oh, Padre, oggi il ‘tuo bimbo o e i tuoi
figli sono nel bisogno!”. Poi entrava nei dettagli: non hanno più
farina, più sale, ecc. Dopodiché restava in pace come al solito. Il
vero Padre del cielo era molto sollecito nell’esaudire le sue
preghiere, ma lo faceva in modo molto naturale, senza ricorrere a
miracoli strepitosi».
Van:
«Piccolo Gesù, un tempo portavi i sandali?».
Gesù:
«Sì, ma quei sandali non somigliavano a quelli di oggi. Erano quasi
simili a quelli che portano i contadini del Vietnam. Non avevo dei
bei sandali, ma sandali del tutto comuni. Era lo stesso per quanto
riguarda i vestiti».
Van:
«Oh, Gesù, degnati di bruciare tutti i miei difetti e le mie
cattive abitudini nel fuoco del tuo amore. Mio beneamato Gesù,
degnati di bruciare nel tuo amore tutti i miei peccati, anche quelli
che non ho ancora commesso».
Gesù:
«Fratellino, accetta per prima cosa tutti i disagi che ti invio; in
questo modo, mi farai più piacere che se digiunassi un secolo
intero. E anche se tu subissi come me la morte su una croce, non
sarebbe migliore della mortificazione che voglio insegnarti qui, cioè
l’obbedienza. La migliore mortificazione è l'obbedienza. Amo Solo
la mortificazione dell’obbedienza. È grazie a Maria che le anime
possono unirsi al mio amore, in modo intimo e durevole. Mio piccolo
amico, non lo dimenticare mai: devi amare mia Madre come io stesso la
amo. Le anime che mi amano devono essere considerate altrettante
atmosfere sane che permettono al mio amore di respirare e di Vivere
nel mondo. Se non ci fossero queste atmosfere salubri nel mondo, il
mio amore vi morirebbe asfissiato».
Il
piccolo Gesù, accompagnato da sua Madre, va verso Van, passo dopo
passo.
Van:
«Oh, Madre, se lo portassi in braccio, non sarebbe più rapido?».
Marie:
«È vero, ma il piccolo Gesù non vuole risparmiarsi la fatica di
uno o due passi per amore verso di te».
Van:
«Ma
Gesù, la diffusione del regno del tuo amore è già iniziata nel
mondo?».
Gesù:
«Sì,
è già iniziata, e il punto di partenza di questa diffusione è la
Francia stessa. E tua sorella Teresa in persona è l’apostolo
universale degli altri apostoli del mio amore. Sì, da lì è partita
la diffusione del mio amore che si prolunga attualmente. E tu, Van,
scrivendo le mie parole, partecipi a quest’opera, come ti ho detto
prima. Ci sono ancora molti altri apostoli che non conosci. Anch’essi
lavorano in grande segreto e si succedono continuamente per
diffondere nel mondo il regno del mio amore. Van, ascoltami bene. Ti
amo molto, ho una predilezione speciale
per i bambini; sono molto contento di essere loro amico. Se vogliono
cercarmi, è molto facile; devono solo osservare
il loro modo di agire e mi troveranno immediatamente in sé. Ho già
promesso ai bambini il regno dei cieli, e questa promessa non li
obbliga assolutamente a niente. Se li avessi obbligati a digiunare, a
imporsi la disciplina, a mortificarsi, ecc...., come potrebbero
andare in cielo i neonati che muoiono immediatamente dopo il
Battesimo? Van, l’amore misericordioso ha riservato ai bambini una
parte magnifica. Non hanno nient’altro da fare che accoglierlo...
Il mondo uccide l’anima dei bambini sotto i miei occhi, e io, che
cosa posso fare? Van hai sentito bene? Bisogna strappare i bambini
alle tenebre del mondo... Oh, mondo, guai a te! Se tu non avessi i
bambini per dare asilo alla bontà divina, saresti annientato dalla
giustizia di Dio... Van, mi piace tutto nei bambini: una parola, un
sorriso, perfino una lacrima versata in un momento di tristezza,
tutto questo mi fa piacere. Ma purtroppo, Van, sembra che ora, con il
loro modo di agire, i bambini vogliano rivaleggiare con i grandi».
Van:
«Gesù, sei troppo chiacchierone, la tua lingua non si ferma; quante
volte hai già mancato di fare silenzio, non lasciandomi neanche
pregare in pace. E poi osi ancora enumerare le mie mancanze?
Benissimo, ti accuserò presso Maria e le dirò che non smetti di
parlare, in qualunque luogo, senza...».
Gesù:
«Che cosa dici, Van? Hai dimenticato dunque il periodo recente in
cui ho mantenuto il silenzio un po’ più di due mesi, e tu avevi
gli occhi tutti arrossati per questo, e ti lamentavi ora con Maria,
ora con tua sorella Teresa... Van, mi ami? Ieri sera, perché hai
riso meditando sulle lacrime che ho versato nella mangiatoia? Alla
mia nascita, mi sono ritrovato proprio nella stessa situazione degli
altri bimbi; ho sofferto allora per il freddo e la tristezza. Se in
quel momento tu fossi stato presente per conversare con me, è
probabile che non avrei pianto. Se avessi sentito, come ora, parole
d’amore, forse avrei dimenticato completamente il freddo».
Ecco
il nostro Leader!
Poche
persone hanno notato il regalo che la Gospa ci riservava all’alba
del terzo millennio. Certo, tutti gli amici di Medjugorje aspettavano
da lei una parola chiave, un motto di luce che ci indicasse come
vivere al meglio questa nuova pagina della storia. Sapevamo che ci
avrebbe equipaggiati solidamente per questo salto nell’ignoto. Non
ci ha delusi! Il giorno stesso in cui Giovanni Paolo II ha inaugurato
il Grande Giubileo e ha aperto la Porta di Bronzo a San Pietro a
Roma, la Gospa appariva a Medjugorje tutta vestita d’oro e, secondo
la testimonianza dei veggenti, irradiava una gioia indescrivibile.
Portava il Bambino Gesù in braccio e ci chiedeva di metterlo al
primo posto nella nostra vita. Ma non è tutto. Ce lo indicava come
il nostro Leader, come colui che ci guiderà sulla via della
salvezza. Un Bambino, il nostro Leader ? Un Bambino, colui che
camminerà davanti a noi per guidarci attraverso strade sicure,
proteggerci e fornirci il cibo? Un Bimbo, colui che si batterà per
noi?! Si, è così: nostra Madre ha voluto dirci proprio questo, non
si è sbagliata e non c’è alcun errore nel suo messaggio. Secondo
le profezie che hanno annunciato la nascita e l'identità del Messia,
Isaia lo ha visto in anticipo: Un fanciullo li guiderà,
scrive. Nel testo ebraico, si tratta precisamente di un “ragazzino”
(na 'r qaton)". Più avanti, Isaia offre l’immagine del
lattante (in ebraico Yonek) che si trastulla sulla buca dell’aspide
e sul covo di serpenti velenosi . Ecco il Pastore, ecco il Leader
che la Gospa ci indica per il terzo millennio! Può darsi che non
abbiamo ancora preso sul serio questa parola di Gesù: A chi è
come loro (i bambini) appartiene il regno di
Dio". Quale tratto dell’infanzia può far “cedere” Dio
fino a questo punto? Ciascuno potrà trovare la sua risposta a questa
domanda. Da parte mia, credo che sia l’innocenza. Davanti
all’innocenza di un bambino, Dio è sconvolto fin nel profondo
delle viscere e consegna ciecamente tutto ciò che ha, tutto ciò che
è.
Che
genio materno da parte della Gospa! Questo lattante che ci porge con
una tale effusione di gioia sulla soglia del terzo millennio, questo
innocente per eccellenza, è proprio il Leader che ci occorre,
perché il male si annienta di fronte all’innocenza. Egli si fa già
beffe delle nostre aspidi e dei nostri serpenti! Alla nostra
generazione che ha paura di accogliere la vita, alla nostra società
che uccide i bambini a milioni, occorreva un Bambino per guarire! Il
Bambino Gesù si assume questo incarico. Ricevendo il Bambino Gesù
dalle mani di Maria, accogliamo il nostro terapeuta. E così piccolo!
Solo lui può infilarsi e discendere in queste zone profonde,
vertiginose, angoscianti, del nostro mondo senza Dio, per sradicare
da esse il rifiuto della vita e deporvi la sua gioia incondizionata.
Ho
visto questi miracoli con i miei occhi! Fin dall’uscita di questo
messaggio di Natale, quando ne ho capito la posta in gioco e
l’impatto per la nostra vita, ho deciso di dedicare tutte le mie
conferenze del 2000 al Bambino Gesù. E stupefacente vedere i
miracoli che il Bambino Gesù opera, le guarigioni e le liberazioni,
quando è accolto e preso fra le braccia! Questo Bambino è dinamite!
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