Fratelli miei, chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la verità.
Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrestre, materiale, diabolica; perché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera.
Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.
Parola di Dio
Riflessione personale
Un
proverbio russo dice che la persona saggia è colei che ha le
orecchie lunghe, occhi grandi e lingua corta! Oggi
si direbbe: un extraterrestre! Ebbene si... trovare una persona veramente saggia è come vincere al
superenalotto!
Molti
pensano che essere saggi significhi avere buon senso e riuscire
a cavarsela in qualsiasi situazione... ma questa non è
sapienza divina, è sapienza terrena. Essere
saggi significa guardare e sentire le cose attraverso gli occhi e le
orecchie di Dio... “Quelle cose che occhio non vide, né
orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo “ (1Cor
2, 9). Quando
hai davanti a te una persona saggia te ne accorgi subito, perché
quando l'ascolti il tuo cuore si riempie di pace. Le parole che
escono dalla sua bocca infatti provengono da Dio.
Mi
vengono in mente a questo punto i gesti che il sacerdote compie
durante il battesimo e le parole che pronuncia; egli tocca col
pollice l'orecchio destro, poi quello sinistro, poi la bocca del bimbo e dice:
“Effatà - apriti”... Benedetto XVI spiega bene questa parola e dice che essa “...riassume in sé tutta la
missione di Cristo. Egli si è fatto uomo
perché l’uomo, reso
interiormente sordo e muto dal peccato, diventi capace di ascoltare
la voce
di Dio, la voce dell’Amore che parla al suo cuore, e così
impari a parlare a sua volta il
linguaggio dell’amore, a
comunicare con Dio e con gli altri”.
Giacomo ci parla poi del pericolo di considerarsi saggi ai propri occhi.
Quando ci fidiamo troppo del nostro pensiero e imprudentemente pensiamo di vedere le cose in modo giusto e veritiero, allora non siamo saggi, ma
stolti!... “Guai a coloro che si credono sapienti e si
reputano intelligenti” (Is 5, 21).
Il
Vangelo non è roba per intellettuali, ma per i semplici e i puri di
cuore... “In quel tempo Gesù disse: Ti benedico, o
Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste
queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai
piccoli” (Mt 11, 25). Attenzione
però, Gesù non propone l'imbecillità al posto dell'intelligenza...
ma in qualche modo mette in guardia chi si reputa intelligente e saggio ai
propri occhi. Spesso i "sapienti e gli intelligenti" hanno atteggiamenti di autosufficienza, di
sicurezza, di prepotenza, di aggressività... Ma per Gesù i veri sapienti sono i piccoli,
che non hanno nessuna sicurezza, non
confidano in loro stessi e sono disposti a lasciarsi portare da Dio. Il Siracide osserva: “Meglio uno di
scarsa intelligenza ma timorato, che uno molto intelligente ma
trasgressore della legge” (Sir 19, 21).
Insomma, possiamo ingannare gli altri e noi stessi, ma non Dio. Qualcuno può presumere di conoscere molte cose, di essere intelligente, saggio, pio, devoto, di pregare tante ore al giorno, di essere gradito a Dio per le sue molte devozioni... allora il Signore, che non vuole che rimaniamo nell'illusione, si nasconde, e così viene fuori tutta la verità di quello che siamo... viene fuori la nostra povertà e la nostra debolezza, ma peggio ancora la nostra cattiveria, la nostra durezza di cuore, il nostro orgoglio, il nostro desiderio di essere al centro dell'attenzione, di essere stimati, lodati, applauditi...
Ricordiamoci che il conto arriva sempre, anche senza chiederlo!
"Ah,
se i sapienti, dopo aver passato la loro vita negli studi, fossero
venuti a interrogarmi, senza dubbio sarebbero rimasti meravigliati
vedendo una fanciulla di quattordici anni capire i segreti della
perfezione, segreti che tutta la loro scienza non può scoprire,
poiché per possederli bisogna essere poveri di spirito!"
diceva la piccola Teresina di Lisieux; ci aiuti lei ad amare e desiderare la povertà di spirito ad amare l'umiltà!!!...
Ad
un certo punto Giacomo parla di “gelosia amara” e allora
mi è sorta la domanda: "Perché, esiste anche una gelosia dolce?"...
Penso
di si. Dio, infatti, è
un Dio geloso... ma la Sua gelosia non lo fa star male quando i Suoi figli stanno
bene; noi invece, quando uno ha una
bella automobile, o una bella casa, o qualche abilità, o
talento, o è di bell'aspetto, abbiamo spesso una "gelosia amara"... Inoltre, ci vantiamo anche e non pensiamo che tutti i beni
materiali e spirituali, ce li ha dati Lui... E'
forse merito nostro se abbiamo il conto in banca gonfio? Se abbiamo
un bel lavoro? Se abbiamo una bella auto? Se abbiamo una bella casa?
Se abbiamo buona salute? Se abbiamo dei bravi figli? Se siamo belli e
intelligenti?... Tutto ciò che abbiamo di buono proviene dalla Sua grande misericordia... Diceva giustamente San Tommaso d'Aquino: “I
peccati sono farina del nostro sacco; il bello, il
buono che è in noi è frutto della misericordia di Dio”.
Dio è geloso perché non tollera che noi abbiamo come amante il
demonio. Lui vuole liberarci dalle catene ed è per questo che ci punisce
quando ci mettiamo a svolazzare sui fiori che non sono del Suo
giardino... “Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra
causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace
e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati” (Eb 12, 1).
Il cristiano quindi,
come dice Giacomo oggi: “Con la buona condotta mostri che le
sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza”... e qui casca
l'asino!!!... o, come si dice in battaglia navale, colpito e
affondato!!! Quando
ci troviamo difronte a una persona saccente, che è gelosa perché vede in te un dono più grande del suo, che non sopporta un'idea buona perché non l'ha avuta lei, che deve avere sempre l'ultima
parola perché si crede superiore, che si altera perché gli altri sono calmi e in pace, che grida perché vuole avere ragione
a ogni costo, che trova difetti nelle cose fatte da altri anche se sono ben fatte, che non ammette i propri errori, che con due frasi della
Bibbia imparate a memoria è convinta di insegnare agli altri a conoscere
Cristo... allora bisogna avere tanta pazienza e constatare che la sapienza di cui parla Giacomo non abbonda in lei. Molti possono conoscere molte cose che riguardano Dio,
ma sono pochi quelli che vivono Cristo sulla loro pelle! Cheché se ne dica...
Gesù non lo si conosce con i libri, certo anche quelli servono, ma
non bastano, Gesù non lo si conosce solo perché si è consacrati... Gesù lo conosci quando
cerchi di imitarlo, quando ti affidi a Lui, quando ti fai lavorare da
Lui, quando ti fai condurre da Lui, quando accetti le prove che Lui ti manda, quando accetti la tua miseria senza nasconderla o
contraffarla dicendo “menzogne contro la
verità”...
Proviamo
allora a meditare attentamente questa bella lettura... facciamo silenzio e proviamo a riflettere sui nostri
comportamenti, sui nostri sentimenti e sugli atteggiamenti che abbiamo verso i
fratelli... Dal frutto si riconosce se l'albero è
sano...
Se
invece stiamo camminando piano, piano, ma nella direzione giusta, ringraziamo Gesù per questa grazia
meravigliosa, ma soprattutto chiediamogli di custodirla... se invece vacilliamo e spesso cadiamo, allora
supplichiamo Dio di salvarci, di guarirci. Saper vedere le situazioni, le
prove, i problemi con gli occhi di Dio, è una grande grazia!... Senza
la sapienza divina la vita può diventare molto dura, quando
non guardiamo con gli occhi di Dio troppe cose ci sembrano ingiuste, assurde, scandalose...
e siamo tentati di credere ingiusto il Signore; stiamo però attenti, perché se
Dio fosse veramente giusto noi saremmo spacciati ora e sempre!
Preghiamo il buon Dio di aumentare la
nostra fede, di aprire il
nostro
cuore per riempirlo con il Suo
Amore e con la Sua sapienza, poi, tutto il resto ci
verrà dato in sovrappiù... Noi
dobbiamo essere sicuri
che il Signore nostro
ci colmerà con i suoi doni, ma
è chiaro che da parte nostra ci
deve essere un minimo di fermezza
e di disponibilità a lasciarci condurre
da Lui, dobbiamo accettare di abbassarci un pochetto e considerare che la volontà di Dio è
migliore della nostra. Insomma, dobbiamo essere più umili e
chiedere a Dio la cosa più importante, proprio come ha fatto il
giovane Salomone
quando gli apparve in sogno
il Signore per invitarlo a chiedergli cosa desiderava... Il
ragazzo rispose: “Concedi al tuo servo un cuore docile
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere
il bene dal male, perché chi potrebbe governare questo tuo popolo
così numeroso?" (1Re 3, 9). Ecco una bella richiesta che Dio gradisce... Mi
sa però che tanti governanti, tanti datori di lavoro, tanti responsabili in diversi settori, tanti
credenti, non chiederanno mai a Dio una cosa del genere!… Molti desiderano i soldi, il lavoro, le vacanze, gli amici, il successo... ma
la sapienza divina, a chi interessa?...
E' veramente bello essere sapienti! Perché quando riceviamo il dono della sapienza emaniamo un certo profumo di Cristo che si sente e un senso di pace invade la nostra anima anche nelle situazioni più difficili; ogni cosa che facciamo parla di Dio e diventa un segno sublime della Sua presenza. I nostri fratelli devono vedere Gesù in noi, saranno poi loro e non noi a definirci sapienti. Solo la nostra condotta dirà che siamo veri amici di Cristo. Allora forza e coraggio... ce la possiamo fare, non disperiamoci quando cadiamo, perché, come diceva Sant'Agostino: "Fra l'ultimo nostro respiro e l'inferno, c'è tutto l'oceano della misericordia di Dio".
E' veramente bello essere sapienti! Perché quando riceviamo il dono della sapienza emaniamo un certo profumo di Cristo che si sente e un senso di pace invade la nostra anima anche nelle situazioni più difficili; ogni cosa che facciamo parla di Dio e diventa un segno sublime della Sua presenza. I nostri fratelli devono vedere Gesù in noi, saranno poi loro e non noi a definirci sapienti. Solo la nostra condotta dirà che siamo veri amici di Cristo. Allora forza e coraggio... ce la possiamo fare, non disperiamoci quando cadiamo, perché, come diceva Sant'Agostino: "Fra l'ultimo nostro respiro e l'inferno, c'è tutto l'oceano della misericordia di Dio".
Gesù
mio, ti chiedo di rendere il mio cuore umile e simile al Tuo, ti chiedo di
frantumare ogni moto di orgoglio che si insinua nel mio cuore ogniqualvolta volgo
lo sguardo al mondo, o al mio io invece che a Te. Concedimi
lo spirito di sapienza per guardare i fratelli come li guardi Tu, concedimi di saperli confortare con parole sagge, senza giudicarli, senza
mortificarli... aiutami ad amarli e a scusarli quando sbagliano, proprio come Tu fai
sempre con me.
Pace
e bene.
Nessun commento:
Posta un commento