Maria: Mio
caro figlio, che partorii partorendo Gesù, nel quale vedo Gesù e
che amo con l'amore stesso che porto a Gesù, hai imparato da mio
Figlio primogenito ad essere per me ciò che fu egli stesso; ora
voglio essere per te ciò che già sono stata per lui.
Come
lui, ti sei dato tutto a me. E io per te, per Gesù presente in te e
negli altri, ti ho chiamato ad essere mio figlio prediletto. Non puoi
certo comprendere ancora tutto ciò che ti dico; lo comprenderai però
a poco a poco.
Innanzitutto
voglio occuparmi della tua educazione, come ho fatto per Gesù. Tu
sei il mio «bambino», perché sei tutt'uno con lui; allevando te,
continuerò ad allevare lui.
Allevarti
vuol dire insegnarti a vivere pienamente della vita di Gesù, a
pensare, ad amare, a volere come lui, a parlare e ad agire come lui,
in una parola: a modellarti su di lui. In altri termini, intendo
operare in te una trasformazione analoga a quella che il sacerdote
opera nell'Ostia: per i sensi l'Ostia consacrata è sempre pane, ma
per la fede è Gesù. Tu pure all'esterno resterai te stesso; ma
nell'interno, sarai lui.
Pensi
che sia un ideale troppo alto per te? Non ti sgomentare: conosco
troppo bene il modello che devi riprodurre e l'arte di foggiare le
anime a sua somiglianza. Tutti i santi sono diventati tali per me.
Ciò che ho fatto per gli altri, perché non potrei farlo anche per
te? Unica tua preoccupazione dev'essere quella di, lasciar fare a me
e di essermi docile in tutto.
Ora
ti indicherò alcune pratiche speciali che ti aiuteranno in questo
lavorìo di trasformazione. Ponile in atto gradualmente. Non passare
alla seguente se non dopo aver acquisito l'abitudine della
precedente. Ma una volta che ne avrai adottata una, non abbandonarla
mai più.
Invito
al colloquio: O
Madre mia, diventare un santo! io, povero peccatore, così colpevole
in passato, così vile al presente, così incostante forse anche in
avvenire!... Ma mi abbandono a te. Tutti i miracoli ti sono
possibili, anche quello di fare di me un santo! Ottienimi la grazia
di non resistere mai ai tuoi desideri!
a)
DAI LIBRI
Maria: Figlio
mio, per vivere della vita di Gesù devi anzitutto imparare a pensare
coi pensieri di lui. Se il mondo la pensa in un modo, Gesù la pensa
in maniera del tutto diversa: e il tuo pensiero è spesso più simile
a quello del mondo che a quello di Gesù.
Il
pensiero di Gesù è contenuto nel Vangelo e anche nei libri scritti
da uomini ripieni dello Spirito del Vangelo. Evidentemente, anzitutto
lo devi studiare. Riserva ogni giorno alcuni momenti da dedicare alla
lettura spirituale. Non ti sarà difficile trovare per questo ogni
giorno un quarto d'ora o perlomeno cinque minuti; quando vuoi sai
trovare il tempo per tante altre cose assai meno necessarie! Ma per
breve che sia, non omettere mai la lettura spirituale quotidiana.
Stabilisci con precisione il momento che ad essa vuoi consacrare, o
al principio, o a metà, o alla fine della giornata; e sii puntuale
nel cominciarla al momento stabilito.
Prima
della lettura pregami di farti comprendere ciò che Gesù ti vuole
insegnare, e mentre leggi dimmi le riflessioni che ti vengono alla
mente. Leggendo, pensa che è Gesù stesso a parlarti. Leggi
rispettosamente, per onorare la parola di Gesù. Leggi posatamente,
senza fretta, non per soddisfare la tua curiosità, ma per
comprendere lo spirito di Gesù ed imparare a vivere della sua vita.
Applica ciò che leggi alla tua vita. Esamina ciò che hai da
riformare nei tuoi pensieri e nella tua condotta e termina con un
proposito che affiderai a me.
b)
NEL CONTATTO PERSONALE CON LUI
Maria: Figlio
mio, vi è un'altra via per arrivare a pensare coi pensieri di Gesù,
una via assai rapida, sicura ed efficace; essa consiste nel mettersi
in contatto diretto con lui.
Contempla
Gesù, preferibilmente nel Vangelo. Ascolta i suoi detti, osserva i
suoi atti. Ma non ti fermare alle apparenze esteriori; cerca di
penetrare nell'anima di lui e cerca di scoprirvi ciò che
pronunciando quelle date parole o compiendo quelle date azioni egli
ha pensato, sentito, voluto. Considera soprattutto come in lui ogni
discorso, ogni operazione procede da un sentimento di amore. Gesù
non è solo un maestro che proferisce discorsi pieni di sapienza: è
il Dio d'amore; per comprendere la sua dottrina, devi quindi
addentrarti fino alla sua sorgente: all'amore infinito del Cuore di
Gesù.
Dalla
contemplazione di Gesù, volgiti un momento a guardare te stesso, e
considera quanto sei lontano dal pensare, dal sentire, dal volere e
dall'agire come lui. Esamina ciò che ti occorre fare, quali ostacoli
rimuovere, quali mezzi prendere, quali sacrifici compiere per
arrivare a trasformarti in lui.
Mentre
contempli Gesù e contempli te stesso alla luce di Gesù, parla con
lui. Parla con lui come se lo vedessi. Egli del resto è già in te;
sente la tua voce come sentiva quella di Pietro, della Maddalena e di
Giovanni; ti ama come amava i suoi discepoli; ti ama di un amore
particolare: per questo ti ha dato me, come Giovanni, in qualità di
figlio prediletto. Parla con lui direttamente senza usare formule.
Digli alla buona, ciò che pensi, ciò che provi, ciò che desideri,
come faresti con un fratello o con un intimo amico.
Non
ti scordare di unirti a me in questo colloquio con Gesù. Tu sai che
sono sempre accanto a te, e che per trovare il figlio bisogna passare
attraverso la Madre. Di questo ti accorgerai facilmente: sarai meno
raccolto, meno familiare, meno affabile con Gesù quando non mi
sentirai vicino a te. Ho passato la mia vita nel meditare ciò che
vedevo e sentivo riguardo a mio Figlio. Ogni meditazione che farai
sulla vita di lui, sarà sempre il ripetersi di una meditazione fatta
altre volte da me. Stringiti a me, e ti farò comprendere e provare
qualche cosa di quello che comprendevo e provavo io stessa nel
contemplare i misteri di Gesù.
Non
cercare di moltiplicare concetti e ragionamenti: accontentati di
credere, di amare e di pregare. Credi! Se Gesù ha detto questo o
quello, la sua parola è decisiva. Sarebbe vano cercare altri
argomenti. Egli l'ha detto, dunque è vero, infallibilmente vero:
credi! Gli uomini che ti circondano affermeranno il contrario, almeno
con la loro condotta. Poco importa. Gesù l'ha detto: credi! gli
uomini passano; la verità del Signore rimane in eterno. La tua
sensibilità potrà forse essere d'accordo col modo di vedere o di
pensare del «mondo», o per lo meno resterà fredda dinanzi agli
insegnamenti di Gesù. Poco importa: qui non si tratta di sentimento,
ma di fede. Gesù l'ha detto: Credi! Unisciti a me e crederai con
fede più pura e più salda. Moltiplica gli atti di fede; non quasi a
suggestionare te stesso, ma per far penetrare le verità divine fin
nell'intimo del tuo cuore e per trarne le dovute conseguenze
pratiche.
Ama!
Ama la verità, perché Gesù l'ha amata. Amala perché egli l'ha
insegnata agli uomini per amore. Ama soprattutto Gesù, ed impara ad
amarlo sempre più. Quanto più l'amerai, tanto più perfettamente,
anche a tua insaputa, imiterai le sue interiori disposizioni. Vieni a
me, ed unirò il mio amore al tuo, ed insieme ameremo Gesù con amore
singolarmente forte e puro.
Prega!
Prega Gesù che venga in aiuto alla tua incredulità! Pregalo di
infondere in te i suoi pensieri, i suoi affetti e i suoi voleri! E
pregami di rivelarti Gesù e di farti vivere della sua vita.
Tra
le disposizioni di Cristo, studia di preferenza quella che più ti
manca o quella per la quale provi una speciale attrattiva, o quella
di cui qualche fatto recente, agitando o sconcertando il tuo animo,
ti ha rivelato più urgente il bisogno.
Invece
che al Vangelo, puoi anche ricorrere a qualche altro pio libro, ad
una formula di preghiera o a un canto religioso. Ma sforzati di
riferire tutto a Gesù, di credere, di amare e di operare sempre in
vista di Gesù.
Prepara
il tuo colloquio con Gesù prevedendo ciò che gli vuoi dire e
raccogliendoti meglio. Nell'iniziare pregami di condurti a mio Figlio
e mettiti alla sua e alla mia presenza. E nel concludere non
dimenticarti di prendere un proposito pratico, come t'insegnerò in
seguito.
Nel
corso della giornata, cerca di ricordarti ogni tanto, mentre vai da
un luogo all'altro, negli intervalli tra una occupazione e l'altra,
il pensiero che più ti ha colpito nel colloquio con Gesù, e su quel
punto ripeti frequenti atti di fede.
Cominci
ora a comprendere quello che poc'anzi ti ho detto circa l'importanza
di questa pratica per chiunque vuole imparare a pensare coi pensieri
di Gesù? Se lo comprendi, comprenderai anche che mai e a nessun
costo devi omettere il colloquio giornaliero con lui. Stabilisci il
momento preciso e la durata di esso, e poi, qualunque cosa avvenga,
rimani fedele a ciò che avrai deciso. Abbrevialo se è necessario;
non ometterlo mai. Non ometterlo col pretesto che hai solo il tempo
necessario per dire le tue orazioni del mattino o della sera. Riduci
piuttosto queste alla metà, pur di dare alcuni momenti al colloquio
con Gesù. Non ometterlo per tema di non poter fare la lettura
spirituale; ma fa' la tua lettura in preparazione al colloquio con
Gesù, riservando però sempre alcuni minuti al contatto diretto con
lui. Non ometterlo a motivo della molteplicità delle tue
occupazioni. Quanto più sei occupato, tanto più hai bisogno di
possedere te stesso: ora non vi è mezzo migliore di possedersi che
di possedersi in Dio. Gli uomini che hanno svolto un'attività più
feconda sono appunto quelli che hanno saputo vivere più intimamente
uniti con Gesù. Non ometterlo perché sei stato tiepido o infedele o
perché ti senti sprovvisto di pensieri o di affetti; chi ti
purificherà, chi ti guarirà se non Gesù? Accostati sempre
fiducioso a lui in mia compagnia.
Hai
ben capito, figlio caro, le mie parole? O ti applicherai con
risolutezza e perseveranza alla pratica che ora ti ho insegnato, ed
allora mi sarà facile trasformarti in Gesù; oppure non avrai il
coraggio di intraprenderla, ed allora resterai nella tua mediocrità
e non potrò servirmi di te per il compito cui ti destinavo. Decidi.
Invito
al colloquio: O
Madre mia, ti prometto di non omettere mai, per qualsiasi pretesto,
il mio colloquio quotidiano con Gesù e con te. Sotto la tua guida
voglio applicarmi a conoscere sempre meglio il tuo divin Figlio Gesù.
Maria: Figlio
mio, non è sufficiente che tu conosca i pensieri di Gesù per vivere
della sua vita. Bisogna ancora che tu combatta e vinca i nemici che
si oppongono alla vita di Gesù in te. Ora sappi che il più
pericoloso di questi nemici sei tu stesso. Tu vorresti vivere per
Gesù solo, ma nello stesso tempo vorresti assecondare le tendenze
della tua natura corrotta. Non t'ingannare: «Nessuno può servire
due padroni». Finché ti lasci guidare dalla natura, Gesù non può
regnare in te. Bisogna dunque che tu combatta senza tregua né
esitazione alcuna questa tua natura, finché non lasci il campo
interamente sgombro a Gesù.
Condizione
dura, ma ineluttabile. Quanti miei figli che un tempo erano pii,
generosi, forniti delle migliori doti per giungere alla santità e
per esercitare intorno a sé un fruttuoso apostolato, hanno finito
col rimanere nella mediocrità e non hanno attuato neppure la
centesima parte del bene che pure erano chiamati a fare, seppure non
si sono perduti miseramente, trascinando talvolta nella loro caduta
un gran numero di altri fratelli, proprio perché non hanno saputo
riconoscere e combattere in se stessi la guasta natura!
Impara
dunque a conoscere le disdicevoli tendenze della tua natura. Esse
sono legione, poiché il peccato d'origine, rafforzato dalle cattive
abitudini avute in eredità dai tuoi antenati o da te stesso
contratte, ha viziato tutte le energie del tuo essere. Tuttavia non
ti perdere d'animo davanti ai tuoi nemici anche se sono tanti. Essi
obbediscono ad un capo, vinto il quale, tutti saranno per il fatto
stesso abbattuti o almeno ridotti in condizioni tali da non poter
opporre se non una debole resistenza. Ora importa che tu individui
anzitutto questo vizio dominante. Qual è?
La
vanità? Sei forse avido di lodi? Godi di riceverne, anche se non
meritate? Sogni di fare cose meravigliose, tali da procurarti gli
applausi degli uomini?
L'orgoglio?
Hai forse un alto concetto del tuo valore e disprezzi talora gli
altri? Li tratti con alterigia, con durezza o con collera,
soprattutto se non rendono omaggio alla tua superiorità?
La
permalosità? Ti adonti dei biasimi ricevuti, veri o supposti,
delle mancanze di riguardo, anche involontarie? Pensi facilmente ai
torti ricevuti? Ti riesce difficile perdonare? Sei tentato di
abbandonare il bene intrapreso perché sei stato offeso da qualcuno?
L'ambizione?
Cerchi in tutti i modi di metterti in vista? Desideri la tua gloria
più della gloria di Cristo? Sei pronto a lavorare alla sua causa, a
condizione però di poter comandare, tirandoti indietro quando si
tratta di servire come semplice gregario?
L'invidia?
Mal sopporti che altri facciano più bella figura di te, o godi
quando li vedi umiliati?
L'incostanza?
Ti lasci forse tiranneggiare dalle tue impressioni, ora pieno di
entusiasmo e pronto a qualsiasi sacrificio, ora scoraggiato ed
indifferente a tutto. Ti accade di intraprendere un grande numero di
cose, senza portarne a termine alcuna?
La
leggerezza? Ti lasci troppo facilmente attrarre dalle realtà
esteriori, e fai fatica a raccoglierti internamente e a dare alle
cose serie l'importanza che si meritano?
La
sensualità? Assecondi troppo il tuo corpo col procurargli ogni
soddisfazione riguardo al cibo, alla bevanda, al riposo, e perfino ad
altre tentazioni più grossolane ancora?
La
pigrizia? Temi troppo la fatica, trascuri il tuo lavoro e ricusi
di fare anche i più leggeri sacrifici?
L'egoismo?
Pensi solo a te stesso? Dimentichi che anche gli altri hanno i loro
diritti e che all'occorrenza devi saper rinunciare ai tuoi comodi
piuttosto che incomodare il prossimo?
Esaminandoti,
scoprirai in te gli indizi di un gran numero di queste tendenze
disordinate. E senza dubbio hai in te i germi di tutte le cattive
tendenze; ma non tutte sono dominanti. Quale di esse ti sembra la più
forte e la più dannosa? Quale costituisce la fonte più ordinaria
dei tuoi dispiaceri, delle tue preoccupazioni, del tuo cattivo umore
o del tuo appagamento? Quando ti sorprendi in atto di sognare, sono
pensieri di vanità, di vendetta o di sensualità quelli che ti
occupano? Donde derivano le distrazioni che più ti attraggono e
delle quali ti riesce più difficile liberarti? Di che cosa ti hanno
rimproverato i tuoi parenti, i tuoi maestri, i tuoi amici, o le
persone adirate contro di te? Quale è la tendenza riguardo alla
quale potresti dire: «Se non avessi questo o quell'altro difetto,
sarei in relazioni molto migliori con Dio e con gli uomini?»
Sii
del tutto sincero in questo esame, e prega per ottenere luce
dall'alto. Poiché si cade facilmente in errore in tale materia,
dando una maggiore importanza a qualche difetto più evidente, ma
meno profondo, o che sarebbe più facile sacrificare. Poiché gli
uomini sono attaccatissimi al loro vizio dominante: è un compagno
col quale sono nati, sono cresciuti ed hanno vissuto sempre, e che ha
procurato loro continue soddisfazioni. Talvolta essi lo scambiano
perfino per una virtù, o lo credono la loro dote più bella. Ed è
naturale, poiché ognuno ama troppo se stesso. Ma bisogna avere il
coraggio di amare Gesù più di sé. Tu, sappi riconoscere con
perfetta sincerità ciò che devi sacrificare a Gesù in te. Non
temere; rinunciando ad un falso idolo, possederai il vero Dio; e
morendo alla tua natura malata, vivrai della vita di Gesù.
Invito
al colloquio: Viva
Gesù con me, a prezzo di qualunque sacrificio! Bisogna ch'egli
cresca in me, e che io mi faccia sempre più piccolo!
Maria: Figlio
mio, se è un impresa difficile riconoscere il tuo principale nemico,
è ancora più difficile debellarlo. Da solo non vi riusciresti mai;
ma se starai con me trionferai.
In
primo luogo cerca di riconoscere le manifestazioni della tua tendenza
dominante, le varie forme, chiare o larvate, che essa riveste, le
circostanze nelle quali ti reca maggior danno.
Poi
intraprendi contro di essa una lotta impietosa. Nel combattere i
difetti, si possono adottare due diverse tattiche. Alcuni mettono
molta attenzione nel sorvegliare le manifestazioni dei loro difetti
per notarle, computarne il numero, sforzandosi di ridurlo di giorno
in giorno. Tattica questa che può produrre buoni frutti se la si
adopera con perseveranza. Ma, se seguita in maniera esclusiva, può
diventare faticosa e cagionare talvolta dolorose sorprese. Capita
infatti che se si interrompe per un certo tempo questa continua
vigilanza sul difetto da correggere per convogliare il lavoro
spirituale su di un altro punto, l'antica tendenza rimane lì, non
meno vivace di prima, quantunque si manifesti forse diversamente. Si
sono tagliate le erbe cattive man mano che spuntavano da terra, ma
non avendole sostituite con piante utili, esse rinascono folte e
rigogliose come prima.
Voglio
insegnarti un'altra tattica più efficace e più facile, che se non
potrà sostituire potrà almeno completare la precedente. Studia in
Gesù la virtù direttamente opposta alla tua tendenza dominante. Sei
orgoglioso? Considera la sua umiltà. Sei egoista? Ammira la sua
volontà di dimenticare se stesso e di sacrificarsi per gli uomini.
Sei sensuale? Medita la sua dolorosa Passione.
Approfitta
dei colloqui giornalieri con Gesù per studiare in lui la
disposizione che ti manca. Vedi ciò che Gesù pensava, sentiva,
diceva e faceva. Ama questa disposizione del tuo Modello e cerca di
infiammarti di entusiasmo per essa. Poi stabilisci un confronto tra
lui e te. Prega Gesù, per mia intercessione, di trasformarti in lui.
Nelle tue comunioni sacramentali e spirituali pregalo di farti vivere
della sua vita.
Nel
corso della giornata riandrai con la mente a Gesù mite, umile,
paziente, secondo quella sua particolare disposizione che vuoi
ricopiare in te. Te lo ricorderai soprattutto allorquando la tua
cattiva tendenza cercherà di manifestarsi di nuovo. Anziché fare
penosi sforzi per combatterla, guarda tranquillamente il tuo Modello
dicendo: «Gesù, che cosa penseresti, che cosa faresti tu se fossi
al posto mio? Vieni a farmi vivere della tua vita». E Gesù
comanderà alle onde sconvolte del tuo essere, e alla tempesta
succederà una grande calma.
Col
guardare spesso Gesù e attirano in te con ardenti voti, arriverai a
poco a poco a liberarti dalla tendenza alla quale ti eri attaccato
tanto tenacemente, e finirai per non avere più altre disposizioni
che quelle di Gesù. Tuttavia non ti fidare di un nemico che potrebbe
sorprenderti ancora proprio quando crederesti d'esserne del tutto al
sicuro. Esamina di tanto in tanto, sia pure con un rapido sguardo, se
esso non tenti di spuntare nuovamente magari sotto nuova forma.
Mio
Figlio ti ha raccomandato di imitare me, tua Madre. Dopo le
disposizioni di Gesù contempla anche le mie. Quando per estirpare
qualche vizio o acquistare qualche virtù guarderai a me per vedere
cosa farei io trovandomi nelle medesime circostanze, imparerai a
conoscere e ad imitare meglio Gesù.
Invito
al colloquio: O
Maria fammi conoscere Gesù, perché io viva solo della sua vita!
Maria: Figlio
mio, se vuoi progredire più rapidamente nel progetto della tua
trasformazione in Gesù, ti occorrerà procedere con metodicità.
Voglio indicarti tre mezzi che ti saranno in ciò di grande aiuto.
ESAME
QUOTIDIANO
Innanzitutto
trova ogni giorno, preferibilmente a metà giornata, un momento per
fare un breve esame del tuo lavoro spirituale. Esamina quello che hai
fatto, fin dall'inizio della giornata, per vivere della vita di Gesù,
con particolare riferimento a qualche sua disposizione particolare, e
determina ciò che intendi fare fino a sera.
Nota
bene i due seguenti punti: In primo luogo, come già ti ho spiegato,
sforzati non tanto di conoscere il numero delle tue mancanze quanto
di vedere ciò che Gesù avrebbe pensato, sentito e fatto nelle
situazioni in cui la tua debole natura si è ancora manifestata, e di
prevedere come imitare le sue disposizioni quando si dovessero
ripresentare. In secondo luogo, fai in modo che questa rassegna sia
una conversazione con Gesù e con me. Ne ricaverai indubbiamente più
profitto di quanto ne ricaveresti limitandoti ad una disamina
solitaria del tuo lavoro spirituale. Raccontaci le tue vittorie e le
tue sconfitte, sottoponi alla nostra approvazione i tuoi piani, e
chiedi il nostro aiuto per poter vivere meglio della vita di Gesù.
RINNOVAMENTI
SPIRITUALI
Ecco
un secondo mezzo che faciliterà non poco l'opera della tua
identificazione con Gesù. Trova il modo di fare nel corso della
giornata un certo numero di brevi soste, una o due in mattinata,
altrettante nel pomeriggio, nei momenti in cui le tue occupazioni te
lo consentiranno. Saranno altrettante occasioni di rimetterti in
intimo contatto con Gesù e con me, mediante una comunione
spirituale, una parola d'amore e di fiducia relativa a ciò che di
gradito e di spiacevole ti è accaduto, o anche col richiamare alla
mente l'ultima conversazione con Gesù, ecc. Ciò che importa
soprattutto è che per un momento tu riprenda contatto con noi. Dopo
di che darai un rapido sguardo a quanto avrai fatto per imitare Gesù
dopo il precedente «appuntamento» e prevederai quanto vorrai fare
fino al successivo. Così riprenderai lena nel lavoro spirituale, e
la tua unione con Gesù e con me si farà sempre più intima.
RITIRI
Infine
dovrai consacrare un tempo più lungo, ad intervalli stabiliti, agli
interessi della tua vita interiore. Ogni anno sforzati di fare alcuni
giorni di ritiro, o almeno di impiegare, durante un certo tempo,
tutti i momenti liberi per metterti in più stretto contatto con Gesù
e con me. Mediterai allora nuovamente gli insegnamenti che ti abbiamo
dato, esaminerai le cause del poco progresso fatto durante l'anno
trascorso e studierai i mezzi da adottare per progredire maggiormente
nell'anno seguente.
Ogni
mese, preferibilmente il primo sabato o la prima domenica, ti
raccoglierai durante una parte del tempo disponibile per considerare
a che punto sei arrivato nel lavoro spirituale, e per prendere
risoluzioni più efficaci per il nuovo mese.
Ogni
settimana, in un giorno stabilito, troverai un momento per
riscontrare gli sforzi fatti nei giorni trascorsi e per prevedere
quelli da farsi nella settimana entrante.
La
fedeltà a queste pratiche richiederà da te un sacrificio continuo;
ma se amerai, lo stesso sacrificio ti diventerà caro e facile,
perché ti aiuterà ad amare sempre di più.
Maria: Figlio
mio, i mezzi esteriori che ti ho indicati ti saranno utili solo se ad
essi aggiungerai alcune indispensabili disposizioni interiori. Non a
caso infatti le medesime pratiche conducono alcuni alla santità e
lasciano altri nella mediocrità. Solo «lo spirito vivifica».
Ascolta ciò che questo spirito richiede da te.
Anzitutto:
«abnegazione». Ne avrai bisogno per combattere senza stanchezze il
tuo difetto dominante. Ne avrai bisogno per rinunziare a te stesso in
ogni cosa, così da non ostacolare l'opera di Gesù in te.
Ne
avrai bisogno per sforzarti di riprodurre in te i sentimenti di Gesù.
Se la pietà filiale verso di me consistesse soltanto nell'invocarmi,
nel cantare le mie lodi e nel gustare la mia intimità, il praticarla
non richiederebbe grande abnegazione! Ma poiché essa deve condurti
all'identificazione con Gesù, non può evidentemente andare
disgiunta da una totale rinuncia a te stesso. Non potrai servire due
padroni. Il padrone o sarà Gesù o sarai tu stesso. Devi scegliere
decisamente tra l'uno e l'altro. Io posso aiutarti in questa
rinunzia; non posso in alcun modo dispensartene.
In
secondo luogo: «costanza». Trovo più facilmente cento anime pronte
a fare un sacrificio eroico in un momento di fervore, che non una
sola capace di perseverare per più giorni nella fedeltà alle
risoluzioni prese. Quante volte sarai tentato di abbandonare qualcuna
delle pratiche da me suggerite! Sii ad esse fedele ad ogni costo. Se
oggi ne sopprimi qualcuna con un buon pretesto, domani la sopprimerai
con un pretesto qualunque, e poi la sopprimerai per sempre senza
pretesto alcuno. Si può abbreviarle se è necessario, sopprimerle
mai. Solo così si raggiunge l'intento.
Infine
e soprattutto: «generosità». Vi sono due forme di generosità. La
prima consiste nel dare a Gesù, senza esitare, non soltanto ciò che
egli richiede, ma anche ciò che, pur non essendo di precetto, gli
farebbe piacere. Tale è stata la generosità di tua Madre, e dal più
al meno di tutte le anime sante. Cerca di praticarla meglio che
potrai.
L'altra
consiste nel riparare immancabilmente le tue colpe e negligenze. Se
hai commesso una mancanza, offri in compenso un sacrificio speciale
che altrimenti non avresti fatto, e in questo atto racchiudi tanto
amore che, fatta la riparazione, Gesù ti sia ancora più caro che se
non l'avessi contristato.
I
mediocri e i santi differiscono tra loro non perché i primi
commettono colpe e gli altri no, ma perché mentre i primi si
contentano di riconoscere le loro mancanze, gli altri si sforzano di
amare tanto più Gesù quanto meno l'hanno amato in passato. Tu
dunque comportati come i santi: ripara.
Ripara
soprattutto le tue omissioni o negligenze riguardo al colloquio
quotidiano con Gesù, al rinnovamento spirituale, alla rassegna di
ogni giorno e ai ritiri.
Ripara
quanto prima. Val meglio, generalmente parlando, una riparazione
breve ma immediata che una lunga ma rinviata.
Vuoi
sapere come fare queste riparazioni? Consultami dopo le tue mancanze
e negligenze, e t'insegnerò il da farsi perché ogni tua colpa
diventi una «felice colpa». E se saprai perseverare in questa
generosa disposizione ti prometto che nonostante i tuoi peccati, i
tuoi difetti, le tue tentazioni e la tua debolezza ti farò santo ed
apostolo.
Invito
al colloquio: O
Maria, tutta la mia attività, tutto il mio tempo, tutto il mio
essere ti appartiene. Ricordami la mia consacrazione quando sono
tentato di accidia, e infondi in me la generosità dei santi!
Maria: Figlio
mio, le pratiche e le disposizioni che ti ho raccomandato per
identificarti con Gesù saranno efficaci solo a patto che ti lasci
docilmente guidare da me. Gesù te l'ha detto: è volontà di colui
che mi ha costituita Madre di suo Figlio, che nessuno raggiunga una
perfetta somiglianza con lui se non per mezzo mio.
Può
accadere talvolta che il tuo ardore si raffreddi; il lavoro
spirituale ti diventi più penoso, i progressi si facciano più
lenti, che ti fermi o che indietreggi. E benché cerchi di
ridestarti, finisca per perderti di coraggio. Quale è la causa di
tanto languore? Che mezzi prendere per porvi rimedio? Non lo sai.
Ebbene, sappi che la prima causa di tutto ciò è invariabilmente un
allentarsi della tua unione con me, e che il primo rimedio consisterà
pur sempre nel lavorare fedelmente sotto la mia guida. Senza di me
non potrai raggiungere la meta; con me vi arriverai di certo.
Vuoi
che siano efficaci i tuoi sforzi? Vieni sempre a sottopormi ciò che
ti proponi di fare e agisci sempre in mio nome. Consultami
particolarmente per ogni risoluzione che devi prendere. Domandami che
cosa io desideri da te e dimmi quel che vorresti fare.
Non
ti risponderò, certo, con una rivelazione. Ma se verrai a me con
piena fiducia, col sincero proposito di eseguire quello che crederai
essere la mia volontà, non ti sarà difficile comprendere se io
approvi o no la tua risoluzione. Se l'approvo, deponila nelle mie
mani, affinché ti aiuti a mantenerla; in caso contrario, prega e
rifletti, e forma un'altra risoluzione più precisa che io possa
approvare.
Se
seguiterai a consultarmi così - purché aspetti veramente la mia
risposta e non ti lasci mai trasportare dalla tua naturale smania di
agire - ti accorgerai ben presto di fare in questo modo più
progressi in pochi giorni di quanti riuscissi a farne prima in
parecchi mesi. E se sarai fedele nel volgere lo sguardo verso di me
prima di ogni tua azione, io ti dirigerò verso un fine solo: verso
Gesù, divenuto vita della tua vita.
Invito
al colloquio: O Maria, Madre del Buon
Consiglio, illuminami, guidami, assistimi ora e sempre. Amen!
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