PRESENTAZIONE
Caro
giovane, pensiamo di farti un dono prezioso invitandoti a leggere
questo libretto.
Costa
meno di un fumetto, ma vale più di tutto l'oro del mondo, perché ti
insegna a diventare un vero Cristiano. Non leggerlo in fretta,
sbadatamente, ma con attenzione, fermandoti a riflettere su ciò che
più ti ha colpito e, soprattutto, cercando di metterlo in pratica
giorno per giorno. Ricordati che essere Cristiano vuol dire andare
«contro corrente»: contro la corrente delle proprie passioni e
contro quella dell'andazzo del mondo. Ma vuol dire anche avere il
cuore pieno di gioia e di pace, la gioia che solo Dio sa donare ai
suoi figli.
Don
Angelo Albani Don Massimo Astrua
Capitolo I
CONOSCI TE STESSO!
Tu
non sei un essere tanto semplice. Per non fare confusione andiamo
perciò con ordine.
In
te vi sono tre parti distinte: il corpo, l'anima e la Vita di Dio: il
corpo e l'anima fanno di te un uomo; la presenza di Dio ti rende Suo
figlio.
1°
Il corpo
Sai
bene cosa sia perché è ciò che più dà nell'occhio: lo vedi, lo
tocchi, lo puoi pesare, ecc.
Esso
è fornito di 5 sensi: la vista, l'udito, l'olfatto, il gusto e il
tatto, che sono come cinque finestre attraverso le quali entrano in
te i colori, i suoni, gli odori, i gusti e le forme delle cose che ti
circondano.
Nel
tuo corpo vi sono anche le passioni che sono degli impulsi che ti
spingono verso ciò che piace ai sensi (ad esempio un buon odore, una
bella musica, un compagno simpatico, ecc.), e che ti respingono da
ciò che dispiace ai sensi (ad esempio un cattivo odore, una musica
stonata, un compagno fastidioso, ecc.).
Esse
«scattano» solo se le cose piacevoli o spiacevoli sono entrate in
te attraverso i sensi.
Le
passioni più frequenti alla tua età sono la pigrizia, la gelosia,
l'odio, la paura, la sensualità. Se le passioni vengono
accontentate, a lungo andare diventano prepotenti e creano in te
abitudini cattive che difficilmente poi si possono vincere.
2°
L'anima
Non
la puoi vedere come il corpo, né toccare, né pesare... perché è
spirituale *.
*
Essendo spirituale, l'anima tua non può dissolversi come
il corpo: perciò è immortale.
Essa, oltre a dare la vita al tuo corpo
(quando infatti l'anima uscirà dal corpo quello sarà il giorno
della morte), è capace di fare tre cose: Con l'intelligenza
«capisce» le cose che le sono presentate dai sensi. Così tu adesso
mentre col senso della vista «vedi» dei segni neri sulla carta
bianca, con l'intelligenza «capisci» il loro significato.
Con la memoria l'anima «ricorda»,
anche molto tempo dopo, ciò che ha capito con l'intelligenza. Tu
infatti potrai, domani o fra un mese, ricordare ciò che oggi stai
imparando *.
*
La «memoria», come avrai già intuito, non è che un
aspetto della «intelligenza»: è l'intelligenza che «ricorda».
Perciò si dice anche che l'anima umana ha non tre facoltà, ma due:
1° «l'Intelligenza (+memoria)» per conoscere; 2° «la Volontà»
per volere.
Con
la volontà può «volere o no», liberamente, le cose che
l'intelligenza o la memoria le presentano.
Quando
la volontà vuole una cosa, si dice che «ama» quella cosa.
Così
tu, dopo aver letto sul Vangelo la frase di Gesù: «Dà ai poveri il
denaro superfluo ed avrai un tesoro nel cielo», ed aver capito che
cosa essa significa, resti però libero di darlo o no, a secondo che
con la volontà tu ami più i denari o il tesoro eterno promesso da
Gesù.
Da
tutto ciò comprendi subito una cosa: che la Volontà è la parte più
nobile dell'anima tua e ne è come la Regina: infatti i sensi e
l'intelligenza la servano porgendole le cognizioni; tutte le facoltà
(intelligenza compresa) l'obbediscono facendo le azioni che lei
comanda.
Conoscenza - Amore - Azione: ecco
schematicamente l'attività spirituale dell'uomo. Ma ciò che più
vale è l'AMORE! Di esso, poiché è libero, tu sei responsabile e
dovrai renderne conto a Dio: «Alla fine della vita - dice S.
Giovanni della Croce - noi saremo giudicati sull'amore!».
Capitolo
II
CONOSCI
TE STESSO!
Corpo
ed anima fanno di te un UOMO.
Le
bestie non sono uomini perché hanno solo il corpo; gli angeli non
sono uomini perché hanno solo l'anima. Tu sei un uomo perché hai
corpo ed anima.
Ma
non hai solo questo.
Dio
ha messo in te un tesoro infinitamente più grande: ha messo Se
stesso.
3°
La presenza di Dio in te
Ciò
che sto per dirti è tanto bello da sembrare incredibile, se Dio
stesso non avesse parlato. Ascolta dunque quello che ti dice Gesù:
«Se
uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà; e noi
(cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo) verremo a lui e
prenderemo dimora dentro di lui» (Gv 14,23).
E’
importante comprendere che Dio, venendo dentro di te, non se ne sta
distaccato da te, come una persona dentro a una stanza, ma «si
unisce» alla tua vita umana, comunicandoti la Sua Vita divina e
trasformandoti in Lui: questa "trasformazione" è detta
GRAZIA SANTIFICANTE.
Perciò,
dopo che Dio è venuto in te, tu non sei più quello di prima, ma sei
uno nuovo essere, «una nuova creatura» (2Cor 5,17): da quel momento
tu sei veramente «nato di nuovo» e non a una semplice vita di
creatura, ma alla stessa vita increata ed eterna di Dio*.
*
La presenza di Dio in te è iniziata nel giorno del
Battesimo e può essere da te resa più intima con le buone opere e
ricevendo i Santi Sacramenti, specialmente l'Eucaristia. Purtroppo la
puoi perdere con il peccato mortale, ma la puoi riacquistare con la
Santa Confessione o con un atto di Dolore perfetto (Vedi al cap. V).
Il modello nel quale Dio ti ha
trasformato è il Suo divin Figlio Gesù Cristo. Per questo la Vita
divina che Dio ha messo in te si chiama «vita di Cristo» o «vita
cristiana». Essa ti unisce intimamente a Gesù, rendendoti come Lui:
figlio di Dio e partecipe del Suo mistico Corpo, come ora ti
spiegherò.
1)
Figlio di Dio.
Infatti dandoti la Sua Vita, Dio ti ha reso Suo figlio e vuole che tu
Lo chiami col dolce nome di Padre. «E che voi siate figli ne è
prova il fatto che Dio ha mandato nei vostri cuori lo Spirito del Suo
Figlio che grida: "Abbà, Padre!"» (Gal 4,6) *.
*
L'unico Figlio «per natura» di Dio è Gesù. Noi, per la
presenza di Dio, diveniamo Suoi figli «adottivi»; però veramente
figli, perché è la Sua stessa Vita che scorre in noi.
Perché
tu possa comprendere il senso esatto di queste affermazioni, voglio
qui ricordarti i due principali Misteri della fede cristiana:
1) Il Mistero della
Santissima Trinità nel quale ci è rivelato che l'unico Dio è
Padre, è Figlio, è Spirito Santo (i teologi diranno che «l'unica
Natura divina vive in tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito
Santo»).
2)
Il Mistero della Incarnazione, nel quale ci è rivelato che la
seconda Persona della Santissima Trinità, cioè il Figlio, si fece
uomo come noi, nascendo da Maria vergine e prendendo il nome di Gesù.
E
«come figlio sei anche erede» (Rom 8,17) delle Sue ricchezze e
della Sua felicità, cioè del Paradiso.
2)
Parte viva del Corpo Mistico di Cristo.
Poiché la stessa Vita divina che c'è in Gesù c'è in te e in tutti
i Cristiani in Grazia di Dio, ecco che noi tutti formiamo con Gesù
un solo organismo soprannaturale di cui Gesù è il Capo e i
cristiani in Grazia Santificante (anche se già in Purgatorio o in
Paradiso) le membra vive*: il Corpo Mistico di Cristo, che è la
Chiesa.
*
Un Cristiano in peccato mortale, pur essendo morto alla
Vita divina, continua a far parte del Corpo Mistico di Cristo in
quanto ha ancora la possibilità di riacquistare la Grazia: è un
membro temporaneamente morto del Corpo Mistico. Ne verrà
definitivamente staccato solo allorché, morendo in stato di peccato
mortale, perderà per sempre questa possibilità.
In
tal modo nella Chiesa la santità di Gesù si trasmette a tutti i
Cristiani, ed il bene fatto da un Cristiano ritorna a beneficio di
tutti: è questo il dogma della Comunione dei Santi.
Tu
ora sei un FIGLIO DI DIO.
Il
tuo destino non è più quello di essere solo «umanamente» felice,
ma «divinamente» felice nella casa di Dio tuo Padre: nel Paradiso!
Ma per giungere lassù le tue forze
umane (intelligenza e volontà) sono evidentemente insufficienti e
come sproporzionate all'impresa. È necessario che Dio le trasformi,
le divinizzi, così da renderti capace di conoscerLo, amarLo,
servirLo e, un giorno in Paradiso, goderLo come si conviene ad uno
che ora è Suo figlio.
Questa
trasformazione Dio la compie infondendo nella tua intelligenza e
nella tua volontà delle forze nuove, divine: le Virtù
soprannaturali e i Doni dello Spirito Santo*.
*
Queste forze
soprannaturali (Virtù Soprannaturali e Doni dello Spirito Santo)
sono intimamente connesse con la Vita divina da cui emanano.
Esse
ti sono state infuse con la Vita divina del S. Battesimo, aumentano
con l'aumentare della Vita divina e si perdono perdendo la Vita
divina, il che avviene nel peccato mortale. Uniche eccezioni: la fede
e la Speranza, che restano in noi anche senza la Vita divina e che si
perdono solo col peccato di infedeltà e di disperazione. Infine, si
riacquistano riacquistando la Vita divina.
1°
Le
Virtù soprannaturali
ti danno la «capacità» di agire divinamente. Esse sono
assolutamente necessarie per avvicinarsi in modo soprannaturale a
Dio. Senza di esse, pur avendo la Vita di Dio in te, tu saresti
simile ad un uomo vivo, ma incapace di muoversi e di agire.
Però
richiedono la tua collaborazione. Sono come i remi della barca:
necessari per farla procedere, ma bisognosi di essere mossi.
Tra
le Virtù soprannaturali, la Fede, la Speranza e la Carità
occupano un posto di onore perché hanno il pregio di metterti in
diretto contatto con Dio, di unirti immediatamente a Lui. Perciò
sono dette «divine » «teologali»
(Theòs=Dio)*.
*
Le tre Virtù Teologali ti rendono capace di conoscere,
sperare, amare Dio, fondandoti sulle perfezioni di Dio. Così chi ha
la Fede, fondandosi sulla infallibile Parola di Dio, viene a
conoscere con certezza assoluta i più intimi segreti della Divinità,
che la sua intelligenza umana non avrebbe mai potuto neppur
sospettare.
Chi
ha la Speranza, fondandosi sulla bontà e fedeltà di Dio, attende da
Lui con incrollabile fiducia il Paradiso e quant'altro da Dio
promesso.
Chi ha la Carità,
fondandosi sulla infinita amabilità di Dio, Lo ama con un amore
simile a quello che Egli porta a Se stesso. E poichè tutti gli altri
uomini sono amati da Dio come figli, chi ha la Carità amerà - per
amore di Dio - tutti gli altri uomini come fratelli.
Il
bambino che «contempla» estatico il volto del suo Papà, che «si
abbandona» con fiducia tra le sue braccia, che gli esprime in mille
modi «il suo amore»: ecco l'immagine più bella di ciò che le
Virtù Teologali rendono possibile a noi nei confronti del Padre
Celeste!
Tutte
le altre Virtù soprannaturali
regolano invece i tuoi rapporti con le creature (te stesso, il
prossimo, le cose), dandoti la capacità di usarle nel modo e nella
misura che maggiormente favorisce la tua unione soprannaturale con
Dio. Perciò sono dette «morali».
Esse
ti uniscono a Dio non immediatamente, ma mediante il buon uso che ti
fanno fare delle creature: sono come «i passi» del bimbo che corre
verso il suo Papà!
Le Virtù morali sono molto numerose,
ma si possono tutte ricondurre alle quattro virtù cosiddette
«cardinali»: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza*.
*
Così, ad esempio, la Virtù della Prudenza ti dà la
capacità e la forza di scegliere il mezzi più opportuni per evitare
il peccato, per fare il bene e così giungere a Dio.
2°
I
Doni dello Spirito Santo
hanno invece la funzione di «facilitare» la ascesa verso Dio.
Essi agiscono indipendentemente dalla
tua collaborazione. Sono come le vele della barca che, raccogliendo
il soffio dello Spirito Santo (le Sue ispirazioni), rendono bella e
facile la pratica delle virtù*.
*
Il dono della Sapienza, ad esempio, dandoti il gusto di
Dio, infiamma il tuo Amore per Lui. Il dono dell'Intelletto,
facendoti quasi intuire le Verità divine, illumina la tua Fede in
Lui. E così dicasi degli altri Doni dello Spirito Santo nei
confronti delle altre Virtù.
Essi
rendono pure possibile allo Spirito Santo di prendere l'iniziativa,
di trascinarti, quasi, verso il Padre, senza chiedere a te altro
impegno che quello di non opporti all'opera Sua, di essere docile nel
lasciarti condurre là dove Egli con dolcezza ti sospinge.
Così
Dio ha reso perfetto il «Suo Dono»: non soltanto SEI figlio di Dio
(per la Sua Vita che è in te), ma puoi anche agire da figlio di Dio
(per le Virtù e i Doni).
«Oh,
se tu conoscessi il Dono di Dio!» pare ti ripeta Gesù (Gv. 4,10).
Queste pagine, giovane caro, hanno
voluto aiutarti a conoscerlo. Quelle che seguono vogliono aiutarti a
viverlo con pienezza, affinché il Dono divino che c'è in te porti
frutti di santità in terra e di gloria eterna in Cielo.
Capitolo
III
GOVERNA
TE STESSO
Fin'ora
ti ho elencato - per così dire - «le parti» della macchina
meravigliosa che sei tu: ora te ne voglio spiegare il
«funzionamento», perché solo così sarai capace di governarti con
saggezza.
Cinque grandi leggi regolano il tuo
meccanismo interiore:
Ia
Legge: Niente
entra nell'intelligenza se prima non è passato attraverso i sensi.
Cioè:
tutte le cose che noi sappiamo, le sappiamo perché le abbiamo
sentite con le orecchie, o viste con gli occhi, o toccate con le
mani, ecc.
Chiesi una volta ad un bambino cieco se
gli piacesse di più un vestitino rosso o un vestitino azzurro: non
seppe rispondermi. E non poteva rispondermi, perché non avendo mai
visto il rosso e l'azzurro, non poteva «sapere» cosa essi fossero.
Da questa legge ne viene per te una prima e fondamentale norma di
condotta: custodire i sensi. Custodirli come si custodiscono le porte
di casa propria, che si tengono aperte agli amici ma si chiudono ai
ladri.
I
microbi di quella terribile malattia che è la tubercolosi entrano
nei nostri polmoni attraverso la bocca, quando noi respiriamo. Non
per questo io ti dirò di non respirare: moriresti soffocato! Ma ti
dico: respira a pieni polmoni quando l'aria è pura, ma chiudi la
bocca quando c'è il polverone!
Così ti dico: guarda, ammira, ascolta
ciò che è bello e puro: il volto della mamma, le sofferenze di un
povero, le bellezze del creato..., ma sappi distogliere prontamente
lo sguardo e tappare le orecchie se incappi in figure o in discorsi
cattivi. Perché tanti giovani riescono a mantenersi puri anche in
mezzo a molti pericoli e non sono quasi mai tormentati dai cattivi
pensieri? Soprattutto per questo: perché custodiscono con grande
cura i loro sensi, specialmente la vista. Fa tu pure così e sarai
ricco solo di buoni pensieri.
IIa
Legge: Niente
può essere voluto che non sia stato prima conosciuto.
Se
in un campo c'è un tesoro, ma tu non lo sai, sta pur certo che non
ti passerà mai per la testa di volerlo andare a prendere. Per volere
una cosa bisogna sapere che c'è.
In
altre parole: si può volere solo ciò che si conosce.
Ecco
quindi una seconda preziosa norma di vita: fa in modo di non
conoscere mai il male (per essere certo di non volerlo) e di
conoscere tutto il bene possibile (per poterlo volere).
A)
Anzitutto cerca di
non conoscere il male.
Disgraziati
quei giovani che con la scusa di voler «conoscere tutto» mettono
nella loro testa idee false e perverse alle quali poi la volontà non
è capace di dire di no!
Io
ho conosciuto un giovane assassino che confessò davanti ai Giudici
di essere stato spinto al delitto dalla lettura di romanzi gialli che
narravano nei minimi particolari l'azione delittuosa.
Tutti i peccati, dai più leggeri ai
più gravi (specialmente quelli contro la virtù della purità),
incominciano dal pensiero: chi non vuol commettere il male deve stare
attento di non conoscere il male, o, se l'ha conosciuto, di non
pensarvi più.
A questo proposito ti dirò: fuggi come
la peste i giornali, i libri, i cinema e gli spettacoli televisivi
disonesti e soprattutto i discorsi cattivi. Don Bosco diceva ai suoi
giovani di temerli più dello stesso demonio! E tu ora ne comprendi
il perché.
B)
In secondo luogo fa
in modo di conoscere tutto il bene possibile.
Eccoti
qualche consiglio a questo riguardo:
1)
Procurati con ogni mezzo (scuola, conferenze, letture, conversazioni,
ecc.) una soda cultura religiosa. Quanto più conoscerai Dio, tanto
più sarai capace di amarLo.
Ti sarà di grande utilità anche
l'approfondimento tecnico del tuo lavoro o (se sei studente)
l'applicazione seria e interessata allo studio.
2)
Abbi sempre in corso la lettura della vita di qualche Santo e per
prima quella di Gesù. S. Agostino si convertì leggendo la vita di
S. Antonio, e S. Ignazio di Loyola leggendo quella di Gesù: gli
esempi trascinano!
3)
Fa tutti i giorni una breve (10 minuti almeno!) meditazione. Come
meditare lo spiegherò più innanzi (Appendice II).
Qui voglio solo ricordarti che essa è
il mezzo più potente per creare in te convinzioni profonde e
durature.
IIIa
Legge: La
volontà è libera, ma subisce l'influsso delle passioni.
La
tua volontà è libera di scegliere ciò che vuole (il bene oppure il
male), allo stesso modo che il timoniere di una nave è libero di
dirigerla verso il porto o contro gli scogli.
Tu
però lo comprendi - devi volere solo il bene e mai il male, proprio
come il timoniere deve dirigersi verso il porto e mai contro gli
scogli!
Ma
allo stesso modo che i venti impetuosi dell'oceano possono favorire
od ostacolare la nave nel suo viaggio verso la mèta, così le
passioni possono aiutare la tua volontà a volere il bene, ma anche
ostacolarla, fino a trascinarla contro gli scogli del peccato.
Di
qui la necessità di saper dominare le tue passioni, così da poterle
sfruttare quando ti spingono al bene e reprimere quando ti trascinano
al male.
È
questo un lavoro lungo e paziente che si compie vincendo le proprie
passioni nelle piccole cose: un impeto d'ira represso, una
ghiottoneria tralasciata, il sopportare un compagno fastidioso, la
rinuncia ad un divertimento anche lecito, la prontezza nell'alzarsi
al mattino, ecc., sono un allenamento che rafforza la tua volontà e
la rende capace di dominare e di vincere anche le più forti
passioni.
IVa
Legge: Per
fare il bene è necessario l'aiuto di Dio.
Noi tutti siamo come quei piccoli
bambini che per arrivare a mettere la monetina nella cassetta dei
poveri, devono pregare la mamma che li alzi da terra. La loro buona
volontà non basta: ci vuole l'aiuto di qualcuno.
Così
è pure di te: non potrai obbedire alla mamma, esercitare la carità,
vincere le tentazioni se il Signore non ti aiuta a far ciò.
Questo
aiuto Dio lo dà a tutti, ma vuole che Glielo chiediamo nella
preghiera. AscoltaLo ancora: «Chiedete ed otterrete... A chi non
chiede, nulla sarà dato».
Comprendi
quindi che per riuscire a fare il bene non è sufficiente custodire i
sensi, conoscere il bene e dominare le passioni, ma che oltre a ciò
«è necessario pregare» (Lc 18,1).
È
per questo che S. Alfonso diceva: «Chi prega fa il bene e si salva,
ma chi non prega commette il male e si danna». E S. Agostino: «Ha
imparato a vivere bene chi ha imparato a pregare bene! ».
Mi
chiederai a questo punto: come si fa a pregare?
Ti rispondo con due sole parole:
Pregare vuol dire «parlare con Dio». Usa le parole del Padre
Nostro, dell'Ave Maria, o quelle che spontaneamente ti escono dal
cuore; l'importante è che tu abbia a parlare con Dio, con la Madonna
e con i Santi.
Ad ogni modo, trattandosi di cosa di
grande importanza, ho pensato di metterti in fondo al volumetto
(Appendice 1) un metodo di preghiera che ti aiuterà a pregare più
bene.
Va
Legge: Chi
fa il bene, vivo della Vita di Dio, merita un aumento di questa
unione vitale con Lui e, conseguentemente, di felicità eterna.
Già
ti sarai accorto che tutto questo lavoro di controllo sui sensi,
sulle idee, sulle passioni, non ha altro scopo che di metterti, - con
l'aiuto della preghiera - in grado di fare il bene, cioè la Volontà
di Dio.
Ora,
come l'operaio che ha eseguito un lavoro per ordine del suo padrone
ha diritto alla paga pattuita, così chi fa la volontà di Dio ha
diritto alla ricompensa da Lui promessa*.
*
Questo «diritto» è appunto il merito, che però è
sempre un «dono» di Dio, come è un «dono» la torta che la mamma
promette al bambino dicendogli: «Se fai bene i compiti ti darò la
torta».
E
ciò ad una sola condizione: che la Volontà di Dio sia compiuta in
unione con Lui.
Ogni
opera buona che tu compi in unione con Dio è quindi fonte di meriti:
dalla preghiera al lavoro, dal divertimento al riposo, dallo studio
al prender cibo, dalle gioie alle sofferenze... nulla va perduto per
te!
L' importante - ti ripeto - è di
vivere in Grazia Santificante e di fare quel che fai perché è Dio
che te lo chiede.
E
che si merita? Due cose:
-
anzitutto un aumento
di unione alla Vita di Dio, di Virtù Soprannaturali e di Doni dello
Spirito Santo. I
tuoi rapporti filiali con Dio diventano così sempre più intimi, e
il Suo amore per te più grande.
-
di conseguenza un
aumento di felicità eterna.
Il Paradiso che ti attende si ingrandisce sempre di più! *
*
Nella «Storia di un'anima» di S. Teresa di Lisieux, il
grado di unione alla Vita di Dio raggiunto da un'anima sulla terra è
paragonato alla «capacità di un recipiente», e la Gloria del
Paradiso alla «quantità del liquido» che potrà contenere: chi
aumenta la sua Vita divina in terra, aumenta la felicità che godrà
eternamente in Cielo!
Giovane
caro, non essere nel numero degli stolti che, governando malamente se
stessi sconvolgono l'armonia stupenda del loro essere, e vivendo in
peccato mortale si riducono allo stato di piante sterili che non
producono frutti per il Cielo!
Ma
sii nel numero dei saggi che, sviluppando armonicamente le proprie
facoltà umane secondo le leggi poste da Dio nella loro natura,
giungono alla più intima unione con Dio e producono frutti
abbondanti per la Vita eterna!
Capitolo
IV
LA
TUA VERA GRANDEZZA: AMARE DIO
Giulio
Cesare pianse davanti alla statua di Alessandro Magno, pensando che
alla sua stessa età il grande Macedone era giunto ben più in alto
di lui...
Un simile anelito alla grandezza anche
tu lo hai sentito qualche volta nel cuore: un desiderio prepotente di
realizzare qualcosa di grande nella vita, qualcosa di eroico, fuori
del comune.
Quel
desiderio era buono, ma purtroppo è caduto nel nulla! Perché?
Perché
non sapevi con precisione cosa fare per realizzarlo.
Ebbene,
caro giovane, è appunto questo che ora ti voglio insegnare. Seguimi
con attenzione e con fiducia, perché nessuna cosa è più importante
a conoscersi di quella che sto per dirti.
«L'uomo
tanto vale quanto vale ciò che ama». Questa affermazione di S.
Agostino vorrei la scolpissi indelebilmente nell'anima tua!
L'
amore infatti è una conquista: tutto sta nel vedere che cosa si ama,
per sapere se siamo divenuti ricchi o poveri.
L'amore
è una fiamma che arde di luce più o meno vivida a secondo di ciò
di cui si alimenta. «Ami la terra? - continua S. Agostino - Sarai
terra! Ami Dio? *
*
Naturalmente qui S. Agostino allude alla Virtù teologica
della Carità che è inseparabile dal possesso della Vita di Dio che
ci trasforma in Lui.
Che
dirò? Sarai Dio? Non oso dirlo da me, ma ascolta la Bibbia: «Ho
detto che siete deificati e figli tutti dell'Altissimo Iddio» (Ps.
81, 6).
Credimi,
giovane caro: se vuoi spendere bene la tua vita così da toccare la
vera, eccelsa grandezza alla quale sei destinato, non hai che
un'unica importantissima cosa da fare: AMARE DIO!
Amare
Dio!
Ma
come amarlo?
S.
Tommaso ti dice, con la sua abituale chiarezza e profondità, che
l'amore tende sempre in due cose:
1)
all'unione con la persona amata, e
2)
a fare il bene della persona amata.
Come
chi ama la propria mamma vorrebbe star sempre con lei e fare per lei
tutto ciò che la rende felice, così chi ama Dio vuole per ciò
stesso stare con Lui e fare ciò che a Lui più piace.
Per
amare Dio devi quindi:
1°
Stare con Dio, cioè «vivere in unione con Lui»
Infatti
la presenza di Dio in te non solo ti avvicina intimamente a Lui ma
addirittura ti rende con Lui come un'unica cosa, facendoti partecipe
della Sua stessa Vita!
Questo
è il primo «atto di amor di Dio»: vivere in Grazia Santificante
ossia in reale ed intima unione di vita con Lui!
Chi
non vive unito a Dio, cioè chi vive in peccato mortale, qualunque
altra cosa buona faccia nella sua vita, non può dire di amaLo,
perché Lo tiene volontariamente lontano da sè.
2°
Fare ciò che piace a Dio, cioè la sua Volontà
A
questo proposito vorrei ti persuadessi di due cose:
-
Anzitutto che Dio
non si attende da te null'altro che questo.
La tua intelligenza, la tua salute, le tue ricchezze... sono tutte
cose che non dipendono da te e che Dio potrebbe darti o toglierti a
Suo piacimento. Ma che tu Gli sottometta liberamente la tua volontà
questa è una cosa che solo tu puoi darGli, questo è il vero dono
che Egli si attende da te! «O figliolo, ti dice, dammi il tuo
cuore!» (Prov. 23,26).
-
In secondo luogo che
tu non puoi fare per Lui nulla di più grande.
Infatti, facendo la Volontà di Dio tu doni a Lui, con un libero
atto, tutto te stesso: le tue forze fisiche, la tua intelligenza, la
tua volontà, le cose che fai, il tempo che impieghi... tutto diventa
automaticamente Suo! La volontà è la locomotiva che trascina tutto
il tuo treno nella direzione voluta da Lui.
E
per terminare raggrupperò in quattro punti ciò che Dio vuole da te:
a)
Vuole che tu Lo ami sopra ad ogni cosa e che, per Suo amore, ami il
tuo prossimo come te stesso. L'AMORE è la prima e principale cosa
che Dio ti chiede! *
*
«Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima
tua, con tutta la tua intelligenza e con tutte le tue forze. Questo è
il primo Comandamento. Il secondo poi è simile a questo: Ama il tuo
prossimo come te stesso. Non c'è altro Comandamento maggiore di
questi» (Mc 12,0-31).
Nota
due cose:
1) Il tuo prossimo lo devi
amare, non perché ti è simpatico, amico, ecc. ma perché Dio lo
ama. In tal modo amando il prossimo tu ami Dio, esercitando la Virtù
teologale della Carità.2) Il tuo prossimo lo devi amare come Dio lo ama, cioè come ami te stesso; perché anche lui è, né più né meno di te, amato da Dio come figliolo carissimo. Praticamente seguirai come regola queste parole di Gesù: «Tutto quanto desiderate vi facciano gli uomini, questo stesso voi fate agli altri» (Mt 7,12).
b)
Vuole che tu osservi i dieci Comandamenti.
c) Vuole che tu obbedisca alle leggi
e precetti della Chiesa e alle leggi giuste dello Stato.
d)
Vuole che tu adempia fedelmente ai doveri del tuo stato*.
*
Essi variano evidentemente da persona a
persona: un figliolo, un padre di famiglia, una madre, uno studente,
un Sacerdote, ecc. faranno la Volontà di Dio adempiendo con
esattezza i doveri del loro particolare stato di vita.
Se
in qualche circostanza della vita non sapessi con certezza quel che
Dio vuole, chiedi
consiglio
a un Sacerdote: egli è l'incaricato di Dio a manifestarti la Sua
volontà.
L'amor
di Dio non farà solo la tua grandezza, ma anche la tua felicità.
Ascolta
un uomo che ne ha fatto l'esperienza: «Ci possono essere anime così
disgraziate da morire senza aver gustato la felicità di amare Dio?
Non è forse questa la sola felicità che abbiamo su questa terra?
Essere amati da Dio! Essere uniti con Dio! Vivere alla presenza di
Dio, vivere per Dio! Che bella cosa, che cara vita! Come è bello il
destino dell'uomo: vedere Dio, amarLo, benedirLo, contemplarLo su
questa terra e nell'eternità!» (S. Curato d'Ars).
Capitolo
V
LA
TUA VERA ROVINA: IL PECCATO MORTALE
Proprio
perché la tua volontà è libera, tu puoi volere ciò che Dio
comanda, ma (purtroppo!) anche ciò che ti proibisce.
In
altre parole, tu puoi peccare.
Questo
infatti è il peccato: una offesa fatta a Dio disobbedendo alla Sua
legge.
Quando l'offesa è tanto grave da
comportare la perdita di Dio allora si ha il peccato mortale, così
chiamato perché toglie all'anima la vita divina (cioè la unione con
Lui) e le merita la morte eterna (cioè il castigo dell'Inferno)*.
*
Per avere un'idea di ciò che perdi col peccato mortale va
a rileggere il Il Capitolo: perdi Dio, Gesù, i meriti, il Paradiso!
E guadagni un Inferno eterno!
«C'è da tremare, gemeva il Curato di
Ars: per una bestemmia, per un cattivo pensiero, per una bottiglia di
vino, per due minuti di piacere perdere Dio, la propria anima, il
cielo: e per sempre!» (Monnin, Spirito, p. 106).
Mi
chiederai: quando un peccato è mortale? Il peccato mortale è
costituito da tre elementi: materia
grave, piena avvertenza e deliberato consenso.
Mancandone, anche uno solo, il peccato mortale non c'è. *
*
L'assenza di uno dei tre elementi fa si che non esista il
peccato. L'incompiutezza di uno dei tre elementi (materia non
grave: avvertenza non piena; consenso non deliberato)
riduce il peccato da mortale a veniale.
Esaminiamoli
ad uno ad uno.
I° Materia grave
La materia del peccato e la «cosa»
proibita da Dio, come ad esempio l'idolatria, la bestemmia, il
perdere la Messa festiva, il pensiero o l'azione impura, il furto, la
bugia, ecc.
Essa
è grave quando «è così contraria alla legge di Dio che non si può
volerla senza perdere anche Dio». Non c'è via di mezzo quando si
tratta di materia grave: o si rinuncia ad essa e si resta con Dio, o
si aderisce ad essa e si perde Dio.
Così
l'idolatria, la bestemmia, il perder la Messa festiva, l'impurità,
un grosso furto, ecc., sono materia grave; mentre un piccolo furto,
una bugia, una disobbedienza, ecc., sono materia leggera, e non
possono costituire peccato mortale.
2°
Piena avvertenza (della mente)
Il
secondo elemento del peccato mortale è che il peccatore sappia con
certezza che quella «cosa» è materia grave, cioè gravemente
proibita da Dio.
Se
non lo sa con certezza, sia perché crede erroneamente che si tratti
di cosa non grave, sia perché (come accade nel dormi-veglia) non sia
completamente conscio di ciò che sta facendo, allora la piena
avvertenza non c'è, e di conseguenza non può esserci peccato
mortale.
3°
Deliberato consenso (della volontà)
È
il terzo elemento, che sopraggiungendo agli altri due dà luogo al
peccato mortale.
Esso
consiste nel volere liberamente una cosa, conosciuta come materia
grave. È questo l'elemento del peccato che più dipende da noi,
perché mentre non è sempre in nostro potere impedire la conoscenza
della cosa cattiva, è sempre in nostro potere il non acconsentirvi
con la volontà.
Il
peccato lo commette solo chi «vuole» commetterlo! Chi non vuole,
quand'anche provasse molte tentazioni, non fa peccato, proprio perché
non dà il suo consenso a ciò che sa essere proibito da Dio.
*
* *
Non
posso chiudere questo capitolo senza dirti quale deve essere il tuo
atteggiamento di fronte al peccato mortale. Te lo riassumo in tre
punti:
1)
Devi temerlo e fuggirlo più di ogni altra disgrazia e sofferenza,
più della stessa morte. Proponi fermamente con Domenico Savio: «La
morte ma non peccati!».
2)
Qualora
disgraziatamente cadessi in peccato mortale hai l'obbligo di
liberartene subito, col far ritornare Dio nell'anima tua. E ciò puoi
fare in due modi:
-a) facendo una buona
S. Confessione.
Essa
è la via regale che conduce al perdono di Dio. Tertulliano la chiama
«la tavola di salvezza nel naufragio del peccato» e chi
volontariamente la rifiuta non può sperare di salvarsi in altro
modo.
Purtroppo
però non sempre potrai subito accostarti al Sacerdote per
confessarti. Ed allora come fare? Restare in stato di peccato
perdendo così tanti meriti e correndo il gravissimo rischio di
dannarti eternamente? Non sia mai detto! Tanto più che tu puoi
sull'istante riacquistare la Grazia Santificante...
-b) facendo un atto
di Dolore perfetto.
Esso
consiste nel chiedere perdono a Dio del peccato commesso (pentimento)
e nel prometterGli di non più peccare (proponimento); e ciò non
tanto per la paura che hai di andare all'Inferno (Dolore imperfetto o
Attrizione), quanto per il dispiacere di aver offeso Dio (Dolore
perfetto o Contrizione).
Tu
ora Ami Dio e Gli esprimi il tuo amore chiedendoGli perdono!
L'atto
di Dolore perfetto puoi farlo nel modo che ti è più facile: con un
pensiero, con un bacio al Crocifisso, con una parola affettuosa, per
esempio così:
O
Gesù d'amore acceso, non ti avessi mai offeso! O mio caro e buon
Gesù non ti voglio offender più».
O
più brevemente: «Gesù mio, misericordia, perdonami!».
Oppure:
«Abbi pietà di me, o mio Dio, perché sono un peccatore!».
L'atto
di dolore perfetto ti cancella subito qualunque peccato, però non ti
dispensa dal confessarli in seguito al Sacerdote. Anzi deve essere
unito alla buona volontà di confessarli quando ne avrai comodità,
certamente però prima di ricevere la S. Comunione.
3)
Da ultimo devi fare tutto quanto sta in te per impedire il
peccato anche negli altri, specialmente nei ragazzi della tua età,
non solo dando sempre loro il buon esempio, ma anche intervenendo con
qualche buona parola e, se necessario, anche con qualche rimprovero
per allontanarli dal male.
Capitolo
VI
LA
TUA VIA
Vivere
in unione con Dio e fare la Sua volontà, ecco il grande ideale che
devi ad ogni costo realizzare nella tua vita!
Ma
come realizzarlo? Da dove incominciare l'impresa?
Ascoltami:
il lavoro deve essere metodico ed ordinato e va condotto in tre tempi
successivi che sono come tre tappe di un aspro ma glorioso cammino
che possiamo chiamare «la Via della Santità».
Chiunque,
anche il più grande peccatore, è chiamato a percorrerla, ad uscire
cioè dal suo peccato e ad arrivare alla più intima unione con Dio.
Osserva il disegno qui accanto:
Fuori
della via sta la palude mefitica del peccato.
«Chi
sono i peccatori?» fu domandato un giorno alla piccola Bernardetta
Soubirous. «Coloro che amano il peccato» fu la sapiente risposta
della giovinetta!
Chi
ama il peccato e non vuole lasciarlo non è sulla strada della
santità. Perché vi entri deve per prima cosa mettersi ad odiare il
peccato e prendere la decisione fermissima di non peccare mai più.
Ia Tappa
Con
questo decisione ha inizio la prima tappa, che consiste nel
combattere contro il peccato mortale e che avrà termine solo quando
lo si sarà eliminato completamente dalla propria vita.
A
conforto di chi vi si trova impegnato, dirò subito che in questa
lotta i più duri combattimenti sono quelli iniziali. Poi, man mano
che si procede, le tentazioni si fanno sempre più rare e meno
violente: «In questa via - dice il Curato d'Ars - che costano sono i
primi passi».
Così
è nel combattimento contro il peccato mortale: dopo i primi duri
scontri, se persevereremo fedelmente nella lotta, giungeremo ad un
così completo dominio sulla passione da stroncare con facilità ogni
nuovo tentativo di ribellione.
Per
una vittoria sicura ti suggerisco tre armi:
1)
Fuga delle
occasioni pericolose;
2)
Preghiera
frequente;
3)
Confessione sincera. Non abbassarle mai di fronte al nemico! Anche
dopo una caduta, anzi specialmente allora!
E
ti chiedo un impegno d'onore: non scoraggiarti, sii costante! Quanti
giovani si sono arresi a pochi metri dal traguardo...
Ascolta
Gesù: «Chi persevererà fino alla fine, questi sarà salvo!». E
poiché qui si tratta proprio della salvezza eterna, della tua
salvezza eterna, sappi condurre a termine, a qualunque costo,
l'impresa!
IIa Tappa
La
santità, dice uno sperimentato educatore, è come una montagna di
sapone: chi si ferma scivola verso il basso!
Se
tu, caro giovane, non vuoi cadere nelle antiche bassezze non devi
accontentarti di questa prima vittoria, ma devi proseguire, iniziando
la lotta contro i peccati veniali*.
*
Il passaggio da una tappa all'altra per lo più avviene in
modo graduale, e va tenuto presente che resta sempre il pericolo di
caduta anche mortale, sebbene tale pericolo si faccia sempre più
raro man mano che si procede nella santità.
E qui è necessaria una osservazione:
mentre i peccati mortali spengono in te la Vita di Dio e quindi vanno
combattuti in blocco e senza eccezione, i peccati veniali te la
indeboliscono soltanto. Contro di essi potrai quindi usare una
speciale tattica che renderà più facile la vittoria. Ed è questa:
individuare il peccato veniale che causa maggior danno all'anima tua
(il cosiddetto «difetto predominante») e concentrare contro di lui
tutti gli sforzi, non preoccupandoti gran che, per il momento, degli
altri tuoi difetti.
Eccoti
un esempio: un giovane, che da tempo non cade più in peccati
mortali, dice però ancora bugie, si arrabbia coi fratelli e
tralascia spesso le preghiere del mattino. Di tutti questi peccati
veniali il più pericoloso per lui è indubbiamente tralasciare le
preghiere, perché se non prega non avrà neppure la forza di evitare
gli altri peccati. Quel giovane dovrà quindi per prima cosa proporre
fermamente di dire sempre e ad ogni costo le sue preghiere e
concentrerà ogni suo sforzo su questo punto.
Con
questo sistema anche gli altri peccati veniali non presi direttamente
di mira a poco a poco scompariranno perché erano, in certo modo,
sostenuti da quello.
Ucciso
Golia, tutto l'esercito filisteo si diede alla fuga. Affronta con
coraggio ed uccidi il tuo «Golia» e tutti gli altri tuoi difetti si
allontaneranno da te!
Termino
confortandoti con le parole di un valoroso che ti ha preceduto in
questa via: «Se arrivassimo a correggerci di un solo difetto
all'anno diverremmo presto santi!» (S. Ignazio di Loyola).
IIIa Tappa
Quando
un giovane è riuscito a debellare la maggior parte dei suoi peccati
veniali almeno i più pericolosi, non è bene che si soffermi a lungo
a combattere le piccole inevitabili imperfezioni che ancora commette.
Per
lui è giunto il momento di cambiare tattica, di iniziare un nuovo
lavoro, il più bello, il più costruttivo, il più affascinante: la
conquista delle Virtù.
Le
Virtù sono «la pratica abituale del bene», ad esempio delle
carità, della giustizia, della umiltà, della obbedienza, ecc., così
come sono state praticate da Gesù.
Ripeto:
come sono state praticate da Gesù, perché è da Lui che noi
sappiamo cosa è la Virtù; è studiando la Sua Vita che veniamo a
scoprire la norma perfetta della nostra vita. «Vi ho dato l'esempio,
affinché come io ho fatto così facciate anche voi» (Giov 13,15)
In
altre parole, la conquista della Virtù coincide con la imitazione di
Gesù.
Gesù
è stato obbediente? Io pure lo voglio essere!
Gesù
ha amato l'umiltà, la purezza, la preghiera? Io pure amerò questa
virtù!
Gesù
ha amato i nemici, ha perdonato, ecc.? Ebbene, io pure farò così!
Gesù
è vissuto poveramente? Anch'io sarò come Lui!
E
così si ripeta per tutte le altre virtù di Gesù Cristo, per tutte
le Virtù «cristiane».
Questa
imitazione presuppone due cose: una conoscenza intima di Gesù ed una
decisa volontà di rendersi simile a Lui.
La
prima si acquista sopratutto nella meditazione del Vangelo: da esso
la figura di Gesù balza viva ed amabile come da nessun altro libro.
È a questa fonte che dobbiamo accostare la nostra intelligenza e la
nostra fede, persuasi di attingere all'origine quanto di più vero,
di più perfetto, di più eroico si possa conoscere sulla terra.
Ma
la conoscenza della Virtù, non è la Virtù: occorre mettere in
pratica ciò che si è contemplato, occorre una forte volontà che,
mediante la ripetizione frequente degli atti virtuosi di Gesù, ci
renda effettivamente simili a Lui.
Perciò,
dopo aver meditato la figura e gli esempi di Gesù, dovrai
impegnarti, durante la giornata, a ricopiarli nella tua vita
chiedendoti spesso: «Se al mio posto ci fosse Gesù, come si
comporterebbe?»; e poi facendo come Lui farebbe.
Quando
sarai alquanto innanzi nella pratica delle Virtù cristiane, ti
accorgerai che esse convergono tutte in unica fondamentale Virtù,
praticando la quale tutte si esercitano, senza la quale tutte
decadono: il fare la Volontà di Dio.
Ti
sentirai allora attratto a semplificare la tua vita puntando
unicamente su Dio.
Le
singole Virtù non ti interesseranno che nella misura in cui Dio le
vuole da te. L' amore di Dio ti prenderà talmente l'anima da non
lasciarti desiderare e fare altro che la Sua Volontà, anche se
questa volontà fosse la sofferenza, la malattia, la morte.
È
soprattutto qui, in questo altissimo vertice di perfezione, che Gesù
ti è Modello sublime, Lui che ha potuto dire con verità: «Io
faccio sempre ciò che piace al Padre» «Il mio cibo è fare la
volontà di Colui che mi ha mandato» (Gal 2,20). È soprattutto qui
che la tua vita diventerà straordinariamente feconda di bene, perché
solo quando sarai giunto ad essere sempre «a disposizione di
Dio» Egli ti adopererà per compiere le Sue meraviglie nel mondo.
Capitolo
VII
LA
TUA GUIDA
Pare
che in tutta la storia della Chiesa, l'unica persona che sia divenuta
santa senza l'aiuto di un Direttore Spirituale sia stata S. Caterina
da Genova. Tutti gli altri che sono giunti alla santità hanno avuto
il loro Direttore.
Tu, caro giovane, non credere di poter
fare da solo. Per scalare una vetta occorre una guida: troppi sono i
pericoli di porre un piede in fallo, di sbagliare la strada, di
perdersi di coraggio.
Mi
dirai: Chi scegliere? Come fare? Ti rispondo:
1°
Chi scegliere
Un
sacerdote.
Un semplice laico potrà esserti amico e consigliere, ma non Padre e
santificatore. Solo il Sacerdote ha da Dio l'autorità di dirigerti e
il potere di trasmetterti (coi Sacramenti) la Grazia che conduce al
Cielo!
Santo
e sapiente.
S. Teresa d'Avila disse un giorno che tra un Direttore molto sapiente
ma poco santo ed uno molto santo ma poco sapiente, avrebbe scelto il
primo. Ciò si spiega, perché ai suoi tempi molti diventavano preti
senza studiare
gran
che. Oggi per fortuna non è più così: non si diventa preti senza
aver molto studiato! Preoccupati piuttosto che il tuo Direttore
Spirituale sia santo, perché solo chi ha già percorso, il cammino
aspro e sublime della santità saprà condurre gli altri con
sicurezza fino alla meta.
Che
ti ispira confidenza.
La confidenza è la chiavetta d'oro che apre il tuo cuore: tu devi
saperla porre nelle Sue mani! Egli diverrà così l'Amico dell'anima
tua per il quale non esiste segreto e del quale ti fiderai come dello
stesso Gesù.
2°
Come fare
Incomincia
con l'andare a confessarti da Lui.
Se
puoi ogni settimana o al più ogni quindici giorni. Però se ne
avessi necessità anche più spesso.
Nella
Confessione tu senza fatica gli scoprirai le piaghe dell'anima tua ed
Egli facilmente intuirà le tue necessità e i mezzi più idonei a
guarirti.
Dopo
qualche tempo non accontentarti più della sola Confessione, ma
confidagli anche le vittorie che hai riportate sulle tentazioni, le
Virtù che ti riescono più facili, le tue aspirazioni e le
difficoltà che trovi a realizzarle.
Egli
allora si farà un quadro preciso della tua anima, con tutte le sue
ombre ma anche con tutte le sue luci: stabilirà con esattezza a che
punto ti trovi sulla via della Santità e ti proporrà con chiarezza
quei mezzi che per te sono i più adatti a progredire nel bene*.
*
Già sai che tutto ciò che confidi al tuo Padre Spirituale
(anche se detto fuori di Confessione) sarà da Lui tenuto segreto a
tutti, fuorché, naturalmente, a te.
La
Sua direzione riguarderà soprattutto due punti:
1)
L'impegno
di Santità
- Dovrà cioè stabilire il punto particolare sul quale ti devi
impegnare per progredire nella via della Santità (Cfr. cap. VI°).
È evidente che tale «impegno» non
sarà sempre lo stesso, ma varierà non appena lo avrai superato.
Da
parte tua sarà utilissimo registrare ogni sera su un foglietto le
vittorie conseguite: potrai così, dopo qualche tempo, constatare i
tuoi progressi nel bene.
2)
Il
programma di Preghiera
- Dovrà cioè fissarti con precisione le pratiche di pietà da
compiere.
Come
orientamento ti trascrivo qui sotto un programma di pietà che
rappresenta il minimo indispensabile per vivere in unione con Dio e
progredire nella santità. Col tuo Direttore Spirituale potrai
variarlo anche profondamente, perché ognuno ha esigenze tutte sue
proprie di orario, di lavoro, ecc. Soprattutto - sempre d'accordo con
Lui - potrai aumentarlo, non tanto però nel numero delle pratiche
quanto nella durata di esse.
Mi
pare ad ogni modo utilissimo che le tue pratiche di pietà siano
distribuite in tre compartimenti stagni: Mattino (da quando ti alzi a
mezzogiorno), Pomeriggio (da mezzogiorno a cena) e Sera (da cena al
riposo), così da tenerti il più costantemente possibile vicino a
Dio.
A
questi punti fondamentali (sui quali darai periodicamente la tua
relazione), il tuo Direttore Spirituale potrà aggiungerne altri che
Lui stimerà più opportuni per te.
Capitolo VIII
TU E GLI ALTRI
Quanto
più andrai innanzi negli anni sempre più ti accorgerai che il mondo
in cui vivi è come una grande famiglia nella quale la felicità di
ognuno è legata a quella di tutti gli altri. Con una brutta parola
questo fenomeno è oggi chiamato «Globalizzazione», ma il motivo
profondo di ciò sta nel fatto che tutti gli uomini, senza eccezione,
sono figli di Dio e quindi fratelli tra loro.
Purtroppo
la condivisone dei beni oggi si verifica solo in parte: ci sono i
fortunati che hanno il dono della fede e i poveri infedeli che non
conoscono Gesù; ci sono coloro che posseggono molti beni materiali,
e coloro che languono nella miseria.
E’ giusto che tu, anche se giovane,
abbia a conoscere il mondo in cui vivi, perché solo così potrai
dare alla tua formazione personale un indirizzo veramente cristiano.
1°
Fatto: OGGI LA
MAGGIOR PARTE DEGLI UOMINI NON CONOSCE GESÙ
Tu
sai che Dio ha parlato agli uomini per mezzo di Gesù e che solo da
Gesù e dalla Sua
Chiesa
gli uomini ricevono la Verità e la Vita divina che li salva.
Ebbene,
oggi nel mondo su quasi sei miliardi di uomini, solamente la metà
conosce Gesù: gli altri non sanno neppure che Gesù ci sia o - se ne
hanno sentito parlare - non credono che Egli è il Figlio di Dio che
si è fatto loro Fratello per salvarli.
Da
qui nasce il problema missionario, cioè il problema di far conoscere
Gesù a tutti gli uomini, davanti al quale tu - se ami veramente il
tuo prossimo come te stesso - non puoi restare indifferente.
Ti
voglio far notare che il problema missionario oggi non esiste solo
nelle terre lontane dell'India e dell'Africa, ma anche nella tua
casa.
Quanta
gente che tu conosci non conosce Gesù!
Il
santo Papa Paolo VI, quando era arcivescovo di Milano, vedendo il
piccolo numero di persone che credevano veramente in Gesù e che
vivevano della Sua Vita, uscì in questa accorata espressione: «Noi
cristiani siamo una minoranza!».
E
si riferiva alla «cattolica» città di Milano! Perciò rivolse
tutte le sue ansie apostoliche a quelli che pur vivendo vicinissimi a
lui erano da lui chiamati «i lontani», i lontani da Gesù!
Caro giovane: tu già possiedi Gesù e
vivi la Sua Vita. Pensa a quanti tuoi fratelli sono privi di questo
dono! e rifletti se non valga la pena di dedicare non solo un po' del
tuo tempo, ma tutta la tua vita, ad aiutare Gesù a salvare le
anime...
2°
Fatto: OGGI
MOLTISSIMI UOMINI CHE CONOSCONO GESÙ SONO FUORI DELLA VERA CHIESA!
Devi infatti sapere che tra gli uomini
che credono in Gesù Cristo (cioè tra i Cristiani), non tutti
appartengono alla vera Chiesa fondata da Gesù che è la Chiesa
Cattolica.
Moltissimi
(quasi la metà!) nei secoli passati si sono staccati dalla Chiesa
Cattolica ed hanno formato Comunità cristiane separate da essa, come
la Chiesa Ortodossa, la Chiesa Protestante e la Chiesa Anglicana.
Tu
sai d'altra parte che Gesù, per il loro bene, desidera ardentemente
che abbiano a ritrovarsi tutti uniti nell'unica Sua Chiesa Cattolica.
È questo il problema ecumenico, alla felice soluzione del quale tu
devi contribuire (non potendolo in altro modo) almeno con la
preghiera.
3°
Fatto: LA GRANDE
MAGGIORANZA DEGLI UOMINI DI OGGI SOFFRE LA FAME
E
veniamo al terzo grave fatto del mondo in cui vivi.
Su
sei miliardi di uomini che popolano oggi la terra, solo un terzo si
nutre a sufficienza: gli altri due terzi soffrono la fame!
Ciò
vale a dire che oggi nel mondo accanto a un uomo ben nutrito vivono
due denutriti.
I
denutriti abitano in sordide capanne, si vestono con stracci, si
cibano di rifiuti, sono quasi tutti ammalati e muoiono giovanissimi.
Si calcola che la fame uccida 20.000 persone al giorno, cioè 800
ogni ora, 13 ogni minuto!
Il
problema della fame nel mondo è certamente uno dei problemi più
gravi del nostro tempo, che non può lasciarci indifferenti. Noi
sappiamo infatti che negli affamati c'è Gesù e che se non li
aiutiamo non potremo sperare di salvare la nostra anima, avendo
lasciato morire di fame Gesù.
Mi
chiederai: Ma cosa posso fare per loro?
Ti
rispondo: Anzitutto istruisciti su questo argomento. Io te l'ho solo
accennato, ma tu ora devi leggere qualche pubblicazione che ti
spieghi più ampiamente tutto ciò. Ti parrà strano, ma questa è la
maniera più efficace per aiutarli.
Poi
decidi di condurre una vita povera e mortificata: come potrai tu, in
coscienza, concederti divertimenti o possedere cose non necessarie
sapendo che tanti e tanti ragazzi come te, tanti uomini e tante donne
come il tuo Papà e la tua Mamma, oggi non hanno mangiato?
Ricorda
però questa verità fondamentale: che il tuo amore per i fratelli
sarà veramente efficace se sarà un riflesso del tuo amore per Dio.
Quanto
più sarai riuscito ad amare Dio nel modo che hai imparato leggendo
questo libretto, tanto più sarai generoso verso il tuo prossimo. La
vera Carità fiorisce solo se c'è la vera Santità!
PREGHIERA A MARIA SANTISSIMA MADRE DELLA DIVINA GRAZIA
Dolcissima Madre di Dio e Madre mia
Maria, che col dare Gesù agli uomini hai fatto scendere nelle anime
la Sua Vita divina, fa' che io sempre meglio conosca ed apprezzi
l'inestimabile valore di questo «Dono di Dio» che mi ha reso Suo
figlio.
Fa'
che per acquistare quest'unica perla preziosa io sappia vendere senza
rimpianti i miseri tesori di quaggiù.
Fa'
che per conservarla intatta nell'anima mia, sappia fortemente
resistere alle tentazioni nel maligno.
Fa' che per accrescerne lo splendore io
segua Gesù fino in fondo, sulla via della santità.
E
fa' che nessuno, di quanti ti invocano . MADRE DI GRAZIA, resti
privo, nell'ora della morte, di questa Vita che introduce i tuoi
figli nel gaudio eterno di Dio.
Appendice
I
SEMPLICE
METODO PER LA PREGHIERA
La
preghiera, già lo sai, è uno «colloquio con Dio».
Non
è però un'arte facile: e un metodo gioverà certamente a dare una
giusta impostazione alla tua preghiera. Perciò sforzati di fare
così:
Esteriormente:
COMPOSTEZZA.
Non è detto però che per pregare tu debba stare sempre in
ginocchio; puoi pregare anche stando seduto, anche passeggiando,
anche a letto, se vuoi: ma con compostezza, perché dobbiamo sempre
ricordare la grande riverenza che si deve a Dio.
Interiormente:
DIMENTICARE
tutto quanto non interessa la preghiera: affari, lavoro, giochi, ecc.
Ciò non richiederà molto tempo, ma è indispensabile perché tu
possa...
PENSARE a
Dio che sta dentro di te, che ti vede, che ti ascolta, che ti vuole
esaudire. Sapersi, mediante la Fede, alla presenza di Dio: ecco ciò
che occorre per...
PARLARE
con Lui col rispetto e la confidenza di un figlio.
Potrai
pregare vocalmente pronunciando le parole del Padre nostro, le
preghiere liturgiche, ecc., od anche esprimere in silenzio al Signore
gli affetti del tuo cuore.
Appendice
II
SEMPLICE
METODO PER LA MEDITAZIONE
La
meditazione è anch'essa una preghiera. Infatti è essa pure un
«colloquio con Dio».
Però
è un colloquio caratteristico, che si fa più ascoltando che
parlando!
Esso consiste nel «pensare a Gesù per
poter fare come Lui ha fatto».
Anche
qui un metodo ti sarà di grande vantaggio; e te lo espongo in tre
punti:
1)
IMPARARE,
cioè «mettere in testa» con chiarezza l'argomento da meditare.
Ciò
può essere fatto in tre modi:
a)
leggendo un brano del Vangelo o di altro libro di meditazione. Leggi
però lentamente e attentamente: se necessario rileggi, anche
parecchie volte, finché non ne avrai ben compreso il significato.
b)
ascoltando una predica, una conferenza religiosa, ecc.
c)
ripensando a un fatto che ti ha colpito, come, ad esempio, alla morte
di una persona che conoscevi, alle sofferenze di un povero, ecc.,
perché anche attraverso queste cose ti parla il Signore!
d)
guardando con amore e con fede il Crocifisso...
2)
RIFLETTERE,
cioè «pensarci sopra»; allo scopo di far tue le idee che hai
imparato, fino ad esserne intimamente convinto. È questo il lavoro
più importante della meditazione, perché da esso sgorgherà
spontaneo il...
3)
DECIDERE
di imitare Gesù in ciò che ti manca per diventare simile a Lui.
Questa decisione Gliela ripeterai tante
e tante volte in un intimo e amoroso colloquio che potrai continuare
anche nel corso della giornata.
N.B. - In pratica, questi tre tempi
(imparare - riflettere - decidere) potranno essere ripetuti
frequentemente durante una stessa meditazione, ad esempio al termine
di ogni frase o anche di ogni singola parola di Gesù.
Chiedi al tuo Padre Spirituale di
dirigerti anche in questo e di indicarti quali libri sono più adatti
per te.
Appendice
III
RIASSUNTO
ORGANICO*
*
I numeri marginali si riferiscono ai capitoli del
volumetto.
È
necessario che tu ti conosca alla luce di Dio...
1)
Chi sei tu? Tu sei un uomo, cioè un essere composto di anima e di
corpo. È Dio che t'ha creato così, che t'ha dato la natura umana.
2)
Ma non sei solo questo: Dio ha voluto innalzarti al di sopra della
tua natura, anzi al di sopra di ogni altra natura creata, fino a
renderti partecipe della Sua stessa Natura divina. Ciò ha fatto
mettendo in te una scintilla della Sua Vita. Per essa tu sei
diventato Suo figlio adottivo, e parte viva del Corpo Mistico di
Cristo.
Di
conseguenza, tu non sei più destinato ad una semplice felicità
umana, ma al godimento della stessa infinita felicità di Dio tuo
Padre, il che avverrà in Paradiso. Tu non hai più un destino
«naturale», ma un destino «soprannaturale», cioè divino.
A
questo scopo Dio, ti ha dato pure delle forze soprannaturali, che ti
permettano di conoscerLo, amarLo, serviLo e possederLo per sempre in
qualità di figlio: tali forze sono le Virtù soprannaturali e i Doni
dello Spirito Santo. ...affinché diriga i tuoi passi verso di Lui...
3)
Sarà perciò tua massima cura usare delle tue facoltà sia naturali
(sensi, passioni, intelligenza e volontà) che soprannaturali (Virtù
soprannaturali e Doni dello Spirito Santo), solo per raggiungere il
tuo destino soprannaturale.
4)
Il che farai servendoti di esse per amare Dio, cioè per «vivere con
Lui» e per «fare la Sua Volontà».
5)
Che se per immensa sciagura dovesse passare sulla tua anima lo
spaventoso uragano del peccato mortale e lasciare dietro di sé
un'anima priva di Vita divina, sappi che puoi e devi risorgere subito
con la S. Confessione o con un atto di dolore perfetto.
6)
E poi riprendere il cammino sulla Via che, allontanandoti sempre più
dal peccato, sempre più ti avvicina a Dio, fino a trasformarti in
Gesù, perfetta immagine della santità del Padre.
...sotto
la guida di chi veramente ti ama.
7)
È l'ultima raccomandazione, ma la più cordiale e la più preziosa:
abbi il tuo Padre Spirituale. Prega la Madonna che ti aiuti a
trovarlo e a seguirlo, affinché ciò che hai letto in questo
libriccino diventi per te veramente vita vissuta.
INDICE
Cap.
I Conosci te stesso!
Cap.
II Conosci te stesso!
Cap.
III Governa te stesso!
Cap.
IV La vera tua grandezza: amare Dio
Cap.
V La tua rovina: il peccato mortale
Cap.
VI La tua vita
Cap.
VII La tua guida
Cap.
VIII Tu e gli altri Preghiera a Maria SS. Madre della Divina Grazia
Appendice
1a Metodo per la preghiera
Appendice
2a Metodo per la meditazione
Appendice
3a Riassunto organico
Tratto
dal sito http://www.preghiereagesuemaria.it
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