Il
16 aprile 2016, alle 18.58, in Ecuador la terra ha tremato per una
scossa di magnitudo 7.8 della scala Richter. Quasi 28.000 persone
sono rimaste gravemente ferite e 663 hanno perso la vita, tra loro
suor Clare Maria (33 anni) della comunità "Serve del Focolare
della Madre". La missionaria irlandese lavorava nella missione
di Playa Prieta, dove le suore gestiscono una scuola. Con lei anche 5
ragazze sono rimaste sepolte sotto le macerie.
Clare
Crockett era nata il 14
novembre 1982 a Derry, nell'Irlanda del Nord. Cresciuta in una
famiglia cattolica, aveva ricevuto il Battesimo, la Prima Comunione e
la Cresima, ma lei stessa dichiarava: "Non capivo cosa avevo
ricevuto,
non mi interessava, perché Dio non aveva importanza nella mia vita".
Clare
raccontava di sé: "Sono sempre stata una bambina vivace e
conosciuta a scuola come il clown della classe. Ero in grado di
imitare i nostri insegnanti, ma non facevo mai i compiti. Durante le
lezioni mostravo poco interesse, specialmente per le tematiche
religiose. Andare in chiesa o recitare un rosario era semplicemente
noioso per me. Parlavo ininterrottamente, così che una delle suore
della scuola una volta mi ha detto: 'Un vaso vuoto fa molto rumore'.
Allora non ho capito cosa intendesse. Ma lei aveva ragione. Non agivo
per malizia, ma semplicemente perché vivevo nel mio mondo e avevo un
unico obiettivo: diventare un'attrice famosa, e non solo in Irlanda,
ma a livello mondiale.
A
14 anni ho letto un'inserzione su un giornale: 'Per coloro
che sognano di stare un giorno sul palco. Questo seminario offre
l'opportunità di acquisire esperienza e le competenze necessarie per
lavorare nel mondo del cinema o della televisione. Era proprio quello
che cercavo! Grazie a questo corso e alle mie capacità, ho potuto
aggregarmi ad un gruppo teatrale e ho persino avuto il mio agente. In
quel periodo tutto ruotava intorno al mio corpo, ai miei capelli, al
mio aspetto esteriore. Se avevo un appuntamento per un casting,
dovevo presentarmi completamente sicura e fiduciosa nei miei mezzi
per avere una possibilità. Non era un problema per me perché ero
certa di essere migliore di chiunque altro, e adoravo il teatro, la
recitazione, la sceneggiatura e la regia. A 15 anni ho ottenuto il
mio primo lavoro televisivo su Channel 4 in Inghilterra. Più tardi
ho condotto un altro programma sullo stesso canale. A 16 anni avevo
già presentato da sola su un altro grande canale televisivo e a 18
ho persino recitato in un film. Era un piccolo ruolo, ma sapevo che
potevo avanzare solo in quel modo. Nel mondo del cinema il peccato è
osannato. Tutti i miei amici ed io vivevamo nel peccato, bevevamo
fino ad ubriacarci, fumavamo, a noi ragazze piaceva uscire con i
ragazzi frequentando le discoteche, disprezzavamo i nostri genitori,
ecc.
La
mia esperienza di Dio
Un
giorno due miei compagni hanno deciso di frequentare un corso di un
fine settimana sulla fede e mi hanno invitato a partecipare. Dal
momento che si trattava di una cosa religiosa, ho rifiutato, ma ne
sono tornati così entusiasti che la volta successiva vi sono andata
per curiosità. In realtà, non mi piaceva affatto e non capivo di
cosa parlassero. Mentre ero seduta in adorazione davanti al
Santissimo Sacramento, pensavo tra me e me: 'Cosa devo dire a questo
pezzo di pane? ' . Mi sentivo fuori posto, ma in qualche modo, nel
silenzio di questa piccola cappella, percepivo che Gesù aveva
qualcosa da dirmi. Sentivo di dover cambiare molte cose, ma pensavo:
'Dio non ha il diritto di dirmi cosa cambiare. Questa è la mia
vita'. Soprattutto avevo paura che mi togliesse la felicità.
Dopo
questa esperienza, di tanto in tanto ho pregato, cioè ho parlato con
Dio e con la Madonna, ma non ho cambiato nulla della mia vita.
Una
volta ho sentito delle suore parlare di vocazione e di vita
cristiana. Ho avuto l'impressione che tutto questo mi riguardasse,
anche se non capivo cosa fosse una vocazione. Quel giorno ho promesso
al Signore che avrei cambiato la mia vita per appartenergli
completamente. Tuttavia, il giorno dopo ho cambiato idea, gli ho
voltato le spalle e ho detto risolutamente: 'Addio, Gesù! '.
Un
viaggio gratis in Spagna
Ho
fumato e bevuto da quando avevo dodici anni, trascorrendo il mio
tempo tra feste e pub, sprecando tutti i miei soldi in alcol e
sigarette. Quando avevo 17 anni, l'alcol è diventato un problema
serio per me. Trascorrevo i miei fine settimana ubriacandomi con i
miei amici. Un giorno la mia amica Sharon Dougherty mi ha chiamato e
mi ha chiesto: 'Clare, vuoi andare in Spagna? Oltretutto è tutto
pagato! '. 'Un viaggio gratis in Spagna', ho pensato: 'Dieci giorni
di festa al sole. Certo che vado!".
Sharon
mi ha dato l'indirizzo dove ritirare i miei biglietti. Piena di
aspettative, ho suonato alla porta. Un uomo di circa 40 anni ha
aperto e mi ha condotto in una stanza dove alcune persone erano
sedute con un rosario tra le mani e mi guardavano amichevolmente.
Sorpresa di non vedere i miei amici, ma più persone "anziane",
ho chiesto con cautela: 'Voi andrete in Spagna? '. Pieni di
entusiasmo, mi hanno risposto: `Sì, figlia, andiamo per un
pellegrinaggio! '. `Cosa? Un pellegrinaggio? ' . Anche se non sapevo
bene cosa fosse, ero certa che si trattava di qualcosa che aveva a
che fare con la Santa Messa. La mia amica, che era seduta sul
pavimento, ha aggiunto: 'Oh, Clare, ho dimenticato di dirti che lì
vivremo in un monastero'. Era troppo per me e ho subito fatto marcia
indietro. Ma lei non ha mollato: 'Clare, il tuo nome è già sul
biglietto. Non si può non andare'. `Bene', ho pensato tra me, 'non
devo fare le loro cose, in effetti io posso mettermi sulla spiaggia
sotto il sole'. Però non siamo andati a Ibiza, ma in una piccola
città, per trascorrere lì la Settimana Santa, un posto senza
spiaggia, senza sole e senza feste; non c'era assolutamente niente.
Crocifisso
per me
Le
prime cose che ho cercato quando siamo arrivati in questo monastero
sono state una sigaretta e uno specchio. Non volevo dare fastidio, ma
di fatto lo facevo. Per me contavano solo i miei capelli, le mie
sopracciglia, le mie sigarette ed io. Non avevo idea di cosa fosse la
Settimana Santa e ancor meno sapevo come meditare sulla passione di
Cristo, sulla sua morte e risurrezione.
Durante
questa settimana ci sono stati discorsi sulla fede, lavori di gruppo,
preghiera e la Santa Messa. Ho partecipato solo agli incontri dove
sapevo che si sarebbe notata la mia assenza, ad es. ai lavori di
gruppo. Non sono mai andata alla Santa Messa. Nel mio gruppo c'era p.
Rafael Alonso, il fondatore della comunità Serve del Focolare della
Madre. Si parlava della Santa Eucaristia. Quando mi hanno chiesto
cosa ne pensassi, ho tolto la sigaretta dalla bocca e ho chiesto:
'Che cos'è
l'Eucaristia? ' .
Hanno fatto del loro meglio per spiegarmelo, ma io non ho avuto
alcuna illuminazione di fede. Ho solo risposto: `Ah!
'. Il Venerdì Santo qualcuno mi ha detto: 'Clare,
oggi devi entrare in cappella'.
Così sono andata alla liturgia, mi sono seduta nei banchi in fondo
con un atteggiamento di menefreghismo ... Poi è arrivato il momento
in cui tutti si sono messi in fila per andare a baciare una croce che
avevano davanti. Allora anch'io mi sono messa in fila con le mani in
tasca. Pensavo: 'A
che ora finisce tutto questo per andare a fumare? ' .
Quando
è stato il mio turno, ho baciato il chiodo che trafiggeva i piedi di
Gesù. C'era un silenzio totale in chiesa e in quel momento ho
sentito in me come uno schiaffo molto forte. E ho capito: questo
Gesù, che è appeso alla croce, è Dio. Egli è morto per i miei
peccati, per le mie vanità, per la mia infedeltà, per la mia
impurità... Poi ho provato una grande tristezza. Nello stesso
momento mi sono resa conto che l'unico modo per consolare Gesù era
donargli la mia vita. Tornando al banco, ho iniziato a piangere e a
piangere. Non capivo cosa stava succedendo perché non avevo
esperienza di Dio. In pochi secondi Dio mi aveva toccato e aperto il
cuore, senza dire una parola nel più completo silenzio.
All'improvviso
ho avuto paura. Dare tutto al Signore? Il mio ragazzo, la mia
carriera, i miei soldi, il mio trucco, le mie sigarette?
No,
non ero pronta per questo. Quel che Egli pretendeva da me superava le
mie forze. Ecco perché gli ho detto di no e ho elencato tutte le
cose senza le quali non potevo vivere, in particolare non senza una
discoteca. E in più volevo diventare un'attrice famosa.
Perchè
continui a ferirmi?
Tornata
in Irlanda, nei rumori e nell'attività febbrile della mia vita
quotidiana, ho dimenticato questa grazia e ho continuato a vivere
come prima. D'altra parte, però, non riuscivo a dimenticare le suore
della Spagna. Per tutto l'anno il Signore ha insistito nel
'perseguitarmi', ma non volevo ascoltarlo e fuggivo dal silenzio. È
stata una battaglia interiore molto grande. La mia coscienza mi
diceva: 'Devi lasciare il tuo ragazzo. Non puoi dare a lui il tuo
cuore perché devi darlo a Gesù'. Volevo fare questo passo, ma
allo stesso tempo non volevo.
A
poco a poco tutto ciò che mi aveva resa felice ha perso di
importanza, fino al punto che ho sperimentato un profondo vuoto
interiore. Una notte, in un club durante una festa, ho di nuovo
esagerato con l'alcol e sono andata in bagno a vomitare. E qui nel
bagno di una discoteca ho sentito come una persona che mi guardava;
ho percepito con forza lo sguardo del Signore ... e dentro di me
sentivo che mi diceva: 'Perché continui a ferirmi? ' . Quello
sguardo sembrava lacerarmi e ho visto di nuovo come stessi
crocifiggendo il Signore con la mia ubriachezza e con i miei peccati.
Ho capito che con il mio modo di vivere ferivo me stessa e anche Dio.
Ancora una volta ho compreso: 'Hai tutto, ma non sei felice'.
Ma ancora non avevo la forza di cambiare.
Ora
o mai più!
A
18 anni mi è stato offerto il mio primo piccolo ruolo in un film
pieno di violenza, vendetta e odio. Quando reciti in un film, hai una
signora che ti trucca, un'altra che ti apre la portiera dell'auto,
qualcuno che ti mette il cappotto e così via. Ti portano nei
migliori hotel e nei ristoranti più esclusivi. Una sera sono uscita
con i registi e gli altri attori, ma, dato che il giorno prima ero
stata completamente ubriaca, dopo cena mi sono ritirata nella mia
stanza d'albergo. Mi sono seduta sul letto e ho guardato i miei orari
per il giorno successivo. Nel silenzio della mia stanza, nonostante
il lusso e il successo esteriori, ho sperimentato un grande vuoto
interiore. Ho pianto per ore finché alla fine ho preso la decisione
definitiva: 'Ora o mai più! Appena avrò terminato il liceo,
andrò in Spagna dalle suore e darò tutto al Signore'.
Quando
a scuola ho detto ai miei amici: 'Mi farò suora', si sono
messi a ridere e comprensibilmente mi hanno preso per pazza, perché
avevo una birra in una mano e una sigaretta nell'altra. `Ti
butteranno fuori dopo due settimane'."
In
un'intervista la madre di Clare racconta di essersi inginocchiata
davanti a lei e di averla pregata di rimanere in Irlanda. "Era
come saltare da una scogliera verso l'ignoto, ma io sapevo che le
mani del Signore e della Madonna mi potevano raccogliere e mi
avrebbero restituito la mia dignità, la mia libertà, la verità su
chi io fossi".
Con
Lui solo
Con
la forza di Dio, nel giugno del 2001, ho lasciato l’Irlanda
e ho lasciato tutto. Senza conoscere bene lo spagnolo, l'11
agosto sono entrata come postulante presso le suore, era la festa di
santa Chiara. All'inizio non è stato per niente facile, ho dovuto
respingere tutti i miei vizi e le cattive abitudini e cambiare idea
su molte cose. Non potevo più diventare un'attrice famosa, ma volevo
almeno diventare una suora famosa. Padre Rafael, il nostro fondatore,
mi ha dato la sua fiducia: 'Credo
che sarai una suora famosa, però, per essere una suora famosa,
dovrai essere la più umile, e per essere la più umile, dovrai
imparare ad ubbidire'.
Era chiaro per me: 'Allora obbedirò! '."
In
un'intervista la maestra delle novizie riferisce che effettivamente
Clare mostrava una straordinaria volontà di fare qualsiasi cosa le
fosse chiesto di fare. In questo la totalità del suo carattere le è
stata di grande aiuto: o tutto o niente! "Sr. Clare usava molto
l'immagine dell'assegno in bianco, che l'aiutava a mettere la sua
vita nelle mani di Dio: ogni giorno offriva al Signore un assegno in
bianco, affinché Egli le potesse chiedere tutto quello che voleva".
Se ne accorgevano tutti quelli che vivevano con lei. Non importava
cosa le fosse chiesto, la sua risposta arrivava sempre e
immediatamente con un sorriso: "Ma certamente!".
Clare
ha pronunciato i suoi primi voti temoranei a 23 anni e ha scelto il
nome religioso di sr. Clare Maria della Trinità e del Cuore di
Maria. Quattro anni dopo, l'8
settembre 2010, ha promesso la sua fedeltà al Signore con i voti
perpetui e ha ricevuto un motto personale per la sua vocazione:
'A solas con Él solo',
che può essere tradotto come: 'Sola
con il Solo'. Così
aveva avuto inizio la sua vocazione quel Venerdì Santo in cui aveva
baciato i piedi del Crocifisso.
"Se
il Signore è morto per me, come potrei non morire a me stessa e
vivere per Lui? " , ha cercato di spiegare Clare ad alcuni
ospiti che però non sono riusciti a capire.
La
sua prima missione è stata a Belmonte, nella provincia spagnola di
Cuenca. Molto rapidamente è emerso il suo dono particolare di saper
insegnare le verità della fede ai bambini e ai giovani e trasmettere
loro l'amore di Gesù. Li accompagnava con uno zelo immenso nel loro
personale percorso di guarigione interiore e di santificazione. La
sua grande alleata nell'evangelizzazione era la sua chitarra. E la
ricordano cantare e cantare con i bambini e gli adolescenti, fino a
rimanere senza voce, e a cantare lo stesso, malgrado il caldo, la
stanchezza e l'emicrania di cui spesso soffriva. Ma tutto faceva per
accendere in loro la gioia e l'amore di Dio. Sr. Clare ha collaborato
alla fondazione di una nuova missione a Jacksonville, negli Stati
Uniti, poi si è trasferita a Valencia, in Spagna, e poi in Ecuador,
dove ha lavorato prima a Guayaquil e poi a Playa Prieta.
Malgrado
l'animazione e la gioia sempre presenti attorno a lei, man mano che
gli anni passavano cresceva in sr. Clare la necessità del silenzio e
di avere più tempo per stare da sola con il Signore. Anche se la
regola delle suore offre tempi quotidiani di preghiera e di
adorazione silenziosa, non erano abbastanza per la sua anima, poiché
solo nel silenzio poteva sentire bene la voce di Dio e unirsi a Lui,
a Lui solo.
L'8
aprile 2015, quasi un anno prima della morte, ha scritto a Padre
Rafael: "Anche se il Venerdì Santo è un giorno triste, non
so spiegare la gioia e il desiderio entusiasta che ho di soffrire per
il Signore, non me lo so spiegare. Tutto mi sembra poco: la mancanza
di riposo, il digiuno, il caldo, il dover dar retta alla gente...
Tutto ciò che può costare mi riempie di gioia, perché mi fa stare
vicino al Signore. (..) Sono rimasta a lungo davanti alla croce
chiedendo la grazia di mai, mai dimenticare tutto ciò che il Signore
e la Madonna hanno sofferto per me".
Quando
il terremoto l'ha sorpresa, il 16 aprile 2016, al primo piano della
casa sr. Clare stava dando lezioni di chitarra alle ragazze che sono
morte con lei. A pranzo le sorelle avevano parlato della morte e lei
le aveva rassicurate: "Perché dovrei avere paura della morte
se vado da Colui con cui ho sempre desiderato stare tutta la mia
vita?".
Sr.
Clare emanava una grande" felicità derivante dal suo personale
incontro con Cristo e dalla sua decisione di dare tutto per Lui. Alla
fine della sua autobiografia ha fatto sue le parole di Papa Benedetto
XVI:
"'Se
permettiamo a Cristo di entrare nelle nostre vite, non perdiamo
niente, niente, assolutamente niente di ciò che rende la vita
libera, bella e grande, e questo io lo posso testimoniare".
Tratto dalla rivista “Il
trionfo del Cuore” – Marzo Aprile 2020
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