sabato 23 maggio 2020

O tutto o niente!




Il 16 aprile 2016, alle 18.58, in Ecuador la terra ha tremato per una scossa di magnitudo 7.8 della scala Richter. Quasi 28.000 persone sono rimaste gravemente ferite e 663 hanno perso la vita, tra loro suor Clare Maria (33 anni) della comunità "Serve del Focolare della Madre". La missionaria irlandese lavorava nella missione di Playa Prieta, dove le suore gestiscono una scuola. Con lei anche 5 ragazze sono rimaste sepolte sotto le macerie.

Clare Crockett era nata il 14 novembre 1982 a Derry, nell'Irlanda del Nord. Cresciuta in una famiglia cattolica, aveva ricevuto il Battesimo, la Prima Comunione e la Cresima, ma lei stessa dichiarava: "Non capivo cosa avevo
ricevuto, non mi interessava, perché Dio non aveva importanza nella mia vita".
Clare raccontava di sé: "Sono sempre stata una bambina vivace e conosciuta a scuola come il clown della classe. Ero in grado di imitare i nostri insegnanti, ma non facevo mai i compiti. Durante le lezioni mostravo poco interesse, specialmente per le tematiche religiose. Andare in chiesa o recitare un rosario era semplicemente noioso per me. Parlavo ininterrottamente, così che una delle suore della scuola una volta mi ha detto: 'Un vaso vuoto fa molto rumore'. Allora non ho capito cosa intendesse. Ma lei aveva ragione. Non agivo per malizia, ma semplicemente perché vivevo nel mio mondo e avevo un unico obiettivo: diventare un'attrice famosa, e non solo in Irlanda, ma a livello mondiale.

A 14 anni ho letto un'inserzione su un giornale: 'Per coloro che sognano di stare un giorno sul palco. Questo seminario offre l'opportunità di acquisire esperienza e le competenze necessarie per lavorare nel mondo del cinema o della televisione. Era proprio quello che cercavo! Grazie a questo corso e alle mie capacità, ho potuto aggregarmi ad un gruppo teatrale e ho persino avuto il mio agente. In quel periodo tutto ruotava intorno al mio corpo, ai miei capelli, al mio aspetto esteriore. Se avevo un appuntamento per un casting, dovevo presentarmi completamente sicura e fiduciosa nei miei mezzi per avere una possibilità. Non era un problema per me perché ero certa di essere migliore di chiunque altro, e adoravo il teatro, la recitazione, la sceneggiatura e la regia. A 15 anni ho ottenuto il mio primo lavoro televisivo su Channel 4 in Inghilterra. Più tardi ho condotto un altro programma sullo stesso canale. A 16 anni avevo già presentato da sola su un altro grande canale televisivo e a 18 ho persino recitato in un film. Era un piccolo ruolo, ma sapevo che potevo avanzare solo in quel modo. Nel mondo del cinema il peccato è osannato. Tutti i miei amici ed io vivevamo nel peccato, bevevamo fino ad ubriacarci, fumavamo, a noi ragazze piaceva uscire con i ragazzi frequentando le discoteche, disprezzavamo i nostri genitori, ecc.
La mia esperienza di Dio
Un giorno due miei compagni hanno deciso di frequentare un corso di un fine settimana sulla fede e mi hanno invitato a partecipare. Dal momento che si trattava di una cosa religiosa, ho rifiutato, ma ne sono tornati così entusiasti che la volta successiva vi sono andata per curiosità. In realtà, non mi piaceva affatto e non capivo di cosa parlassero. Mentre ero seduta in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, pensavo tra me e me: 'Cosa devo dire a questo pezzo di pane? ' . Mi sentivo fuori posto, ma in qualche modo, nel silenzio di questa piccola cappella, percepivo che Gesù aveva qualcosa da dirmi. Sentivo di dover cambiare molte cose, ma pensavo: 'Dio non ha il diritto di dirmi cosa cambiare. Questa è la mia vita'. Soprattutto avevo paura che mi togliesse la felicità.
Dopo questa esperienza, di tanto in tanto ho pregato, cioè ho parlato con Dio e con la Madonna, ma non ho cambiato nulla della mia vita.
Una volta ho sentito delle suore parlare di vocazione e di vita cristiana. Ho avuto l'impressione che tutto questo mi riguardasse, anche se non capivo cosa fosse una vocazione. Quel giorno ho promesso al Signore che avrei cambiato la mia vita per appartenergli completamente. Tuttavia, il giorno dopo ho cambiato idea, gli ho voltato le spalle e ho detto risolutamente: 'Addio, Gesù! '.
Un viaggio gratis in Spagna
Ho fumato e bevuto da quando avevo dodici anni, trascorrendo il mio tempo tra feste e pub, sprecando tutti i miei soldi in alcol e sigarette. Quando avevo 17 anni, l'alcol è diventato un problema serio per me. Trascorrevo i miei fine settimana ubriacandomi con i miei amici. Un giorno la mia amica Sharon Dougherty mi ha chiamato e mi ha chiesto: 'Clare, vuoi andare in Spagna? Oltretutto è tutto pagato! '. 'Un viaggio gratis in Spagna', ho pensato: 'Dieci giorni di festa al sole. Certo che vado!".
Sharon mi ha dato l'indirizzo dove ritirare i miei biglietti. Piena di aspettative, ho suonato alla porta. Un uomo di circa 40 anni ha aperto e mi ha condotto in una stanza dove alcune persone erano sedute con un rosario tra le mani e mi guardavano amichevolmente. Sorpresa di non vedere i miei amici, ma più persone "anziane", ho chiesto con cautela: 'Voi andrete in Spagna? '. Pieni di entusiasmo, mi hanno risposto: `Sì, figlia, andiamo per un pellegrinaggio! '. `Cosa? Un pellegrinaggio? ' . Anche se non sapevo bene cosa fosse, ero certa che si trattava di qualcosa che aveva a che fare con la Santa Messa. La mia amica, che era seduta sul pavimento, ha aggiunto: 'Oh, Clare, ho dimenticato di dirti che lì vivremo in un monastero'. Era troppo per me e ho subito fatto marcia indietro. Ma lei non ha mollato: 'Clare, il tuo nome è già sul biglietto. Non si può non andare'. `Bene', ho pensato tra me, 'non devo fare le loro cose, in effetti io posso mettermi sulla spiaggia sotto il sole'. Però non siamo andati a Ibiza, ma in una piccola città, per trascorrere lì la Settimana Santa, un posto senza spiaggia, senza sole e senza feste; non c'era assolutamente niente.
Crocifisso per me
Le prime cose che ho cercato quando siamo arrivati in questo monastero sono state una sigaretta e uno specchio. Non volevo dare fastidio, ma di fatto lo facevo. Per me contavano solo i miei capelli, le mie sopracciglia, le mie sigarette ed io. Non avevo idea di cosa fosse la Settimana Santa e ancor meno sapevo come meditare sulla passione di Cristo, sulla sua morte e risurrezione.
Durante questa settimana ci sono stati discorsi sulla fede, lavori di gruppo, preghiera e la Santa Messa. Ho partecipato solo agli incontri dove sapevo che si sarebbe notata la mia assenza, ad es. ai lavori di gruppo. Non sono mai andata alla Santa Messa. Nel mio gruppo c'era p. Rafael Alonso, il fondatore della comunità Serve del Focolare della Madre. Si parlava della Santa Eucaristia. Quando mi hanno chiesto cosa ne pensassi, ho tolto la sigaretta dalla bocca e ho chiesto: 'Che cos'è l'Eucaristia? ' . Hanno fatto del loro meglio per spiegarmelo, ma io non ho avuto alcuna illuminazione di fede. Ho solo risposto: `Ah! '. Il Venerdì Santo qualcuno mi ha detto: 'Clare, oggi devi entrare in cappella'. Così sono andata alla liturgia, mi sono seduta nei banchi in fondo con un atteggiamento di menefreghismo ... Poi è arrivato il momento in cui tutti si sono messi in fila per andare a baciare una croce che avevano davanti. Allora anch'io mi sono messa in fila con le mani in tasca. Pensavo: 'A che ora finisce tutto questo per andare a fumare? ' .
Quando è stato il mio turno, ho baciato il chiodo che trafiggeva i piedi di Gesù. C'era un silenzio totale in chiesa e in quel momento ho sentito in me come uno schiaffo molto forte. E ho capito: questo Gesù, che è appeso alla croce, è Dio. Egli è morto per i miei peccati, per le mie vanità, per la mia infedeltà, per la mia impurità... Poi ho provato una grande tristezza. Nello stesso momento mi sono resa conto che l'unico modo per consolare Gesù era donargli la mia vita. Tornando al banco, ho iniziato a piangere e a piangere. Non capivo cosa stava succedendo perché non avevo esperienza di Dio. In pochi secondi Dio mi aveva toccato e aperto il cuore, senza dire una parola nel più completo silenzio.
All'improvviso ho avuto paura. Dare tutto al Signore? Il mio ragazzo, la mia carriera, i miei soldi, il mio trucco, le mie sigarette?
No, non ero pronta per questo. Quel che Egli pretendeva da me superava le mie forze. Ecco perché gli ho detto di no e ho elencato tutte le cose senza le quali non potevo vivere, in particolare non senza una discoteca. E in più volevo diventare un'attrice famosa.
Perchè continui a ferirmi?
Tornata in Irlanda, nei rumori e nell'attività febbrile della mia vita quotidiana, ho dimenticato questa grazia e ho continuato a vivere come prima. D'altra parte, però, non riuscivo a dimenticare le suore della Spagna. Per tutto l'anno il Signore ha insistito nel 'perseguitarmi', ma non volevo ascoltarlo e fuggivo dal silenzio. È stata una battaglia interiore molto grande. La mia coscienza mi diceva: 'Devi lasciare il tuo ragazzo. Non puoi dare a lui il tuo cuore perché devi darlo a Gesù'. Volevo fare questo passo, ma allo stesso tempo non volevo.
A poco a poco tutto ciò che mi aveva resa felice ha perso di importanza, fino al punto che ho sperimentato un profondo vuoto interiore. Una notte, in un club durante una festa, ho di nuovo esagerato con l'alcol e sono andata in bagno a vomitare. E qui nel bagno di una discoteca ho sentito come una persona che mi guardava; ho percepito con forza lo sguardo del Signore ... e dentro di me sentivo che mi diceva: 'Perché continui a ferirmi? ' . Quello sguardo sembrava lacerarmi e ho visto di nuovo come stessi crocifiggendo il Signore con la mia ubriachezza e con i miei peccati. Ho capito che con il mio modo di vivere ferivo me stessa e anche Dio. Ancora una volta ho compreso: 'Hai tutto, ma non sei felice'. Ma ancora non avevo la forza di cambiare.
Ora o mai più!
A 18 anni mi è stato offerto il mio primo piccolo ruolo in un film pieno di violenza, vendetta e odio. Quando reciti in un film, hai una signora che ti trucca, un'altra che ti apre la portiera dell'auto, qualcuno che ti mette il cappotto e così via. Ti portano nei migliori hotel e nei ristoranti più esclusivi. Una sera sono uscita con i registi e gli altri attori, ma, dato che il giorno prima ero stata completamente ubriaca, dopo cena mi sono ritirata nella mia stanza d'albergo. Mi sono seduta sul letto e ho guardato i miei orari per il giorno successivo. Nel silenzio della mia stanza, nonostante il lusso e il successo esteriori, ho sperimentato un grande vuoto interiore. Ho pianto per ore finché alla fine ho preso la decisione definitiva: 'Ora o mai più! Appena avrò terminato il liceo, andrò in Spagna dalle suore e darò tutto al Signore'.
Quando a scuola ho detto ai miei amici: 'Mi farò suora', si sono messi a ridere e comprensibilmente mi hanno preso per pazza, perché avevo una birra in una mano e una sigaretta nell'altra. `Ti butteranno fuori dopo due settimane'."
In un'intervista la madre di Clare racconta di essersi inginocchiata davanti a lei e di averla pregata di rimanere in Irlanda. "Era come saltare da una scogliera verso l'ignoto, ma io sapevo che le mani del Signore e della Madonna mi potevano raccogliere e mi avrebbero restituito la mia dignità, la mia libertà, la verità su chi io fossi".
Con Lui solo
Con la forza di Dio, nel giugno del 2001, ho lasciato l’Irlanda e ho lasciato tutto. Senza conoscere bene lo spagnolo, l'11 agosto sono entrata come postulante presso le suore, era la festa di santa Chiara. All'inizio non è stato per niente facile, ho dovuto respingere tutti i miei vizi e le cattive abitudini e cambiare idea su molte cose. Non potevo più diventare un'attrice famosa, ma volevo almeno diventare una suora famosa. Padre Rafael, il nostro fondatore, mi ha dato la sua fiducia: 'Credo che sarai una suora famosa, però, per essere una suora famosa, dovrai essere la più umile, e per essere la più umile, dovrai imparare ad ubbidire'. Era chiaro per me: 'Allora obbedirò! '."
In un'intervista la maestra delle novizie riferisce che effettivamente Clare mostrava una straordinaria volontà di fare qualsiasi cosa le fosse chiesto di fare. In questo la totalità del suo carattere le è stata di grande aiuto: o tutto o niente! "Sr. Clare usava molto l'immagine dell'assegno in bianco, che l'aiutava a mettere la sua vita nelle mani di Dio: ogni giorno offriva al Signore un assegno in bianco, affinché Egli le potesse chiedere tutto quello che voleva". Se ne accorgevano tutti quelli che vivevano con lei. Non importava cosa le fosse chiesto, la sua risposta arrivava sempre e immediatamente con un sorriso: "Ma certamente!".
Clare ha pronunciato i suoi primi voti temoranei a 23 anni e ha scelto il nome religioso di sr. Clare Maria della Trinità e del Cuore di Maria. Quattro anni dopo, l'8 settembre 2010, ha promesso la sua fedeltà al Signore con i voti perpetui e ha ricevuto un motto personale per la sua vocazione: 'A solas con Él solo', che può essere tradotto come: 'Sola con il Solo'. Così aveva avuto inizio la sua vocazione quel Venerdì Santo in cui aveva baciato i piedi del Crocifisso.
"Se il Signore è morto per me, come potrei non morire a me stessa e vivere per Lui? " , ha cercato di spiegare Clare ad alcuni ospiti che però non sono riusciti a capire.
La sua prima missione è stata a Belmonte, nella provincia spagnola di Cuenca. Molto rapidamente è emerso il suo dono particolare di saper insegnare le verità della fede ai bambini e ai giovani e trasmettere loro l'amore di Gesù. Li accompagnava con uno zelo immenso nel loro personale percorso di guarigione interiore e di santificazione. La sua grande alleata nell'evangelizzazione era la sua chitarra. E la ricordano cantare e cantare con i bambini e gli adolescenti, fino a rimanere senza voce, e a cantare lo stesso, malgrado il caldo, la stanchezza e l'emicrania di cui spesso soffriva. Ma tutto faceva per accendere in loro la gioia e l'amore di Dio. Sr. Clare ha collaborato alla fondazione di una nuova missione a Jacksonville, negli Stati Uniti, poi si è trasferita a Valencia, in Spagna, e poi in Ecuador, dove ha lavorato prima a Guayaquil e poi a Playa Prieta.
Malgrado l'animazione e la gioia sempre presenti attorno a lei, man mano che gli anni passavano cresceva in sr. Clare la necessità del silenzio e di avere più tempo per stare da sola con il Signore. Anche se la regola delle suore offre tempi quotidiani di preghiera e di adorazione silenziosa, non erano abbastanza per la sua anima, poiché solo nel silenzio poteva sentire bene la voce di Dio e unirsi a Lui, a Lui solo.
L'8 aprile 2015, quasi un anno prima della morte, ha scritto a Padre Rafael: "Anche se il Venerdì Santo è un giorno triste, non so spiegare la gioia e il desiderio entusiasta che ho di soffrire per il Signore, non me lo so spiegare. Tutto mi sembra poco: la mancanza di riposo, il digiuno, il caldo, il dover dar retta alla gente... Tutto ciò che può costare mi riempie di gioia, perché mi fa stare vicino al Signore. (..) Sono rimasta a lungo davanti alla croce chiedendo la grazia di mai, mai dimenticare tutto ciò che il Signore e la Madonna hanno sofferto per me".
Quando il terremoto l'ha sorpresa, il 16 aprile 2016, al primo piano della casa sr. Clare stava dando lezioni di chitarra alle ragazze che sono morte con lei. A pranzo le sorelle avevano parlato della morte e lei le aveva rassicurate: "Perché dovrei avere paura della morte se vado da Colui con cui ho sempre desiderato stare tutta la mia vita?".
Sr. Clare emanava una grande" felicità derivante dal suo personale incontro con Cristo e dalla sua decisione di dare tutto per Lui. Alla fine della sua autobiografia ha fatto sue le parole di Papa Benedetto XVI:
"'Se permettiamo a Cristo di entrare nelle nostre vite, non perdiamo niente, niente, assolutamente niente di ciò che rende la vita libera, bella e grande, e questo io lo posso testimoniare".

Tratto dalla rivista “Il trionfo del Cuore” – Marzo Aprile 2020


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