domenica 28 gennaio 2024

Un incontro molto proficuo...

Durante le riprese di un film, il famoso attore britannico sir Alec Guinness (1914-2000) poté sperimentare quanto la fiducia spontanea e innocente di un bambino possa confortare e trasformare qualcuno nell'intimo. La guarigione miracolosa di suo figlio condusse poi l'attore nella Chiesa Cattolica. 


Alec Guinness è stato uno degli attori più geniali e versatili del XX secolo. Nel 1959, per i suoi meriti artistici, la regina Elisabetta II lo insignì del titolo nobiliare, tuttavia il semplice e riservato gentleman, nato a Londra, era di umili origini e non aveva mai potuto conoscere suo padre. Per tutta la vita Alec si portò dietro questa ferita aperta e profonda.

Cresimato a 16 anni nella Chiesa anglicana, il giovane Guinness divenne un ateo alla ricerca del senso della vita e, come a quei tempi comune in Inghilterra, era pieno di pregiudizi anticattolici. Durante la Seconda Guerra Mondiale, neanche l'amicizia con un sacerdote londinese, grazie al quale Alec si avvicinò sempre di più al cristianesimo, cambiò qualcosa. Poi nel 1952, in un piccolo, sperduto paese della Borgogna arrivarono le riprese del film "Le strane avventure di padre Brown", in cui Guinness, che aveva 38 anni, interpretava il ruolo principale del sacerdote cattolico, che risolve i casi criminali, una figura romanzesca creata dallo scrittore inglese convertito G.K. Chesterton. Una sera Guinness camminava a piedi su una strada del paese verso il suo alloggio e indossava ancora il costume da scena, una talare nera, perché quel giorno le riprese non erano ancora terminate. Un piccolo ragazzo del posto, di sette o otto anni, che evidentemente lo aveva scambiato per un sacerdote vero, corse verso di lui, gli strinse forte la mano e passeggiò allegramente accanto a lui, eccitato per la gioia, parlando tutto il tempo in francese. Non potendo chiarire l'equivoco, Alec non poté che seguirlo meravigliato con lo sguardo fin quando il bambino, con un allegro: "Bonsoir, mon père! Buona sera, padre! " , all'improvviso scomparve di nuovo. 

Guinness restò incantato da tanta fiducia innocente, tutto solo perché indossava la tonaca! In seguito scrisse sull'accaduto: "Mentre continuavo a camminare, pensai che una Chiesa che poteva risvegliare in un bambino una fiducia tale da fargli apparire facilmente avvicinabile anche un sacerdote sconosciuto, non poteva essere subdola e inquietante, come spesso veniva fatta passare. Cominciai a scuotermi di dosso i pregiudizi che mi erano stati insegnati e che da tempo avevo imparato e assorbito". Anche se ai nostri giorni un'ombra dolorosa cade su queste righe, quest'esperienza di ben 70 anni fa esprime egualmente una verità che è sempre valida e sostiene la vita della Chiesa. 

L’esperienza toccò Guinness ancora più profondamente quando, poche settimane prima dell'inizio di ulteriori riprese, suo figlio Matthew di undici anni si ammalò di poliomielite, restandone poi paralizzato dalla vita in giù. Ritornato a Londra, con questa grande angoscia,  Alec prese l'abitudine di fermarsi ogni giorno, dopo il lavoro, in una piccola chiesa cattolica, dove fece un patto con il Signore: se avesse guarito suo figlio, lui non si sarebbe opposto nel caso in cui Matthew un giorno avesse deciso di diventare cattolico. Questo "supremo sacrificio" gli sembrò più che sufficiente come offerta. Contro le sue aspettative, Matthew guarì completamente! E in effetti, dopo aver frequentato per tre anni una scuola di Gesuiti, il ragazzino di 15 anni annunciò che voleva convertirsi alla Chiesa Cattolica e Alec mantenne la parola. Ben presto anche il padre cominciò a pensare di emulare il figlio. D'estate si era trasferito in campagna con la moglie Merula. Chiese al parroco di Petersfield una preparazione religiosa e decise di andare in ritiro presso l'abbazia trappista di Mount St. Bernard, per osservare da vicino l'attività della Chiesa Cattolica; la bellezza della liturgia e la semplice vita monastica lo affascinarono profondamente. Così il 24 marzo 1956 Guinness, che aveva 42 anni, fu accolto a Petersfield nella Chiesa Cattolica e scrisse su quel momento: "Come molti convertiti, prima e dopo di me, ho sentito di essere tornato a casa". Mentre il marito si trovava nello Sri Lanka per le riprese del film "Il ponte sul fiume Kwai" (per il quale nel 1958 ricevette l'Oscar come miglior attore), anche Merula si convertì, rivelandolo ad Alec solo a fatto avvenuto. Lo raggiunse in aereo nello Sri Lanka e insieme trascorsero il loro primo Natale da cattolici, in una piccola chiesa semiaperta su una calda spiaggia sabbiosa, tra i fedeli locali che indossavano i loro sari colorati. Alec ricordò che in quel Natale, nell'amore di Dio fattosi bambino e nell'ampiezza universale della sua Chiesa: "Il mondo intero, per quanto povero fosse, sembrava un luogo molto ampio, chiaro e illuminato dal sole, dove tutti i contrasti si riconciliavano". Per quasi 40 anni l'affascinante, affettuosa coppia Guinness visse una vita ritirata e priva di scandali, da veri cattolici, fino a quando, a poche settimane di distanza l'uno dall'altro, sir Alec e lady Merula, a causa della stessa malattia - cancro al fegato - entrarono entrambi nell'eternità. 


Fonte: Joseph Pearce, Literary Converts. Spiritual inspiration in an age of unbelief, London 2000

Tratto dalla rivista “Il Trionfo del Cuore”  -  Gennaio Febbraio 2024

www.familiemariens.org


Nelle opere di Shakespeare o nelle commedie del tipico umorismo nero, Alec Guinness brillava sul palcoscenico; così fu anche nel cinema, quando interpretò il ruolo del saggio cavaliere Jedi Obi-Wan Kenobi in "Guerre stellari" (1977) o quello del nonno nel toccante film "II piccolo Lord". L'assenza del padre - nel suo certificato di battesimo "Guinness" era solo un secondo nome - rimase un "triste vuoto in lui", percepibile anche nella sua recitazione, che la rese però qualcosa di inconfondibile. 


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