Gesù
Bambino - Scuola dell'Infanzia - Istituto
di Nostra Signora del Carmelo
Sassari
«Il
Natale è accorgerci di Gesù, accoglierlo nella vita e lasciar
continuare in noi la novità della santità sbocciata, come un
inatteso miracolo, nella povera mangiatoia di Betlemme. Ognuno di noi
ripeta oggi questo miracolo. Se nel giorno di Natale io mi trovassi
solo in chiesa, mi toglierei le scarpe e, avanzando scalzo,
attraverserei lentamente tutta la chiesa ricordando il lungo cammino
che parte da Betlemme. E poi mi inginocchierei davanti a Gesù
Bambino e gli consegnerei due lacrime! Sì, due lacrime di pentimento
per non aver ascoltato la voce buona di Betlemme, per non aver capito
la meravigliosa lezione di Betlemme» (Cardinale Angelo Comastri).
O
Signore, mentre il tempo logora tutte le speranze, tu rimani l’unica
speranza! Mentre si consumano i secoli e anche i millenni, tu resti
perennemente giovane e conservi la freschezza di un fiore, di
un’aurora, di una sorgente zampillante. Mentre le ricchezze svelano
sempre di più il loro volto fragile e deludente, tu stupisci ancora
e attiri con la sola, con la pura, con la totale povertà di
Betlemme.
Signore,
le parole sono logore e stanche come le promesse che si rinnovano e
si smentiscono inesorabilmente. Ma dentro di noi resta una fiammella
di speranza, riemerge un bisogno irrefrenabile di luce, riaffiora
un'intensa attesa di qualcosa, anzi di qualcuno.
Tu,
povero di Betlemme, sei la risposta che noi non sentiamo! Tu, povero
di Betlemme, sei la ricchezza che noi non capiamo! Tu, povero di
Betlemme, sei la pace che drammaticamente ci manca!
Signore,
nato a Betlemme, la città della nostra povertà e della nostra
piccolezza, noi ci accostiamo a Maria per guardarti con il suo
sguardo e amarti con il suo amore ed essere finalmente felici con te,
povero di Betlemme, unico capace di farci sorridere ancora.
Amen.
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