giovedì 17 ottobre 2024

Dio esige che gli rendiamo gloria, perché questo si traduce nella nostra felicità… di Don Dolindo Ruotolo

 

Le vie degli uomini sono agli antipodi di quelle di Dio, perché l'uomo guarda al proprio interesse momentaneo, e Dio guarda a quello eterno; l'uomo si preoccupa della propria gloria e Dio guarda l'esigenza della sua gloria, che diventa per le sue creature medesime diffusione di beni e di misericordie.

Il Signore non ha bisogno di noi, ma desidera i nostri omaggi, il nostro amore e la nostra dedizione a Lui, perché tutto questo si traduca nella nostra felicità. La sua gloria, diffusa nell'universo, ce lo fa conoscere e ci avvicina a Lui; la sua gloria, manifestata a noi, ci attrae nella sua volontà e ci fa vivere di Lui; la sua gloria, rifulgente negli atti stessi della giustizia, ci fa sentire che Egli solo è tutto e che a Lui solo dobbiamo tendere. La gloria di Dio ad intra è lo splendore della sua vita, ad extra è lo splendore della sua bontà che si diffonde. I nostri omaggi e la gloria che gli doniamo sono come nubi che si formano in alto e ricadono in pioggia sopra noi stessi. Ogni concentrazione nella nostra gloria, invece, è una perdita, più o meno grave e disastrosa a seconda della nostra stoltezza; la caduta angelica e quella umana sono la documentazione di questa verità. Dio non può avere, nel creato, delle immagini materiali che lo manifestino, ma si può dire che la sua gloria è la fulgente statua della sua realtà, come la gloria delle creature è l'idolo abietto che lo sfigura e lo rinnega.

sabato 13 luglio 2024

"Guidami, Luce gentile, nel buio!"

Quando, nel 1845, grazie al contributo del passionista p. Dominic Barberi, l'illustre anglicano John Henry Newman (1801-1890) fu accolto nella Chiesa Cattolica, nessuno poteva immaginare che un giorno sarebbe diventato un sacerdote cattolico oratoriano, un cardinale, un santo e un importante teologo, la cui vita e le cui opere avrebbero influenzato in modo permanente generazioni di credenti. Dopo la sua conversione, molti si chiesero cosa lo avesse spinto ad abbandonare i suoi amici, i suoi parenti e una posizione di spicco all'Università di Oxford. Nella sua autobiografia "Apologia pro vita sua", ancor oggi un classico spirituale e letterario, Newman espose una serie di motivi che lo portarono ad essere fermamente certo che solo nella Chiesa Cattolica si può trovare la pienezza della verità. Quanto quest'uomo sensibile e riservato si fosse lasciato guidare da Dio, fin da quando era un giovane religioso anglicano, è evidente dalle parole della sua famosa poesia: "Guidami tu, Luce gentile, attraverso il buio che mi circonda... sii tu a condurmi! ... Non chiedo di vedere ciò che mi attende all'orizzonte, un passo solo mi sarà sufficiente".

Diamo ora uno sguardo ad alcune tappe dell'avventura intellettuale e spirituale che portò Newman nella Chiesa di Roma.

giovedì 16 maggio 2024

Il semplice Rosario: una potenza?

Dal 1884, ottobre è il mese del rosario. Fu Papa Leone XIII, che solo sul tema del rosario scrisse 12 Encicliche e molte Lettere apostoliche, a voler introdurre questa particolare devozione per questo mese. Ma perché il Papa attribuì così grande importanza ad una semplice preghiera, che in gran parte consiste solo nella ripetizione delle Ave Maria? Perché era consapevole, e lo aveva sperimentato concretamente, che la Chiesa e il mondo erano e sono gravemente minacciati dal maligno. Ed oggi, più che mai prima, ci troviamo immersi in questa lotta spirituale mondiale. Subito dopo il peccato originale, Dio ha promesso la vittoria sul serpente ad una Donna, Maria, e alla sua discendenza, Gesù; allora è chiaro che anche noi dobbiamo rivolgerci a questa Donna e ricorrere al suo aiuto, perché Dio stesso le ha dato un grande potere. È quindi facilmente comprensibile perché il rosario, nel quale, per così dire, afferriamo la mano della Madonna, abbia degli effetti così grandi. Di questo era convinta anche suor Lucia di Fatima, che nel 1958 ha affermato:

"Da quando la Vergine Maria ha dato una tale potenza al rosario, non c'è problema materiale o spirituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere con il rosario e l'offerta dei nostri sacrifici".

Guidano il gregge dando la mano a Maria

domenica 14 aprile 2024

San Joseph Vaz


Padre Joseph Vaz, affermava san Giovanni Paolo II il 21 gennaio 1995, era un grande prete missionario, appartenente ad una interminabile fila di ardenti messaggeri del Vangelo, missionari che, in ogni tempo, hanno lasciato la loro terra per portare la luce della fede ad altre genti... Padre Vaz era un vero erede di san Francesco Saverio; egli era anche un vero figlio della sua nativa Goa (India), distintasi per le sue profonde tradizioni cristiane e missionarie. Padre Vaz era un figlio dell'Asia che diventò un missionario in Asia. La Chiesa oggi ha bisogno più che mai di missionari come questi (sia uomini che donne) tra la gente di diversi continenti » (Omelia della Messa di beatificazione).

domenica 24 marzo 2024

San Junipero Serra - (Petra, Maiorca, Spagna, 24 novembre 1713 - Monterey, California, USA, 28 agosto 1784)

Durante un viaggio apostolico in California, nel 1988, San Giovanni Paolo II visitò la tomba di Junípero Serra, oggi onorato santo dalla Chiesa. Il Papa ha così chiarito il senso del suo pellegrinaggio: «Nei momenti cruciali delle vicende umane, Dio pone gli uomini nei quali confida in ruoli di importanza decisiva per lo sviluppo sia della Chiesa che della società. Ci rallegriamo ancora di più quando le loro conquiste sono accompagnate da una vita santa che può davvero essere definita eroica. Così è per Junípero Serra, che, grazie alla divina Provvidenza, divenne l'Apostolo della California. »

Una statua di questo umile sacerdote è presente a Washington nella sala delle statue del Campidoglio americano.

Junípero Serra nacque nel 1713 a Petra, sull'isola di Maiorca (la principale delle Isole Baleari, Spagna). Al battesimo ricevette il nome di Miguel José. I suoi genitori, Antonio Nadal Serra e Margarita Rosa Ferrer, erano contadini analfabeti, ma ricchi di fede e di vera carità. Da bambino, Miguel salutava i passanti secondo la pia formula locale, che diffuse in America e che sopravvive: “Amate Dio!” » A causa della sua salute fragile, i suoi genitori credono che non potrà fare il contadino o lo scalpellino, le due professioni dominanti nel villaggio. Individuando in lui delle doti intellettuali, gli permisero di frequentare la scuola gestita nel villaggio dai francescani. Il giovane vi rimase dieci anni come scolaro presso i francescani.

L'anima conta più del corpo

martedì 5 marzo 2024

La grandezza dell'anima dei bambini...

Quale consolazione devono essere state per Gesù le anime dei bambini che, nei loro cuori innocenti, seppero accogliere il suo amore e il suo vangelo molto meglio della maggior parte degli scribi e dei farisei, guide del popolo ebraico! Per questo il Signore, pieno di riconoscenza, proruppe in quella bellissima lode che ancora oggi commuove tutti noi: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. (Mt 11,25) Anche gli apostoli dovettero sopportare il rimprovero del loro Maestro quando volevano trattenere i bambini dall'andare a Lui, "a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli". (Mt 19,14)

Si, attraverso la loro purezza e spontaneità, spesso i bambini possono capire più facilmente e velocemente i misteri dell'amore di Dio e in genere li prendono più seriamente degli adulti. È quindi consigliabile dare molta importanza all'educazione religiosa dei bambini, perché non di rado il terreno per una vita santa viene preparato fin dalla giovane età.

domenica 28 gennaio 2024

Un incontro molto proficuo...

Durante le riprese di un film, il famoso attore britannico sir Alec Guinness (1914-2000) poté sperimentare quanto la fiducia spontanea e innocente di un bambino possa confortare e trasformare qualcuno nell'intimo. La guarigione miracolosa di suo figlio condusse poi l'attore nella Chiesa Cattolica. 


Alec Guinness è stato uno degli attori più geniali e versatili del XX secolo. Nel 1959, per i suoi meriti artistici, la regina Elisabetta II lo insignì del titolo nobiliare, tuttavia il semplice e riservato gentleman, nato a Londra, era di umili origini e non aveva mai potuto conoscere suo padre. Per tutta la vita Alec si portò dietro questa ferita aperta e profonda.